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Allegato A
Seduta n. 135 del 27/3/2007
(A.C. 2340 - Sezione 7)
ORDINI DEL GIORNO
La Camera,
premesso che:
pur ritenendo positive le finalità del presente decreto, con particolare riferimento al previsto abbassamento del limite a 7.500 posti per l'attuazione di tutti gli accorgimenti previsti in materia di sicurezza degli stadi, si rende opportuno precisare che detta normativa deve intendersi applicabile rigidamente solo in occasione di competizioni sportive a livello professionistico;
in ambito dilettantistico potrebbe essere concessa facoltà alle amministrazioni comunali (proprietarie degli impianti) e alle società dilettantistiche di poter ridurre la capienza al di sotto dei 7.500 posti, laddove esistono impianti omologati con capienze superiori. Tale facoltà intende riconoscere mutate esigenze per società ex professionistiche retrocesse in ambito dilettantistico o ivi collocate a seguito del cosiddetto «lodo Petrucci» (fallimenti o mancate iscrizioni ai campionati professionistici);
la necessità è giustificata dall'impossibilità di poter sostenere i costi di adeguamento da parte delle amministrazioni e da parte delle società, nonché da afflussi di spettatori molto inferiori, rispetto ai campionati professionistici e da esigenze di sicurezza molto contenute in ambito dilettantistico;
il mancato riconoscimento di questa differenziazione corre il rischio di chiudere impianti in grossi centri, costringendo le locali società a giocare sempre in strutture diverse, privando le stesse città di ospitare gare dilettantistiche e le società di poter ripartire dai dilettanti per puntare nuovamente alla scalata al professionismo,
impegna il Governo
a verificare la possibilità di concedere, in ambito dilettantistico, la facoltà alle amministrazioni comunali, proprietarie degli impianti, e alle società dilettantistiche di poter ridurre la capienza al di sotto dei 7.500 posti, laddove esistono impianti omologati con capienze superiori.
9/2340/1.Rusconi, Benzoni.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge in esame prevede, all'articolo 2-ter, norme sul personale addetto agli impianti sportivi da stabilirsi con decreto del ministro dell'interno;
durante il dibattito nelle Commissioni riunite II e VII si è rilevato che il personale addetto al controllo degli stadi dovrebbe avere una qualificazione giuridica come incaricati di un pubblico servizio;
è opportuno, quindi, che questi soggetti, ai quali sarebbe utile dare la denominazione di steward, al fine di attenersi alla prassi rispettata dalle squadre che partecipano, in Europa, alle competizioni UEFA, abbiano la loro qualificazione giuridica. In tal modo potranno collaborare in maniera più efficace con le forze dell'ordine ai fini della tutela e dell'incolumità degli spettatori che assistono alla manifestazione sportiva calcistica ed all'ordinato svolgimento della stessa;
gli stessi steward dovranno avere requisiti morali idonei, ovvero assenza di condanne penali o procedimenti penali in corso, non essere stati sottoposti a misure preventive di sicurezza (DASPO) per poter espletare il servizio al quale sono chiamati;
gli steward dovranno sempre controllare l'ingresso degli spettatori nello stadio, organizzare servizi d'ordine all'interno degli stadi e, nello stesso tempo, essere in numero sufficiente per poter
svolgere nel migliore dei modi il servizio al quale sono preposti, nonché collaborare con le forze dell'ordine nel mantenimento di condizioni di sicurezza e, con le stesse, predisporre azioni coordinate per prevenire e controllare eventuali episodi di violenza o condizioni di pericolo per la pubblica incolumità che si possono verificare all'interno degli stadi;
è necessario, quindi, che il decreto del ministro dell'interno, di cui all'articolo 2-ter del decreto-legge in esame, da emanarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, contenga disposizioni come quelle sopra descritte per garantire un servizio di vigilanza e di controllo all'interno degli stadi più qualificato e più efficace per meglio svolgere il delicato compito al quale saranno preposti,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza volte a:
qualificare giuridicamente il personale addetto agli impianti sportivi di cui all'articolo 2-ter come «incaricati di pubblico servizio», denominandoli sul modello inglese: steward;
prevedere per questo personale specifici requisiti e criteri di selezione fisica e psico-attitudinale rigorosi e finalizzati ai delicati compiti che dovrà svolgere;
prevedere forme adeguate di tutela giuridica contro reati commessi nei loro confronti;
affidare agli steward funzioni specifiche di collaborazione con le forze dell'ordine per garantire la sicurezza degli spettatori e contrastare episodi di violenza negli stadi contro persone e cose.
9/2340/2.Pescante.
La Camera,
premesso che:
le immagini desolanti di stadi vuoti e dove comunque la presenza di famiglie è assai limitata è senza dubbio riconducibile, oltre alla percezione di una scarsa sicurezza degli impianti, anche a politiche di prezzi non favorevole ai nuclei familiari;
iniziative in tal senso hanno avuto una risposta positiva ogni volta che sono state adottate dalle società di calcio;
analoghe esperienze potrebbero essere estese anche alle scuole al fine di diffondere tra le giovani generazioni una sana cultura dello sport,
impegna il Governo
a prevedere, d'intesa con il CONI e le federazioni sportive nazionali, i criteri e le modalità per la realizzazione, all'interno degli impianti sportivi, di settori da destinare, a prezzi notevolmente ridotti rispetto a quelli normalmente applicati per le competizioni ufficiali, alle famiglie e alle scuole.
9/2340/3.Volontè, Ciocchetti.
La Camera,
premesso che:
l'analisi del fenomeno della violenza negli stadi ad opera di gruppi di giovani, tra i quali moltissimi minori, ha evidenziato come la carenza di cultura e senso civico siano alla base di tali comportamenti all'interno e all'esterno delle strutture adibite alle competizioni sportive;
i giovani non riescono più ad esplicare la loro personalità in armonia con l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, e sociale,
impegna il Governo
a definire in tempi rapidi, d'intesa con gli enti locali preposti e le associazioni degli studenti e dei genitori, le modalità per l'inserimento, nei programmi di insegnamento
scolastici, della materia dell'educazione civica, allo scopo di condurre i giovani a riconoscere nelle libertà garantite dalla Costituzione le forme della loro autonomia e responsabilità personale.
9/2340/4.Ciocchetti.
La Camera,
premesso che:
la Costituzione prevede la funzione rieducativa e di reinserimento sociale delle pene;
il decreto-legge in esame aumenta le pene detentive per i reati connessi alle manifestazioni sportive;
appare opportuno, per i1 carattere stesso di detti reati, il ricorso a pene alternative alla detenzione per i reati di minore gravità,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative normative volte a novellare il codice di procedura penale al fine di prevedere un più facile ricorso alle pene alternative al carcere, in primo luogo prevedendo che il giudice, in sede di pronuncia della sentenza, possa immediatamente proporre all'imputato, in caso di condanna, una pena alternativa di carattere socialmente utile e risarcitorio, connessa a strumenti di verifica, come già previsto nel caso di imputati minorenni.
9/2340/5.Folena.
La Camera,
premesso che:
l'intero sistema sanzionatorio necessita di un'attenta revisione anche al fine di evitare profili di problematicità in relazione all'insorgere di talune sperequazioni;
tale esigenza si avverte tanto nelle misure sanzionatorie codicistiche quanto in quelle contenute nella legislazione speciale,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative normative, eventualmente in occasione della riforma della disciplina penalistica già affidata ad un'apposita commissione istituita presso il Ministero della giustizia, finalizzate a un'attenta e puntuale rivisitazione delle misure sanzionatorie detentive e pecuniarie secondo il principio della proporzionalità, con riferimento anche alle sanzioni introdotte dal presente decreto.
9/2340/6. Balducci.
La Camera,
premesso che;
il comma 7-bis dell'articolo 1-quater del decreto-legge 24 febbraio 2003, n. 28, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2003, n. 88, come introdotto dall'articolo 1, comma 2, del decreto-legge in esame, prevede il divieto, per le società organizzatrici di competizioni nazionali riguardanti il gioco dei calcio, di vendere o cedere alla società sportiva della squadra ospitata titoli di accesso all'impianto riservati ai sostenitori della squadra, nonché di vendere o cedere alla stessa persona fisica titoli di accesso in numero superiore a quattro;
la disposizione sopra richiamata prevede, in caso di violazione dei divieti ivi indicati, solo sanzioni amministrative pecuniarie in capo alle società sportive, non indicando alcunché relativamente al regime giuridico dei titoli di accesso venduti o ceduti in violazione dei medesimi divieti,
impegna il Governo
ad adottare opportune iniziative volte a chiarire che i titoli di accesso agli impianti sportivi venduti o ceduti in violazione dei divieti di cui al comma 7-bis dell'articolo
1-quater del decreto-legge 24 febbraio 2003, n. 28, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2003, n. 88, come introdotto dall'articolo 1, comma 2, del decreto-legge in esame, sono inutilizzabili.
9/2340/7.Barbieri.
La Camera,
premesso che:
il calcio femminile in Italia è una realtà in espansione, e le squadre nazionali stanno ottenendo ottimi risultati anche in campo europeo oltre ad aver dedicato molta attenzione ai settori giovanili, permettendo a molte giovani di avvicinarsi al calcio in un ambiente sereno, scevro dal clima di esasperata competizione presente nel calcio maschile;
tale disciplina è caratterizzata dalla correttezza delle atlete in campo e del pubblico sugli spalti;
le società, tuttavia, devono continuamente confrontarsi con difficoltà economiche e di gestione, e spesso hanno difficoltà ad ottenere i contributi che dovrebbero, se richiesti, essere erogati in base all'articolo 1, comma 530, della legge 30 dicembre 2004, n. 311;
la norma prevista dal citato comma della legge n. 311 del 2004, non è stata, tuttavia, rifinanziata nelle successive leggi finanziarie per il 2006 e per il 2007;
ne consegue che le società, private di ogni forma di sostegno finanziario, non riescono a fare il salto di qualità necessario per l'affermazione di questo sport,
impegna il Governo:
ad adottare le opportune iniziative normative volte a prevedere un sistema organico di finanziamenti in favore delle società di calcio femminile, al fine di dar loro la possibilità di far fronte alle spese sempre più frequenti relative alle trasferte europee, nonché alla valorizzazione dei tanti talenti sia in prima squadra che nei vivai;
a pubblicizzare anche tramite i mezzi di informazione televisiva il calcio femminile per farlo conoscere al grande pubblico.
9/2340/8.Frassinetti.
La Camera,
considerato che:
con la legge 25 giugno 1999, n. 205 è stata abrogata la norma che disciplinava il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, per cui l'onore o il prestigio di un pubblico ufficiale può essere tutelato solo con azioni giudiziarie attivate dall'ufficiale vittima dell'offesa;
sin da subito le Forze di polizia hanno rilevato comportamenti di una certa parte di popolazione giovanile, in particolare negli stadi di calcio, per la quale le forze dell'ordine sono diventate un costante bersaglio di dileggio e di insulti rispetto a cui gli insultati nulla possono contrapporre;
dinanzi a tale impunità, si é ingenerato un disastroso effetto emulativo ed anche un senso di frustrazione degli addetti alla sicurezza pubblica, perpetuando in tal modo una cultura per un verso lassista e per altro garantista ma solo per una delle due parti in gioco; si pone l'esigenza di restituire rilievo penale alle offese più gravi in ossequio ad una sentita esigenza di tutela sia della persona che del prestigio della funzione,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a reintrodurre, fra ì delitti dei privati contro la pubblica amministrazione, un'ipotesi di oltraggio a pubblico ufficiale eventualmente circoscritta ai casi in cui l'offesa all'onore sia rivolta all'appartenente
alle forze dell'ordine o ai casi in cui sia posta in essere mediante violenza o minaccia.
9/2340/9.Campa.
La Camera,
premesso che:
appare ormai evidente come sia giunto il momento di fermare in modo drastico la degenerazione dell'ambiente che gravita intorno al mondo della tifoseria calcistica e che, con i suoi folli comportamenti, rischia di compromettere irrimediabilmente uno degli sport più belli e popolari del mondo;
la violenza attorno alla tifoseria del calcio è purtroppo un fenomeno che accomuna tutte le regioni italiane: il tifo violento è una malattia che colpisce tutte le squadre e scredita i veri appassionati, quelli che contribuiscono a rendere il calcio uno sport unico;
per i teppisti la partita è solo un pretesto per scatenare la violenza: essi arrivano agli stadi già camuffati e in assetto da guerriglia urbana;
non possiamo accettare che puntualmente le Forze dell'ordine subiscano insulti e vengano impegnate in vere e proprie battaglie con teppisti mascherati da tifosi;
il problema è sicuramente complesso e articolato, con importanti risvolti sociologici e pesanti conseguenze anche economiche per la sopravvivenza stessa delle società calcistiche;
non possiamo pensare che soluzioni urgenti, prese anche sulla spinta emotiva dei tragici avvenimenti di questi giorni, riescano ad esaurire il fenomeno;
è opportuna una profonda valutazione delle cause, delle connivenze e delle tipologie della violenza che avvelena il mondo delle tifoserie calcistiche,
impegna il Governo
ad adottare, d'intesa con il Parlamento, opportune iniziative per monitorare costantemente il fenomeno della violenza nel mondo della tifoseria calcistica e valutare l'efficacia e l'impatto dei provvedimenti adottati, per evitare il ripetersi di drammatici episodi di violenza.
9/2340/10.Airaghi.
La Camera,
premesso che:
il nostro sistema sportivo ha bisogno di una riforma di sistema, che possa far tornare lo stadio un luogo frequentato dalle famiglie, di intrattenimento, di socialità e che nello stesso tempo diffonda ed accresca i principi e gli ideali sportivi;
tali misure, per essere efficaci, devono essere inserite nell'ambito di una riforma di sistema che preveda l'ammodernamento degli impianti sportivi di proprietà o direttamente gestiti dalle società calcistiche;
gli stadi italiani, a differenza di quelli di altri paesi europei come Inghilterra e Spagna, sono per la maggior parte inidonei ad un utilizzo polifunzionale;
dal 1997-98 è iniziato un graduale quanto inarrestabile calo degli spettatori e degli abbonati alle manifestazioni del campionato di serie A fino ad arrivare ad una presenza di pubblico pagante pari al 50 per cento della capienza degli stadi contro il 90 per cento dell'affluenza inglese; tra le principali cause ci sono la fatiscenza e la scarsa sicurezza;
per uno organico riequilibrio del sistema calcio è necessario un adeguamento strutturale e una revisione delle modalità di gestione degli stadi;
gli stadi italiani sono lontani dagli standard e dalle best practices europei e internazionali, sia con riferimento alle esigenze direttamente connesse all'evento sportivo, sia in relazione alla loro piena valorizzazione economica e sociale (con i cosiddetti stadi polifunzionali);
è necessario intervenire non solo al fine di aumentare i proventi del sistema ma anche per diversificarne la provenienza rispetto ai ricavi da diritti TV;
l'attuale situazione è anche causata dalla distinzione tra soggetto proprietario dell'impianto (nella maggior parte dei casi, l'ente locale) e soggetto che materialmente ne usufruisce;
sussiste un evidente interesse sociale a promuovere un mutamento delle modalità di fruizione da parte della comunità degli stadi e degli eventi sportivi che in essi si svolgono;
nel corso delle audizioni tenute dalla Commissione cultura è stata da più parti richiamata la necessità di uno snellimento del procedimento amministrativo per l'acquisizione del diritto di proprietà (o di superficie) dello stadio nonché per l'acquisizione di licenze per esercizi commerciali diversi dalle attività sportive mentre i rappresentanti della Lega nazionale professionisti e di alcune società sportive hanno sollecitato un nuovo quadro normativo finanziario per lo sviluppo dell'impiantistica sportiva;
la relazione conclusiva dell'indagine condotta dalla Commissione cultura della Camera nella XIV legislatura auspicato il superamento della distinzione tra soggetto proprietario e soggetto fruitore degli stadi, assicurando alle società di calcio - sia professionistiche che dilettantistiche - la loro gestione diretta attraverso la cessione della proprietà o del diritto di superficie, la costruzione di nuovi impianti da parte delle società o la Costituzione di apposite società miste tra società di calcio ed enti locali;
la Commissione cultura della Camera, nella XIV legislatura, ha raccomandato l'adozione di misure a favore del processo di privatizzazione degli stadi, anche in considerazione della candidatura ad ospitare i campionati europei del 2012;
il decreto ministeriale 6 giugno 2005 prevedeva l'esigenza degli impianti sportivi polifunzionali;
il decreto legislativo «12 aprile 2006, recante il codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE, comunitarie», agli articoli 153 e seguenti, detta la disciplina per la realizzazione delle opere di pubblica utilità in project financing, prevedendo la possibilità per i soggetti dotati di idonei requisiti tecnici, organizzativi, finanziari e gestionali, denominati promotori, di presentare alle amministrazioni pubbliche proposte con risorse a proprio carico;
lo stesso decreto legislativo, all'articolo 154, prevede il diritto di prelazione per il promotore, che potrà adeguare la propria proposta a quella giudicata dall'amministrazione più conveniente nell'apposita gara indetta dall'amministrazione stessa;
in sede di esame nelle Commissioni riunite II e VII, il sottosegretario di Stato per le politiche giovanili e le attività sportive ha precisato che vi è la disponibilità del Governo ad affrontare interventi di modifica sistematica della disciplina relativa agli stadi,
impegna il Governo
a dotare gli impianti sportivi di infrastrutture in grado di rispondere ad esigenze strutturali e funzionali, nonché ad interessi sociali, culturali, sportivi e ricreativi nell'ambito del programma di messa in sicurezza degli impianti sportivi, per la promozione delle attività di solidarietà e per il sostegno alle politiche per i giovani, consentendo alle società di calcio professionistiche che intendano realizzare nuovi impianti sportivi o ristrutturare strutture già esistenti di poter utilizzare la procedura di project fanancing di cui all'articolo 153 e seguenti del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante il codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE, prevedendo, contestualmente, procedure semplificate
per i comuni che consentano di implementare le strutture sportive con funzioni d'interesse sociale, culturale e ricreativo.
9/2340/11.Goisis, Pescante, Bono, Del Bue, Caparini.
La Camera,
premesso che:
il nostro sistema sportivo ha bisogno di una riforma di sistema, che possa far tornare lo stadio un luogo frequentato dalle famiglie, di intrattenimento, di socialità e che nello stesso tempo diffonda ed accresca i principi e gli ideali sportivi;
tali misure, per essere efficaci, devono essere inserite nell'ambito di una riforma di sistema che preveda l'ammodernamento degli impianti sportivi di proprietà o direttamente gestiti dalle società calcistiche;
gli stadi italiani, a differenza di quelli di altri paesi europei come Inghilterra e Spagna, sono per la maggior parte inidonei ad un utilizzo polifunzionale;
dal 1997-98 è iniziato un graduale quanto inarrestabile calo degli spettatori e degli abbonati alle manifestazioni del campionato di serie A fino ad arrivare ad una presenza di pubblico pagante pari al 50 per cento della capienza degli stadi contro il 90 per cento dell'affluenza inglese tra le principali cause ci sono la loro fatiscenza e la scarsa sicurezza;
per uno organico riequilibrio del sistema calcio è necessario un adeguamento strutturale e una revisione delle modalità di gestione degli stadi;
gli stadi italiani sono lontani dagli standard e dalle best practices europei e internazionali, sia con riferimento alle esigenze direttamente connesse all'evento sportivo, sia in relazione alla loro piena valorizzazione economica e sociale (con i cosiddetti stadi polifunzionali);
è necessario intervenire non solo al fine di aumentare i proventi del sistema ma anche per diversificarne la provenienza rispetto ai ricavi da diritti TV;
l'attuale situazione è anche causata dalla distinzione tra soggetto proprietario dell'impianto (nella maggior parte dei casi, l'ente locale) e soggetto che materialmente ne usufruisce;
sussiste un evidente interesse sociale a promuovere un mutamento delle modalità di fruizione da parte della comunità degli stadi e degli eventi sportivi che in essi si svolgono;
nel corso delle audizioni tenute dalla Commissione cultura è stata da più parti richiamata la necessità di uno snellimento del procedimento amministrativo per l'acquisizione del diritto di proprietà (o di superficie) dello stadio nonché per l'acquisizione di licenze per esercizi commerciali diversi dalle attività sportive mentre i rappresentanti della Lega nazionale professionisti e di alcune società sportive hanno sollecitato un nuovo quadro normativo finanziario per lo sviluppo dell'impiantistica sportiva;
la relazione conclusiva dell'indagine condotta dalla Commissione cultura della Camera nella XIV legislatura ha auspicato il superamento della distinzione tra soggetto proprietario e soggetto fruitore degli stadi, assicurando alle società di calcio - sia professionistiche che dilettantistiche - la loro gestione diretta attraverso la cessione della proprietà o del diritto di superficie, la costruzione di nuovi impianti da parte delle società o la costituzione di apposite società miste tra società di calcio ed enti locali;
il decreto ministeriale 6 giugno 2005 prevedeva l'esigenza degli impianti sportivi polifunzionali;
in sede di esame nelle Commissioni riunite II e VII, il sottosegretario di Stato per le politiche giovanili e le attività sportive ha precisato che vi é la disponibilità del Governo ad affrontare interventi di modifica sistematica della disciplina relativa agli stadi,
impegna il Governo
a prevedere ulteriori interventi normativi che incentivino le società di calcio professionistiche alla realizzazione di nuovi impianti sportivi ovvero alla ristrutturazione degli impianti esistenti nell'ambito di un piano di trasformazione strutturale che tenga conto, oltre che delle disposizioni previste dal decreto ministeriale 18 marzo 1996, recante norme di sicurezza per la costrizione e l'esercizio degli impianti sportivi così come modificato dal decreto 6 giugno 2005, anche della diversificazione delle attività all'interno della struttura a carattere polivalente, con una capienza non superiore ai 40.000 posti a sedere numerati, disposti in settori di capienza non superiore ai 100 spettatori e facilmente accessibili, e prevedendo l'eliminazione delle barriere separatrici fra tifoserie opposte e fra tifoserie e campo di gioco.
9/2340/12.Giancarlo Giorgetti, Ciocchetti, Caparini, Del Bue.
La Camera,
premesso che:
il nostro sistema sportivo ha bisogno di una riforma di sistema, che possa far tornare lo stadio un luogo frequentato dalle famiglie, di intrattenimento, di socialità e che nello stesso tempo diffonda ed accresca i principi e gli ideali sportivi;
tali misure, per essere efficaci, devono essere inserite nell'ambito di una riforma di sistema che preveda l'ammodernamento degli impianti sportivi di proprietà o direttamente gestiti dalle società calcistiche;
gli stadi italiani, a differenza di quelli di altri paesi europei come Inghilterra e Spagna, sono per la maggior parte inidonei ad un utilizzo polifunzionale;
dal 1997-98 è iniziato un graduale quanto inarrestabile calo degli spettatori e degli abbonati alle manifestazioni del campionato di serie A fino ad arrivare ad una presenza di pubblico pagante pari al 50 per cento della capienza degli stadi contro il 90 per cento dell'affluenza inglese; tra le principali cause ci sono la fatiscenza e la scarsa sicurezza;
i dati del Ministero dell'interno relativi al girone d'andata della stagione 2006-07 confermano che nell'opera di contrasto alla violenza negli stadi sono scesi in campo oltre 110.000 elementi della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, con un incremento complessivo del 4 per cento delle forze dell'ordine impiegate rispetto ai campionati dell'anno precedente, con un aumento del 42 per cento degli agenti feriti. Una interminabile serie di feriti che termina il 2 febbraio 2007 col decesso del 38enne ispettore capo Filippo Raciti;
il provvedimento in esame demanda ad un decreto ministeriale la disposizione dei requisiti, delle modalità, della selezione e della formazione del personale incaricato dei servizi di controllo (i cosiddetti steward) prevedendo una collaborazione con le forze dell'ordine,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di specificare, nell'ambito della predisposizione del decreto ministeriale di cui in premessa, che gli addetti alla sicurezza impiegati all'interno degli stadi hanno il compito di far rispettare il regolamento dell'impianto e in particolare:
a) prevenire la turbativa dell'ordine pubblico, gli atti di violenza a danno di persone o cose, il possesso e uso di sostanze alcoliche o droghe, di artifizi pirotecnici, di qualsiasi oggetto atto ad offendere, il divieto di ingresso in stato di ubriachezza, il lancio di oggetti, il tentativo di invasione di campo, le urla o cori inneggianti alla violenza;
b) segnalare alla competente autorità di polizia lo spettatore il cui comportamento
turbi l'ordinato svolgimento della manifestazione sportiva affinché sia allontanato dall'impianto sportivo;
c) controllare il regolare possesso del titolo d'accesso corredato da un documento di identità valido, sia al momento dell'ingresso nella struttura sia, nel caso lo ritengano opportuno, nel corso della manifestazione, per verificare la corrispondenza tra il titolare del tagliando ed il possessore dello stesso. In caso di difformità o in mancanza di un documento valido, sarà negato l'ingresso nella struttura ovvero il trasgressore sarà accompagnato all'uscita;
d) accogliere e instradare gli spettatori al loro arrivo all'interno della struttura e facilitarne l'uscita;
e) monitorare la densità del pubblico garantendo la separazione tra gli spettatori delle diverse tifoserie con l'obbligo di allontanamento dall'impianto nel caso in cui lo spettatore persista nell'inneggiare o indossare colori diversi da quelli della squadra per cui ha dichiarato la preferenza al momento dell'acquisto del biglietto;
f) verificare, alla vigilia degli incontri sportivi, la predisposizione di tutte le misure organizzative dell'evento e quelle atte a superare contingenti situazioni di criticità che potrebbero minare il regolare svolgimento della manifestazione;
h) coordinarsi con le forze dell'ordine.
9/2340/13.Caparini, Folena, Bono, Barbieri, Ciocchetti, Pescante, Del Bue.
La Camera,
premesso che;
il nostro sistema sportivo ha bisogno di una riforma di sistema, che possa far tornare lo stadio un luogo frequentato dalle famiglie, di intrattenimento, di socialità e che nello stesso tempo diffonda ed accresca i principi e gli ideali sportivi;
tali misure, per essere efficaci, devono essere inserite nell'ambito di una riforma di sistema che preveda l'ammodernamento degli impianti sportivi di proprietà o direttamente gestiti dalle società calcistiche;
gli stadi italiani, a differenza di quelli di altri paesi europei come Inghilterra e Spagna, sono per la maggior parte inidonei ad un utilizzo polifunzionale;
dal 1997-98 è iniziato un graduale quanto inarrestabile calo degli spettatori e degli abbonati alle manifestazioni del campionato di serie A fino ad arrivare ad una presenza di pubblico pagante pari al 50 per cento della capienza degli stadi contro il 90 per cento dell'affluenza inglese; tra le principali cause ci sono la fatiscenza e la scarsa sicurezza degli impianti;
i dati del Ministero dell'interno relativi al girone d'andata della stagione 2006-07 confermano che nell'opera di contrasto alla violenza negli stadi sono scesi in campo oltre 110.000 elementi della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, con un incremento complessivo del 4 per cento delle forze dell'ordine impiegate rispetto ai campionati dell'anno precedente, con un aumento del 42 per cento degli agenti feriti. Una interminabile serie di feriti che termina il 2 febbraio 2007 col decesso del trentottenne ispettore capo Filippo Raciti;
il provvedimento in esame demanda ad un decreto ministeriale la disposizione dei requisiti e delle modalità, della selezione e della formazione del personale incaricato dei servizi di controllo, prevedendo una collaborazione con le forze dell'ordine,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di effettuare un monitoraggio sull'attuazione delle disposizioni del decreto in legge e di predisporre iniziative normative volte a specificare che la gestione della sicurezza all'interno dell'impianto sportivo è assicurata dalle società sportive sulla base del regolamento e
di un protocollo d'intervento definito con gli organi di polizia, lasciando alle forze dell'ordine, in condizioni normali, il presidio dell'area esterna al luogo ove si svolge la manifestazione e a valutare, in tale contesto, altresì, l'opportunità che le società sportive ospitanti si dotino di un numero di incaricati dei servizi di controllo (steward), opportunamente addestrati ed abilitati, proporzionale ai posti disponibili. Le spese sostenute per garantire la sicurezza pubblica, e quindi anche i costi delle forze dell'ordine impiegate nel corso della manifestazione sportiva, saranno a carico della società calcistica ospitante,
9/2340/14. (nuova formulazione). Lussana, Del Bue, Caparini.
La Camera,
premesso che:
il nostro sistema sportivo ha bisogno di una riforma di sistema, che possa far tornare lo stadio un luogo frequentato dalle famiglie, di intrattenimento, di socialità e che nello stesso tempo diffonda ed accresca i principi e gli ideali sportivi;
tali misure, per essere efficaci, devono essere inserite nell'ambito di una riforma di sistema che preveda l'ammodernamento degli impianti sportivi di proprietà o direttamente gestiti dalle società calcistiche;
gli stadi italiani, a differenza di quelli di altri paesi europei come Inghilterra e Spagna, sono per la maggior parte inidonei ad un utilizzo polifunzionale;
dal 1997-98 è iniziato un graduale quanto inarrestabile calo degli spettatori e degli abbonati alle manifestazioni del campionato di serie A fino ad arrivare ad una presenza di pubblico pagante pari al 50 per cento della capienza degli stadi contro il 90 per cento dell'affluenza inglese; tra le principali cause ci sono la fatiscenza e la scarsa sicurezza degli impianti;
i dati del Ministero dell'interno relativi al girone d'andata stagione 2006-07 confermano che nell'opera di contrasto alla violenza negli stadi sono scesi in campo oltre 110.000 elementi della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, con un incremento complessivo del 4 per cento delle forze dell'ordine impiegate rispetto ai campionati dell'anno precedente con un aumento del 42 per cento degli agenti feriti. Una interminabile serie di feriti che termina il 2 febbraio 2007 col decesso del trentotenne ispettore capo Filippo Raciti;
il provvedimento in esame demanda ad un decreto ministeriale la disposizione dei requisiti e delle modalità della selezione e della formazione del personale incaricato dei servizi di controllo, prevedendo una collaborazione con le forze dell'ordine;
il personale incaricato dei servizi di controllo ha il compito di far rispettare le regole dell'impianto sportivo anche al fine di coadiuvare le forze dell'ordine nell'esercizio delle proprie funzioni in base al protocollo di sicurezza coordinato tra la pubblica autorità e il responsabile alla sicurezza dell'impianto incaricato dalla società sportiva ospitante,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di specificare che il regolamento dell'impianto sportivo deve prevedere l'indicazione del rispetto delle norme di sicurezza, del regolare e dell'ordinato svolgimento della manifestazione sportiva:
a) il divieto di possesso di sostanze alcoliche o droghe e la punibilità dello stato di ubriachezza;
b) la punibilità della turbativa dell'ordine pubblico, per la violenza o minaccia di violenza a danno di persone o cose, per il lancio di oggetti, l'invasione di campo;
c) il divieto di possesso di qualsiasi oggetto atto ad offendere o di artifizi pirotecnici;
d) per l'accesso all'impianto é richiesto il possesso di un documento di identità valido, da esibire a richiesta del personale della società, per verificare la corrispondenza tra il titolare del tagliando ed il possessore dello stesso;
e) l'allontanamento dall'impianto dello spettatore che urla o partecipi a cori inneggianti alla violenza, inneggi o indossi i colori diversi da quelli della squadra per cui ha dichiarato la preferenza al momento dell'acquisto del biglietto o che non occupi il posto assegnato;
f) l'allontanamento dall'impianto sportivo e la segnalazione alla competente autorità di polizia nel caso in cui lo spettatore con il suo comportamento si accinga a turbare l'ordinato svolgimento della manifestazione sportiva.
9/2340/15.Pini, Caparini, Del Bue.
La Camera,
premesso che:
nel corso dell'esame parlamentare del presente decreto-legge é emerso più volte l'orientamento da parte del Governo di attribuire, in una prospettiva futura, la proprietà degli impianti in cui si svolgono le manifestazioni sportive alle società cui fa capo la titolarità delle squadre;
tale orientamento appare condivisibile, soprattutto alla luce del ruolo che a tali società potrebbe essere riconosciuto in materia di sicurezza all'interno degli impianti,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare, successivamente alla realizzazione della riforma richiamata nelle premesse, ulteriori iniziative normative volte a prevedere in capo ai proprietari degli impianti sportivi, l'obbligo dell'istituzione del responsabile unico della sicurezza, cui riconoscere compiti in materia di sanzioni amministrative, di risarcimento di danni a terzi, di coordinamento e controllo del personale addetto all'impianto, di supporto alle forze dell'ordine.
9/2340/16.Buontempo.
La Camera,
premesso che l'attuale decreto-legge prevede misure interdittive applicabili, in certe ipotesi, anche a prescindere all'esistenza di fatti integranti fattispecie penali; che talune di queste misure, consistenti nella inibizione temporanea di assistere a manifestazioni sportive del settore calcistico, sono comminate dall'autorità di pubblica sicurezza senza l'intervento dell'autorità giudiziaria;
considerato che in uno Stato di diritto come il nostro, dove l'ordinamento giuridico tutela e garantisce ogni manifestazione della personalità ed ogni libertà di partecipazione, qualunque limite dovrebbe essere legittimato dall'intervento della magistratura,
impegna il Governo
a rivedere, con un organico piano di riforma, i vari aspetti del sistema penale e del sistema processuale che comportino misure interdittive o limitative della libertà di assistere a manifestazioni di qualunque natura, comprese quelle sportive: in particolare di attribuire all'autorità giudiziaria il relativo potere di inibizione temporanea o di limitazione affinché sia la magistratura, sia pure su iniziativa o su stimolo di altre autorità, a valutare i fatti cui le misure siano collegate e a comminare il tipo e l'entità della sanzione; auspicando che di tale problematica si occupino al più presto le apposite Commissioni costituite presso iì Ministero della giustizia per la riforma del sistema penale e del codice di procedura penale al fine di
tempestive ìniziative di riforma nel senso indicato.
9/2340/17.Buemi, D'Elia, Mancini, Turco, Mellano.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 11 del provvedimento in esame prevede la presentazione da parte del Governo di un programma straordinario per l'impiantistica sportiva
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere che il suddetto programma contenga strumenti idonei a facilitare il passaggio dell'impiantistica destinata allo sport professionistico del calcio alle società calcistiche e a riconvertire gli stessi impianti polifunzionali, aperti per tutta la settimana, o edificare nuovi impianti con il concorso dei soggetti privati.
9/2340/18.Del Bue.