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Allegato B
Seduta n. 124 del 12/3/2007
AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta scritta:
CASSOLA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
circa cinque mesi fa la famiglia D'Arco (residente in Italia) ha perso i contatti con il capofamiglia Alfonso D'Arco, cittadino italiano che lavora da anni, in qualità di architetto, in Eritrea;
alcuni parenti del signor D'Arco hanno saputo di una sua presunta incarcerazione ad Asmara;
prima del Natale scorso, la notizia era stata direttamente confermata dall'ambasciata italiana in Eritrea che si era interessata alla vicenda facendo visita in carcere al signor D'Arco tramite un funzionario. In particolare, l'ambasciata aveva comunicato alla famiglia D'Arco che la prigionia durava da ormai più di cinque mesi, in attesa dello svolgimento di alcune indagini;
secondo l'iter procedurale eritreo, durante questa fase di indagini «preimputazione», il detenuto non ha alcuna possibilità di difesa; la nomina di un difensore sembra infatti essere ammessa solo dopo la formulazione dell'accusa. Peraltro, non sembra possibile prevedere quali saranno i tempi di attesa e le indagini in corso potrebbero protrarsi anche per diversi mesi, durante i quali il detenuto rimarrebbe prigioniero, senza sapere neanche il perché;
una volta formulata l'accusa, il tribunale chiamato a decidere delle sorti del signor D'Arco sarebbe un tribunale militare (sembrerebbe infatti che i tribunali civili abbiano cessato di funzionare da qualche tempo). Sembra che l'unico modo per permettere al signor D'Arco di uscire di prigione, ma non di lasciare il paese, sia quello di versare una cauzione;
si è a conoscenza che le condizioni di salute del signor D'Arco (che compirà 61 anni a settembre) appaiono pessime;
la situazione è stata già denunciata dalla stampa italiana qualche tempo fa attraverso articoli apparsi sia sul quotidiano la Repubblica (edizione di Genova) sia sul Secolo XIX del 15 gennaio 2007;
la famiglia D'Arco, ha ritenuto di mantenere un certo riserbo sulla questione per evitare di nuocere al familiare detenuto; tuttavia, a questo punto il protrarsi lento dell'iter procedurale eritreo sta ledendo i diritti civili e umani dell'imputato -:
se sia a conoscenza del caso citato in premessa e di quali notizie il ministero sia in possesso riguardo le indagini in corso; se non ritenga eventualmente di voler assumere informazioni al riguardo ai fine di chiarire maggiormente la situazione e, possibilmente, indurre un intervento volto a garantire i diritti umani del signor D'Arco.
(4-02885)