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Allegato B
Seduta n. 147 del 19/4/2007
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SVILUPPO ECONOMICO
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi la società Servizi Italia Spa con sede a Soragna di Parma, controllata dalla società cooperativa Coopservice di Cavriago, è stata quotata in Borsa;
la Servizi Italia è leader nel settore del noleggio e della sterilizzazione di forniture tessili e strumenti chirurgici per ospedali e strutture socio-sanitarie, avendo realizzato nel 2006 ricavi per 135,1 milioni di euro, in crescita del 7,7 per cento rispetto all'esercizio precedente;
Coopservice è una società di primo piano nel sistema cooperativo emiliano che fa capo alla potente Legacoop; infatti ha 5 mila soci, occupa 11 mila dipendenti e opera con enti pubblici e privati nel settore delle pulizie industriali, delle strutture sanitarie e comunitarie, dei servizi per la sicurezza;
nel Prospetto Informativo della quotazione in Borsa e da notizie di stampa risulta che nei mesi scorsi il 40 per cento delle azioni della Servizi Italia, pari a cinque milioni di titoli, erano transitati alla First Service Holding con sede in Lussemburgo al prezzo di 1,149 euro per azione;
tale passaggio era avvenuto a conclusione di una operazione di finanziamento realizzata nel 2005 dalla fondazione Manodori di Reggio Emilia a favore di Aurum (proprietaria di Servizi Italia e controllata al 100 per cento da Coopservice), proprio in vista della quotazione a Piazza Affari di Servizi Italia, con l'acquisto delle azioni al prezzo unitario a 1,1 euro e il successivo
riacquisto da parte di Aurum-Coopservice a 1,149 euro, per un totale di 5,7 milioni di euro versati alla Manodori;
le azioni della Servizi Italia sono state collocate in Borsa ai primi di aprile 2007 al prezzo unitario di 8,50 euro;
in questo modo la First Holding del Lussemburgo è diventata proprietaria del 40 per cento della Servizi Italia;
nel mese di novembre 2006 la Aurum-Coopservice avrebbe incassato 42 milioni di euro con una plusvalenza di 36,5 milioni di euro;
i circa 300 azionisti della First Service Holding, beneficiari della colossale plusvalenza, sono nella quasi totalità soci e amministratori della Coopservice di Cavriago, peraltro promotrice e regista della complessa operazione finanziaria;
appare chiara la sostanza di un'operazione volta a privilegiare un gruppo ristretto di soci e amministratori di Coopservice i quali, grazie ad una architettura finanziaria concepita ad hoc, hanno goduto della plusvalenza di 36,5 milioni di euro, mentre gli altri cinquemila soci sono rimasti a bocca asciutta;
l'operazione ha suscitato sconcerto a Reggio Emilia e ha provocato una dura ma secondo l'interrogante tardiva reazione da parte della stessa direzione provinciale di Legacoop;
è nota la rilevanza di Servizi Italia e di Coopservice per l'economia regionale, e la fitta rete di rapporti che le lega alla macchina pubblica (regionale, degli enti locali e della sanità);
al di là di quelle che l'interpellante giudica confuse e contraddittorie affermazioni della Lega delle Cooperative, rimane il fatto della gravissima anomalia verificatasi e della necessità inderogabile di una ulteriore riforma della normativa complessiva concernente il sistema cooperativo che a parere dell'interpellante deve prevedere una netta distinzione fra attività puramente economiche e quelle sociali;
al riguardo si osserva che la proposta di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema Cooperativo alla luce di quanto sopra si giustificherebbe ampiamente, dal momento che l'authority competente ha limitati poteri di controllo che in ogni caso l'interpellante ritiene non abbia saputo o potuto attuare, e che comunque si impone una nuova normativa;
il Governo deve pertanto tener conto del fatto che sempre più certe cooperative operano sul mercato in un'ottica puramente imprenditoriale per nulla rispettosa del diritto dei soci all'informazione sui principali movimenti economico-finanziari e che la diffusa prassi di dipendenti che superano di gran lunga il numero dei soci priva di fatto la cooperazione della sua funzione tradizionale imperniata sul principio di mutualità;
si auspica poi che la funzione di controllo della guardia di finanza sia esercitata liberamente senza pressioni politiche volte a impedire eventuali denunce o procedimenti presso l'Autorità giudiziaria -:
come valuti la correttezza dell'operazione sia rispetto alle norme vigenti, sia rispetto allo spirito di mutualità al quale dovrebbe conformarsi il sistema cooperativo senza eccezione alcuna, e proprio in virtù del quale le cooperative godono ancora di consistenti vantaggi fiscali, che a parere dell'interpellante non possono essere più tollerati, in quanto furono previsti per attività economiche improntate a quello spirito mutualistico oggi completamente assente;
se nell'ambito dei propri poteri di vigilanza sul sistema cooperativo disponga di elementi informativi su aspetti che possono incidere sullo scopo di mutualità quali l'entità dei rapporti (forniture, appalti, eccetera) intrattenuti da Servizi Italia e Coopservice con gli ospedali dell'Emilia-Romagna, le Asl, enti locali, strutture socio sanitarie e direttamente con la Regione, nonché notizie sui contratti in essere nel comparto sanitario e negli altri settori pubblici;
se non ritenga che siano in corso mutamenti che riguardano la natura e la funzione della cooperazione i quali richiedono anche adeguati interventi normativi, secondo quanto segnalato in premessa.
(2-00479) «Garagnani».
Interrogazioni a risposta scritta:
CREMA. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il 14 dicembre 2006, presso il Ministero dello sviluppo economico, è stata firmato un Protocollo di Intesa tra le aziende dell'area chimica di Marghera e della raffinazione, le RSU e le principali istituzioni competenti di livello nazionale e locale;
il Protocollo di Intesa, firmato grazie soprattutto alle iniziative di lotta e mobilitazione dei lavoratori, dovrà portare con la sua applicazione ad una nuova fase di sviluppo produttivo ed occupazionale che salvaguardi tanto l'ambiente quanto le sicurezza dei lavoratori e dei cittadini;
in seguito alla recente emergenza occupazionale, concretizzatasi con l'invio di ottanta lettere di cassa integrazione straordinaria da parte della multinazionale DOW (si segnala che l'Eni avrebbe dovuto ricollocare i dipendenti della DOW ai sensi degli accordi tra quella e le istituzioni nazionali e locali per la difesa dell'occupazione), le RSU dell'area chimica di Marghera e della raffinazione si sono riunite il 4 aprile 2007 con le segreterie territoriali FILCEM, FEMCA e UILCEM per una valutazione dello stato d'attuazione del Protocollo di Intesa del 14 dicembre del 2006;
tale riunione ha individuato le cause principali della mancata attuazione del Protocollo di Intesa nell'allungamento eccessivo dei tempi dell'iter relativi all'adozione degli atti autorizzativi del Ministero dell'ambiente nel contesto della realizzazione dei progetti DL 1/2 e bilanciamento CVM/PVC, con il rischio che le aziende decidano di andarsene definitivamente da Marghera, come sta facendo la multinazionale DOW;
l'atteggiamento dilatorio delle istituzioni nazionali e locali sta rischiando, come evidenziato dalle altre grandi aziende firmatarie dell'Intesa (ARKEMA, MONTEFIBRE, SAPIO e SOLVAY Fluor) durante il tavolo nazionale sulla chimica del 28 febbraio 2007, di provocare punti di crisi che si scaricheranno inevitabilmente sui lavoratori -:
se il Ministro per lo sviluppo economico ritenga necessaria la promozione di un tavolo tra il sindacato e le aziende firmatarie del Protocollo di Intesa finalizzato alla presentazione dei progetti d'investimento per il consolidamento produttivo e lo sviluppo e alla ricerca congiunta di una soluzione dei problemi occupazionali;
se il Ministro per l'ambiente intenda rispettare gli accordi sottoscritti nell'ambito del Protocollo di Intesa, in particolare accelerando l'iter per la realizzazione dei progetti, la cui autorizzazione è di sua competenza;
quali iniziative intendano intraprendere i Ministri destinatari perché le intese da loro sottoscritte (tra cui: l'Accordo di Programma 1998, l'Atto Integrativo del 15 dicembre 2000, l'Intesa per Porto Marghera del 13 dicembre 2005 ed infine il Protocollo di Intesa del 14 dicembre 2006) vengano rispettate, anche per mezzo di un tavolo di confronto con le istituzioni locali allo scopo di accelerare l'iter delle bonifiche delle aree libere e liberate, per le quali va previsto un riutilizzo con progetti di insediamento industriale per la costruzione della nuova Marghera del futuro.
(4-03371)
IACOMINO e DE CRISTOFARO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la Cooperativa T. Esposito di Acerra (circa 200 soci) è in regime di commissariamento governativo e allo stato attuale l'incarico al Commissario, dott. Ermini, è
scaduto da 3 mesi;
ad oggi, nonostante la gestione commissariale, non vi sono stati atti di trasferimento degli alloggi in proprietà ai soci legittimi;
la dilatazione dei tempi per tali trasferimenti sta creando turbative tra i soci e la gestione commissariale, con ulteriori diseconomie di gestione tali da compromettere un positivo iter amministrativo nel trasferimento del patrimonio e nell'azzeramento dei debiti sociali;
a causa della scadenza commissariale non risultano ancora approvati i bilanci 2004 e 2005, sottoscritti gli atti di mutuo e di avvio delle operazioni per il trasferimento degli alloggi in proprietà ai soci, secondo quanto previsto dal piano approvato dalla Regione Campania;
il SUNIA (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari) in rappresentanza dei soci ha inviato un esposto al Direttore Generale Ente Cooperative, dottor Cinti, nel quale si sollecita un intervento risolutivo -:
quali provvedimenti il Ministro intenda assumere per venire incontro alle legittime aspettative dei soci della Cooperativa T. Esposito di Acerra.
(4-03377)