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Allegato A
Seduta n. 126 del 14/3/2007
(Sezione 10 - Utilizzo delle maggiori entrate tributarie a faovre del settore scolastico)
TRANFAGLIA. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
la gravissima situazione dei conti pubblici ha costretto il Governo ad operare, all'interno della legge finanziaria per il 2007, tagli pesantissimi alla scuola;
detti tagli, per aspetti sostanziali, si rivelavano di una gravità senza precedenti se riferiti, per esempio, all'incremento medio di 0,4 alunni per classe da realizzarsi in un anno, a fronte di un incremento medio complessivo dello 0,5 nell'ultimo quinquennio e dello 0,9 negli ultimi nove anni;
le conseguenze dei predetti tagli sulla scuola pubblica italiana si stanno rivelando molto serie e preoccupanti per quanto concerne, ad esempio:
a) la realizzazione del tempo pieno;
b) l'organico degli insegnanti di sostegno;
c) la sopravvivenza di sedi scolastiche qualificate in località disagiate;
d) un numero eccessivamente elevato di alunni per classe, tale da compromettere la qualità dell'insegnamento;
e) fondi inadeguati a disposizione delle singole istituzioni scolastiche necessari per il loro normale funzionamento;
la situazione sopra descritta sta producendo malcontento e proteste in larghi settori del mondo della scuola, dagli insegnanti, ai genitori, agli studenti;
i tagli della legge finanziaria per il 2007 fanno seguito ad un lungo periodo di forte penalizzazione, in termini di risorse, della scuola pubblica, al punto che, secondo recenti ricerche, le spese per l'istruzione negli ultimi sedici anni sarebbero aumentate in misura nettamente inferiore (+ 73 per cento), rispetto alla spesa pubblica totale (+ 84 per cento) ed a tutti gli altri settori di spesa del bilancio pubblico (sanità + 121 per cento; difesa + 110 per cento; protezione sociale + 127 per cento; ordine pubblico-sicurezza + 101 per cento);
non ponendo urgente rimedio con adeguati finanziamenti a detta situazione, la scuola pubblica italiana rischierebbe di vedere compromessa, insieme alla sua qualità, il proprio ruolo e la propria fondamentale finalità di assicurare un'istruzione qualificata a tutti i giovani cittadini italiani;
a fronte di una persistente carenza di risorse, la scuola pubblica italiana rischia un'inaccettabile deriva privatistica, con finanziamenti di famiglie e privati in contrasto con i caratteri di laicità, pluralismo e democrazia ad essa attribuiti dalla Costituzione;
la situazione prefigurata rappresenta l'esatto contrario di quanto unanimemente perseguito dal Governo dell'Unione, essendo la scuola pubblica indicata fra le priorità del programma dell'Unione e collocata al secondo posto fra i dodici punti programmatici indicati dal Governo Prodi;
gli indicatori economici, grazie all'incisiva azione del Governo di centro-sinistra, rappresentano come cessata l'emergenza del ripianamento del debito pubblico, soprattutto in presenza di significativi sintomi di ripresa economica;
il Governo, inoltre, ha annunciato entrate fiscali aggiuntive corrispondenti alla cifra di 8,7 milioni di euro, risultato di un'efficace politica volta a colpire l'evasione fiscale;
sono in atto scelte a livello di Governo sulle modalità di utilizzo della somma sopra citata -:
se non intenda il Governo utilizzare parte delle risorse sopra indicate a favore dell'istruzione, più specificamente, al fine di ridurre l'aumento medio previsto degli alunni per classe da 0,4 a 0,2, di assicurare
il soddisfacimento di tutte le richieste di tempo pieno e prolungato, di mantenere il numero degli insegnanti di sostegno e di garantire risorse adeguate alle istituzioni scolastiche, anche per il rinnovo del contratto dei docenti e per l'immissione in ruolo dei precari. (3-00725)
(13 marzo 2007)