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Allegato B
Seduta n. 128 del 16/3/2007
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ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta orale:
GALLETTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il 23 dicembre 2006 nel comune di Monterenzio, località San Benedetto del Querceto in provincia di Bologna, un'esplosione per una fuga di gas provocava il crollo di una palazzina. La tragedia causava la morte di 5 persone, diversi feriti e un gran numero di persone rimaste senza l'abitazione o con l'abitazione inagibile. Il fatto provocava inoltre ingenti danni agli edifici circostanti, ad attività economiche, alla Chiesa Parrocchiale, nonché l'evacuazione di una casa di riposo privata;
il bisogno impellente di ripristinare la normalità della vita cittadina, con decreto del 27 dicembre 2006, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 gennaio 2007, il Consiglio dei ministri promulgava lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2007;
l'articolo 19, comma 3, della legge n. 225 del 1992 dà facoltà alla Protezione civile di erogare fondi tramite ordine di accreditamento a soggetti titolari di pubbliche funzioni da sottoporre a controllo solo successivo e per i quali non trovano applicazione norme di legge o regolamento di contabilità sui limiti di somma;
l'ordinanza che avrebbe dovuto essere emanata per l'erogazione dei fondi (quantificati in 2.5 milioni di euro) è stata sollecitata con una nota inviata alla Protezione civile in data 31 gennaio 2007 dal Presidente della Giunta Regionale dell'Emilia Romagna. Ad oggi, nonostante l'urgenza determinata dal perdurare delle condizioni di disagio della popolazione e di rischio dell'area interessata, non si ha notizia della suddetta erogazione -:
se il Governo intenda velocizzare i tempi per l'erogazione dei fondi, considerato
il fatto che la popolazione ha anticipato i soldi necessari per il ripristino della normale vita quotidiana, limitandosi a presentare le domande di rimborso senza aspettare alcuna erogazione preventiva.
(3-00739)
Interrogazione a risposta in Commissione:
MISURACA, MARINELLO, ANGELINO ALFANO, GERMANÀ, MINARDO, GRIMALDI, PRESTIGIACOMO e PONZO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sul finire del 2006 la dirigenza della Banca d'Italia ha presentato un documento di lavoro riguardante l'organizzazione e l'operatività dell'istituto per gli anni a venire, anche a seguito della modifica del posizionamento dell'Istituto in ambito europeo, ma anche nazionale;
nel documento si prevede la progressiva chiusura delle filiali dispiegate sul territorio e il contemporaneo potenziamento delle sedi regionali, alle quali sarà affiancato un numero ristretto (4 o 5) di filiali specializzate per la gestione del contante prelevato o riservato da banche e società di servizio;
secondo quanto precisato dai vertici dell'istituto, gli uffici di Bankitalia a livello locale dovrebbero ridursi a 24-25 unità dalle attuali 99. La ristrutturazione della rete si accompagna poi a un piano di vendita o locazione delle unità immobiliari. Quanto alla presenza all'estero della banca (attualmente attraverso 6 delegazioni), verrà rivista in due direzioni: da un lato con il taglio delle delegazioni in Europa e la loro sostituzione con la figura dell'addetto finanziario alle ambasciate, dall'altro con il potenziamento in altre aree economiche e finanziarie (in questo caso verrebbero mantenute le delegazioni di New York e Tokyo);
secondo le stime riportate nel documento, inoltre, nel periodo 2006-2013 potrebbero lasciare la Banca d'Italia 2.460 dipendenti, 1.551 dei quali cesseranno d'ufficio (prevalentemente concentrati nelle regioni del Centro Sud). Entro il 2013 si registreranno anche nuove assunzioni pari ad un terzo delle uscite (ovvero 800 unità circa); va peraltro ricordato che è già avvenuta una riduzione dell'organico del 20 per cento tra il '98 e il 2006 (da 9.400 a 7.787 dipendenti);
alla originaria disponibilità al dialogo, di fronte alle resistenze sindacali, la dirigenza dell'Istituto ha opposto una crescente rigidità, sino a minacciare l'adozione del piano senza il parere sindacale; i sindacati d'altro canto hanno obiettato che non è possibile un rilancio di Bankitalia sul territorio, tramite abbandono del territorio; d'altro canto, rispetto ai tempi in cui la Banca era il dominus della politica monetaria nazionale, i suoi compiti si sono diversificati, ma non per questo sono diminuiti in particolare per ciò che riguarda le funzioni di controllo;
ad esempio la ristrutturazione del sistema bancario ha prodotto la riduzione del numero delle banche, ma anche il contemporaneo aumento degli intermediari non bancari da sottoporre a vigilanza (oltre 24.000), registrandosi inoltre una maggiore complessità dell'attività bancaria che non comprende più la sola intermediazione creditizia, ma anche la finanza e sistemi di pagamento più evoluti (factoring, gestione fondi comuni, intermediazione negli strumenti di pagamento, moneta elettronica, cartolarizzazioni dei crediti, merchant banking, credito al consumo eccetera); un fenomeno che si espanderà con l'inserimento dei Confidi tra gli intermediari vigilati, operatori con spiccata connotazione localistica;
nemmeno corrisponde a verità che la nuova legge sul risparmio (e le ulteriori norme contenute nella Comunitaria 2006) abbiano dei riflessi riduttivi rispetto al lavoro dell'Istituto centrale; ad, esempio per quel che riguarda la collaborazione delle diverse Authority di controllo del sistema creditizio e finanziario sul territorio, Bankitalia è l'unica ad avere un'adeguata
articolazione, potendo così svolgere un ruolo di rilievo su delega delle altre Authority; viceversa ulteriori attribuzioni sono assegnate alla Banca d'Italia dal disegno di legge di iniziativa governativa sulla riforma delle Autorità indipendenti;
né - secondo gli interroganti - è sostenibile, come dichiara il documento di lavoro dell'Istituto, che la tendenza alla focalizzazione sulle funzioni core e l'esternalizzazione delle altre funzioni sia comune a livello europeo, dove invece si registra una varietà di modi di rivalutare il lavoro degli istituti centrali comunitari, sino a reinternalizzare servizi esternalizzati; e peraltro le sole banche decisamente ristrutturate sono state la Bundesbank, che tuttora ha circa il 50 per cento in più dei dipendenti di Bankitalia, il Banco de España e, a livello territoriale, la Banque de France, che ha tuttavia mantenuto ben 96 filiali dipartimentali e 32 ulteriori filiali con compiti di varia natura;
peraltro restano vastissimi e delicati i compiti che a tutt'oggi ed in un prevedibile futuro, l'Istituto centrale è chiamato a svolgere oltre ai poteri di controllo sul sistema bancario e sugli intermediari finanziari: funzioni di Tesoreria Provinciale e Centrale dello Stato, gestione delle riserve ufficiali del Paese, che costituiscono parte integrante delle riserve dell'Eurosistema, promozione del regolare funzionamento del sistema dei pagamenti, compiti di consulenza sia livello nazionale che europeo ma soprattutto in ambito locale con i diversi enti locali (Comuni, Province, Prefetture), le quali ultime si avvalgono della consulenza della rete periferica delle Filiali sulla problematica dei tassi usurai -:
come il Governo, ferma restando l'autonomia organizzativa della Banca d'Italia, valuti la riorganizzazione proposta dal Governatore Draghi e se non ritenga opportuno assumere iniziative normative circa la ristrutturazione della Banca d'Italia sulla base delle esigenze nazionali e della struttura necessaria per svolgere i compiti ad essa affidati;
se non ritenga opportuno avviare un Tavolo di concertazione Governo-Istituto-Sindacati.
(5-00854)
Interrogazioni a risposta scritta:
CIRIELLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
da informazioni assunte dagli abitanti del Comune di Serre in provincia di Salerno e da quanto si evince dalla notizia pubblicata sul quotidiano Il Corriere della Sera datato giovedì 15 marzo 2007, sembrerebbe che in data mercoledì 14 marzo 2007, nella zona di Valle della Masseria, nel Comune di Serre, si siano verificati scontri tra le Forze dell'Ordine, intervenute per sgomberare l'area destinata all'ubicazione di una discarica di R.S.U. indicata dal Commissario Straordinario di Governo per l'emergenza rifiuti in Campania, ed i cittadini dello stesso Comune che presidiavano la predetta zona per evitare che vi fosse ubicato il sito di compostaggio -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se gli stessi siano corrispondenti al vero;
se corrisponda al vero che si siano verificati incidenti e feriti sul posto a seguito dell'intervento delle Forze dell'Ordine;
se corrisponda al vero che il Commissario Straordinario di Governo Guido Bertolaso abbia chiesto l'intervento delle Forze dell'Ordine alla prefettura di Salerno per effettuare lo sgombero della zona di Valle della Masseria nel Comune di Serre;
se corrisponda al vero che il Governo abbia autorizzato il Commissario Straordinario di Governo a servirsi delle Forze dell'Ordine per sgomberare l'area di Valle della Masseria nel Comune di Serre.
(4-02954)
MENIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. - Per sapere - premesso che:
nella Gazzetta Ufficiale, IV Serie speciale, n. 19, del 6 marzo 2007, è stato pubblicato il bando di concorso, per esami, per l'ammissione di 390 borsisti al III corso-concorso selettivo di formazione per il conseguimento dell'abilitazione richiesta ai fini dell'iscrizione di 300 segretari comunali nella fascia iniziale dell'Albo dei segretari comunali e provinciali;
il predetto bando prevede la riserva di dieci posti ai candidati che parlino fluentemente la lingua slovena, destinati alla sezione regionale Friuli-Venezia Giulia, e a tal fine, prevede, all'articolo 8, punto 6, un colloquio aggiuntivo in lingua slovena destinato a comprovarne la conoscenza;
tale disposizione appare discriminatoria in danno di quei candidati al corso-concorso che provengano da Trieste o dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, ma che non conoscono la lingua slovena, posto che la riserva di posti diminuisce, per questi candidati, le possibilità di rimanere nel territorio della propria regione se dovessero superare l'esame -:
se il Ministro sia informato di quanto esposto in premessa e quali provvedimenti intenda assumere al riguardo.
(4-02957)
LONGHI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive. - Per sapere - premesso che:
lo Statuto dell'ACI, in violazione della legge e delle norme dello Statuto del CONI non è stato mai sottoposto all'esame di conformità da parte della Giunta del CONI che non ne ha mai deliberato l'approvazione, ed in violazione della legge ha autorizzato un'illegittima permanenza dell'ACI nell'ordinamento sportivo nazionale senza i necessari requisiti richiesti per le federazioni sportive nazionali;
il Tar Lazio con sentenza n. 10838/2006, resa esecutiva dal Consiglio di Stato con ordinanza n. 6019/2006, ha accertato che lo Statuto dell'ACI, del tutto singolarmente, non contiene norme sportive, tranne riferimenti all'articolo 4, lettera d) ed all'articolo 24; pertanto ha disposto l'annullamento degli articoli 4, 7, 8, 12 e 24 riguardanti in particolare l'Assemblea ed il Consiglio Generale dell'ACI perché nella configurazione di federazione sportiva per l'automobilismo risultano illegittimi nella loro costituzione;
il giudice ha rilevato il mancato rispetto di fondamentali principi di democrazia partecipativa: gli atleti ed i tecnici dell'automobilismo sportivo ed i rappresentanti delle scuderie (associazioni senza fine di lucro) non partecipano, nei modi e nelle quote previste dalla legge, alla vita associativa della propria federazione sportiva ACI;
in violazione delle disposizioni del decreto legislativo n. 242 del 1999 e successive modificazioni, delle norme dello Statuto del CONI, della Carta Olimpica e dei Principi fondamentali emanati dal Consiglio Nazionale del CONI per gli statuti federali, per la giustizia sportiva, per la lotta al doping, l'Assemblea generale dell'ACI il 24 novembre 2006 ha aggiornato lo Statuto federale senza dare attuazione alle statuizioni della predetta sentenza;
con l'adozione del nuovo articolo 25 l'ACI ha continuato ad escludere le predette categorie di sportivi, riconosciute dalla legge e dall'ordinamento sportivo nazionale, dagli Organi primari e direttivi della propria federazione sportiva e le ha nuovamente confinate nella CSAI, organismo privo di indipendenza ed autonomia normativa e finanziaria retto da un regolamento adottato il 17 gennaio 2007 dal Consiglio Generale dell'ACI;
il 27 febbraio 2007, la Giunta Nazionale del CONI con deliberazione n.101 ha
approvato il regolamento della CSAI, come se fosse una riconferma del riconoscimento di federazione sportiva nazionale dell'ACI in assenza del presupposto fondamentale del provvedimento originario del riconoscimento;
la Giunta Nazionale del CONI, in contrasto con quanto raccomandato dal Ministero vigilante, non ha esercitato le funzioni previste dall'articolo 22, comma 5 dello Statuto del CONI, al fine di verificare la conformità dello Statuto dell'ACI ai principi sanciti dal decreto legislativo n. 242 del 1999 e successive modificazioni, dallo Statuto del CONI e dai Principi Fondamentali emanati dal Consiglio Nazionale del CONI;
secondo l'interrogante la Giunta Nazionale del CONI ha violato i criteri e le modalità per l'esercizio della vigilanza sulle federazioni sportive, stabiliti con la deliberazione n. 1271 adottata dal Consiglio Nazionale del CONI il 15 luglio 2004;
il Presidente Petrucci e la Giunta Nazionale del CONI omettono di fatto di esercitare il controllo sulle attività sportive automobilistiche in capo all'ACI, facendo sì che si svolgano in violazione degli indirizzi e delle deliberazioni del CONI, per cui risulta che non sono rispettate le disposizioni di legge per garantire i canoni di sicurezza nello svolgimento delle competizioni su strade pubbliche e negli autodromi nazionali, non viene controllato l'utilizzo dei finanziamenti del CONI, non viene garantita l'affiliazione alle associazioni e società sportive le quali non possono correttamente usufruire del regime fiscale agevolativo perché prive dello status di ente sportivo dilettantistico;
risulta all'interrogante che sono state inoltrate dal Comitato piloti automobilistici più denunce che hanno dettagliato la gravissima condizione in cui versa l'automobilismo sportivo nazionale come retto dall'ACI -:
se sia stata presa in considerazione la revoca del Presidente del CONI Petrucci e lo scioglimento della Giunta Nazionale del CONI, ricorrendo, a giudizio dell'interrogante, le tre condizioni richieste dalle disposizioni dell'articolo 13, comma 1 del decreto legislativo n. 242 del 1999 e successive modificazioni.
(4-02966)