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Allegato B
Seduta n. 146 del 18/4/2007
...
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta in Commissione:
SAGLIA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - Premesso che:
con lettera del 21 marzo u.s. il Procuratore della Repubblica, il Presidente
del Tribunale e il Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Brescia hanno inviato congiuntamente una nota a tutte le maggiori cariche istituzionali del territorio denunciando la grave situazione in cui versano rispettivamente il Tribunale Ordinario e la Procura della Repubblica;
la nota, inviata per conoscenza anche al Ministro, lamenta l'assoluta insufficienza delle piante organiche sia del Tribunale Ordinario che della Procura, uffici sottodimensionati per numero di magistrati, di personale amministrativo e di risorse materiali;
il Tribunale di Brescia si pone al quinto posto su scala nazionale per numero di abitanti e per numero di affari civili e penali contando solo 61 magistrati con un rapporto giudice/popolazione pari a 1/17.838;
da un raffronto coi quattro Tribunali che per popolazione superano quello di Brescia (Roma, Napoli, Milano e Torino) si deduce che i succitati godono di organici ben superiori e, equiparando i dati, i 61 magistrati operanti a Brescia risultano nel numero ben al di sotto della media nazionale con un carico individuale per ciascun magistrato pari a 123,8 procedimenti;
anche la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brescia lamenta croniche inadeguatezze con un organico di 23 magistrati (20 Sostituti, 2 Procuratori aggiunti ed il Procuratore) ed un carico individuale per giudice pari a 5.120 procedimenti;
per la Procura di Brescia il rapporto è di un magistrato ogni 47.311 abitanti con evidente squilibrio soprattutto se comparato con altre realtà aventi popolazioni più ridotte e realtà economiche meno sviluppate rispetto a quella bresciana;
in particolare, l'organico del personale amministrativo della Procura della Repubblica di Brescia è costituito da 101 unità previste in pianta ma, stando alla data del febbraio scorso, solo 86 unità risultano essere in servizio e di questi 14 hanno trasformato il proprio rapporto di lavoro in part-time;
Brescia e il suo circondario conta 1 milione 88 milaabitanti circa con un rapporto di un dipendente amministrativo su 10.774 abitanti palesando un evidente sottodimensionamento rispetto ad altre realtà territoriali di inferiore popolazione e con attività economiche meno sviluppate -:
se sia a conoscenza del Ministro la grave situazione generale in cui versa il comparto giustizia a Brescia quali iniziative di propria competenza si intendano adottare per dotare gli uffici competenti di unità lavorative aggiuntive sia per gli organici dei magistrati giudicanti e requirenti che per quelli del personale amministrativo; quale sia la ragione di un'evidente sperequazione tra la realtà bresciana - che per quantità di processi si pone al quinto posto su scala nazionale - rispetto ad altri circondari e quali iniziative intenda assumere perché Brescia sia dotata di risorse quantomeno pari a quelle di altri Uffici del Paese.
(5-00948)
Interrogazione a risposta scritta:
TURCO, BELTRANDI, CAPEZZONE, D'ELIA, MELLANO e PORETTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 24 marzo 2007 sul settimanale Controsenso, distribuito gratuitamente in allegato anche al giornale lucano La Nuova del Sud, è stato pubblicato il seguente articolo firmato da Filippo Laganà dal titolo «Le relazioni misteriose della sanità - Inquietanti omonimie o effettive parentele, pongono dei seri interrogativi sui meccanismi in atto al San Carlo e in alcuni centri di fisiokinesiterapia»: «Si potrà trattare di una semplice omonimia, addirittura di un errore di comprensione. Ma quando l'ufficio del personale dell'Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza ci ha confermato l'esistenza di un
"Luigi Grimaldi" fra i suoi dipendenti non potevamo non fare tremila collegamenti in 3 secondi. Al punto che, dall'altro capo del filo, la voce impersonale dell'addetto all'ufficio continuava a chiedere se era tutto chiaro, se avevamo capito bene, persino se eravamo ancora in linea. Qualche parola di ringraziamento e congedo e subito a scrivere, di corsa. Cosa ci fa un Luigi Grimaldi ai vertici dell'economato del San Carlo (e che fine ha fatto il dottor Pergola, ancora in servizio)? E, soprattutto, chi è Luigi Grimaldi? In questi giorni si è fatto un gran parlare del Direttore Generale dell'Asl "San Carlo". Fra le tante vicende che lo hanno visto chiamato in causa a vario titolo in prima persona la più nota agli italiani è certamente quella relativa alla scomparsa di Elisa Claps. Ebbene, forse a molti sarà sfuggito oppure noi stessi ricordiamo male, ma il capo della squadra mobile che condusse le prime indagini era proprio un Luigi Grimaldi. Omonimo del neo assunto da Michele Cannizzaro, il 2 febbraio 2007. Ma non si tratta dell'unica assunzione che desta qualche interrogativo. Forse sarebbe opportuno che si rendesse pubblica una tabella dei magistrati in organico presso i tribunali di Matera e Potenza che hanno parenti prossimi in questa o quella ASL, in questo o quell'ufficio regionale, subregionale o ente controllato. Così, tanto per consentire a qualche "normale" cittadino di esercitare un minimo controllo e chiedere, opportunamente, l'astensione dei magistrati in procedimenti che vedono, fra le parti in causa, i datori di lavoro dei propri cari. Può essere utile, tanto per documentare il "sistema" degli affari che coinvolge politici, magistrati e imprenditori e che il Dottor Folino (capogruppo DS nel Consiglio Regionale di Basilicata) si ostina a non vedere, commentare la delibera di Giunta Regionale n. 2793 del 29 novembre 2004. Presenti: Filippo Bubbico, Presidente; Carlo Chiurazzi, Assessore; Gaetano Fierro, Assessore; Donato Salvatore, Assessore; Giovanni Carelli, Assessore. Gli assessori presenti ed il presidente Bubbico "vedono" la nota prot. 78/07/04 del 23 luglio 2004 acquisita al protocollo regionale il 6 settembre 2004 (non male, solo 45 giorni!) con cui si comunica "che, con decorrenza 22 luglio 2004, il socio Dott. Cannizzaro Michele ha ceduto tutte le quote societarie al Sig. Cannizzaro Camillo". Di quale società? "Dell'ambulatorio di fisiocinesiterapia e rieducazione funzionale Genovese Camillo s.r.l.". Esiste un qualche rapporto di parentela fra Michele e Camillo? Non è dato sapere. È certo, dall'atto notarile di cessione delle quote, che abitano allo stesso indirizzo. L'esigenza di cedere le quote societarie in capo al dottor Michele Cannizzaro era scaturita in seguito alla sua domanda di concorrere per la dirigenza della ASL San Carlo, esitata favorevolmente e, quindi, dalla incompatibilità che sarebbe sorta fra il ruolo istituzionale di direttore generale di una ASL e quello meramente imprenditoriale di socio di un'azienda che svolge servizi in convenzione per la medesima Asl. Ma, ci chiediamo, se Camillo fosse il figlio di Michele, l'incompatibilità risulterebbe cessata? Domanda per il dottor Folino, fiduciosi che voglia accoglierla non come parte di un piano per screditare la Basilicata. Ci basterebbe chiarire come mai fra una "Vista", un "Rilevato", un "Dato Atto", un "Considerato" e via dicendo, la Giunta non si accorge che un centro di fisiocinesiterapia intestato al figlio del Direttore Generale del San Carlo, nonché figlio del sostituto procuratore della DDA di Potenza, aumenta di anno in anno le prestazioni ed il fatturato mentre gli altri centri "concorrenti" faticano e vedere riconfermate le proprie convenzioni. Già nel 2001, la dottoressa Felicia Genovese ebbe ad astenersi in un procedimento a carico di politici e funzionari regionali. Motivo? Il conflitto per il fatto che suo marito (Michele Cannizzaro) era socio in una società che aveva in essere convenzioni con la Regione Basilicata. La Camillo Genovese srl. Ci sono state altre astensioni dopo quella del 2001? Bisognerebbe chiederlo alla dottoressa Felicia Genovese che pure, a memoria d'uomo, ci pare abbia tenuto più di un procedimento a carico di amministratori regionali. Celebre quello per la ASL di Venosa che, dopo una
richiesta di archiviazione non accolta, la vide astenersi ma non con la tempestività sufficiente a scongiurare una richiesta di approfondimento avanzata dal GIP Iannuzzi direttamente alla Procura della Repubblica di Catanzaro. I recenti fatti di cronaca giudiziaria parlano di una vera e propria ipotesi di reato, finita fra le tante dell'inchiesta "toghe lucane" incardinata presso la competente Procura della Repubblica di Catanzaro. Eppure sarebbe bastato così poco, sarebbe bastato che ci si accontentasse di un solo lavoro; che si lasciasse qualche spazietto ad altri imprenditori o dirigenti»;
sarebbe necessario assumere iniziative, anche alla luce delle inchieste in corso da parte della Procura della Repubblica di Catanzaro, per verificare cosa è effettivamente avvenuto in Basilicata nel corso degli anni, se e quali provvedimenti intendano adottare per evitare il ripetersi di tali fatti-:
se il dottor Luigi Grimaldi è ancora in forza alla Polizia di Stato o, in caso contrario, per quali motivi e da quando e, in tal caso, se risulti che è attualmente ai vertici dell'economato dell'Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza;
se vi sono fatti nuovi relativamente alla scomparsa di Elisa Claps.
(4-03345)