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Allegato B
Seduta n. 128 del 16/3/2007
...
DIFESA
Interrogazioni a risposta scritta:
CAMPA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la legge finanziaria 2007, all'articolo 1 comma 519, prevede il passaggio nei ruoli effettivi degli ufficiali dei Carabinieri, a tal fine recita «...sia stato in servizio per almeno tre anni, anche non consecutivi, nel quinquennio anteriore alla data di entrata in vigore della presente legge, che ne faccia istanza, purché sia stato assunto mediante procedure selettive di natura concorsuale o previste da norme di legge...»;
nella stesura dei decreti attuativi qualcuno sosterrebbe l'ipotesi di eliminare da questo provvedimento gli ufficiali che provengano dai corsi AUC, ammettendo al beneficio soltanto coloro che siano stati arruolati con Corsi AUFP. Il motivo di tale discriminazione è dovuto al fatto che gli AUC hanno sì maturato i 3 anni richiesti dalla legge, ma i primi 14 mesi per l'espletamento del servizio di leva, anche se è stato effettuato nell'Arma dei Carabinieri;
se dovesse essere applicata questa valutazione, si commetterebbe, ad avviso dell'interrogante, una ingiustificata, e perciò grave, sperequazione. Si penalizzerebbero infatti cittadini che hanno dedicato 14 mesi della vita al servizio dello Stato per rispettare un obbligo costituzionale;
non può essere sottaciuto il fatto che prima del 2003 il reclutamento degli ufficiali dei Carabinieri avveniva attraverso i concorsi AUC e che il servizio militare è stato svolto con la divisa e il ruolo di Carabinieri, previo addestramento in una
scuola dell'Arma! Gli ufficiali AUC presentano la sola differenza di aver prestato i primi 4 mesi con la divisa dell'esercito, come allora era imposto, ma sul piano tecnico e culturale non esistono variazioni rispetto alla prima parte del corso AUFP. La seconda parte del corso si è poi svolto nella stessa scuola degli ufficiali dei Carabinieri. Unica difformità nei primi 4 mesi: colore della divisa e alamari!;
tale interpretazione si scontra palesemente con l'articolo 52 della Costituzione che recita solennemente: «La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l'esercizio dei diritti politici. L'ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica». Il servizio di leva deve essere perciò considerato titolo di merito e non discriminatorio. A parere dell'interrogante discriminare questi cittadini significa di fatto negare loro un diritto al lavoro (diventare ufficiali dei Carabinieri in servizio permanente) e farebbe applicare, con questa sperequazione, alle Forze armate un ordinamento non democratico, come invece la Costituzione impone! -:
cosa intenda fare per consentire che si applichi la volontà del Parlamento che non ha posto alcuna distinzione tra il servizio prestato dagli ufficiali dei Carabinieri prima e dopo l'abrogazione degli obblighi di leva, evitando l'applicazione di valutazioni estranee alla legge, tutto ciò per impedire sperequazioni, per evitare un numero rilevante di ricorsi onerosi e dall'esito negativo per lo Stato e, soprattutto, per rispettare il supremo ruolo del Parlamento.
(4-02960)
GALANTE. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
i limiti o caveat fissati dal Governo all'operato del contingente militare italiano presente in Afghanistan escludono la partecipazione ad azioni di guerra. Tali limiti sono coerenti con gli indirizzi votati dal Parlamento che incentrano l'intervento nazionale sull'aiuto umanitario alle popolazioni locali e prevedono la costruzione di una Conferenza di pace in tempi brevi;
la situazione attuale in Afghanistan è caratterizzata dall'offensiva militare denominata «Achille» lanciata dalla Nato. Inoltre, la sicurezza della popolazione è messa in pericolo dell'impiego spregiudicato delle armi da parte del contingente Nato ed in particolare da parte della sua componente statunitense, che ha già provocato numerose vittime civili ed il conseguente aumento dell'ostilità verso i contingenti stranieri;
il comandante supremo della Nato, il generale statunitense John Craddock, ha rivelato che l'organizzazione Atlantica è solita cercare di rispettare il meno possibile le condizioni restrittive poste dai governi ai loro contingenti, in particolare in Afghanistan. Inoltre, sempre secondo il generale Craddock, i comandanti dei vari contingenti sul campo hanno interesse a tener conto dei caveat nazionali il minimo indispensabile in modo da garantire al comandante della missione Isaf in Afghanistan un impiego ottimale delle forze;
il sottosegretario alla difesa Lorenzo Forcieri, pur ribadendo che l'Italia non è in guerra, ha affermato che, sulla base dei caveat in vigore i militari italiani possono usare le armi solo per difendere se stessi o la popolazione civile in caso di pericolo. Ma ha anche aggiunto che «in una situazione estrema» i comandanti possono agire in deroga a questa regola. In particolare, l'intervento discrezionale dei comandanti sul campo sarebbe previsto anche nel caso in cui contingenti di altri Paesi si trovassero in difficoltà;
secondo il settimanale l'Espresso gli elicotteri italiani presenti in Afghanistan partecipano già da tempo ad attività belliche, contribuendo al trasporto di truppe operative Nato, mentre contingenti d'elite
italiani godrebbero di ampia capacità di azione -:
se e come il Ministro della difesa intenda far in modo che i comandanti italiani evitino una possibile forzatura dei caveat cui sono sottoposti, vista la pressione cui sono sottoposti da parte dei vertici Nato;
se e come il Ministro della difesa intenda evitare che i comandanti italiani siano coinvolti in operazioni di guerra, mediante la possibile giustificazione di dover prestare appoggio ad altri contingenti militari in difficoltà, impegnati in azioni offensive, cui invece l'Italia, coerentemente col mandato del Parlamento, non dovrebbe partecipare;
se e come il Ministro della difesa intenda chiarire con i vertici Nato che i comandanti italiani sono tenuti al rispetto del mandato del loro Governo e che non possono essere sottoposti ad indebite pressioni per agire in contrasto con tale mandato da parte di governi stranieri o di organizzazioni sovrannazionali.
(4-02965)
GALANTE. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto riferito in un articolo pubblicato sul quotidiano Il Vicenza, si apprende che, nell'ambito del progetto statunitense per il raddoppio della base statunitense di Vicenza, sarebbe previsto il prolungamento della pista dell'attuale aeroporto civile dal Molin di circa 300 metri in più, 150 per ogni estremità della pista stessa;
nello stesso articolo si legge che l'ingegnere Guglielmo Verneau, che si occupa dello studio delle carte del progetto, ha dichiarato che «i due prolungamenti» all'inizio ed alla fine della pista sono inconfondibilmente evidenziati in grigio, dimostrando eloquentemente l'imponenza dell'opera;
secondo quanto dichiarato da un portavoce del Centro Studi per la Pace dell'università di Trieste «ciò basterebbe per ipotizzare la partenza di jet militari;
nell'articolo si fa cenno inoltre all'esistenza nel progetto di «una strada sotterranea di 500 metri che va da via Sant'Antonio a Viale Ferrarin, il cui inizio e fine sono fuori dall'area americana» -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto descritto in premessa.
(4-02967)