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Allegato B
Seduta n. 121 del 7/3/2007
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POLITICHE PER LA FAMIGLIA
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XII Commissione:
LUCCHESE, CAPITANIO SANTOLINI e VOLONTÈ. - Al Ministro per le politiche per la famiglia. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 54 del 2006 sull'affidamento condiviso dei figli nella separazione dei coniugi ha allineato il nostro Paese all'orientamento prevalente nei Paesi UE riconoscendo ai figli il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori;
l'obiettivo di riequilibrare l'asimmetria giuridica e pedagogica che portava i minori, nella maggioranza dei casi, a perdere progressivamente ogni significativo rapporto col genitore non affidatario e con
i parenti dello stesso, si infrange, tuttavia, con la diffusa inosservanza della novella legislativa nei diversi Tribunali;
da un monitoraggio svolto da associazioni e movimenti di genitori emerge, infatti, un preoccupante disorientamento di una parte dei giudici e la loro difficoltà a distaccarsi da precedenti consuetudini;
tale disorientamento nascerebbe dall'idea che l'affidamento condiviso sia solo una nuove veste lessicale dell'affidamento congiunto e che tutta la precedente giurisprudenza può essere trasportata e riutilizzata nelle nuove situazioni;
ne consegue che «l'affidamento condiviso può essere concesso in un numero limitatissimo di casi» (Tribunale di Avellino) e, in particolare, molti magistrati lo negano a causa della conflittualità, della tenera età dei figli o della distanza tra le abitazioni;
all'inadempienza totale si affiancherebbe un'altra forma di inosservanza della legge che stabilirebbe l'affidamento condiviso privandolo dei suoi contenuti qualificanti: la presenza equilibrata presso i due genitori e l'assegnazione di compiti di cura, comprensivi dei profili economici, a ciascuno di essi -:
se non ritenga, preso atto di tale situazione, che si debbano attivare iniziative volte a garantire ai minori la sicurezza del mantenimento delle relazioni positive con ciascun genitore al fine di prevenire sofferenze psicologiche e danni allo sviluppo della personalità fino ad arrivare a depressioni, suicidi, tossicodipendenze e comportamenti asociali.
(5-00795)
GARDINI e DI VIRGILIO. - Al Ministro per le politiche per la famiglia. - Per sapere - premesso che:
il Governo ha più volte espresso che «la famiglia è un punto fondante della Finanziaria» e lo stesso ministro Bindi ha più volte ribadito il concetto che «in Finanziaria c'è molto per le famiglie»;
il Ministero dell'economia ha completato l'elenco ufficiale dei comuni che hanno trasmesso le aliquote per l'addizionale entro la data del 15 febbraio, dal quale risulta che 1096 comuni sono giunti alla scadenza (prevista dal comma 142 della Finanziaria 2007 - legge 296 del 2006) con le delibere e che di queste 1096 amministrazioni locali 687 hanno scelto di aumentare l'aliquota, soltanto 3 tagliano il prelievo, mentre le restanti 406 le mantengono invariate;
l'aumento medio dell'aliquota nei comuni presenti nell'elenco definitivo per il 2007 è dell'87,5 per cento rispetto al 2006, salendo dallo 0,24 per cento allo 0,45 per cento;
lo stesso ministero ha reso note le fasce di reddito che i sindaci hanno esonerato dal pagamento dell'addizionale: tali fasce esonerate oscillano tra i 6 e i 12mila euro, come riportato da diversi quotidiani nazionali, in primo luogo Il Sole 24 Ore;
per l'effetto della sostituzione del sistema delle deduzioni, che fino al 2006 abbatteva l'imponibile di chi ha carichi familiari, in favore delle detrazioni, l'aumento delle aliquote decise dai sindaci è solo una parte dell'aumento del prelievo fiscale locale, che complessivamente ridisegna completamente i già esigui risparmi fiscali proposti dalla Finanziaria, tanto che spesso, secondo l'analisi de Il Sole 24 Ore, basta «un intervento locale sulle aliquote per azzerare per tutti i redditi gli sconti Irpef varati dalla Finanziaria. E l'effetto non deve aver sorpreso lo stesso Governo, che nella relazione tecnica alla Finanziaria aveva stimato in poco più di 400 milioni l'aumento del gettito delle addizionali comunali e regionali, ad aliquote invariate, proprio per i nuovi meccanismi di calcolo, prevedendo un equivalente taglio ai trasferimenti agli enti locali»;
la sostituzione delle deduzioni con le detrazioni, sommata alle addizionali Irpef, penalizza soprattutto le famiglie numerose, anche calcolando gli assegni familiari, andando nei fatti contro i meri enunciati del Governo, che solo a parole
dichiara di sostenere i nuclei familiari, mentre li penalizza pesantemente. Tanto che anche i sindacati ora puntano al confronto con i Comuni per cancellare l'odiosa equazione: più figli, più tasse;
questo sistema iniquo viola il principio di uguaglianza, perché applica lo stesso trattamento a situazioni diverse, trattando nello stesso modo i contribuenti con figli a carico e contribuenti single, tanto da metterne in dubbio la legittimità, secondo la giurisprudenza consolidata della Corte costituzionale;
il Governo dopo aver promesso in campagna elettorale, nella persona dell'attuale Presidente del Consiglio, di elevare il cosiddetto bonus bebè a 2.500 euro, lo ha invece cancellato dopo aver messo in campo una sanatoria per chi l'ha percepito senza averne i titoli;
il Governo, con un pericoloso ribaltamento delle priorità, sembra molto più preoccupato di portare a casa i cosiddetti Dico, aprendo nuovi e imprevedibili capitoli di spesa, piuttosto che dare risposte concrete a 23 milioni circa di famiglie italiane, che in questi giorni fanno i conti con le buste paga e si ritrovano sempre più preoccupati per la quarta, se non addirittura per la terza settimana -:
quali provvedimenti e iniziative il Ministro per le politiche familiari intenda prendere per correggere questo iniquo sistema fiscale con quali concrete iniziative pensa di poter rispettare le promesse della campagna elettorale relativamente al bonus bebè di 2.500 euro, per dare un aiuto alla natalità, dal momento che i calcoli dimostrano che maggiore è il carico familiare, maggiore è l'incremento delle addizionali Irpef e che gli assegni familiari semplicemente attenuano, ma non correggono l'effetto negativo, nonché come abbia intenzione di spendere il Fondo famiglia di 210 milioni di euro a favore delle famiglie numerose, come il Ministro ha detto sui mezzi di comunicazione.
(5-00796)
ROCCO PIGNATARO. - Al Ministro per le politiche per la famiglia. - Per sapere - premesso che:
in data 21 febbraio 2007, il quotidiano Il Giornale ha riportato la notizia riguardante la cosiddetta «armonizzazione» con cui la Finanziaria 2007 ha rivisto i livelli di reddito e gli importi degli assegni familiari, con l'intento di ridurre gli intervalli fra i vari scaglioni per evitare che un aumento delle entrate familiari provocasse la riduzione o la perdita della prestazione;
l'Inps con una circolare, dello scorso 12 gennaio, ha chiarito che gli importi dell'assegno per le famiglie, in cui sia presente almeno un minore e non vi siano componenti inabili, diminuiscono per ogni 100 euro di aumento del reddito;
nelle famiglie dove, al contrario, vi è un figlio disabile, vale ancora la regola generale, ovvero quella secondo la quale gli importi sono rivalutati del 15 per cento, fermi restando i livelli di reddito familiare;
in questo caso per tali tipi di famiglie non vi è alcuna rimodulazione né rivalutazione dell'importo degli assegni percepiti;
si è venuta a creare la spiacevole conseguenza per quale, in molti casi, questi stessi assegni percepiti dalle famiglie con un disabile in casa sono più bassi -:
quali provvedimenti e iniziative il Ministro interrogato intenda porre in essere al fine di promuovere la correzione di questo disallineamento ed attuare un trattamento più vantaggioso anche per le famiglie con disabili, in attesa del decreto che deve riformulare tutta la materia.
(5-00797)
BARANI. - Al Ministro per le politiche per la famiglia. - Per sapere - premesso che:
da una notizia apparsa sul quotidiano Il Sole 24 Ore e ripresa da molti altri quotidiani, si apprende che le famiglie
italiane con più figli a carico e redditi più bassi subiranno rincari d'imposta maggiori;
i nuovi balzelli, dovuti alle addizionali regionali e locali, per famiglie con 20.000 euro di reddito vanno da un minimo di 104 euro con un solo figlio a carico ad un massimo di 189 euro per 3 figli a carico. I contribuenti con redditi di 40.000 euro pagheranno 144 euro se hanno più di 1 figlio e 188 euro se hanno 3 figli. Si tratta di una progressività alla rovescia che dipende dal sistema della tassazione del reddito attuato dalla Legge Finanziaria 2007. Essa genera, a favore delle regioni e degli enti locali, un aumento in materia di imponibile in particolare nei confronti delle famiglie con minor reddito e più figli a carico;
tali aumenti riguarderanno non solo le regioni e gli enti locali che hanno aumentato le proprie aliquote, ma anche quelli che le hanno lasciate invariate;
sino alla Finanziaria dello scorso anno, per l'imponibile ai fini dell'Irpef, venivano stabiliti sgravi tanto maggiori quanto più grandi erano i carichi di famiglia e quanto minori erano i redditi. Queste erano le cosiddette «deduzioni»;
con le norme introdotte dalla nuova Legge Finanziaria gli sgravi per familiari a carico ai fini dell'Irpef non sono più calcolati mediante «deduzioni» dall'imponibile bensì come detrazioni dalle somme di imposta dovute;
anche queste detrazioni, così come le precedenti deduzioni, sono maggiori per chi ha meno reddito e più carico di famiglia. Ma esse riducono l'imposta dovuta allo Stato e non già l'imponibile, che rimane base di calcolo per le addizionali Irpef di regioni ed enti locali;
l'80 per cento delle famiglie, nel mese di gennaio 2007, ha subito un «alleggerimento» della busta paga e tale percentuale è destinata a salire, dal prossimo mese di giugno, fino a raggiungere il 95 per cento delle famiglie;
nella ratio della Finanziaria per il 2007, come era stato affermato dal Ministro Bindi e da altri esponenti del Governo, vi era la volontà di tutelare le famiglie italiane con una legge improntata all'equità -:
se e quali misure il Ministro interrogato intenda adottare per tutelare le famiglie a basso reddito e con più figli, rispetto agli aumenti delle addizionali regionali e locali.
(5-00798)
PORETTI. - Al Ministro per le politiche per la famiglia. - Per sapere - premesso che:
con la legge 6 febbraio 2006, n. 38 è stato istituito l'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile. Nel programma del ministero della Famiglia riguardo tale Osservatorio si legge che: «(...) appare inoltre opportuno, operando in sinergia con le Istituzioni competenti, che l'Osservatorio possa promuovere un'opera efficace di formazione professionale del personale di polizia e dei magistrati ordinari e minorili, affinché possano intervenire tempestivamente nelle situazioni che riguardano i minori (soprattutto nei casi sempre più frequenti di scomparsa o allontanamento dalla famiglia (...) tenendo conto sia degli elementi che impongono di valutare il contesto familiare sia dei dati che imporrebbero di considerare interventi esterni finalizzanti allo sfruttamento sessuale e lavorativo»;
secondo la Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, fino al 7 dicembre 2006, sono stati 1.687 i minori scomparsi in Italia;
in caso di scomparsa di un minore è fondamentale ai fini del riconoscimento la possibilità di vederne la foto. Eccetto la trasmissione di Rai Tre Chi l'ha visto e poche altre realtà tra le quali quella del sito della Polizia di Stato - dove per altro non sono presenti le foto di tutti i bambini scomparsi né le relative elaborazioni che ne ripropongono le immagini aggiornate
secondo il tempo trascorso dalla loro scomparsa - le foto dei minori scomparsi non sono visibili pubblicamente;
in Italia per non rassegnarsi alle «archiviazioni» dei casi di scomparsa e per continuare invece a cercare e ad indagare si è costituita a Potenza l'associazione «Penelope» (associazione Nazionale delle Famiglie e degli Amici delle persone scomparse - Onlus), aperta ai familiari e agli amici di tutte le persone scomparse in Italia e delle quali non si ha a tutt'oggi traccia. Sulla base del lavoro di questa Associazione è stata depositata e sottoscritta da deputati di vari schieramenti politici la proposta di legge 1812 «Disposizioni per favorire la ricerca delle persone scomparse e istituzione del Fondo di solidarietà per i familiari delle persone scomparse», con il fine di creare un maggiore coordinamento tra le Forze dell'ordine e garantire alle famiglie un maggiore sostegno da parte delle istituzioni. Nella proposta di legge tra l'altro si prevede l'istituzione - come in Australia - di una banca dati nazionale di campioni di DNA di persone scomparse, del numero verde sulle persone scomparse e di un Fondo di solidarietà per i familiari delle persone scomparse;
più di trenta parlamentari hanno aderito alla petizione a sostegno del comitato «Troviamoibambini» di Bologna con la quale si chiede alle compagnie telefoniche di inviare degli mms sui telefonini degli utenti con le immagini dei bambini sulle quali sono in corso le ricerche. Nonostante il parere favorevole dal garante della Privacy, l'adesione di molte migliaia di cittadini e la campagna per sensibilizzare gli operatori della telefonia lanciata dal comitato «Troviamoibambini», le compagnie hanno rifiutato di aderire -:
cosa intenda fare il ministro per promuovere l'attività dell'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile per fronteggiare il fenomeno della scomparsa dei minori, in continua espansione nel nostro Paese, e se non intenda intervenire per fare sì che le foto dei minori scomparsi possano circolare liberamente attraverso i più diversi supporti, dagli mms a, per esempio, le immagini sui cartoni del latte, come succede negli Usa.
(5-00799)