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Allegato B
Seduta n. 152 del 7/5/2007
TESTO AGGIORNATO AL 7 GIUGNO 2007
INTERNO
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che;
come già segnalato dalla Federazione Sindacale di Polizia-UGL e da molti organi di stampa la situazione dell'ordine pubblico e dell'attività di prevenzione da parte delle Forze di Polizia nella città di Torino, già molto precaria, è andata ulteriormente peggiorando negli ultimi giorni;
in particolare, spicca per la sua gravità il problema della cronica carenza di mezzi da destinare ai servizi di controllo del territorio e di pronto intervento (a titolo indicativo, si segnala che nella giornata del 18 aprile 2007, solo quattro mezzi dell'Ufficio Prevenzione Generale erano presenti sul territorio in servizio di volante);
i recenti movimenti di personale, inoltre, non hanno in alcuna misura ovviato al problema della grave carenza di organico, in quanto il numero di nuovi operatori in arrivo è pressoché uguale a quello dei trasferiti ad altra sede;
incomprensibile appare agli interpellanti, in tali circostanze, la decisione del Ministero dell'interno che con una recente nota ha deciso di diminuire il «monte ore» previsto per lo svolgimento del lavoro straordinario, a oggi unica risorsa a cui accedere per sopperire almeno in parte alla cronica carenza di personale, anche tenuto conto del fatto che il Ministero suddetto risulta tuttora moroso nei confronti dei poliziotti torinesi per circa 54.000 ore relative all'anno 2005, ancora non pagate;
se non ritenga necessario e non più rinviabile l'assegnazione di ulteriore personale alla Questura di Torino, per coprire i servizi fondamentali a tutela della sicurezza del cittadino nonché la liquidazione del «monte ore» di lavoro straordinario in base alle esigenze della Questura di Torino e il compenso per quelle già svolte, tenuto conto dell'opportunità di un adeguato riconoscimento professionale per il lavoro svolto dagli operatori di polizia e della necessità di un efficace intervento a tutela della sicurezza dei cittadini e degli operatori stessi -:
se non ritenga altresì opportuno spiegare i motivi della mancata assegnazione alla Questura di Torino delle nuove auto Alfa 159 adibite a servizi di controllo del territorio e di pronto intervento, tenuto conto che per altre Questure, quali Milano e Napoli, si è già provveduto all'assegnazione.
(2-00509) «Volontè, Vietti, Mazzoni».
Interrogazioni a risposta scritta:
BODEGA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Italia sono in media circa ventimila le denunce fatte ogni anno alle autorità di pubblica sicurezza concernenti la scomparsa di persone adulte e circa duemila quelle che riguardano i minori;
a fronte di un numero significativo di casi nei quali gli scomparsi rendono noto il carattere volontario del loro allontanamento dal nucleo familiare, ben il 20 per cento delle persone di cui è stata segnalata la sparizione ad un anno di distanza risulta svanito nel nulla;
la situazione in cui versano le famiglie degli scomparsi è di particolare drammaticità;
non sempre i poteri dello Stato sono percepiti sufficientemente vicini a coloro che sono colpiti da questa problematica;
nel vuoto si è inserita l'azione meritoria di organismi privati, come l'Onlus «Penelope», che si batte contro la definitiva archiviazione dei casi relativi alla scomparsa denunciata di cittadini italiani;
la predetta Onlus «Penelope» ha convocato recentemente le proprie assemblee regionali per procedere al rinnovo delle cariche statutarie ed in quella svoltasi in Lombardia il 28 aprile 2007 si è dato spazio a testimonianze di genitori che manifestavano il proprio disagio derivante dalla mancanza di informazioni da parte delle Forze dell'Ordine;
in tale occasione, in particolare, il padre di Paolo Cofferati, residente a Valmadrera, Comune in Provincia di Lecco, dichiarava di non aver ricevuto più alcuna notizia relativa a suo figlio dal luglio 2005;
la preoccupazione nei confronti del fenomeno è in crescita ed ha determinato la presentazione di iniziative legislative già all'esame del Parlamento -:
quali misure il Governo intenda assumere per ridurre il più possibile il numero delle famiglie costrette a questo angoscioso stato di incertezza in attesa di un intervento legislativo adeguato, rendendo più efficaci sia le indagini volte al recupero delle spoglie degli scomparsi eventualmente deceduti che quelle per rintracciare quelli tuttora in vita.
(4-03512)
OLIVERIO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
lo scorso anno in agro di proprietà del comune di Marcedusa, piccolo centro della provincia di Catanzaro - ricco di tradizioni storiche e culturali di lingua arberesh, nonché di risorse ambientali che ne caratterizzano il territorio e concorrono alla qualità della vita dei residenti, per lo più anziani - sono state abbattute illegalmente numerose piante di alto fusto ricadenti, tra l'altro, nel territorio protetto del Parco Nazionale della Sila;
nei giorni scorsi, si è verificato analogo e gravissimo episodio intimidatorio che ha interessato in località Contessa l'abbattimento di 35 piante di alto fusto e di ulteriori 60 piante di proprietà comunale in località Maculata nei pressi del «Gariglione», determinando allarme sociale in un comprensorio già soggetto, tra l'altro, a costanti e gravi episodi di criminalità organizzata;
tale atto vandalico viene a configurarsi come tentativo di condizionare la vendita pubblica dello stesso legname. I responsabili non sono, ad oggi, mai stati individuati;
l'Amministrazione comunale di Marcedusa ha manifestato a tal proposito l'immediato intendimento di costituirsi parte civile nell'eventuale procedimento penale, contro gli autori di tale disegno criminoso al fine di chiedere il risarcimento dei danni morali e materiali da esso subiti;
la situazione è divenuta ormai intollerabile e necessita di interventi urgenti e significativi, tanto sul versante repressivo quanto sulla vigilanza del territorio boschivo di proprietà comunale;
un intervento concreto consentirebbe oltre alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio naturale, rurale e storico-culturale di quest'area, anche a convincere i cittadini residenti a non abbondare questi territori già di per sé penalizzati dal problema occupazionale e dalla mancanza dei servizi essenziali al naturale svolgimento della vita quotidiana -:
quali urgenti ed indifferibili iniziative, il Governo intenda assumere al fine di contrastare le azioni intimidatorie, che sono in atto contro l'intero patrimonio boschivo del piccolo comune di Marcedusa, nonché quali azioni organiche intenda adottare per irrobustire la presenza dello Stato nell'intero comprensorio.
(4-03530)
COTA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano la Stampa, facendo seguito a quanto già pubblicato sul bisettimanale Tribuna novarese, ha rilanciato martedì
1o maggio notizie allarmanti circa la presenza di immigrati clandestini a Novara, definita «oasi dei clandestini, terra di fuga dalle più rischiose metropoli»;
nel citato articolo si dà conto delle preoccupazioni delle forze dell'ordine e della magistratura per la massiccia presenza a Novara di clandestini che, pur privi di permesso di soggiorno, circolano indisturbati per la città, divenendo molto spesso manovalanza delle organizzazioni che gestiscono traffici illeciti;
la situazione denunciata risulta essere anche conseguenza di una circolare della Procura della Repubblica di Novara, secondo la quale, sulla base di quanto già contenuto in una precedente circolare della Procura generale di Torino, un clandestino già arrestato e processato in base alla legge Bossi-Fini, per il quale non sia conseguita l'espulsione, non è più arrestabile, né condannabile, e potrebbe essere al limite solo denunciato a piede libero;
nonostante la questura rassicuri circa la possibilità di dar corso comunque alla procedura amministrativa di espulsione, sono ben note le difficoltà a procedere agli accompagnamenti coattivi alla frontiera sia per l'indisponibilità di risorse materiali ed umane, sia per le obbiettive difficoltà di identificazione dei clandestini che vengono perciò rilasciati dai centri di permanenza, decorsi i termini previsti per il trattenimento;
tale situazione, oltre che determinare allarme sociale, genera anche un senso di forte frustrazione nelle forze dell'ordine e nella stessa magistratura che si trovano ad arrestare e processare clandestini che, dopo la condanna, tornano a piede libero e, assai spesso, a commettere nuovi reati;
non c'è dubbio che gli annunci del Governo circa le nuove linee che ispirano la revisione della legge Bossi-Fini non fanno che aggravare tale situazione, generando aspettative circa la possibilità di nuovi ingressi e soprattutto la prospettiva di impunità per i clandestini (si annuncia infatti la chiusura dei centri di permanenza e si punta su un'irrealistica cooperazione dei clandestini alla propria espulsione, mediante incentivi economici e di altro tipo) -:
se i Ministri siano a conoscenza della situazione denunciata e se non ritengano di dover assumere iniziative che garantiscano su tutto il territorio nazionale, ed in particolare su quello piemontese, un'efficace applicazione della legge Bossi-Fini, troppo spesso disattesa anche a causa di interpretazioni giurisprudenziali come quelle che sarebbero alla base della citata circolare della Procura di Novara.
(4-03532)