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Allegato B
Seduta n. 151 del 3/5/2007
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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interrogazioni a risposta scritta:
PAOLO RUSSO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Marigliano (Na) nel corso di lavori di scavo finalizzati a realizzare infrastrutture nell'area di insediamento produttivo in via Sentino sono stati rinvenuti reperti che farebbero pensare ad una necropoli sannita;
nonostante il ritrovamento non si interrompevano i lavori con grave rischio per i reperti;
si è venuti a conoscenza di tale importante rinvenimento grazie non alla ordinaria catena di controllo e direzione dei lavori, ma alle iniziative spontanee e segnalazioni di cittadini e di organi di stampa;
solo su sollecitazione della sovrintendenza ai beni archeologici si è disposta la sospensione dei lavori ed il monitoraggio dell'area interessata;
volenterosi cittadini hanno fotografato i reperti che ancora il giorno venerdì 27 aprile 2007 erano nel luogo della straordinaria scoperta, ma già dopo qualche giorno la quantità degli stessi risultava significativamente ridotta a seguito di significative e devastanti azioni predatorie;
a tutt'oggi manca un serio piano di sorveglianza e tutela dell'inestimabile patrimonio ritrovato;
pare evidente che i lavori dell'area Pip sono iniziati con procedure accelerate prive di seri campionamenti e carotaggi tesi a verificarne la praticabilità e meglio individuandone così la delimitazione perimetrale;
tale straordinario rinvenimento può rappresentare un volano importante per la valorizzazione culturale dell'intero territorio nell'ambito dei percorsi culturali archeologici;
pare superfluo significare come la ripresa dei lavori dell'infrastrutturazione della necessaria area Pip passi indispensabilmente per un più serio ed approfondito esame geologico rilevatore di queste uniche ricchezze;
quelle che l'interrogante giudica vere e proprie inavvedutezze dell'amministrazione comunale hanno arrecato un doppio danno alla collettività: ritardo nella infrastrutturazione dell'area Pip e depauperamento del patrimonio culturale;
l'amministrazione comunale di Marigliano si è già distinta per la disattenzione che mostra per la storia della città (per tutte valga l'abbatimento dello storico palazzo Montagna) -:
quali iniziative si intendono porre in essere per tutelare i reperti rinvenuti ed ancor meglio definire il campo ritrovato, provvedere ad un ampio studio che comprenda l'intera zona rendendo così ragione ai numerosi studiosi che indicano quell'area particolarmente ricca dal punto di vista archeologico e per consentire una prospettiva di sviluppo culturale nei sentieri della nostra storia.
(4-03482)
RAMPELLI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
una vasta zona del comune di Roma, sita nell'XI Municipio, era nota nell'antichità come i granai di Nerva, dal momento che qui i romani, sotto l'omonimo imperatore (96-98 d.C.), stoccavano il grano;
nell'area sorgevano molti casali e ville di campagna e nel corso dei secoli la zona ha mantenuto intatta la sua vocazione agricola;
a partire dagli anni settanta il territorio ha cominciato a mutare aspetto; l'ultimo casale presente all'altezza di via Bacigalupo è stato demolito in quegli anni e con esso distrutti importanti reperti archeologici;
l'opera di demolizione è continuata con la costruzione - nel 1992 - del centro commerciale «I Granai», intorno al quale, come funghi, sono nate sedi di banche e uffici che hanno fatto aumentare sensibilmente il traffico; anche la strada romana che collegava la zona con la via Ardeatina è andata completamente perduta;
la via Baldovinetti, un tempo caratterizzata da negozi di vario genere, si è trasformata in una city (si possono contare all'incirca sette banche solo su di essa e altre sette su via Paolo di Dono, la sua prosecuzione);
una vera e propria città di uffici, in parte sfitti e in via di ristrutturazione, si è così sviluppata nell'area compresa tra via
Paolo di Dono, via del Serafico e via del Tintoretto, all'altezza di largo Bacigalupo;
nel quartiere, abitato in prevalenza da coppie giovani con bambini piccoli, vi sono solo due spazi verdi attrezzati, uno semi fatiscente ed un altro, nuovo, alla fine di via del Tintoretto, subito a ridosso della via Laurentina;
al di sotto di via Ballarin c'era un'altra zona verde, percorsa dal fosso delle tre fontane, un'oasi rara a Roma, ora ridotta ad un piccolo fazzoletto di terra perché case ed uffici hanno invaso anche questo luogo;
dalla metà degli anni '80, l'Inpdap ha realizzato quattro grossi nuclei di abitazioni dalla caratteristica forma circolare dove oggi vivono circa mille famiglie; a ridosso di queste abitazioni l'Inpdap ha costruito i suoi uffici, ospitati in due edifici, uno dei quali, a otto piani, è un vero e proprio colosso;
durante la costruzione di uno dei due uffici dell'Inpdap, nel 1997, si è individuata una costruzione romana che è stata interrata e chiusa in un'area oggi divenuta un boschetto;
sotto l'area dove è sorto l'edificio esistevano però altri reperti perché nella terra di riporto scaricata nei terreni circostanti, all'epoca ancora appartenenti all'ente, sono stati rinvenuti frammenti di anfore e basoli, segno di una devastazione incontrollata;
oggi lungo la strada che si snoda tra questi edifici, via Grezar, rimangono tre lembi di terra, che potrebbero essere definiti spartitraffico, fino a poco tempo fa di proprietà dell'Inpdap;
l'interrogante ha appreso che l'ente ha venduto questi terreni sui quali, come cita il cartello del cantiere, dovrebbero sorgere ancora edifici commerciali ed uffici;
gli scavi archeologici intrapresi, come vuole la prassi, hanno però nuovamente portato alla luce resti archeologici, tra i quali si parla di una tomba con una strada che la metterebbe direttamente in contatto con l'edificio romano ancora sepolto;
il sito di via Grezar, portato alla luce nonché studiato ed inserito in uno spazio verde, potrebbe servire sia come area verde sia come riqualificazione di un quartiere che è ormai sempre più simile ad un dormitorio -:
in che modo intenda tutelare il profilo ambientale e territoriale di un sito caratterizzato dalla presenza di testimonianze archeologiche, del tutto in antitesi con possibili finalità edilizie e speculative, riguardanti peraltro una parte del territorio municipale saturo di uffici e centri commerciali e dove mancano spazi verdi attrezzati per i bambini.
(4-03504)