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Allegato B
Seduta n. 149 del 24/4/2007
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
BENVENUTO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la società Luminosa srl ha presentato il 27 giugno 2003 al Ministero delle attività produttive (ora Ministero dello sviluppo economico) richiesta di autorizzazione alla costruzione ed all'esercizio (con allegato Studio di Impatto Ambientale) per una centrale a ciclo combinato da 385 MW alimentata a gas naturale (con altissimo rendimento, circa 55-57 per cento), da realizzare nell'area ASI di Benevento - Ponte Valentino;
la taglia dell'impianto è in linea con le linee guida della regione Campania che richiedono una potenza inferiore a 400 MW;
il 5 settembre 2003 ha avuto luogo la prima Conferenza dei Servizi presso il Ministero delle attività produttive e si è avviata la procedura di VIA;
nel marzo 2005 il Ministero dei beni ambientali e culturali ha espresso parere favorevole (nell'ambito della procedura di VIA);
nel luglio 2005 la Commissione di VIA della regione Campania ha espresso parere favorevole al progetto Luminosa (sempre nell'ambito della procedura di VIA);
dopo varie interruzioni dei lavori per motivi totalmente indipendenti dalla centrale Luminosa (del tipo «rinnovo dei membri della commissione di VIA») e molti diversi approfondimenti, il 28 settembre 2006 la Commissione VIA ha espresso anch'essa parere favorevole, con prescrizioni, al progetto Luminosa;
da allora, nonostante ci siano tutti gli elementi favorevoli per procedere, si attende il decreto di VIA firmato dal Ministro dell'ambiente in modo che possa riprendere la procedura autorizzativa presso il Ministero dello sviluppo economico -:
quali siano le ragioni del ritardo descritto in premessa che, a distanza di quattro anni, non consentono ancora una pronuncia di merito sull'intervento in oggetto.
(5-00969)
MEREU e OPPI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
si apprende che qualche giorno fa il Ministro ha posto il divieto ai lavori previsti dal consorzio industriale del Sulcis Iglesiente per il dragaggio del porto;
il programma, proposto dal Consorzio per il nucleo industriale del Sulcis Iglesiente, già concordato con la Regione Sardegna e il ministero dello sviluppo economico, prevede l'asportazione di un milione di tonnellate di sabbia per consentire l'attracco di navi di maggiore stazza all'interno dell'area portuale e il ripascimento del litorale prospiciente il bacino dei fanghi rossi;
il ministero prevede prioritariamente a qualsiasi intervento comprese le bonifiche, la realizzazione di un muro a cinquanta metri di profondità con l'obiettivo di frenare il flusso dei liquidi inquinanti verso il mare;
allontanare nel tempo i lavori già previsti significa di fatto allontanare quelli presenti;
la posizione del ministero ha sollevato fortissime prese di posizione da parte dei sindacati e degli organismi di rappresentanza degli industriali locali, che denunciano la necessità di operare interventi strutturali per far fronte al superamento della crisi produttiva persistente nell'area in questione ed esprimono la forte preoccupazione per la possibilità di cambiamento
di strategie industriali che le multinazionali operanti nel territorio, in particolare quelle del settore della metallurgia dei metalli non ferrosi, possano intraprendere in mancanza di politiche di adeguamento delle strutture e dei servizi collegati allo svolgimento delle attività industriali;
la società civile teme gravi ripercussioni che le carenze portuali potrebbero far ricadere sull'intero comparto industriale del territorio, in particolare sui progetti di realizzazione di centrali per energia da carbone e gli investimenti legati alla privatizzazione della miniera di Nuraxi Figus -:
se non ritenga che la costruzione del muro di cui sopra, prima di ogni altro intervento, sia di ostacolo allo sviluppo del porto di Portovesme e dell'intera area del Sulcis Iglesiente e se tale scelta non si ponga in contrasto con il piano elaborato dal ministero dello sviluppo economico con la Regione Sardegna;
quale sia lo stato di attuazione degli interventi previsti dal piano di disinquinamento per il risanamento del territorio del Sulcis Iglesiente previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 aprile 1993.
(5-00970)
Interrogazione a risposta scritta:
ZANELLA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il 18 aprile scorso, a ridosso della fiera di Treviso, in un'area densamente abitata, è andata in fiamme la fabbrica De Longhi;
il giorno dopo, a pochissimi chilometri di distanza, la stessa sorte è toccata ad una ditta di gommapiuma;
l'incendio alla De Longhi, di vaste dimensioni, pare sia partito da un luogo dove si conservano materiali da imballaggio, polistirolo, ma anche acetilene e vernici, ed abbia investito anche alcuni automezzi parcheggiati subito fuori che sono andati distrutti;
dopo qualche ora, la Protezione Civile ha comunicato con un altoparlante alla popolazione locale che «a titolo precauzionale» si dovevano tenere le finestre chiuse e non si doveva stazionare all'aperto;
dai Vigili del Fuoco, all'ARPAV, al sindaco di Treviso, per finire con il sottosegretario agli interni, tutti si sono affrettati a dire che il pericolo diossina non sussisteva: hanno rassicurato tutti dicendo che secondo i dati analizzati, non era presente diossina nella colonna di fumo elevatasi dall'incendio e concludendo che l'unica raccomandazione da fare alla Comunità era quella di chiudere le finestre ed evitare nei giorni seguenti il consumo di alimenti a contatto diretto con l'ambiente esterno come le verdure fresche e la frutta;
anche l'Arpav ha tranquillizzato i residenti dichiarando che l'acido cloridrico e gli Ipa presenti nella colonna di fumo che si è prodotta non erano in concentrazioni tali da creare problemi alla cittadinanza, aggiungendo che la nube si stava spostando verso nord, in direzione opposta alla città di Treviso;
le diossine, che risultano inodori, sono sostanze fortemente dannose per la salute umana, provengono dalla combustione di composti clorurati, si dimezzano nel terreno in tempi che superano il secolo e nei mammiferi si concentrano nel latte, oltre che nel sangue, nel fegato e nei grassi;
di norma ci vuole qualche giorno e non qualche ora per arrivare ad un qualsiasi verdetto sulla presenza o meno delle diossine, poiché bisogna prelevare ed esaminare dei campioni di acqua dei fumi c/o di terreno;
non è chiaro a quale zona si riferisse la raccomandazione generica di limitare l'utilizzo delle aree esterne più prossime all'incendio, visto che la colonna di fumo
aveva un pennacchio ricadente verso terra, che si estendeva per tre quattro chilometri di distanza dal fungo centrale;
viste le dichiarazioni suddette, per due giorni si è proceduto come si fosse in presenza di un semplice incendio, con raccomandazioni alla cittadinanza ma senza interventi efficaci per caratterizzare l'area investita e provvedimenti precauzionali per la popolazione; così, non solo la zona non è stata evacuata, ma sono state tenute aperte le scuole, anche quelle vicino allo stabilimento, limitandosi a tenere le finestre chiuse e ad evitare il consumo di ortaggi nei giorni successivi;
solo a distanza di giorni si è avuta la notizia che l'incendio aveva causato l'emissione di grandi quantità di diossina nell'atmosfera;
secondo le dichiarazione del consulente del ministero dell'Ambiente le concentrazioni di diossina registrate nel punto più vicino all'incendio della De Longhi, sono da 1.000 a 2.000 volte superiori al limite normale;
l'unica autorità che non ha minimizzato il fatto sono stati i carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri) per il Nord Italia che hanno dichiarato che la nube stava portando su Treviso un'abbondante quantità di diossina, affermazione successivamente oggetto di frettolose smentite incrociate ad opera dei suddetti enti;
il fatto che nei fumi sia stata confermata la presenza di acido cloridrico è un forte indizio che ci sia anche la diossina -:
se il Governo sia al corrente dei fatti esposti;
se il Governo non intenda approfondire nei modi che ritiene più idonei, le cause di tali incendi, scoppiati nella stessa area a un giorno di distanza;
se il Governo non ritenga necessario chiarire se si è trattato di un'emergenza ambientale e se è vero che sarebbe stato necessario evacuare tutti i cittadini dalle case intorno all'impianto già durante l'incendio (come dichiarato da esperti e riportato da un'agenzia) e, in tal caso, se non consideri fondamentale giungere ad un chiarimento approfondito e puntuale di motivi e responsabilità della sottovalutazione dell'emergenza, valutando soprattutto le eventuali ripercussioni sulla popolazione di tale mancato allarme;
se il Governo non ritenga urgente valutare la portata di tale emergenza e le relative ricadute, informarne la popolazione locale e prendere al più presto delle misure adeguate a tutelare gli abitanti della zona da eventuali ulteriori danni.
(4-03412)