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Allegato B
Seduta n. 131 del 21/3/2007
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AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta scritta:
FASOLINO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che.
Daniele Mastrogiacomo, l'inviato di La Repubblica in Afghanistan, è stato liberato dopo quindici giorni di prigionia trascorsi nelle mani dei «Talebani»;
durante il sequestro, Daniele Mastrogiacomo ha assistito all'assassinio dell'autista che lo aveva accompagnato, Sayed Agha;
secondo il racconto del giornalista, il giovane sventurato prima messo in ginocchio nel deserto, le mani legate dietro la schiena, il capo in una sacca che lo soffocava è stato, al grido «in nome dell'Islam», barbaramente trucidato mediante decapitazione con un coltello poi ripulito sul vestito stesso della vittima;
la moglie di Sayed Agha, incinta, alla orrenda notizia, ha perduto la creatura che aveva in grembo;
dopo la consegna di Daniele Mastrogiacomo a Emergency, l'Associazione Umanitaria che ne ha trattato il riscatto, si è appreso che in cambio della liberazione del giornalista, il Governo afgano ha dovuto rilasciare ben cinque terroristi, fra cui l'ex portavoce dei Talebani condannato all'ergastolo;
non si conoscono, allo stato, altre contropartite ma tutto lascia presumere che siano state corrisposte ai terroristi notevoli somme in denaro, non è dato sapere, allo stato, se in euro o (summa injuria) in dollari, così cari agli Americani da sempre ostili a qualsivoglia compromesso con i terroristi;
nei giorni scorsi, Piero Fassino, Segretario dei DS, ha proposto (non è chiaro se per inbonire i guerriglieri con un messaggio per loro gratificante o se per ergersi a campione di una Sinistra radicale che reclama da tempo un atteggiamento delle istituzioni italiane e della nostra politica
permissivo e indulgente nei confronti dell'integralismo islamico) di fare sedere i Talebani al tavolo internazionale di pace;
la scarcerazione dei guerriglieri e il pagamento di un riscatto in denaro porterà di certo ad altri inevitabili lutti. Di converso, appare giusto e opportuno, alla nostra coscienza umanitaria, esperire qualsivoglia tentativo al fine di liberare un ostaggio giacché preminente appare nella fattispecie il cogente interresse individuale;
tanto considerato, non va perduto di vista l'ineliminabile interesse collettivo in testa all'impegno dell'ONU in terra afgana e a quello, ancora più generale, di difesa della democrazia e della libertà -:
se il governo intenda dare per il futuro disposizioni rigorose al fine di evitare esposizioni di civili, comunque motivati, al pericolo di sequestri che sono occasione ghiotta per i Talebani da sfruttare per la liberazione dei loro guerriglieri incarcerati e per l'approvvigionamento di risorse finanziarie indispensabili per la prosecuzione della lotta armata.
(4-03015)