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Allegato B
Seduta n. 120 del 6/3/2007
TESTO AGGIORNATO AL 7 MARZO 2007
...
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta immediata:
D'ELIA, MELLANO e TURCO. - Al Ministro della giustizia - Per sapere - premesso che:
nel febbraio 2006 al signor Antonio Cordì, 64 anni, detenuto nella «sezione 41-bis» del carcere di Cuneo, viene diagnosticata una grave neoplasia polmonare (diametro di 7 centimetri) adesa alla pleura, per la quale le relazioni sanitarie asseveravano la necessità di un ricovero in ospedale per un immediato intervento chirurgico, ricovero che non viene autorizzato dal tribunale di sorveglianza di Cuneo;
nell'aprile 2006 il detenuto viene trasferito nel carcere di Secondigliano, dove i sanitari ribadiscono l'urgenza di un intervento chirurgico da effettuare fuori dal circuito carcerario, ma il tribunale di sorveglianza di Napoli nega il ricovero in un ospedale pubblico;
alla fine di luglio 2006 il signor Cordì viene ricoverato al Cardarelli di Napoli per ulteriori esami, ma il primario di chirurgia toracica dell'ospedale definisce «talmente gravi» le condizioni di salute di Cordì, da considerarlo ormai «inoperabile» per l'espandersi di «metastasi linfonodali ilomediastiniche», metastasi che nel dicembre 2006 vengono evidenziate anche a livello cerebrale -:
se non intenda procedere all'accertamento di responsabilità, comportamenti omissivi o inadempienze che hanno impedito un tempestivo intervento chirurgico al signor Cordì, che avrebbe potuto bloccare l'invasività di un cancro diventato oggi incurabile, e cosa intenda fare, «non potendosi escludere - come asserisce in una relazione di alcuni mesi fa lo stesso dipartimento dell'amministrazione penitenziaria - esito infausto anche a breve termine», per evitare che il signor Cordì muoia in carcere, come purtroppo è già accaduto a molti detenuti nelle sezioni del 41-bis.
(3-00705)
Interrogazione a risposta orale:
GIOVANARDI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
risulta all'interrogante che negli ultimi tre anni il collegio provinciale degli
agrotecnici di Rovigo è stato investito da burrascose vicende;
in data 20 marzo 2005 gli agrotecnici Ferrighi, Modenese, Stocco, Calesella, Tadiello, Ferri, Baroncini, Braiato, Aglio, Tescaro hanno depositato un esposto riguardante l'attività disciplinare contro tutti loro, intrapresa dal Commissario Straordinario Davide Neri per esaudire la richiesta dell'agrotecnico Paola Finardi;
il Ministero della giustizia, in più occasioni, ha richiamato il commissario straordinario Neri inibendogli lo svolgimento di attività disciplinare;
nonostante i divieti del Ministero lo stesso Neri avviava, e trasferiva poi a mandato scaduto, tutti i procedimenti disciplinari al collegio di Milano-Lodi;
in data 24 giugno 2005, con nota prot. n. 12, i medesimi agrotecnici segnalavano nuovamente l'irregolarità dell'azione disciplinare con tutti i vizi procedurali ed amministrativi ad essa connessi;
in data 21 ottobre 2005, prot. 13, veniva nuovamente segnalata l'azione disciplinare intrapresa e continuata a danno degli agrotecnici di Rovigo, dai componenti del Collegio provinciale degli agrotecnici ed agrotecnici laureati di Milano-Lodi;
in data 4 novembre 2005 gli agrotecnici di Rovigo hanno provveduto ad inoltrare ricorso con procedura d'urgenza, ex articolo 700 del codice di procedura civile onde inibire l'attività illegittima posta in essere arbitrariamente dal collegio di Milano-Lodi;
nelle more del ricorso, il collegio di Milano-Lodi provvedeva comunque, e senza istruttoria ed interpello degli incolpati, ad irrogare pesanti sanzioni disciplinari di radiazione e sospensione arrecando loro grave danno;
essendo gli stessi agrotecnici componenti del consiglio provinciale ed il collegio dei revisori dei conti dell'ordine territoriale, quei provvedimenti disciplinari hanno conseguentemente investito l'intero collegio dei revisori dei conti e la maggioranza dei consiglieri, causandone il decadimento immediato;
le motivazioni di illegittimità, ampiamente segnalate dagli interessati al Ministero di Giustizia risultano all'interrogante essere legate soprattutto all'impossibilità per l'ordine degli agrotecnici di attivare procedure di giudizio in concorrenza alle competenze attribuite alla Giustizia Ordinaria ed in assenza dell'apposito riconoscimento attribuito dalla Costituzione italiana agli ordini preesistenti la sua approvazione; l'ordine degli agrotecnici viene infatti istituito con legge 251/86 (ben oltre il 1947) senza attribuzioni speciali abilitanti l'esercizio dell'attività disciplinare. Tuttavia tali procedimenti disciplinari risultano attivati anche in palese violazione del regolamento comunque adottato dal consiglio nazionale, sia per infondatezza delle attribuzioni, che per il mancato coinvolgimento degli incolpati nel procedimento e la loro inibizione alla legittima difesa, oltreché eseguiti da ente incompetente sia per ambito territoriale che per sua composizione;
tutti gli agrotecnici afflitti dalle abnormi sanzioni disciplinari hanno provveduto ad inoltrare immediatamente ricorso gerarchico al Collegio Nazionale degli Agrotecnici in data 29 dicembre 2005 (con notifiche certificate entro il 4 gennaio 2006), con contestuale istanza di ricusazione dell'intero consiglio per la pendenza di un ricorso al Tar Lazio e per l'esistenza
di liti pendenti quindi delle condizioni previste dall'articolo 51 del codice di procedura civile;
nonostante ciò il Collegio Nazionale trattiene tutti i ricorsi e ad oggi (dopo oltre un anno) non dispone alcunché! Nemmeno la valutazione dell'istanza di ricusazione e la nomina del relatore;
in data 2 agosto 2006 tutti i citati agrotecnici notificano, per il tramite del loro avvocato, al Ministero di Giustizia una memoria dettagliata sulla posizione dei ricorsi gerarchici e ne deduce il loro completo decadimento con istantanea reintegra di tutti gli agrotecnici nella posizione giuridica rivestita sino alla data della loro emanazione;
ad oggi neanche il Ministero ha provveduto ad elaborare alcuna considerazione al riguardo (dopo oltre 5 mesi) -:
se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno che vengano annullati tutti i provvedimenti disciplinari adottati dal collegio di Milano-Lodi per le motivazioni di illegittimità sopra descritte, anche valutando le memorie prodotte dall'avvocato in nome e per conto degli agrotecnici colpiti dai citati provvedimenti;
se il Ministro non ritenga opportuno intraprendere le necessarie procedure di verifica sull'operato del Collegio nazionale degli agrotecnici ed agrotecnici laureati, anche al fine di predisporre adeguate procedure disciplinari.
(3-00693)
Interrogazioni a risposta scritta:
RAMPELLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
sul Bollettino Ufficiale del Ministero della giustizia n. 20 del 31 ottobre 2006 è stata pubblicata la graduatoria dei candidati partecipanti al concorso pubblico per esami a 36 posti nel profilo professionale di Collaboratore, Area C, posizione economica C1, presso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, indetto con PDG 21 novembre 2003 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 30 del 16 aprile 2004;
nonostante il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, con decreto del Presidente della Repubblica 28 aprile 2006, il DAP aveva ricevuto l'autorizzazione ad assumere, nell'anno 2006, un contingente di personale a tempo indeterminato pari a complessive cinquantaquattro unità;
per tale finalità, erano stati stanziati 325.249 euro per il 2006 e 1.463.769 per il 2007;
a decorrere dal 1o novembre 2006 - data a partire dalla quale potevano essere effettuate le assunzioni di personale - nessuno tra i vincitori del concorso per collaboratori amministrativi risulta ad oggi assunto;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 16 gennaio 2007 ha ulteriormente previsto che il DAP sia autorizzato - ai sensi dell'articolo 1, comma 104, della legge 30 dicembre 2004, n. 311 e nel rispetto delle disposizioni e degli adempimenti previsti, in particolare in materia di organici, dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 - ad avviare, nel triennio 2007-2009, procedure di reclutamento per complessivi quattro posti, di cui due per collaboratore amministrativo C1;
non è chiaro se la disposizione si riferisca alla possibilità di indire nuovi concorsi o comprenda anche quelli già conclusi; in quest'ultimo caso, dal momento che le graduatorie mantengono, di norma, una validità di due anni dalla
prima assunzione, alla luce dell'autorizzazione per i due fortunati collaboratori, per tutti gli altri vincitori il rischio è che decorrano inutilmente i termini;
la conseguenza sarà che - a fronte di una preoccupante carenza di organico - più di trenta vincitori di concorso si troveranno ad aver sacrificato invano tempo e denaro, mentre l'amministrazione sarà costretta in futuro a bandire nuovi concorsi con ulteriori oneri finanziari;
pur nell'eventualità di una proroga dei termini di validità della graduatoria, le assunzioni dei collaboratori e degli altri profili professionali per i quali l'amministrazione penitenziaria ha già concluso concorsi pubblici (educatori, psicologi, eccetera), potrebbero slittare al 2009, se non addirittura oltre;
nel frattempo, nel corso di una specifica riunione con i rappresentanti di tutte le amministrazioni dello Stato, il Dipartimento per la funzione pubblica ha comunicato al DAP che nel corso del 2007 potrà procedere alla stabilizzazione di tutti i lavoratori (educatori, contabili e tecnici) assunti con contratto a tempo determinato, come da indicazione contenuta in finanziaria;
a ciò si aggiunge che il DAP sta procedendo in queste settimane alla definizione di percorsi di riqualificazione all'interno dell'amministrazione;
a giudizio dell'interrogante, tale modo di operare viola i più elementari principi del diritto, tra cui l'articolo 3 della Costituzione, poiché - anziché ripartire equamente le risorse finanziarie destinate al personale tra tutti gli aventi diritto - diverse categorie di vincitori di concorso vengono discriminate rispetto ad altre -:
per quali motivi il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria non ha ancora provveduto ad assumere le 54 unità di personale in deroga al blocco delle assunzioni, a fronte dei 325.249 e dei 1.463.769 stanziati, rispettivamente, per il 2006 e il 2007 (Tabella 1 del decreto del Presidente della Repubblica 28 aprile 2006);
se, alla luce di quanto premesso e in considerazione della grave carenza di organico esistente presso il DAP, non ritenga opportuno procedere all'immediata assunzione di tutti i vincitori del concorso pubblico per 36 posti di Collaboratore C1, facendo conoscere, in caso negativo, se e in quale data essi potranno essere chiamati in servizio;
in che altro modo intenda salvaguardare le legittime aspettative dei vincitori del concorso, nonché quelle degli idonei collocati in graduatoria, disponendo in particolare la proroga dei termini di validità della graduatoria nell'eventualità in cui si proceda alle prime due assunzioni.
(4-02804)
GALANTE. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa si apprende che l'Istituto minorile di Treviso versa in stato di persistente abbandono e degrado ambientale;
da quanto si apprende l'edificio è fatiscente e carente di spazi: mancherebbero aule di studio, laboratori, luoghi di ritrovo tali da permettere ai giovani detenuti condizioni di vita migliori;
secondo quanto affermato dal capo del dipartimento della giustizia minorile
Melita Cavallo «il carcere minorile trevigiano è una struttura fatiscente e maleodorante»;
già nel 2005 erano state fatte presenti presso il Ministero di Grazia e Giustizia le pessime condizioni igieniche in cui versava l'istituto ma, nonostante i lavori di manutenzione e pulizia, l'edificio continua a restare ancora in condizioni disagevoli non solo per i reclusi ma anche per il personale penitenziario -:
quali iniziative il Ministro, secondo le proprie competenze, intenda porre in essere per una generale riqualificazione degli Istituti carcerari minorili sia sotto il profilo dell'igiene ambientale che per quanto concerne i programmi ed i servizi riabilitativi.
(4-02805)