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Allegato B
Seduta n. 121 del 7/3/2007
TESTO AGGIORNATO AL 27 MARZO 2007
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
premesso che:
il prossimo 25 marzo ricorre il 50o anniversario della firma dei Trattati istitutivi delle Comunità europee, sottoscritti a Roma nel 1957 da sei Paesi fondatori (Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi) intenzionati a realizzare l'obiettivo di un'Europa unita, capace di assicurare ai propri cittadini il progresso economico e sociale; di ridurre le disparità fra le differenti regioni e il ritardo di quelle meno favorite; di confermare la solidarietà che la lega ai paesi d'oltremare nel comune rispetto della Carta delle Nazioni Unite; di rafforzare le difese della pace e della libertà facendo appello agli altri popoli affinché si associno in tale sforzo;
in occasione di tale ricorrenza i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri dell'Unione europea adotteranno a Berlino una dichiarazione politica solenne sul futuro dell'Europa per riaffermare i valori europei e individuare un percorso per aggiornare il progetto europeo ai cambiamenti di questi anni, alle sfide globali, cui non si può non dare risposta, alla necessità di dotare l'Europa di una dimensione costituzionale conforme alle istanze interne, ma anche al ruolo che essa svolge nella comunità internazionale;
lo sviluppo del progetto europeo ha sempre costituito obiettivo primario dell'Italia, sia in quanto corrispondente ai valori contenuti nella Carta costituzionale, che ai propri interessi strategici di politica interna e internazionale;
l'allargamento a 27 Stati e la prospettiva rappresentata dagli ulteriori negoziati di adesione in corso impongono all'Unione europea rapide decisioni sul versante delle riforme istituzionali, da assumere in un clima di trasparenza e di dialogo con i cittadini europei;
la Germania, il Portogallo e la Slovenia - che si avvicenderanno nella presidenza dell'Unione europea nei 18 mesi compresi tra il 1o gennaio 2007 e il 30 giugno 2008 - hanno adottato nel dicembre 2006 un Progetto di programma che dà «particolare priorità al processo di riforma dell'Unione europea» e afferma la necessità che le iniziative rivolte a questo fine siano assunte in tempo per le prossime elezioni del Parlamento europeo del 2009;
l'attuale architettura istituzionale non consente all'Unione a 27 il mantenimento del suo standard di operatività e tanto meno gli ulteriori sviluppi dell'Unione economica e monetaria, dell'Europa sociale, dello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia, della Politica estera e di difesa, nonché una disponibilità di risorse finanziarie, tecnologiche e diplomatiche adeguata a fronteggiare i bisogni e le attese dei cittadini europei ed i più urgenti problemi globali: dalla salvaguardia dell'ambiente ai mutamenti climatici, dall'approvvigionamento energetico alla lotta contro la povertà e le malattie, dal terrorismo al crimine organizzato;
la riflessione sul futuro del «Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa», malgrado il voto contrario alla ratifica di Francia e Olanda, non può prescindere dal fatto che 18 dei 27 Stati membri hanno ratificato il Trattato in rappresentanza di 275 milioni di cittadini europei;
il Trattato costituzionale rappresenta un passo importante per far sì che l'Unione europea si doti degli strumenti indispensabili per condurre un'efficace politica
estera, di sicurezza e di difesa con un ministro degli affari esteri, assistito da un servizio diplomatico europeo, una rete integrata di ambasciate e di consolati;
impegna il Governo:
a dare il massimo contributo affinché la Dichiarazione politica che sarà adottata a Berlino il prossimo 25 marzo trovi ispirazione, contenuti, linguaggio, capacità di coinvolgimento e mobilitazione all'altezza dei momenti e dei documenti più alti della storia dell'Unione europea;
ad assicurare, in collaborazione con le presidenze di turno dell'Unione europea e in tutte le sedi necessarie, un'azione costante, incisiva e persuasiva per:
fare dell'Unione europea un soggetto coerente ed efficace nell'iniziativa di politica estera, centro propulsore della pace, dell'innovazione, della crescita e della coesione economica e sociale, capace di riavvicinare i grandi e i piccoli Stati membri e di raccordarsi con i Paesi terzi, con particolare riguardo alla Politica di Vicinato;
il rilancio e la conclusione, in vista del voto europeo della primavera del 2009, del processo costituzionale europeo che offra ai cittadini più democrazia e partecipazione, per implementare i diritti sociali e civili, le libertà, l'efficacia delle politiche, e per rafforzare e sviluppare la funzione legislativa del Parlamento europeo;
il proseguimento della politica di allargamento;
a promuovere l'associazione dei cittadini all'elaborazione delle tappe future dell'integrazione europea, perché la società civile diventi protagonista consapevole dell'Europa del XXI secolo.
(1-00113) «Bimbi, Ranieri, Mattarella, Falomi, Marcenaro, Mantovani, Venier, Cassola, Mancini, De Zulueta, Cioffi, Razzi, Frigato».
NUOVA FORMULAZIONE
La Camera,
premesso che:
il 25 marzo 2007 ricorre il 50o anniversario della firma dei trattati istitutivi delle Comunità europee, sottoscritti a Roma nel 1957 dai sei Paesi fondatori (Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi), intenzionati a realizzare l'obiettivo di un'Europa unita, capace di assicurare ai propri cittadini il progresso economico e sociale, di ridurre le disparità fra le differenti regioni e il ritardo di quelle meno favorite, di confermare la solidarietà che la lega ai Paesi d'oltremare, nel comune rispetto della Carta delle Nazioni Unite, e di rafforzare le difese della pace e della libertà, facendo appello agli altri popoli affinché si associno in tale sforzo;
in occasione di tale ricorrenza i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri dell'Unione europea adotteranno a Berlino una dichiarazione politica solenne sul futuro dell'Europa, per riaffermare i valori europei e individuare un percorso per aggiornare il progetto europeo ai cambiamenti di questi anni, alle sfide globali, cui non si può non dare risposta, alla necessità di dotare l'Europa di una dimensione costituzionale conforme alle istanze interne, ma anche al ruolo che essa svolge nella comunità internazionale;
lo sviluppo del progetto europeo ha sempre costituito obiettivo primario dell'Italia, sia in quanto corrispondente ai valori contenuti nella Carta costituzionale, che ai propri interessi strategici di politica interna e internazionale;
l'allargamento a 27 Stati e la prospettiva rappresentata dagli ulteriori negoziati di adesione in corso impongono all'Unione europea rapide decisioni sul versante delle riforme istituzionali, da assumere in un clima di trasparenza e di dialogo con i cittadini europei;
la Germania, il Portogallo e la Slovenia - che si avvicenderanno nella presidenza dell'Unione europea nei 18 mesi compresi tra il 1o gennaio 2007 e il 30 giugno 2008 - hanno adottato nel dicembre 2006 un progetto di programma, che dà «particolare priorità al processo di riforma dell'Unione europea» e afferma la necessità che le iniziative rivolte a questo fine siano assunte in tempo per le prossime elezioni del Parlamento europeo del 2009;
in questa prospettiva i federalisti europei hanno promosso una campagna per richiedere un referendum sul processo costituente; tale referendum dovrebbe svolgersi contestualmente in tutta l'Unione europea e contemporaneamente alle elezioni europee del 2009, al fine di consentire ai cittadini di partecipare in modo più diretto e attivo alla costruzione europea;
l'attuale architettura istituzionale non consente all'Unione a 27 il mantenimento del suo standard di operatività e tanto meno gli ulteriori sviluppi dell'unione economica e monetaria, dell'Europa sociale, dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, della politica estera e di difesa, nonché una disponibilità di risorse finanziarie, tecnologiche e diplomatiche adeguata a fronteggiare i bisogni e le attese dei cittadini europei ed i più urgenti problemi globali: dalla salvaguardia dell'ambiente ai mutamenti climatici, dall'approvvigionamento energetico alla lotta contro la povertà e le malattie, dal terrorismo al crimine organizzato;
la riflessione sul futuro del «Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa», malgrado il voto contrario alla ratifica di Francia e Olanda, non può prescindere dal fatto che 18 dei 27 Stati membri hanno ratificato il trattato in rappresentanza di 275 milioni di cittadini europei;
il Trattato costituzionale rappresenta un passo importante per far sì che l'Unione europea si doti degli strumenti indispensabili per condurre un'efficace politica estera, di sicurezza e di difesa con un ministro degli affari esteri, assistito da un servizio diplomatico europeo, una rete integrata di ambasciate e di consolati,
impegna il Governo:
a dare il massimo contributo affinché la dichiarazione politica che sarà adottata a Berlino il 25 marzo 2007 trovi ispirazione, contenuti, linguaggio, capacità di coinvolgimento e mobilitazione all'altezza dei momenti e dei documenti più alti della storia dell'Unione europea;
ad assicurare, in collaborazione con le presidenze di turno dell'Unione europea e in tutte le sedi necessarie, un'azione costante, incisiva e persuasiva per:
a) fare dell'Unione europea un soggetto coerente ed efficace nell'iniziativa di politica estera, centro propulsore della pace, dell'innovazione, della crescita e della coesione economica e sociale, capace di riavvicinare i grandi e i piccoli Stati membri e di raccordarsi con i Paesi terzi, con particolare riguardo alla politica di vicinato;
b) il rilancio e la conclusione, in vista del voto europeo della primavera del 2009, del processo costituzionale europeo che offra ai cittadini più democrazia e partecipazione, per implementare i diritti sociali e civili, le libertà, l'efficacia delle politiche e per rafforzare e sviluppare la funzione legislativa del Parlamento europeo;
c) il proseguimento della politica di allargamento;
a promuovere l'associazione dei cittadini all'elaborazione delle tappe future dell'integrazione europea perché la società civile diventi protagonista consapevole dell'Europa del XXI secolo.
(1-00113) (Nuova formulazione)«Bimbi, Ranieri, Mattarella, Falomi, Marcenaro, Mantovani, Venier, Cassola, Mancini, De Zulueta, Cioffi, Razzi, Frigato, Gozi».
La Camera,
premesso che:
l'iter delle ratifiche nazionali per l'approvazione del Trattato che istituisce la Costituzione europea, approvato a Roma il 29 ottobre 2004, ha già ottenuto l'approvazione dei due terzi degli Stati e della maggioranza dei cittadini dell'Unione;
gli Stati che non hanno ancora ratificato il Trattato sono impegnati fin dal 29 ottobre 2004 a provvedervi nelle forme stabilite dalle procedure nazionali;
è sempre più evidente l'urgenza di riattivare il processo costituente superando gli ostacoli frapposti dall'esito negativo dei referenda in Francia e Olanda, uscendo dalla fase di riflessione ormai troppo lungamente protratta;
essenziale a tal fine è la conferenza dei Capi di Stato e di Governo che si riunirà a Berlino il prossimo 25 marzo nel cinquantenario dei Trattati di Roma, e la Dichiarazione che si attende in quella circostanza;
mentre perdura la fase di stallo del processo costituente, i federalisti europei in collegamento con varie organizzazioni hanno promosso una campagna per raccogliere tra i cittadini dell'Unione un milione di firme sotto la petizione che chiede un referendum consultivo in contemporanea con le elezioni del 2009 per il rinnovo del Parlamento europeo, al fine di raccogliere in forma diretta e contestuale il consenso della cittadinanza europea sul completamento del processo costituente;
se si vuole che l'Unione europea ed il processo del suo completamento politico ed istituzionale superi il «deficit democratico» da molti imputato alle istituzioni e alle procedure comunitarie, è doveroso che nella Costituzione europea e nel sistema dei diritti in essa riconosciuti e garantiti, sia attribuita alla cittadinanza europea la possibilità di esprimersi direttamente;
già nel 1989, in base ad una legge di iniziativa popolare, in Italia fu abbinato al voto per il Parlamento europeo un referendum di indirizzo che conferiva al Parlamento europeo il mandato costituente;
è senz'altro auspicabile che, secondo la proposta sopra ricordata, alle elezioni del 2009 per il rinnovo del Parlamento europeo sia abbinato un referendum consultivo sul processo costituente europeo;
è altresì auspicabile che il referendum possa svolgersi contestualmente in tutta l'Unione, al fine di consentire alla cittadinanza europea di rendersi parte attiva nella costruzione di un'Europa perseguita in forme e procedure democratiche,
impegna il Governo
a portare il proprio contributo alla Dichiarazione di Berlino al fine di sottolineare i grandi vantaggi concreti che l'Europa ha realizzato per i cittadini, la necessità di superare l'insufficienza delle politiche nazionali e rafforzare le politiche europee di fronte alle nuove sfide globali e riavviare il processo costituente per il completamento istituzionale e politico dell'Unione europea.
(1-00114) «Gozi, Giovanelli, Di Salvo, Di Girolamo, Falomi, Cassola, Boato, La Forgia, Marchi, Brandolini, Barbi, Intrieri, Allam, Venier, Dato».
NUOVA FORMULAZIONE
La Camera,
premesso che:
l'iter delle ratifiche nazionali per l'approvazione del «Trattato che istituisce la Costituzione europea», approvato a Roma il 29 ottobre 2004, ha già ottenuto l'approvazione dei due terzi degli Stati e della maggioranza dei cittadini dell'Unione europea;
gli Stati che non hanno ancora ratificato il trattato sono impegnati fin dal 29 ottobre 2004 a provvedervi nelle forme stabilite dalle procedure nazionali;
è sempre più evidente l'urgenza di riattivare il processo costituente, superando gli ostacoli frapposti dall'esito negativo dei referenda in Francia e Olanda, uscendo dalla fase di riflessione ormai troppo lungamente protratta;
essenziali a tal fine sono la conferenza dei capi di Stato e di Governo che si riunirà a Berlino il 25 marzo 2007 nel cinquantenario dei trattati dì Roma e la dichiarazione che si attende in quella circostanza;
se si vuole che l'Unione europea ed il processo del suo completamento politico ed istituzionale superi il «deficit democratico» da molti imputato alle istituzioni e alle procedure comunitarie, è doveroso che nella Costituzione europea e nel sistema dei diritti in essa riconosciuti e garantiti sia attribuita alla cittadinanza europea la possibilità di esprimersi direttamente;
già nel 1989, in base ad una legge di iniziativa popolare, in Italia fu abbinato al voto per il Parlamento europeo un referendum di indirizzo che conferiva al Parlamento europeo il mandato costituente;
è senz'altro auspicabile che, secondo la proposta dei federalisti europei, alle elezioni del 2009 per il rinnovo del Parlamento europeo sia abbinato un referendum sul processo costituente europeo;
è altresì auspicabile che il referendum possa svolgersi contestualmente in tutta l'Unione europea, al fine di consentire alla cittadinanza europea di rendersi parte attiva nella costruzione di un'Europa perseguita in forme e procedure democratiche,
impegna il Governo
a portare il proprio contributo alla dichiarazione di Berlino, al fine di sottolineare i grandi vantaggi concreti che l'Europa ha realizzato per i cittadini, la necessità di superare l'insufficienza delle politiche nazionali e rafforzare le politiche europee di fronte alle nuove sfide globali e riavviare il processo costituente per il completamento istituzionale e politico dell'Unione europea.
(1-00114) (Nuova formulazione) «Gozi, Giovanelli, Di Salvo, Di Girolamo, Falomi, Cassola, Boato, La Forgia, Marchi, Brandolini, Barbi, Intrieri, Allam, Venier, Dato».
ULTERIORE RIFORMULAZIONE
La Camera,
premesso che:
l'iter delle ratifiche nazionali per l'approvazione del «Trattato che istituisce la Costituzione europea», approvato a Roma il 29 ottobre 2004, ha già ottenuto l'approvazione dei due terzi degli Stati e della maggioranza dei cittadini dell'Unione europea;
gli Stati che non hanno ancora ratificato il trattato sono impegnati fin dal 29 ottobre 2004 a provvedervi nelle forme stabilite dalle procedure nazionali;
è sempre più evidente l'urgenza di riattivare il processo costituente, superando gli ostacoli frapposti dall'esito negativo dei referenda in Francia e Olanda, uscendo dalla fase di riflessione ormai troppo lungamente protratta;
la «dichiarazione di Berlino» impegna gli Stati membri e le istituzioni comunitarie a riavviare tempestivamente il processo di riforma istituzionale, in modo tale da concluderlo prima delle elezioni europee del 2009;
la «dichiarazione di Berlino» rileva l'importanza della dimensione democratica dell'Unione europea e sottolinea l'aspirazione comune a consolidarla;
se si vuole che l'Unione europea ed il processo del suo completamento politico ed istituzionale superi il «deficit democratico», da molti imputato alle istituzioni e alle procedure comunitarie, è doveroso che nel sistema dei diritti riconosciuti e garantiti a livello europeo sia attribuita alla cittadinanza europea la possibilità di esprimersi direttamente;
già nel 1989, in base ad una legge di iniziativa popolare, in Italia fu abbinato al voto per il Parlamento europeo un referendum di indirizzo che conferiva al Parlamento europeo il mandato costituente;
è senz'altro auspicabile che, secondo la proposta dei federalisti europei, alle elezioni del 2009 per il rinnovo del Parlamento europeo sia abbinato un referendum sul processo costituente europeo;
è, altresì, auspicabile che il referendum possa svolgersi contestualmente in tutta l'Unione europea, al fine di consentire alla cittadinanza europea di rendersi parte attiva nella costruzione di un'Europa perseguita in forme e procedure democratiche;
impegna il Governo:
a dare seguito alla «dichiarazione di Berlino», al fine di superare l'insufficienza delle politiche nazionali, rafforzare le politiche europee di fronte alle nuove sfide globali e riavviare rapidamente il processo costituente per il completamento istituzionale e politico dell'Unione europea, in vista delle prossime elezioni europee.
(1-00114) (Ulteriore nuova formulazione) «Gozi, Giovanelli, Di Salvo, Di Girolamo, Falomi, Cassola, Boato, La Forgia, Marchi, Brandolini, Barbi, Intrieri, Allam, Venier, Dato, De Zulueta».
Risoluzione in Commissione:
La XIII Commissione,
premesso che:
negli ultimi quindici anni le evoluzioni degli accordi multilaterali sul commercio hanno imposto tre successive riforme della politica agricola comunitaria (PAC) che ne hanno, di fatto, stravolto l'originaria impostazione, trasformandola da politica di sostegno alla produzione agricola, in politica di aiuto al reddito degli agricoltori;
a seguito dell'ultima riforma della PAC, realizzata nel 2003 secondo il principio del cosiddetto disaccoppiamento, gli agricoltori interessati alle principali produzioni agricole ricevono un aiuto al reddito, la cui concessione è indipendente dallo svolgimento dell'attività produttiva;
nell'ambito del nuovo contesto venutosi a creare a seguito della riforma della PAC, specie nei settori maggiormente esposti alla concorrenza estera, sono sempre più numerosi gli agricoltori che ritengono più conveniente abbandonare la produzione e ricevere l'aiuto al reddito previsto dalla stessa PAC;
nell'attuale fase di crescente apertura dei mercati, una larga parte dell'agricoltura italiana e, in specie quella interessata alla produzione di prodotti agricoli di base, accusa evidenti ed insormontabili difficoltà a misurarsi con la concorrenza unicamente sotto il profilo dei costi di produzione;
per fare fronte alle difficoltà di cui sopra il Legislatore è intervenuto con la legge n. 204 del 2004, con la quale sono stati regolamentati importanti aspetti inerenti l'etichettatura e l'indicazione dell'origine di alcuni tra i prodotti alimentari maggiormente esposti a forme di concorrenza sleale e di frodi, al fine di consentire ai nostri, produttori di poter contare sulle necessarie garanzie per distinguere e, quindi, qualificare i loro prodotti sul mercato;
le possibilità offerte dalla legge n. 204 del 2004, sebbene importanti, non sono tuttavia risultate sufficienti a fornire tutti gli strumenti di cui i produttori necessitano per poter concretamente e decisamente intraprendere un percorso di qualificazione delle loro produzioni fondato sulla valorizzazione del rapporto con il territorio e, quindi, dell'origine della materia prima,
impegna il Governo:
ad adottare tutte le iniziative affinché nelle sedi comunitarie siano superati gli ostacoli che, a tutt'oggi, hanno impedito l'attuazione delle legislazione nazionale in materia di indicazione, in etichetta, dell'origine delle materie prime e dei prodotti alimentari;
nelle more della risoluzione dei, problemi emersi nelle sedi comunitarie, a dare, comunque, attuazione alle norme sull'indicazione dell'origine dei prodotti alimentari e delle materie prime agricole contenute nella legge n. 204 del 2004 e, in ogni caso, a prevedere specifici interventi per favorire la qualificazione dei prodotti ottenuti attraverso la trasformazione di materie prime agricole di origine nazionale.
(7-00138) «Dozzo, Alessandri».