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Allegato B
Seduta n. 126 del 14/3/2007
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AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta scritta:
EVANGELISTI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
circa cinque mesi fa le figlie, che vivono a Torino e Genova, hanno ha perso i contatti con Alfonso D'Arco, cittadino italiano che lavora da anni quale architetto in Eritrea;
il fratello del D'Arco, per primo, ha cercato di avere sue notizie ed ha così saputo che il nostro connazionale è incarcerato ad Asmara;
prima del natale scorso, la notizia è stata direttamente confermata dall'ambasciata italiana in Eritrea che si è interessata al caso e che ha fatto visita al nostro connazionale in carcere tramite un suo funzionario;
in particolare, l'ambasciata ha fatto sapere che Alfonso D'Arco è prigioniero da ormai più di cinque mesi in attesa che siano svolte le indagini, soltanto al termine delle quali potrà essere formulata un'accusa, individuata un'imputazione, ancora ad oggi sconosciuta sia ufficialmente che ufficiosamente;
l'ambasciata Italiana avrebbe anche spiegato alla famiglia che, secondo l'iter procedurale eritreo, durante questa fase di indagini «pre-imputazione» il detenuto non ha alcuna possibilità di difesa;
la nomina di un difensore sembra infatti essere ammessa solo dopo la formulazione dell'accusa e, tra l'altro, non sembra possibile prevedere quali saranno i tempi di attesa; le indagini in corso potrebbero protrarsi anche per diversi mesi, durante i quali il D'Arco rimarrebbe prigioniero, senza sapere neanche le ragioni di tale detenzione;
una volta formulata l'accusa, il tribunale chiamato a decidere delle sorti dell'imputato sarebbe un tribunale militare, dal momento che sembrerebbe che i
tribunali civili abbiano cessato di funzionare da qualche tempo;
allo stato attuale delle cose pare che l'unico modo per permettere al D'Arco di uscire di prigione, ma non di lasciare il paese, sia quello di versare una cauzione elevata a tal punto da rendere impercorribile per la famiglia questa via di risoluzione; non si comprende per quale ragione ci si permetta di chiedere una cauzione pari a 210.000 euro senza formulare ufficialmente un capo d'accusa;
tra l'altro, come rilevato dal funzionario dell'ambasciata in occasione della visita resa al detenuto, pare che le condizioni di salute del D'Arco - che compirà 61 anni a settembre - siano pessime.
la situazione è stata già denunciata dalla stampa italiana qualche tempo fa (sono usciti alcuni articoli, sull'inserto di Genova de la Repubblica e sul Secolo XIX del 15 gennaio 2007); dopo quegli articoli, i congiunti del D'Arco hanno interrotto ogni rapporto con la stampa, poiché è stato vivamente sconsigliato loro di creare clamore mediatico sulla questione;
tuttavia, il protrarsi lento dell'iter procedurale eritreo sta ledendo i diritti civili ed umani di una persona, per di più di un cittadino italiano -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto, quali ulteriori informazioni siano in grado di fornire e quali provvedimenti intendano assumere al fine di tutelare i diritti umani e civili di un cittadino italiano all'estero in seria difficoltà e pericolo e salvare la famiglia dalla disperazione e da una logorante impotenza.
(4-02908)