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Allegato B
Seduta n. 146 del 18/4/2007
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazioni a risposta scritta:
BELLANOVA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere, premesso che:
in riferimento alla precedente interrogazione a risposta scritta 4-00856 con cui si chiedevano informazioni in merito Programma di Sviluppo Locale dell'area di Lecce per il quale è stato stabilito con Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del 31 maggio 1999 un contributo a carico del Fondo per lo Sviluppo pari a 10.716.997,11 euro,
i fondi sui quali è stata impegnata la somma assegnata al programma Sisri risultano di competenza dell'esercizio finanziario 1998 e dal primo gennaio 2006 risultano andati in perenzione;
l'8 giugno 2006 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con nota n. 14/000408 ha chiesto la reiscrizione in bilancio dei fondi andati perenti per l'esercizio finanziario corrente;
in merito all'interrogazione già presentata, il Ministero del lavoro e della Previdenza Sociale rispondeva che la procedura istruttoria necessaria alla definizione del saldo è stata completata solo nel dicembre 2005 con la trasmissione da parte dell'Ente gestore della necessaria documentazione integrativa, e che una volta eseguita la reiscrizione dei fondi da
parte del Ministero dell'economia e delle finanze sarà dato inizio alla procedura di pagamento;
non essendo state liquidate le somme entro il 31 dicembre 2006 il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, non disponendo della cassa per disporre i pagamenti, ha richiesto al Ministero dell'economia e delle finanze l'attivazione di nuova procedura per la liquidazione del Programma -:
cosa intendano fare i ministri interroganti per accelerare l'iter di erogazione dell'ultima rata del finanziamento, in considerazione delle gravissime difficoltà finanziarie in cui si trovano i trentacinque Comuni aderenti al Programma di Sviluppo, di cui il Consorzio Sisri è stato capofila, con impegni di spesa assunti per centinaia di migliaia di euro.
(4-03322)
OLIVIERI, MARIO RICCI e ROCCHI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
da qualche mese la Direzione del personale del cantiere «Fincantieri» di Sestri Ponente (Genova) ha adottato modalità di gestione della vigilanza che, a giudizio degli interroganti, sono lesive della dignità e dei diritti dei lavoratori;
tali atteggiamenti aziendali hanno provocato giustificate proteste da parte della Rappresentanza Sindacale Unitaria del cantiere;
in particolare, secondo informazioni in possesso degli interroganti, lavoratori in uscita dal cantiere, in violazione a quanto disposto dalla legge n. 300 del 1970, sono sottoposti a perquisizione di borse, zainetti eccetera a discrezione del personale di vigilanza, senza quindi che siano attivi i sistemi di selezione automatica previsti;
il personale preposto alla vigilanza, composto da guardie giurate dipendenti della stessa Fincantieri o dalla società «La portuale», secondo informazioni in possesso degli interroganti, è presente abitualmente nelle officine ed a bordo delle navi durante lo svolgimento dell'attività lavorativa e, in più occasioni, ha contestato a lavoratori dipendenti Fincantieri o delle ditte d'appalto comportamenti e fatti non inerenti la tutela del patrimonio aziendale;
secondo informazioni in possesso degli interroganti, inoltre, si sarebbero verificati casi di lavoratori dipendenti di ditte d'appalto che sarebbero stati privati del permesso di entrare in cantiere per il solo fatto di aver protestato nei confronti degli abusi segnalati. Tale circostanza appare particolarmente grave ove si consideri che il ritiro del permesso di entrare in cantiere può significare la perdita del posto di lavoro per chi operasse alle dipendenze di ditte che non hanno altri appalti oltre a quelli in essere nel cantiere di Sestri Ponente. Occorre poi considerare le conseguenze nel caso in cui il permesso di entrata fosse ritirato ad uno dei tanti lavoratori extracomunitari che operano alle dipendenze delle ditte d'appalto -:
se il Governo intenda intervenire su Fincantieri, gruppo industriale pubblico, per far sì che nello stabilimento di Sestri Ponente cessino i soprusi e venga ripristinata la legalità democratica.
(4-03337)
MISIANI, SANGA e LOCATELLI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la Plati S.p.A. di Madone (Provincia di Bergamo), realtà industriale storica dell'isola bergamasca, opera nel settore dei cablaggi elettrici ed elettronici. Oltre alla società madre, il gruppo Plati si compone di altre otto unità produttive, ognuna delle quali è specializzata in vari settori (audio-video, telefonia, informatica, industria, auto, ecc.) e da quattro filiali produttive internazionali situate in Ungheria, Polonia, Messico e Cina;
negli ultimi anni, in seguito al trasferimento in Europa Orientale di una parte consistente degli impianti esistenti a Madone, le attività italiane del gruppo hanno subìto un netto ridimensionamento,
con una sensibile diminuzione degli organici (circa 100 unità in meno). Attualmente lo stabilimento bergamasco del gruppo conta 159 dipendenti (94 operai e 65 impiegati);
questa fase di riduzione dell'occupazione è stata gestita dall'azienda utilizzando gli ammortizzatori sociali e concordando nel 2004 con le organizzazioni sindacali un piano industriale che prevedeva l'impegno da parte della proprietà di effettuare una serie di investimenti per estendere lo spettro delle produzioni dello stabilimento italiano, con particolare riferimento a quelle con contenuto tecnologico più avanzato. Contestualmente, l'azienda aveva assunto l'impegno di mantenere i livelli occupazionali esistenti;
in realtà, gli investimenti previsti nel piano industriale non sono mai stati realizzati, e anche la ricerca di nuovi clienti che avrebbero dovuto permettere di allargare la gamma di prodotti non ha sortito risultati apprezzabili. Parallelamente, negli ultimi due anni altre tre piccole aziende situate a Madone e riconducibili alla proprietà del gruppo sono state chiuse. La stessa proprietà ha recentemente annunciato anche la chiusura entro maggio 2007 della Ecab, azienda attiva nei pre-montaggi elettrici che occupa 13 dipendenti ed è situata sempre nel Comune di Madone;
in questo quadro, nonostante il buon andamento dei conti economici del gruppo e le ripetute assicurazioni da parte della direzione aziendale di non prevedere ulteriori interventi di riorganizzazione, il 3 aprile, senza alcuna discussione preventiva, la Plati ha comunicato alle organizzazioni sindacali l'apertura della procedura di mobilità per 51 persone (44 operai e 7 impiegati), motivando tale scelta con la necessità di ottimizzare e ridurre i costi e di ridefnire il proprio posizionamento strategico internazionale. Giovedì 12 aprile si è svolto un primo incontro tra la proprietà e la RSU aziendale, con esiti interlocutori;
con la riorganizzazione ipotizzata dalla proprietà, la produzione a Madone verrebbe quasi del tutto smantellata per lasciare in loco solamente un piccolo distaccamento logistico, con gravi conseguenze sulla occupazione delle aziende dell'indotto in una zona, quella dell'isola bergamasca, che soffre altre situazioni di crisi. La riduzione dell'organico avverrebbe in un'azienda con personale composto, per circa la metà, da giovani donne il cui ricollocamento risulta - come evidenziato dalle organizzazioni sindacali - particolarmente problematico -:
quali interventi intendano mettere in atto per salvaguardare le lavoratrici e i lavoratori della Plati e della Ecab di Madone.
(4-03341)