Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 131 del 21/3/2007
...
PUBBLICA ISTRUZIONE
Interrogazione a risposta scritta:
ALESSANDRI. - Al Ministro della pubblica istruzione. - Per sapere - premesso che:
sabato 31 marzo si terrà la seconda edizione di «moschee aperte», un'iniziativa
che nasce dalla volontà delle Comunità islamiche della provincia di Modena e delle istituzioni Locali di costruire un ponte tra la cittadinanza e le comunità musulmane, per promuovere i luoghi di culto islamici come punti integranti della città. La data scelta per promuovere l'iniziativa corrisponde alla ricorrenza della vigilia della nascita del Profeta Maometto, importante giornata di celebrazione per le comunità islamiche;
nella giornata di apertura delle moschee la mattina sarà dedicata alle visite scolastiche (elementari, medie e superiori). Durante la visita spetterà ai membri della Comunità Islamica illustrare le tradizioni culturali e religiose musulmane;
in questa occasione agli studenti sarà distribuito materiale informativo redatto dal Centro Culturale Islamico;
negli ultimi due decenni le migrazioni internazionali hanno profondamente modificato la struttura della società in cui viviamo. L'incessante immigrazione multireligiosa ha inevitabilmente prodotto mutamenti all'interno della comunità cittadina con una tale rapidità che molto spesso il legislatore non è riuscito a regolare e ordinare innescando un effetto domino che ha generato una diffusa illegalità;
in Italia in un'ottica di rispetto del principio basilare e tradizionale della laicità da sempre convivono in modo sinergico il rispetto dei valori e dei principi democratici fondamento della nostra carta costituzionale con quelli religiosi. Mai, infatti, sono sorte problematiche riguardo ad interpretazioni religiose che potessero essere in contrasto con i valori principali sanciti dalla Costituzione laica, carta fondamentale su cui si costruisce tutto il nostro ordinamento giuridico;
ad oggi, è oramai noto a tutti come la situazione sia radicalmente modificata. Basti pensare che stando agli ultimi dati statistici i musulmani presenti in Italia sono circa un milione e duecentomila, rappresentando la seconda comunità religiosa per consistenza dopo i cattolici. È inutile negare come la crescita esponenziale di questo fenomeno abbia generato, da subito, una serie di problematiche che rendono difficile una serena e pacifica integrazione. La sostanziale differenza metodologica e di ragionamento dei fedeli musulmani nei confronti dell'organizzazione del sistema Statale ha colto nettamente di sorpresa il legislatore che è stato incapace di intervenire nel merito delle questioni senza essere preda di fanatismo ideologico, di ipocrisia buonista o di strumentale laicismo;
è assordante e colpevole il silenzio delle comunità musulmane presenti in Italia dinnanzi a casi eclatanti di violazione dei principi fondanti della Costituzione e del sistema valoriale su cui si basa la nostra società (poligamia, violenza e sopraffazione della donna, infibulazione);
esempio lampante del radicamento di una visione fondamentalista della religione islamica si desume anche dall'esperienza fallimentare della Consulta per l'islam italiano. Istituita con decreto del Ministro dell'interno, che tanta influenza dovrebbe avere sulle comunità musulmane presenti nel nostro Paese, ma che non si prodiga per stigmatizzare prendendo una posizione ufficiale di condanna riguardo ad episodi aberranti di violazione delle libertà individuali e personali che vedono protagonisti membri della comunità musulmana presente nel nostro Paese;
dignità e diritti sono elementi su cui non è possibile scendere a patti. È necessario quindi ribadire come non vi potrà mai essere integrazione senza la preventiva accettazione da parte di tutta la comunità islamica delle normative vigenti in materia di libertà individuale e di pensiero, di obbligo scolastico, di autodeterminazione e di uguaglianza formale di tutti i cittadini davanti alla legge, lo status giuridico o religioso delle donne, il rispetto del diritto di famiglia e dell'istituto del matrimonio, dei minori e dei non credenti e il trattamento degli animali;
dopo gli attentati dell'11 settembre, l'Italia è impegnata, come del resto tutto il
mondo occidentale, in una lunga guerra al terrorismo internazionale di matrice islamica fondamentalista;
il terrorismo internazionale «Jihadista» ha messo sotto scacco l'Europa con gli attentati terroristici di Madrid dell'11 marzo 2004 e l'ultimo gravissimo episodio avvenuto a Londra il 7 luglio 2005;
nel nostro Paese, le indagini sul terrorismo internazionale, hanno portato a numerosi arresti e hanno dimostrato, senza ombra di dubbio, la presenza in Italia di cellule eversive del terrorismo islamico legate al movimento di Al Qaeda;
è noto che la moschea, oltre ad essere sede di attività religiosa, diventa anche centro della vita sociale, politica e militare della comunità musulmana. Lo stesso sostituto procuratore Dambruoso insieme al PM Massimo Maroni impegnati nelle indagini sul terrorismo di matrice islamica, hanno dichiarato: «che le moschee sono dei punti critici che fungono in alcuni casi da catalizzatori divenendo punto di aggregazione dei terroristi»;
gli Stati islamici di origine considerano le comunità musulmane installate in Europa come una sorta di riserva di caccia, attraverso le quali mantenere attivo un sistema di controllo, di raccolta di informazioni e di propaganda. L'Arabia Saudita rappresenta il Paese che meglio ha posto in atto questa politica, ed è oggi il più presente in Europa grazie al finanziamento delle sue grandi moschee, organizzate e federate in un Consiglio Europeo delle Moschee che funziona sotto l'autorità diretta dello Stato Saudita. In queste moschee, soprattutto in determinati periodi come quello del Ramadan, vengono inviati Imam per guidare le preghiere, ma anche per tenere corsi, e delegazioni di studiosi, con compiti di insegnamento-indottrinamento e raccolta di informazioni -:
se il Ministro non ritenga opportuno, ferma restando l'autonomia organizzativa scolastica, impartire una direttiva volta a far sì che tali iniziative siano supportate da progetti culturali e sociali incentrati sul principio di reciprocità e diretti a favorire l'integrazione nel nostro Paese della Comunità musulmana purché la stessa dimostri piena condivisione dei principi fondamentali della nostra Costituzione e del nostro sistema valoriale.
(4-03018)