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Allegato B
Seduta n. 146 del 18/4/2007
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazione a risposta in Commissione:
FAVA e ALLASIA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
come appreso dalle agenzie di stampa dopo un lungo periodo di silenzio ed inattività finalmente si è deciso dimobilitare tutte le categorie interessate alla lotta alla contraffazione e risulta interrogante un tavolo permanente al ministero dello sviluppo economico;
dalle intenzioni dei proponenti trapela come il tavolo servirà ad elaborare strategie di contrasto ad un fenomeno che rappresenta il 7 per cento del commercio mondiale per un valore di 450 miliardi di dollari;
l'alto commissario per la lotta alla contraffazione, Giovanni Kessler, sottolinea che occorre anche una risposta internazionale. E per tutelare il mercato arriveranno 14 desk anti-falso presso le sedi estere dell'Ice, peraltro già varati e finanziati dal precedente Governo;
bene aprire desk all'estero ma forse si è dimenticato come il giro d'affari dei falsi in Italia è risultato pari nel 2005 a 3,5-7 miliardi di euro, di cui il 60 per cento si riferisce a prodotti d'abbigliamento e di moda, mentre il resto è rappresentato da orologeria, beni di consumo, componentistica, audiovisivo, software;
risulta completamente dimenticato il numero verde che era stato istituito a sostegno e per la collaborazione con i cittadini;
quotidianamente sulle nostre strade e nei mercati vediamo il proliferare del commercio di merci contraffatte, che oltre ad acuire le problematiche economiche per le nostre imprese possono arrecare danni alla salute dei cittadini;
apprendiamo quindi con «soddisfazione» della presa di coscienza dell'alto commissario per la lotta alla contraffazione, Giovanni Kessler, ma nei mesi trascorsi dalla sua nomina non abbiamo avuto notizia di attività significative a contrasto di tale attività, e queste dichiarazioni sono state recuperate a «fatica» non avendo riscontro sui media-:
cosa intenda fare il Governo affinché il Commissariato per la lotta alla contraffazione possa operare a tutela delle imprese e dei consumatori predisponendo un serio programma operativo.
(5-00947)
Interrogazioni a risposta scritta:
ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi le organizzazioni sindacali dei lavoratori elettrici (Filcem, Flaei, Uilcem) della provincia di Reggio Calabria, hanno dato notizia della paventata soppressione della zona Enel di Palmi;
la citata soppressione comporterebbe automaticamente la riduzione di circa il 40 per cento delle unità operative presenti nella provincia di Reggio Calabria;
il nuovo progetto di riorganizzazione Enel, predisposto nel dicembre 2006, aggraverebbe la penalizzazione già avviata con la liberalizzazione del settore energia e con la privatizzazione dell'Enel, che ha comportato, dal 1999 ad oggi, la riduzione di ben 550 unità lavorative, distribuite tra le due zone di Reggio Calabria e Palmi;
appare incomprensibile la paventata soppressione della struttura Enel di Palmi, anche perché è stato superato il parametro principale fissato: 173 mila clienti a fronte di 150.000 fissato quale parametro;
le caratteristiche orografiche del territorio che fa capo alla zona di Palmi, sono molto complesse ed una soppressione del riferimento zonale procurerebbe grosse difficoltà alle utenze e per la prestazione dei servizi;
il riferimento zonale Enel di Palmi, ricade nella Piana di Gioia Tauro, il cui Porto rappresenta il volano di sviluppo per l'intera Calabria -:
se non ritenga necessario ed urgente un adeguato intervento al fine di evitare questa ulteriore penalizzazione al settore dell'energia nella Piana di gioia Tauro.
(4-03321)
MARTINELLO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'azienda Saiace di Monselice, in provincia di Padova, controllata dalla multinazionale francese Andros, sta per cessare la propria attività;
l'annuncio è stato dato nei gironi scorsi dall'amministratore delegato che ha manifestato la volontà, da parte della proprietà, di procedere, in tempi brevi, alla dismissione dello stabilimento, avviando, come previsto dalla normativa vigente, la procedura di mobilità per i 53 dipendenti;
la multinazionale francese che comunque ha assicurato di onorare gli impegni presi sino al mese di giugno non ha lasciato alcun margine di trattativa con i sindacati, che si sono subito mobilitati e non sembra neanche intenzionata ad impegnarsi a trovare dei potenziali acquirenti;
la motivazione adotta dalla Andros di chiudere lo storico stabilimento, che produce confettura e marmellate con il marchio «Colli Euganei», è la pessima situazione dei conti economici che lo scorso anno, a detta della proprietà, ha prodotto un passivo di 2 milioni di euro e che continua a sommare passività pari a 123 mila euro al mese;
i dipendenti della Saiace hanno iniziato una protesta davanti allo stabilimento e si sono impegnati a cercare un possibile acquirente in quanto la proprietà, che non è intenzionata alla vendita del marchio «Colli Euganei» sarebbe comunque disposta a trattare un'eventuale cessione -:
quali provvedimenti il Ministro in oggetto ha intenzione di porre in essere al fine di garantire ai lavoratori della Saiace una adeguata tutela sociale ed una prospettiva di continuità lavorativa e quali iniziative, questo Dicastero, può adottare per salvaguardare il settore agroalimentare che è uno dei più produttivi e dinamici del territorio della bassa Padovana.
(4-03342)
MISTRELLO DESTRO, MILANATO e ZORZATO. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
La SAIACE è un Azienda di Monselice, nel padovano, nata nel 1941 e divenuta leader nel settore delle confetture di frutta, tanto che nel 1990 l'Andros (multinazionale francese), nota azienda del settore operante a livello mondiale l'ha acquistata, mantenendo il marchio storico dell'azienda e lasciando invariati i livelli occupazionali;
l'azienda attualmente conta circa 50 dipendenti, soprattutto donne, e nel parodo di alta lavorazione arriva a circa 250 unità complessive, avvalendosi di lavoratori stagionali;
l'azienda padovana che rappresenta uno dei principali produttori italiani di confettura (il 17 per cento circa della confettura italiana) ed è dotata di un Centro - Ricerca - Sviluppo che ha lo scopo di migliorare il livello delle tecnologie impiegate, perde mensilmente circa 123 mila euro;
la multinazionale francese che controlla il pacchetto azionario della SAIACE, non intende ripianare le perdite ne aprire trattative con altre aziende del settore per cedere l'attività, ma chiuderà entro il mese di giugno;
è stata già avviata la procedura di mobilità dei 53 dipendenti dell'azienda;
secondo gli interroganti è del tutto inaccettabile l'atteggiamento della multinazionale francese, che senz'altro intende spostare la produzione all'estero per noi poter agire sul mercato italiano in condizioni di monopolio-:
quali provvedimenti intendano adottare al fine di attuare una politica industriale di rilancio che dia un reale sostegno allo sviluppo dell'economia regionale italiana, ed altresì evitare le gravi conseguenze occupazionali che si determinerebbero in seguito alla chiusura della SAIACE.
(4-03343)