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Allegato B
Seduta n. 125 del 13/3/2007
TESTO AGGIORNATO AL 14 MARZO 2007
ATTI DI INDIRIZZO
Mozione:
La Camera,
premesso che:
i dati forniti dall'ultimo rapporto annuale dell'Istat, relativo all'anno 2005, indicano che i morti a causa di incidenti stradali sono stati 5.426 mentre i feriti sono stati 313.727;
gli incidenti stradali che si verificano nelle notti di venerdi e di sabato rappresentano il 43,3 per cento del totale dei sinistri delle notti di tutta la settimana, esattamente con 6.942 incidenti il venerdì notte, cifra pari al 19,8 per cento del totale, e 8.613 incidenti il sabato notte, pari al 24,5 per cento del totale;
gli incidenti che si verificano nelle notti di venerdì e sabato producono quasi la metà dei morti e dei feriti prodotti dagli incidenti stradali che si verificano nell'arco dell'intera settimana. Infatti nel 2005 i morti registrati nelle sole notti dei fine settimana sono stati in totale 688, cifra che corrisponde al 45 per cento dei decessi complessivi. I feriti nelle notti di venerdì e sabato ammontano invece a 25.870, cifra che corrisponde al 47,1 per cento del totale;
da quanto riferiscono gli esperti della polizia stradale, una delle cause principali degli incidenti è costituita dalla guida in stato di alterazione e il 30 per cento degli incidenti è dovuto all'uso di alcol e droga da parte del guidatore;
è provato scientificamente che l'alcol contribuisce in maniera determinante ad abbassare lo stato di lucidità e di prontezza dei riflessi del guidatore, oltre a favorire improvvisi colpi di sonno;
nelle ultime settimane il fenomeno degli incidenti stradali, verificatisi nelle notti del fine settimana, è tornato di preoccupante attualità facendo registrare 24 vittime nell'ultimo fine settimana di febbraio (22-24 febbraio), 42 morti nel fine settimana dal 3 al 5 marzo, mentre altri incidenti gravissimi si sono verificati nella notte tra sabato 10 e domenica 11 marzo che hanno prodotto altri 4 morti, complessivamente nel fine settimana dal 10 al 12 marzo si sono avuti sulle strade italiane ben 29 decessi;
a quanto riferisce la stampa, la donna che ha provocato la morte del giovane di 19 anni, nell'incidente verificatosi nei pressi della barriera di Milano nord nella notte tra sabato 10 e domenica 11 marzo, guidava in stato di alterazione da alcol;
chi guida in stato di ebbrezza mette a forte rischio non solo la propria incolumità ma anche quella degli altri, rappresentando un pericolo sociale;
il Governo aveva presentato in occasione del disegno di legge finanziaria, all'articolo 90, una serie di misure volte a impedire la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche sulle autostrade e volte ad innalzare il divieto di somministrazione e vendita delle stesse bevande ai minori di 18 anni, misure poi stralciate dal testo definitivo,
impegna il Governo
ad adottare un provvedimento urgente che elevi il divieto di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche dagli anni 16 attualmente previsti dall'articolo 689 del codice penale agli anni 18, che vieti la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche nelle aree di servizio lungo le autostrade, che vieti nei pubblici esercizi la vendita da asporto e la somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche ai minori di anni 18, e che imponga il divieto di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche nelle discoteche e nei locali pubblici a partire dalle ore 01,00 fino alla chiusura nelle notti di venerdì e sabato;
ad attivare in tutta Italia le forze dell'ordine, in collaborazione con la polizia municipale, affinché eseguano controlli a tappeto, soprattutto durante i fine settimana, per un periodo di almeno 6 mesi, e a riferire in Parlamento sul numero di controlli effettuato, sull'esito degli stessi e a verificare inoltre l'esito dei controlli in merito all'andamento degli incidenti stradali.
(1-00117) «Mura, Donadi, Evangelisti».
Risoluzioni in Commissione:
La VIII e XIII Commissione,
premesso che:
l'allarme per l'emergenza idrica si estende su gran parte del territorio nazionale;
le piogge cadute durante l'autunno e l'inverno, risultano essere state del tutto insufficienti ad abbassare la soglia di allarme;
il nostro Paese si trova a fronteggiare da nord a sud della penisola, una serie di problemi, frutto del fenomeno di cambiamento del clima che sta coinvolgendo l'intero pianeta e dei notevoli ritardi accumulati sugli interventi di programmazione, sviluppo, manutenzione e ammodernamento della nostra rete idrica;
nelle regioni del Centro Nord a seguito della scarsità di piogge e della particolare scarsa innevazione della stagione invernale si è verificato un abnorme abbassamento del livello delle falde acquifere, «sottoposte ad un pericoloso superprelievo», nonché del livello dei laghi, dei fiumi ed in particolare del Po che ha raggiunto livelli storici di siccità;
se si pensa che la Pianura Padana è racchiusa tra il fiume più importanted'Italia e l'Adige e che il bacino idrografico che l'intera area occupa è di circa 71.000 chilometri quadrati, si capisce che qualsiasi problema che riguarda questo territorio è un problema che ha rilievo nazionale;
questa situazione di assoluta emergenza idrica del tutto singolare sta arrecando notevoli danni alle produzioni agricole che si vedranno privare delle risorse idriche indispensabili alle particolari colture arboree e cerealicole a ciclo tipiche del Nord Italia;
i temuti cambiamenti climatici sembrano procedere con una inaspettata accelerazione che ha fatto registrare negli ultimi periodi siccità da considerare critici anche per i nuovi scenari climatici;
tali cambiamenti non soltanto incidono sulla quantità degli afflussi, ma anche sulla loro distribuzione, che riduce l'effetto di regolazione degli invasi naturali ed artificiali;
come detto, il settore agricolo è quello che maggiormente subisce gli effetti negativi della siccità in relazione alla maggior quantità di acqua necessaria per l'irrigazione rispetto agli altri usi;
l'irrigazione è uno strumento indispensabile per garantire non soltanto la produzione agricola ma anche la qualità e la competitività dei prodotti stessi;
la competitività richiesta dal mercato mondiale è fortemente subordinata, per l'impresa agricola italiana, all'irrigazione; per l'Italia l'irrigazione è un'indispensabile esigenza strutturale;
è indispensabile ed urgente aumentare le disponibilità idriche attraverso l'incremento delle risorse disponibili ed una maggiore efficienza del loro impiego, anche attraverso il riuso;
un consistente incremento di disponibilità può essere ottenuto per mezzo del completamento, ristrutturazione, riabilitazione ed ammodernamento degli schemi idrici esistenti;
una maggiore efficienza impone una riduzione drastica delle perdite idriche comunque prodotte, quale che sia il settore di utilizzazione;
l'incremento di efficienza nel settore irriguo potrebbe liberare enormi quantità di acqua che potranno essere destinate alla valorizzazione del settore agricolo o ad altri settori;
per ottenere una più alta efficienza, ridurre gli sprechi e governare adeguatamente le risorse idriche è necessario un sistema di gestione unitaria delle risorse e della distribuzione;
si dovrebbe aumentare l'efficienza di adacquamento, promuovendo, dove possibile, il ricorso a sistemi irrigui meno dissipativi e favorendo l'impiego di impianti di alta qualità ed efficienza;
sarebbe necessario recuperare il ritardo maturato nel campo della ricerca nel settore irriguo e della verifica e certificazione dei materiali e degli impianti per l'irrigazione;
infine serve una nuova politica per il riutilizzo delle acque reflue per le quali manca ancora un idoneo quadro giuridico per riutilizzarle in agricoltura. Occorrerà definire i parametri per l'utilizzo agricolo delle acque reflue urbane tenendo presente le esperienze di altre nazioni all'avanguardia nel settore quali Israele e la Spagna che ha dedicato una particolare attenzione allo sfruttamento dei reflui urbani a favore dell'agricoltura specie nei mesi di giugno, luglio e agosto ove si concentra il maggior afflusso turistico,
impegnano il Governo:
ad accrescere la disponibilità di acqua per l'agricoltura al fine di soddisfare le nuove esigenze di trasformazione irrigua soprattutto in quelle zone che, pur disponendo di terreni fertili, vedono decadere i livelli della loro produzione;
a promuovere la realizzazione e la ristrutturazione di grandi schemi idrici e di infrastrutture di accumulo a prevalente uso irriguo, inserendo urgentemente tali opere nel piano irriguo nazionale previsto nell'ultima legge finanziaria;
ad emanare una serie di provvedimenti per il riutilizzo dei reflui in agricoltura;
a sollecitare a livello comunitario la creazione di un fondo di solidarietà nazionale individuando anche in quella sede, i migliori strumenti assicurativi atti a coprire gli agricoltori dai sopravvenuti ed insistenti rischi climatici;
a far convergere tutti i finanziamenti nazionali e dell'Unione europea su progetti idrici integrati di immediata realizzazione;
a potenziare il coordinamento tra gli enti di gestione per permettere attraverso la costituzione di una vera e propria «Cabina di Regia» e quindi attraverso il coordinamento tra i soggetti costituzionalmente competenti e ai fini di una migliore programmazione, di individuare tempestivamente le priorità dei sistemi idrici e di programmare e gestire le risorse idriche secondo un'efficiente ripartizione fra gli usi civili, irrigui ed industriali;
a consentire nel quadro di un forte rilancio del settore l'ammodernamento e la ristrutturazione dell'intero sistema agricolo, quale tassello di una nuova strategia d'attacco della filiera agroalimentare italiana, che tenda a preservare ed a valorizzare nel mondo le tradizioni alimentari italiane, in un'ottica di affermazione di un'immagine di «qualità globale» del nostro sistema agricolo.
(7-00141) «Martinello».
La V Commissione,
premesso che:
con la legge finanziaria per il 2007 (legge n. 296 del 2006) sono state apportate significative modifiche alla disciplina
del patto di stabilità interno, alcune delle quali, per esplicito riconoscimento del Governo, avendo carattere sperimentale, appaiono suscettibili di essere oggetto di successivi aggiustamenti e correzioni migliorative;
tali modifiche sono ispirate all'obiettivo, che ha trovato un positivo riscontro da parte degli enti interessati, di riconoscere più ampi spazi di autonomia nelle scelte di competenza degli enti territoriali, evitando interventi eccessivamente intrusivi negli ambiti di loro competenza;
a tal fine si è adottato come parametro rilevante, ai fini del patto, il saldo finanziario e non più, come avvenuto negli anni scorsi, l'ammontare delle spese;
l'adozione del parametro del saldo risponde inoltre all'obiettivo di assumere un indicatore coerente con il saldo rilevante a livello comunitario e riferito al complesso delle pubbliche amministrazioni, vale a dire l'indebitamento netto;
le novità intervenute devono essere valutate in termini favorevoli in quanto segnano un indubbio progresso sul piano di una corretta e proficua collaborazione istituzionale tra i diversi livelli di governo;
il carattere innovativo del regime introdotto ha tuttavia determinato alcune incertezze e qualche difficoltà negli enti interessati;
la più vistosa difficoltà concerne il finanziamento delle spese di investimento da parte degli enti locali, che costituiscono la parte prevalente della spesa complessivamente sostenuta dal settore pubblico per investimenti;
in particolare, è stato lamentato il paradosso per cui si pongono vincoli più stringenti a carico degli enti locali «virtuosi», costretti a migliorare il saldo medio già positivo conseguito nel triennio 2003-2005;
un secondo fattore di difficoltà è costituito dalla previsione che esclude la possibilità di iscrizione nel bilancio degli avanzi di amministrazione ovvero delle entrate derivanti dai mutui;
un terzo elemento è rappresentato dalla previsione per cui gli obiettivi di concorso al conseguimento dei saldi debbano valere già all'atto della formazione del bilancio preventivo da approvare entro il 31 marzo 2007. Tale obbligo, non previsto negli anni passati, impone di anticipare già alla data di approvazione del bilancio preventivo risultati che più agevolmente potrebbero essere conseguiti in corso d'anno, con un margine di flessibilità più ampio. Si tratta, quindi, di un obbligo suscettibile di contribuire ad una maggiore responsabilizzazione degli enti locali ma, allo stesso tempo, anche di creare non poche difficoltà nella predisposizione del bilancio,
impegna il Governo:
a valutare eventuali iniziative volte ad apportare correzioni e modifiche migliorative alle regole del Patto, sulla base degli effetti prodotti dall'attuazione del nuovo regime introdotto con la legge finanziaria per l'anno in corso, in modo da non pregiudicare la realizzazione di interventi di conto capitale e, in particolare, il finanziamento di spese di investimento;
a differire, nelle more della definizione delle iniziative, anche legislative, idonee a superare le difficoltà di applicazione del patto di stabilità interno sopra evidenziate mediante decreto ministeriale, da emanarsi ai sensi dell'articolo 151, comma 1, del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 il termine per la presentazione dei bilanci di previsione per l'anno 2007 degli enti locali al 30 aprile 2007.
(7-00142)
«Duilio, Ventura, Garavaglia, Napoletano, Peretti, Andrea Ricci, Di Gioia, Zorzato, Raiti, Alberto Giorgetti».