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Allegato B
Seduta n. 121 del 7/3/2007
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta scritta:
LULLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'immobile di proprietà dell'ex INPDAI sito in Firenze in Via Claudio Monteverdi 11, è stato posto in vendita nell'ambito delle cartolarizzazioni;
la signora Monica Giovannini che risiede e lavora a Firenze ed occupa con il figlio di 13 anni un appartamento nel predetto edificio, su richiesta dell'INPDAI, pervenuta con raccomandata del 23 novembre 1999, si è dichiarata disponibile all'acquisto dell'appartamento in questione alle condizioni proposte dall'Ente, come anche altri inquilini del medesimo stabile;
nello stesso frangente la signora Giovannini ha chiesto, per ragioni familiari, di potersi trasferire in un alloggio più grande, nello stesso immobile, dichiarandosi anche in questo caso disponibile al suo acquisto in luogo dell'appartamento occupato;
in data 29 ottobre 2001, l'INPDAI ha rinnovato la richiesta di conferma della volontà all'acquisto con raccomandata che, secondo l'Ente, sarebbe valsa come diritto di prelazione, anche in quell'occasione la signora Giovannini ha risposto riconfermando la propria disponibilità e rinnovando la richiesta all'acquisto di un appartamento più grande in alternativa a quello occupato;
dopo quest'ultima data nulla è accaduto, salvo una visita di tecnici inviati dall'Ente per valutare lo stato degli immobili;
tale situazione ha avuto effetti nocivi sugli inquilini che da oltre 7 anni attendono una risposta definitiva dall'ente, perdendo nell'attesa altre opportunità con un notevole danno economico destinato a protrarsi nel tempo se non verrà risolta a breve termine la questione;
riguardo alla procedura di dismissione del patrimonio degli enti pubblici e previdenziali sono molte ormai le sentenze giudiziarie a favore degli inquilini;
tali sentenze stabiliscono, tra l'altro, che gli enti non hanno una mera facoltà di dismettere ma un vero e proprio obbligo a farlo, rispettando il diritto degli inquilini alla prelazione, qualora abbiano esercitato il diritto di opzione all'acquisto, nelle forme richieste dall'ente;
non è pertanto riconosciuta agli enti la discrezionalità di mettere in vendita gli immobili, al contrario di quanto sembra emergere dalla vicenda dello stabile di Firenze sopra menzionato -:
se il Ministro non ritenga urgente intervenire affinché si metta fine al disagio degli inquilini e che scongiuri l'ulteriore danno per coloro che attendono da anni di poter acquistare la propria abitazione.
(4-02815)
PIRO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nel 1995 il comune di Palermo, in seguito a invio di formale istanza, ha ricevuto da parte della Circoscrizione Doganale di Palermo il rilascio del nulla osta per la concessione dell'area di Via Umberto I - Foro Italico;
trattandosi di area relativa ad una fascia costiera la Circoscrizione Doganale di Palermo aveva invitato contestualmente l'Autorità Portuale a comunicare gli estremi del decreto di concessione al Ricevitore Capo della stessa Circoscrizione;
l'Autorità Portuale, nella cui disponibilità rientra l'area, non solo non ha favorito l'iter per il rilascio della concessione ma ha promosso, al contrario, un contenzioso amministrativo con il Comune di Palermo che sembra prospettare una soluzione in favore dell'Autorità Portuale, con conseguenti indennizzi e ulteriori costi per lo stesso Comune;
per l'area in questione l'Amministrazione del Comune di Palermo ha già impiegato cospicue risorse per sottrarla al degrado in cui versava da oltre quaranta anni e attualmente è in gran parte utilizzata per il pubblico godimento del giardino - realizzato in occasione della Conferenza ONU sulla lotta alla criminalità organizzata, tenutasi a Palermo nel 2000 - e per ospitare l'impianto di sollevamento per il disinquinamento del golfo della Cala -:
se non ritenga di doversi attivare, anche in seguito al contenzioso promosso dall'Autorità Portuale, affinché l'area del Foro Italico, di proprietà del demanio dello Stato, venga concessa al Comune di Palermo, che ha già utilizzato ingenti risorse per il recupero della zona al fine di destinarla ad usi pubblici e al servizio della collettività dei cittadini.
(4-02829)
FABRIS. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1, comma 731, della legge n. 296 del 27 dicembre 2006 (legge finanziaria 2007) prevede l'esclusione dall'indennità per i Presidenti di Circoscrizione e dal gettone di presenza per i consiglieri circoscrizionali dei Comuni non capoluogo di Provincia;
la precedente normativa, ovvero il decreto legislativo del 18 agosto 2000, n. 267, ai commi 1 e 2 dell'articolo 82, determinava l'indennità anche ai Presidenti di Circoscrizione e ai consiglieri circoscrizionali di Comuni che non fossero Capoluogo di Provincia;
sebbene la citata norma della legge finanziaria sia pienamente condivisibile considerata l'esigenza di diminuire i costi della pubblica amministrazione, presenta l'anomalia non distribuire equamente l'onere tra figure istituzionali elette con le medesime modalità;
in particolare, la legge finanziaria colpisce solo alcune figure istituzionali, segnatamente i Presidenti di Circoscrizione e i consiglieri circoscrizionali dei Comuni non capoluogo di Provincia, mentre altri pubblici funzionari percepiscono ancora le risorse finanziarie pur svolgendo le stesse mansioni dei loro colleghi ed inoltre la legge non valuta l'esistenza di alcuni Comuni non Capoluogo di Provincia più grandi dei Comuni Capoluogo di Provincia sia come estensione territoriale che come numero di abitanti;
si ritiene necessario porre tutti gli eletti sullo stesso piano evitando ogni tipo di sperequazione, cercando di ridurre i costi dove sia possibile, senza intaccare le giuste prerogative di chi svolge dei compiti a servizio dei cittadini -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti descritti dalla presente interrogazione e, nel caso, se ritenga opportuno assumere iniziative normative per modificare la norma della legge finanziaria 2007 al fine di evitare l'esistenza di realtà in cui figure istituzionali elette con lo stesso sistema e che svolgono i medesimi compiti continuino a subire trattamenti diversificati.
(4-02843)