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Allegato B
Seduta n. 121 del 7/3/2007
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COMUNICAZIONI
Interrogazioni a risposta scritta:
LOCATELLI, MISIANI e SANGA. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Bracca dal 9 dicembre 2006 si è realizzata una drastica riduzione degli orari di apertura della locale filiale postale Bergamo 2;
in particolare, così come ha più volte sottolineato il sindaco del Comune Oscar Berlendis, dal 9 dicembre l'ufficio postale è rimasto chiuso, per problemi «tecnico-organizzativi», mentre successivamente è stato aperto ogni giorno una sola ora, dalle 8,30 alle 9,30 rispetto alle tradizionali sei ore quotidiane;
tale situazione, come si può facilmente immaginare, comporta una serie di disagi agli abitanti del comune;
in una lettera inviata dal sindaco del Comune di Bracca al sottoscritto e, tra gli altri, al Ministro e all'Amministratore Delegato di Poste Italiane e ripresa dai quotidiani locali si legge che la Dirigenza PT aveva proposto l'apertura a giorni alterni della filiale 2 delle Poste di Bergamo. A seguito del rifiuto di tale proposta da parte del sindaco la Dirigente della Filiale 2 delle Poste di Bergamo ha deciso di intraprendere la strada della riduzione drastica degli orari;
già da alcuni mesi l'ufficio postale in questione era incorso in una serie di inconvenienti tecnici che avevano determinato disagi per gli utenti;
la riduzione della funzionalità dei servizi postali coinvolge anche una serie di comuni limitrofi a quello di Bracca -:
se il Ministro sia a conoscenza della situazione e che giudizio ne dia;
se ritenga di poter intervenire per ripristinare una corretta funzionalità del servizio postale nel comune di Bracca.
(4-02816)
ZACCHERA. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
da diversi anni Rai International diffonde la trasmissione televisiva «Sportello Italia», molto seguita dai nostri connazionali che molto spesso possono così direttamente usufruire dei commenti, informazioni ed approfondimenti su tematiche legate all'immigrazione, assistenza, pensionistiche proprie della trasmissione che - inoltre - diffonde informazioni su diversi aspetti delle realtà e località italiane nei confronti delle nostre comunità all'estero;
dal 1o aprile 2007 risulta che, a fronte di una rinnovata convenzione fra la Presidenza del Consiglio dei ministri e la Rai per il servizio pubblico destinato, la trasmissione verrà soppressa -:
se tale circostanza sia confermata e - in caso affermativo - per quali motivi si intenda interrompere questa apprezzata trasmissione e se non si ritenga - così facendo - che Rai International vada a perdere uno dei suoi principali connotati e scopi ovvero l'informazione nei riguardi delle nostre comunità all'estero.
(4-02817)
PIRO. - Al Ministro delle comunicazioni, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in base alle leggi 7 giugno 1975, n. 227 e 10 febbraio 1982, n. 39, il Ministero delle poste e delle telecomunicazioni è stato autorizzato ad un programma di interventi straordinari finalizzati alla realizzazione di alloggi di servizio da assegnare
ai propri dipendenti (costruiti con finanziamento pubblico in attuazione delle suddette leggi);
il Ministero delle poste e telecomunicazioni ha affidato alla allora «ITALPOSTE - Edilizia di interesse pubblico s.p.a. - Roma» la realizzazione dei suddetti alloggi di servizio per i dipendenti della allora amministrazione delle poste e delle telecomunicazioni e dell'Azienda di stato per i servizi telefonici (A.S.S.T.);
con legge 29 gennaio 1992, n. 58, sono stati trasferiti gli alloggi della ex Azienda di Stato per i servizi telefonici all'Amministrazione delle poste e delle telecomunicazioni;
ai sensi della legge 29 gennaio 1994, n. 71, l'Amministrazione delle poste e delle telecomunicazioni è stata trasformata nell'Ente Poste Italiane;
con delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica del 18 dicembre 1997 è stata autorizzata la trasformazione dell'Ente Poste Italiane nella società «Poste Italiane s.p.a.»;
a norma dell'articolo 40, comma 3, della legge 23 dicembre 1998, viene trascritta a favore delle Poste Italiane s.p.a. la titolarità dei beni di cui risulta accertata la proprietà della ex amministrazione delle poste e delle telecomunicazioni;
nell'anno 1999, tramite l'avvocato Vocino, molti locatari degli appartamenti di proprietà delle Poste Italiane s.p.a. fanno ricorso per la determinazione dei canoni di affitto;
i giudici interessati al contenzioso nominano diversi Consulenti Tecnici d'Ufficio (CTU) con il compito di effettuare «Operazioni Peritali»;
tutte le sentenze delle cause civili tra i locatari e le Poste Italiane s.p.a. emesse dai giudici del Tribunale di Roma condannano le Poste Italiane s.p.a. a rimborsare ai locatari ricorrenti la differenza tra quanto richiesto e quanto dovuto in funzione della ricalcolata determinazione dei canoni d'affitto;
come previsto dall'articolo 1, comma 2, della legge 24 dicembre 1993, n. 560, che prevede la possibilità di alienazione degli alloggi di servizio di proprietà delle Poste Italiane s.p.a., la Società Poste Italiane s.p.a. ha inviato ai locatari, nel novembre 2002, richiesta di assenso all'acquisto dell'immobile in concessione;
è stata data risposta affermativa da parte dei locatari, rimandando però le procedure dell'acquisto alla soluzione delle cause pendenti di cui sopra;
nell'anno 2005 gli inquilini concessionari degli immobili che hanno avuto ragione da sentenza del Tribunale civile di Roma - ricevendo quindi un rimborso dalla Poste Italiane s.p.a. presentandosi presso gli uffici delle Poste Italiane s.p.a. Direzione Generale Immobili ed Acquisti per regolarizzare il diritto di acquisto dell'immobile - hanno ricevuto da parte di quest'ultima, quale richiesta «indispensabile» per poter avviare la pratica di vendita, «il rimborso della somma ricevuta come da sentenza del tribunale più la somma pari al 50 per cento di quanto versato dalle Poste Italiane s.p.a. all'avvocato Vocino, legale rappresentante dei ricorrenti»;
l'ammontare delle cifre ammonta, a seconda dei casi, da un minimo di 5.000 euro a oltre 15.000 euro. L'importo, come richiesto dalle Poste Italiane s.p.a., dovrà essere versato in un'unica soluzione, su un conto corrente intestato a «Poste Italiane s.p.a.», riportante la dicitura «canoni arretrati» da riportare sulla causale del bollettino. Dopo tale versamento, si potrà procedere alla vendita dell'immobile, previo pagamento di tutti gli arretrati dei canoni di affitto ricalcolati dalle Poste Italiane a partire dall'anno 1996 a tutt'oggi, ovviamente non come determinato dal CTU e dalla sentenza del Tribunale Civile;
a seguito di questa procedura, pretesa dalle Poste Italiane, molti affittuari si sono trovati costretti, per far valere il proprio diritto di acquisto, ad adire nuovamente, contro le Poste Italiane, le vie legali -:
se siano a conoscenza dei fatti indicati e se e quali provvedimenti intendano
assumere presso Poste s.p.a. in relazione alle procedure messe in atto dall'azienda, nelle quali è possibile intravedere una lesione dei diritti dei locatari.
(4-02845)