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Allegato B
Seduta n. 146 del 18/4/2007
TESTO AGGIORNATO AL 2 MAGGIO 2007
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera dei Deputati,
premesso che:
il settore della pesca e dell'acquacoltura attraversa ormai da tempo un processo di profonda ristrutturazione e di riorganizzazione, sollecitata dalle scelte politiche dell'Unione europea che hanno suscitato non poche perplessità tra gli operatori del comparto;
in particolare, negli ultimi anni si è potuta registrare una progressiva tendenza all'accentuarsi dello stato di crisi del settore della pesca italiana ed europea, a seguito di molteplici cause imputabili a fattori sia internazionali, quali: l'esponenziale aumento dei costi del carburante ad uso dei motopescherecci che incide fortemente sui redditi d'impresa e conseguentemente, stante la conformazione del contratto cosiddetto «alla parte», anche sui redditi dei marittimi dipendenti membri dell'equipaggio, che determina una generale insoddisfazione degli addetti; sia a causa di fattori comunitari, quali: alcune scelte di carattere ambientale dell'Unione europea, volte ad una crescente ecocompatibilità della pesca europea, che determinano una scarsa competitività, nonché una regolamentazione comunitaria delle attività della pesca (quali: la misure tecniche per il Mediterraneo) eccessivamente penalizzanti e volte unicamente ad una drastica riduzione delle attività, senza che siano approntate soluzioni alternative, per attenuarne il negativo impatto economico e sociale;
risulta inoltre necessario evidenziare, come il segnale più evidente della crisi del settore è costituito dal fatto che oltre la metà dei consumi nazionali di pesca dipende dalle importazioni, a testimonianza pertanto della necessaria e primaria importanza di realizzare una adeguata gestione del settore della pesca intervenendo non solo per regolamentare il volume delle catture, ma anche i tipi di attrezzi e le tecniche utilizzate, considerando anche che la flotta italiana si caratterizza tra l'altro per il basso grado di rinnovamento ed ammodernamento;
gli impegni assunti dal Governo in sede di discussione della legge finanziaria per il 2007 sull'estensione degli sgravi fiscali e previdenziali per l'intero anno in corso quali: l'estensione del regime speciale IVA, ex articolo 34 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, vigente in agricoltura, che era stato esteso al settore della pesca, in via sperimentale per l'anno 2006, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, articolo 5, comma 1-septies, dal Governo Berlusconi, e l'applicazione del credito d'imposta per il periodo 2007/2013, per l'acquisizione di beni strumentali nuovi, sono stati completamente disattesi, nonostante le reiterate rassicurazioni anche da parte del Ministro competente;
l'applicazione degli studi di settore alla pesca, sta penalizzando ulteriormente il comparto, per la determinazione dei ricavi congrui, in considerazione che tra le variabili che intervengono nella formulazione dei predetti ricavi, è incluso il costo del carburante, il cui prezzo, come peraltro ricordato, è in continua crescita; conseguentemente il divario tra ricavi effettivi prodotti dalle imprese e quelli stabiliti dagli studi di settore, rischia di comportare un inevitabile contenzioso con l'amministrazione finanziaria;
la crisi del settore della pesca si avverte soprattutto nel Mezzogiorno e in particolare in Sicilia, dove l'impegno della pesca è in continua crescita, soprattutto per le capacità delle marinerie extracomunitarie che esercitano l'attivitàsenza i vincoli delle regole comunitarie, con metodi estremi e spesso aggressivi;
è importante porre in risalto l'attività della flotta peschereccia siciliana, con riferimento anche agli areali di pesca, che versa in una difficile situazione economica anche a causa del depauperamento degli stock ittici bersaglio ed in particolare del gambero rosso, che sono oggetto di un eccessivo sfruttamento imputabile soprattutto alla accresciuta capacità tunisina; tale situazione è resa ancora più drammatica dalla progressiva sottrazione di aree di pesca utili nel Mediterraneo, a causa delle dichiarazioni di zone di pesca esclusive effettuate dai Paesi rivieraschi extracomunitari del Mediterraneo, quali Libia, Algeria, Tunisia;
ad aggravare ulteriormente la precaria situazione delle imprese di pesca, è l'onere finanziario connesso alla manutenzione e al funzionamento del sistema di localizzazione satellitare (blue-box), che rende più gravosa l'attività peschereccia;
il predetto sistema di localizzazione satellitare, rischiadi trasformarsi in vera e propria emergenza, per l'intenzione delle Autorità marittime di impedire l'uscita in mare alle unità che non abbiano dato corso alla volturazione dei contratti di gestione e di manutenzione in capo alle stesse imprese;
gli interventi strutturali del FEP 2007/2013 e della programmazione triennale di settore, risultano non disponibili nell'immediato, né tanto meno per il prossimo futuro, stante i ritardi nella definizione dei relativi programmi operativi;
di non secondaria importanza inoltre sono le problematiche che coinvolgono le aree del mare Adriatico e in particolare dell'area costiera della Puglia, che da diversi mesi, sono soggette al perdurante fenomeno della mucillagine che limita fortemente o addirittura inibisce completamente le attività della pesca, provocando ingenti danni sia alle attrezzature ed ai motori dei pescherecci, sia anche all'economia delle imprese marittime;
impegna il Governo
ad assumere urgenti iniziative e provvedimenti per il settore della pesca e dell'acquacoltura, al fine di:
a) prevedere l'estensione per l'intero anno 2007, del regime speciale IVA, per il settore della pesca, come stabilito dall'articolo 5, comma 1-septies della legge 11 marzo 2006, n. 81;
b) disporre affinché il settore della pesca sia incluso nel novero dei settori produttivi cui rientri l'applicazione del credito d'imposta per il periodo 2007/2013 per l'acquisizione di taluni beni strumentali nuovi;
c) rivedere la normativa per i sistemi di localizzazione e controllo satellitare delle navi da pesca, prevista dall'articolo 6 del decreto legislativo 27 maggio 2005, n. 100, nonché attivarsi in sede comunitaria affinché sia previsto il trasferimento degli oneri del l'installazione del sistema di localizzazione e controllo satellitare delle navi da pesca (blue-box) in carico di rispettivi Stati dell'Unione europea o in alternativa a disporre la prosecuzione del regime sostitutivo applicato negli ultimi sei anni, fino al 31 dicembre 2007;
d) sospendere per il triennio 2006/2008, l'applicazione degli studi di settore per la pesca marittima;
e) prevedere misure di carattere previdenziale volte a sostenere i marittimi imbarcati a bordo di navi da pesca, in considerazione dell'attività particolarmente rischiosa e faticosa, affinché possa essere individuata tra quelle attività particolarmente usuranti;
f) varare forme di intervento a sostegno delle marinerie dell'Adriatico danneggiate dai fenomeni della mucillagine.
(1-00146) «Marinello, Licastro Scardino, Giuseppe Fini, Misuraca, Angelino Alfano, Germanà, Pelino, Bertolini, Boscetto, Mondello, Giro, Romele, Fallica, Gardini, Fabbri, Carlucci,
Fratta Pasini, Caligiuri, Pizzolante, Crosetto, Pili, Palmieri, Grimaldi, Minardo, Pescante, Di Virgilio, Mistrello Destro, Lazzari, Aracu, Zanetta, Di Cagno Abbrescia, Stagno d'Alcontres, Stradella, Osvaldo Napoli, Casero, Fasolino, Cesaro, Cossiga, Verro, Ricevuto, Alessandri».
La Camera dei Deputati,
premesso che:
come ha sottolineato l'allora Segretario Generale delle Nazioni unite - Kofi Annan nell'ottobre del 2005, in occasione dell'istituzione della «Prima settimana mondiale della Sicurezza stradale» che si svolgerà dal 23 al 29 aprile 2007 «Gli incidenti stradali uccidono ogni anno nel mondo 1,2 milioni di persone, e ne feriscono milioni e milioni. Essi sono la seconda maggior causa di morte per la popolazione di età tra 5 e 25 anni, con impatti devastanti sulle famiglie e sulle comunità. Fortunatamente, vi è una crescente consapevolezza del fatto che le lesioni da incidente stradale possono essere prevenute. La sicurezza stradale non nasce dal caso. La sicurezza stradale si realizza attraverso gli sforzi convinti di molti individui e di molti settori della società, ministri dei trasporti, della salute, dell'educazione, fornitori di servizi per la salute, associazioni automobilistiche, educatori, studenti, assicuratori, costruttori di veicoli, mezzi di comunicazione e vittime di incidenti stradali e le loro famiglie».
dalla «Relazione dello stato della sicurezza stradale», presentata al Parlamento il 22 luglio 2005 si evince che in Italia, tra il 1973 ed il 2002, gli incidenti stradali hanno causato circa 230 mila morti e 7 milioni di feriti. Nell'ultimo anno di cui si dispone di dati completi ed esaustivi, nel nostro Paese si sono verificati 224.553 incidenti che hanno coinvolto quasi 428.000 automobili e causato 322.225 vittime, di cui 5.625 sono decedute (3.739 conducenti, 1.164 passeggeri e 710 pedoni), di cui 1.133 donne e 4,492 uomini. I decessi di giovani tra i 18 e 24 anni sono stati più di mille, leggermente inferiori a quelli registrati tra le persone di più dì 65 anni;
un bilancio inaccettabile, sia dal punto di vista morale che economico, di fronte al quale il Parlamento deve necessariamente mostrarsi unito nel sostenere è non è più possibile continuare parlare di «fatalità» perchè la maggior parte degli incidenti possono essere evitati. Per queste ragioni è necessaria una netta inversione di tendenza ed un chiaro messaggio, anticipatore di una politica di forti investimenti, in favore della sicurezza, della formazione delle persone e del potenziamento dei controlli sulle strade. Se questo non avvenisse l'Italia non sarebbe in grado di raggiungere l'obiettivo comunitario di dimezzamento del numero delle vittime entro il 2010, come stabilito dal programma di azione europea varato nel 2000;
l'introduzione della patente a punti, da tutti noi voluta ed auspicata, ha rappresentato in Italia un formidabile strumento, tanto da ridurre il numero dei morti del 20 per cento, il cui effetto di deterrenza, purtroppo, si è andato progressivamente esaurendo nel tempo. Oggi il tasso italiano di riduzione delle vittime degli incidenti stradali è inferiore a quello medio europeo e si sta purtroppo progressivamente contraendo. Per queste ragioni è necessaria oggi una nuova e forte azione volta a combattere quella che possiamo definire una vera e propria «violenza stradale»;
la Prima settimana mondiale della sicurezza stradale indetta dall'Onu sarà focalizzata sui «giovani utenti della strada», di età compresa tra 0 e 25 anni. È pertanto doveroso, in ragione del rilievo che assume, porgere particolare attenzione al fenomeno delle cosiddette «stragi del sabato sera» che nel nostro Paese rappresentano la prima causa di morte dei giovani. Negli ultimi dieci anni hanno
perso la vita, il venerdì e il sabato notte, circa 8.000 giovani tra i 18 e i 30 anni e decine di migliaia hanno subito lesioni permanenti. Le cause del fenomeno sono complesse e molteplici ma riguardano soprattutto il consumo di droghe e di sostanze psicotrope e l'abuso di alcool;
la maggior parte degli incidenti che accadono nei giorni feriali colpiscono i lavoratori che vanno o tornano dal lavoro. L'alto richiamo ripetuto nei giorni scorsi dal Presidente della Repubblica ci vede tutti impegnati fortemente anche su questo fronte;
maggioranza ed opposizione hanno chiaramente dimostrato nel corso della discussione generale dell'AC n. 2480, la volontà di voler intervenire unitariamente e con risolutezza sulla sicurezza stradale,
impegna il Governo
a dare seguito agli indirizzi già approvati dal Consiglio dei Ministri per il raggiungimento dell'obiettivo di dimezzare entro il 2010 il numero delle vittime come stabilito dal «programma di azione europeo del 2000»;
a definire le azioni strutturali che possono incidere sulla sicurezza stradale a partire dagli interventi sulle strade a maggior rischio e, nell'immediato, per superare, anche in via legislativa, gli impedimenti all'attuazione degli interventi in materia di sicurezza stradale già definiti con le regioni nel 2004 ai sensi del comma 3 dell'articolo 32 della legge 17 maggio 1999, n. 144;
a verificare la piena attuazione del comma 2 dell'articolo 142 del Codice della strada che obbliga gli enti proprietari delle strade ad adeguare tempestivamente i limiti di velocità al venir meno delle cause che hanno indotto a disporre limiti particolari nonché a dare piena attuazione all'Osservatorio sulla sicurezza stradale e a valutare l'opportunità di prevedere possibili ulteriori strutture di coordinamento in materia che abbiano anche competenze sull'introduzione di divieti alla circolazione da parte degli enti locali;
a promuovere una serie di azioni ad efficacia rapida quali: l'incremento dei controlli, adeguandoli ai livelli europei; l'avvio dell'educazione stradale nelle scuole; la revisione di alcune norme del codice della strada; il miglioramento della formazione dei guidatori e degli stessi formatori delle autoscuole;
ad assumere iniziative provvedimenti normativi volti a dettare ulteriori e specifiche disposizioni mirate ai neopatentandi, ai neopatentati e alla messa in sicurezza della mobilità sulle due ruote;
a promuovere, anche attraverso il coinvolgimento degli amministratori locali, delle associazioni delle famiglie delle vittime della strada e delle associazioni dei gestori degli esercizi di ritrovo e di intrattenimento, azioni di sensibilizzazione a favore dei giovani sui terni della prevenzione e della sicurezza della circolazione stradale, anche promuovendo l'impiego da mezzi di trasporto pubblico collettivo per il trasferimento dei giovani presso i luoghi di divertimento;
a stimolare le case costruttrici a continuare a investire affinché l'utilizzo delle moderne tecnologie possa aumentare sensibilmente i livelli di sicurezza stradale con particolare riferimento ai problemi connessi alla guida in caso di nebbia e su strade ghiacciate; nonché, a promuovere significative campagne di comunicazione e sensibilizzazione sulla sicurezza stradale anche coinvolgendo le maggiori case automobilistiche e le principali reti di emittenza televisiva e radiofonica nazionale;
a proseguire nella realizzazione di interventi strutturali ed infrastrutturali per modificare il modello di trasporto e favorire il riequilibrio del trasporto verso modalità di trasporto a minore impatto ambientale e sociale, quali il trasporto ferroviario e marittimo;
ad aumentare i controlli della polizia stradale anche sui mezzi pesanti, stabilendo
indici provinciali per determinare livelli minimi di controllo territoriali anche attraverso opportune forme di incentivo;
a sostenere tutte le iniziative della «prima settimana per la sicurezza globale sulle Strade» indetta dall'Onu, ed in particolare quelle che si svolgeranno il prossimo sabato 28 aprile 2007 a favore di una notte a incidentalità zero, tramite l'incentivazione, in collaborazione con gli enti locali, dell'uso dei mezzi di trasporto pubblico e della rinuncia volontaria all'uso dei mezzi privati nonché a promuovere tutte le azioni utili a definire una volta all'anno un sabato ad incidentalità zero.
(1-00147) «Meta, Uggè, Barbi, Tassone, Ricci Mario, Moffa, Caparini, Mura, Beltrandi, Soffritti, Fabris, Bonelli, Catone, Nicco, Castagnetti, Sanza, Pedrini, Giovanardi, Garnero Santanchè, Boato, Lovelli».
Risoluzione in Commissione:
La VIII Commissione,
premesso che:
il problema della «casa» rappresenta nuovamente un'emergenza nazionale che investe diverse e nuove categorie sociali, anche quelle che non sono tradizionalmente più povere;
risulta inesistente una politica abitativa ed una strategia nazionale a favore delle case in affitto e in proprietà;
il mercato immobiliare italiano è caratterizzato dalla scarsità di alloggi in affitto e l'edilizia sociale è particolarmente danneggiata e scoraggiata da una fiscalità «punitiva»;
lo Stato ha interrotto da tempo il flusso dei finanziamenti continui e costanti necessari al settore dell'edilizia residenziale pubblica;
l'Unione europea non ha adottato politiche attive di sostegno finanziario all'housing sociale;
la legge n. 9 del 2007 prevede il rilancio di una nuova politica abitativa - pur confondendo gli interventi settoriali con le strategie di ampio respiro - senza rispettare, per i presentatori del presente atto le competenze regionali e senza individuare le risorse necessarie,
impegna il Governo:
a) a partire dal Tavolo di concertazione generale sulle politiche abitative, per avviare una nuova politica per la casa a livello nazionale, in piena sintonia con le regioni e nel rispetto delle competenze;
b) a ripristinare un flusso costante di finanziamenti statali a favore delle regioni;
c) a rifinanziare il Fondo nazionale di sostegno alla locazione, ai sensi dell'articolo 11 della legge n. 431 del 1998;
d) a modificare la stessa legge n. 431/98 per rendere più conveniente il canone concordato;
e) ad introdurre agevolazioni fiscali ed urbanistiche, nonché agevolazioni creditizie per operatori ed utilizzatori dell'housing sociale;
f) ad intervenire in sede di Unione europea per finanziare l'edilizia residenziale pubblica al pari di altri settori;
g) a favorire con ogni mezzo una politica abitativa caratterizzata da una pluralità di strumenti e di attori (pubblici e privati);
h) ad attivarsi per cedere, a condizioni vantaggiose, agli occupanti il patrimonio ex ATC, anche al fine di recuperare, da tale processo di alienazione, risorse per nuovi interventi nel settore.
(7-00163) «Stradella, Lupi, Tortoli, Osvaldo Napoli, Germanà, Mondello, Foti, Mereu».