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Allegato B
Seduta n. 146 del 18/4/2007
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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, per sapere - premesso che:
il 2 aprile 2007, l'Agenzia del territorio, come previsto dal collegato fiscale e dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (finanziaria 2007), ha provveduto ad operare un aggiornamento dei valori dei terreni, utilizzando le informazioni fornite dall'Agea, la quale ha comunicato i dati catastali e colturali riferiti al 2006 relativi alle domande per la richiesta dei contributi comunitari e sulla base di queste, secondo un sistema di algoritmi, sono stati determinati nuovi e contestati valori dei terreni agricoli;
le modalità applicative messe in atto dall'Agenzia stanno determinando una situazione di disagio e preoccupazione per gli agricoltori sia per l'impatto burocratico, sia per le conseguenze di natura fiscale, in quanto sono stati apportati automaticamente i ritocchi senza tenere conto della specificità colturali e del tutto
sganciati dalle realtà colturali delle aziende agricole, al punto che, per esempio, le coltivazioni di pomodoro sono tutte catalogate come «coltura orto irriguo», comprese quelle destinate alla trasformazione industriale, con conseguente ed ingiustificato aumento delle rendite catastali che dovranno essere impiegate già nelle dichiarazioni 730/07 e Unico 2007;
come disposto dalla legge finanziaria 2007, ai possessori di terreni sottoposti a revisione catastale per l'anno 2006, non viene notificata ad personam la nuova situazione catastale, ma tale atto viene sostituito dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di un comunicato con l'elenco dei Comuni per i quali è stata completata la revisione del catasto terreni e, quindi, competerà direttamente ai possessori dei terreni interessati verificare le eventuali variazioni apportate alle singole particelle catastali e la loro correttezza;
la data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale assume particolare rilievo perché da quel momento gli agricoltori hanno sessanta giorni di tempo per presentare eventuali ricorsi e tutta questa situazione di incertezza e di confusione esplosa alla vigilia degli adempimenti fiscali comporta per l'anno 2006, a valere dalle dichiarazioni dei redditi 730 e Unico 2007, la conseguenza di dover dichiarare dei redditi che, se ritenuti illegittimi, non potranno essere contestati per mancanza dei tempi necessari per l'instaurazione di un costruttivo contraddittorio con gli uffici del catasto;
l'obiettivo del Governo, attraverso la revisione degli estimi catastali, era quello di far emergere situazioni di elusione e di evasione legati ad immobili non più utilizzati per attività propriamente agricole e non certo, come invece sta accadendo, di aggravare il carico fiscale delle aziende agricole regolarmente operanti -:
se il ministro interrogato non ritenga opportuno assumere urgenti ed opportune iniziative, al fine di sospendere l'applicazione della norma per l'anno di imposta 2006 e farla decorrere a partire dal 1o gennaio 2008, sia per le imposte sui redditi, sia ai fini Ici, dando così tempo e modo di determinare procedure che consentano un riallineamento dei dati catastali realmente aderente alla realtà e che non impatti in maniera devastante sui bilanci, già fortemente provati, delle imprese.
(2-00470) «Pedrizzi, La Russa, Germontani, Lisi, Raisi, Armani, Castellani, Forlani, Ronconi, Consolo, Gasparri, Airaghi, Foti, Gamba, Buontempo, Filipponio Tatarella, Giorgio Conte, Menia, Catanoso, D'Ippolito Vitale, Mancuso, Ulivi, Perina, Benedetti Valentini, Aracu, Germanà, Stagno D'Alcontres, Mondello, Lenna, Urso, Fasolino, Stradella, Di Virgilio, Ceccacci Rubino, Giuseppe Fini, Pelino, Iannarilli, Mistrello Destro, Gianfranco Conte, Fabbri, Brancher, Amoruso, Bocchino, Murgia, Nespoli, Salerno, Scalia, Lamorte, Proietti Cosimi, Rositani, Alfredo Vito».
Interrogazione a risposta orale:
SANNA, SCHIRRU e FADDA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la legge 11 aprile 2006 n. 81, di conversione del decreto legge n. 2 del 10 gennaio 2016, prevede all'articolo 2 che sia approvato il piano per la realizzazione e la riconversione della produzione bieticola-saccarifera in conformità con la regolamentazione comunitaria;
il piano tiene conto degli impegni alla riconversione degli stabilimenti dismessi, sanciti dal protocollo quadro nazionale sottoscritto dalle parti sociali l'8 febbraio 2006;
il piano prevede, da un lato, una consistente concentrazione della capacità produttiva di zuccheri negli stabilimenti che le singole industrie hanno identificato
e dall'altro la riconversione, nell'ambito della filiera agroenergetica, degli impianti dismessi garantendo il recupero dei livelli occupazionali attuali;
in questo ambito nel 2005 lo zuccherificio di Villasor (Sardegna, Provincia di Cagliari), di proprietà della Eridania-Sadam, ha cessato l'attività produttiva e ha collocato i 65 dipendenti in cassa integrazione per avviare il processo di riconversione industriale;
tra la Regione Sarda, Enti locali e Azienda attraverso lo strumento dell'Accordo di Programma con il coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori e delle Organizzazioni Agricole è stata definita un'intesa che prevede:
1. ridefinizione della filiera agricola produttiva incentivando la trasformazione in coltivazioni oleaginose e di biomassa;
2. l'assorbimento dell'occupazione, impiegata nello zuccherificio, dalla nuova industria agroenergetica;
3. il mantenimento dell'indotto generato dalla coltivazione della barbabietola (occupati agricoli, mezzi tecnici per la raccolta, trasporti, etc.);
4. il mantenimento nei siti dismessi e nei territori interessati delle attività produttive agricole e industriali;
dal 2006 la Regione Sarda sta operando, insieme alla Sadam-Eridania, per la riconversione dell'impianto di Villasor in una centrale energetica alimentata da biomasse per la produzione di 47 megawatt, alla quale si aggiunge un impianto per la produzione di biodiesel della capacità di 35 tonnellate l'anno e una filiera agricola di 6 mila ettari di oleaginose, 12 mila ettari per il biodiesel e 7 ettari per le biomasse. L'investimento complessivo è di 130 milioni di euro con contratti di coltivazione di 12 anni e una compartecipazione dell'associazione dei produttori alla società sino al 40 per cento del capitale sociale.
poiché sta maturando la proposta di ubicare l'impianto e le coltivazioni in un'area distante circa 80 chilometri da Villasor vanificando tutte le logiche che sovrintendono i progetti di riconversione previsti dalla legge n. 81 del 2006 e dal piano per la razionalizzazione e la riconversione della produzione bieticola-saccarifera redatto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nel gennaio 2007 e creando notevoli tensioni sociali e territoriali;
la vicenda è in esame presso il ministero interrogato -:
se non ritenga di dovere richiamare l'Azienda (Eridania-Sadam) e le istituzioni territoriali interessate al pieno rispetto degli impegni assunti per salvaguardare i livelli occupazionali e le attività agro-industriali ed energetiche nei territori storicamente interessati dalla coltivazione della barbabietola evitando delocalizzazioni produttive assolutamente insostenibili sul piano economico e sociale.
(3-00826)
Interrogazioni a risposta scritta:
MADERLONI, FRANCI, CESINI e LOMBARDI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
un intervento circa l'estensione al settore della pesca ed acquacoltura del regime speciale di compensazione IVA al pari del settore agricolo era stato inserito in via sperimentale per un anno nella finanziaria 2006 (mantenuto nella Legge Finanziaria 2007) demandando a decreti attuativi successivi la sua applicazione ed operatività;
la norma richiesta al fine di renderlo operativo non è stata ancora emanata, tenuto conto che è trascorso ormai più di un anno e ulteriori ritardi risulterebbero difficilmente comprensibili ed oltremodo punitivi per il settore;
vista la necessità di dare una risposta concreta alle cooperative ed alle imprese di pesca investite da una pressante crisi -:
quali sono i tempi di emanazione del decreto attuativo volto a rendere operativo l'Iva agevolata per il settore della pesca;
se ritenga, inoltre, che tale intervento possa divenire strutturale e definitivo per il settore, in ragione dell'equiparazione dell'imprenditore ittico a quello agricolo.
(4-03317)
FERDINANDO BENITO PIGNATARO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il Ministero delle politiche agricole in data 22 marzo 2007, ha predisposto un decreto ministeriale che modifica il decreto del 5 agosto 2004 in materia di riforma PAC;
il nuovo decreto ministeriale introduce all'articolo 2 il seguente comma: «6. In applicazione dell'articolo 70 del regolamento (CE) n. 796/2004 per l'anno 2007 non sono corrisposti aiuti di ammontare inferiore a euro 50. Tale limite è elevato a euro 100 a partire dall'anno 2008»;
negli anni precedenti si sono verificati già tagli degli aiuti ai produttori sotto le 0,30 ha, ai quali oggi si aggiungerebbero anche i tagli degli aiuti comunitari;
gli effetti di tale decreto provocherebbero l'espulsione nel biennio 2007/2008 di ben 150.000 piccoli produttori dagli aiuti PAC, pari al 10 per cento dell'attuale platea degli aventi diritto ed una sottrazione di risorse agli stessi di 8,5 milioni di euro;
gli esclusi che già oggi hanno maturato il titolo per la riscossione sono essenzialmente lavoratori agricoli e pensionati che integrano il proprio reddito con piccole attività di produzioni agricole, svolgendo altresì un'azione rilevante di funzione ambientale e di tutela del territorio, in particolare nelle aree interne del Paese;
questa politica di tagli colpisce ancora una volta i piccoli produttori in favore degli agrari, invece di mettere il tetto agli aiuti per le grandi aziende come prevede la normativa europea;
alla base di tale provvedimento vi è l'elevato costo della burocrazia amministrativa, ma anziché provvedere alla riduzione dei costi della stessa, si è pervenuti alla soluzione di negare i diritti dei piccoli produttori agricoli, i quali con la loro quota hanno provveduto a determinare il plafond nazionale degli aiuti;
la loro esclusione quindi non colpisce solo redditi individuali ma interi territori soprattutto delle aree meridionali, tutto ciò in piena contraddizione con tutte le affermazioni di politiche a favore dello sviluppo locale -:
quali iniziative intenda intraprendere il ministro per non penalizzare i piccoli produttori e nei casi di bassi importi economici realizzare eventualmente un pagamento che accomuna più anni per il periodo in cui si ha diritto, riportando così ad una sola pratica la procedura amministrativa.
(4-03336)