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Allegato B
Seduta n. 152 del 7/5/2007
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LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE
Interrogazione a risposta orale:
LISI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
secondo recenti notizie di stampa, alcuni dipendenti dell'Iperstanda di San Cesareo (Lecce) saranno trasferiti, entro il prossimo 15 maggio, dal centro commerciale pugliese ad altre sedi del nord-Italia, lontani dalla propria residenza;
il gruppo austriaco «Billa», che ha rilevato il complesso commerciale dell'Iperstanda di San Cesareo, avrebbe disposto, infatti, l'ingiusto trasferimento di 17 lavoratori, per lo più donne, in altre sedi quali: Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia;
il gruppo austriaco Billa, che controlla Standa, avrebbe peraltro annunciato 300 «tagli» di personale e 29 sedi commerciali sono a rischio in tutta Italia -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto e quali urgenti provvedimenti intendano adottare a tutela dei livelli occupazionali.
(3-00858)
Interrogazioni a risposta in Commissione:
ALESSANDRI, BODEGA e GRIMOLDI. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 1o gennaio ha preso il via la riforma della previdenza complementare, prevista per il 2008 dalla legge 23 agosto 2004, n. 243 (cosiddetta riforma Maroni) e anticipata di un anno dalla recente legge finanziaria per il 2007 (legge n. 296 del 2006);
nello specifico, i commi 755 e seguenti dell'articolo 1 della citata legge finanziaria per il 2007 prevedono che per le imprese con oltre 50 dipendenti, il 100 per cento del TFR che matura dal 1o gennaio 2007 «inoptato» (cioè quello non destinato ai fondi pensione) andrà in un Fondo, istituito presso la Tesoreria centrale dello Stato e gestito dall'Inps, che dovrebbe servire a finanziare una serie di interventi elencati in allegato alla finanziaria (es. FIRST, imprese pubbliche, Autotrasporto, Alta velocità, ANAS, FS, eccetera), contemplando anche per la quota di TFR destinata all'Inps la deduzione dal reddito di impresa, prima prevista per la sola quota di TFR destinata a forme pensionistiche complementari, nella misura pari al 4 per cento dell'ammontare di TFR destinato alla previdenza integrativa per le imprese con oltre 50 dipendenti e pari al 6 per cento per le imprese con meno di 50 addetti; è, altresì previsto l'esonero integrale (in misura pari allo 0,2 per cento del monte retributivo) dal versamento del Fondo di garanzia per la quota di TFR trasferita alle forme pensionistiche complementari o al Nuovo Fondo Inps e quale ulteriore compensazione dei costi per le imprese per la destinazione di TFR a previdenza integrativa o Fondo Inps, è riconosciuta una riduzione del costo del lavoro mediante riduzione degli oneri impropri nella misura dei punti percentuali previsti dalla legge n. 248 del 2005;
sulle pagine de Il Giornale del 19 febbraio 2007, l'ex sottosegretario al lavoro nel precedente Governo di centrodestra, Alberto Brambilla, lanciava l'allarme di un ritorno alla normativa Visco del 2000, vale a dire al vecchio regime fiscale anche per i fondi pensione, prendendo in giro milioni di persone;
mentre, infatti, la riforma Maroni ha previsto la tassazione sulla parte imponibile della prestazione da previdenza complementare al 15 per cento fino ad un minimo del 9 per cento, con la Visco non c'erano vantaggi fiscali, in quanto il guadagno dei fondi veniva tassato come stipendio, veniva sottoposto a tassazione progressiva; inoltre il reddito da previdenza complementare veniva inglobato nei redditi complessivi del soggetto;
secondo l'ex sottosegretario Brambilla, dai vari interventi degli esponenti dell'attuale maggioranza e, in particolare, dal vertice di Caserta, emerge la volontà del Governo di preparare una trappola sul Tfr: attirare oggi i lavoratori nei fondi pensione, per fare cassa, allettandoli con il trattamento fiscale vantaggioso voluto dal precedente esecutivo, per poi eliminare, quando molti avranno fatto la scelta irreversibile di conferire il trattamento di fine rapporto alla previdenza complementare, le agevolazioni e gli incentivi fiscali previsti;
se le predette preoccupazioni dovessero concretizzarsi, i lavoratori che hanno già optato per i fondi pensioni saranno fortemente penalizzati, oltre che «ingannati», mentre i giovani neoassunti, vale a dire coloro per i quali la pensione integrativa è praticamente una strada obbligatoria per garantirsi una anzianità dignitosa, potrebbero decidere di ignorare i fondi per diffidenza -:
se il Governo non ritenga doveroso chiarire i propri intendimenti in materia di previdenza complementare, precisando entro il prossimo 30 giugno se intende adottare provvedimenti che contemplino per i fondi pensione un ritorno alla vecchia tassazione progressiva.
(5-00993)
BELLANOVA, SCHIRRU, CINZIA MARIA FONTANA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
in provincia di Lecce sono circa 17 mila gli iscritti nelle liste dei disabili ai sensi della legge 12 marzo 1999, numero 68, «Norme per il diritto al lavoro dei disabili»;
l'articolo 9, comma 6 della suddetta legge stabilisce che i datori di lavoro, pubblici e privati, soggetti alle disposizioni della presente norma, sono tenuti ad inviare agli uffici competenti un prospetto dal quale risultino il numero complessivo dei lavoratori dipendenti, il numero ed i nominativi dei lavoratori computabili nella quota di riserva, nonché i posti di lavoro e le mansioni disponibili per i lavoratori disabili;
il 13 marzo 2007 la provincia di Lecce, in relazione a tale normativa, ha approvato e pubblicato gli elenchi delle scoperture dei datori di lavoro pubblici e privati tenuti alle assunzioni dei disabili e non, in relazione alle scoperture rilevate negli organici al 31 dicembre 2006;
da tali prospetti risultano numero 17 scoperture riservate a lavoratori con disabilità presso la sede Inps di Lecce;
negli ultimi anni l'Inps di Lecce non ha ottemperato agli obblighi stabiliti dalla richiamata norma;
il 2 agosto 2006 il Servizio Politiche del Lavoro e Formazione Professionale della provincia di Lecce inviava una comunicazione rivolta all'Inps - Sviluppo Gestione e Risorse, Area Acquisizione Risorse Umane presso via Ciro il Grande in Roma, cui non è ancora seguita risposta, in cui si rilevava che già da diversi anni esiste nella sede provinciale dell'Ente una scopertura di numero 13 unità, richiamando la procedura, avviata nel 2003, di assunzione con chiamata nominativa di numero 5 unità, e la richiesta di precisazioni circa le procedure da seguire per dare corso alle assunzioni delle restanti 8 unità;
ai sensi dell'articolo 15, comma 3 della legge in argomento si stabilisce che ai responsabili di inadempienze di pubbliche amministrazioni, ai sensi della legge 7 agosto 1990, numero 241, «Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi», si applicano le sanzioni penali, amministrative e disciplinari previste dalle norme sul pubblico impiego -:
se il Ministro non ritenga di dover intervenire per chiarire il comportamento che, secondo gli interroganti, appare disdicevole, seguito dall'Inps che presso la sede di Lecce rifiuta di ottemperare all'obbligo di assunzione di personale disabile nonostante l'esistenza di scoperture rilevate già da diversi anni;
se il Ministro non ritenga di dover ripristinare la condizione di diritto sancita dall'articolo 4 della Costituzione della Repubblica Italiana nei confronti dei 17 mila lavoratori della provincia di Lecce iscritti nelle liste dei disabili fino ad oggi fortemente penalizzati dall'impossibilità di accedere a dei posti rimasti vacanti per anni in difformità di quanto previsto dalla legge 12 marzo 1999, numero 68.
(5-00994)
GARAVAGLIA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
la gravità della situazione dello stabilimento Gaggia di Robecco sul Naviglio, è oramai certa: l'intenzione della multinazionale francese - che controlla la Saeco, la quale a sua volta controlla la Gaggia - di chiudere definitivamente il settore produzione, trasferendolo in Romania e lasciando a Robecco solo la parte commerciale, perdura malgrado gli scioperi, i presidi, le fiaccolate e le proteste delle Rsu;
la decisione, resa nota dalla stessa società, rientra nel nuovo piano di riorganizzazione aziendale, che prevede appunto il mantenimento a Robecco solo della parte organizzativa e ufficio vendite, che in termini occupazionali equivale a
non più di 20 posti di lavoro, e la conseguente messa in mobilità per circa 126 lavoratori e ciò nonostante lo stabilimento robecchese ha prodotto nel 2006 un utili di 2 milioni di euro;
tale vicenda è l'ennesima dimostrazione di scelte produttive incentrate tutte sull'abbattimento dei salari dei lavoratori e di mancati investimenti industriali su innovazione del prodotto, tecnologia e organizzazione e ricerca del profitto;
il caso Gaggia, infatti, si aggiunge alle pesanti ristrutturazioni e delocalizzazioni che nel corso del biennio 2005/2006 hanno colpito il settore metalmeccanico nel territorio dell'Abbiatense, bruciando nel biennio 1.262 posti di lavoro, ai quali devono aggiungersi oltre ai 126 posti Gaggia anche altri 388 posti circa che nel corso dell'anno si perderanno per le crisi aperte o che arriveranno alla conclusione -:
se e quali misure il Governo intenda adottare per scongiurare la crisi occupazionale ed economica per ben 126 lavoratori e relative famiglie, alle prese con mutui da pagare, rette degli asili, costi per la formazione dei figli, rette per gli anziani da saldare, nonché la distruzione di un tessuto industriale diffuso e qualitativamente elevato quale appunto quello nel territorio abbiantense.
(5-00996)
Interrogazioni a risposta scritta:
MURA. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
la sede Inail presente nel Comune di Breno è attualmente classificata come sede di categoria C e dipende amministrativamente dalla sede territoriale sita nella città di Brescia, classificata come categoria A;
la sede di Breno era fino a dieci anni fa circa sede di categoria B, così come previsto dal piano di riassetto delle sedi elaborato dalla Direzione centrale Inail per la Provincia di Brescia;
l'amministrazione provinciale dell'epoca ritenne di dover modificare tale assetto trasformando la sede Inail di Breno in sede di categoria C e riclassificando quella di Palazzolo in sede di categoria B;
la sede di Breno è situata al centro della Valle Camonica e dista più di settanta chilometri dalla sede di Brescia dalla quale dipende amministrativamente;
la dipendenza amministrativa della sede di Breno da quella di Brescia crea notevole disagio agli oltre 110.000 residenti nel territorio valligiano, nonché alle tante piccole e medie imprese presenti sul territorio, costretti a lunghe trasferte fino a Brescia per l'apertura di pratiche che una volta definite vengono poi gestite dalla sede di Breno;
la trasformazione della sede di Breno da sede di tipo C a sede di tipo B è stata richiesta ufficialmente dal Presidente della comunità montana della Valle Camonica, con nota del 30 marzo 2007 inviata al Ministro interrogato, al fine di favorire l'accessibilità ai servizi offerti dall'Inail in una zona montana a forte disagio di mobilità e di servizi, qual è il territorio del comprensorio camuno-sebino rispetto alla città capoluogo di Provincia, raccogliendo le istanze della popolazione e delle organizzazioni sindacali locali;
la trasformazione della sede di Breno non comporterebbe costi poiché la struttura è stata recentemente ammodernata e il personale attualmente in organico è sufficiente a svolgere le funzioni proprie di una sede di categoria B;
il numero di pratiche trattate dalla sede di Breno è simile a quello di molte sedi già classificate di tipo B. Ad esempio la sede di Breno gestisce molte delle rendite di competenza della sede di Palazzolo, e 35 pratiche di grandi invalidi (stesso numero della sede di Brescia);
nel 2006 sono state trattate più di 220 pratiche per la Provincia di Bergamo e più di 200 infortuni ed alla stessa sede di Breno accedono residenti della Valle Di
Scalve e della Val Cavallina (entrambe in provincia di Bergamo) più vicine a Breno che al capoluogo bergamasco -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se non ritenga opportuno intervenire per trasformare la sede di Breno da sede di tipo C a sede di tipo B al fine di favorire l'accessibilità ai servizi INAIL in una zona montana a forte disagio di mobilità e di servizi.
(4-03516)
NICOLA COSENTINO. - Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. - Per sapere - premesso che:
gli ultimi incidenti sul lavoro, che hanno causato la morte di molti lavoratori ed hanno sollevato indignazione, hanno causato un forte allarme sociale;
particolarmente allarmante è la situazione nella Regione Campania dove le cosiddette «morti bianche» sono aumentate nel corso degli anni, infatti la Regione Campania è al terzo posto del record negativo per morti di incidenti sul lavoro;
in particolare, l'interrogante pone l'attenzione sul controllo dei luoghi di lavoro e sul numero esiguo degli ispettori del lavoro che operano nella Regione Campania;
è da registrare che nell'ultimo concorso per gli ispettori del lavoro nemmeno un neo ispettore è stato assegnato alla Regione Campania, la cui situazione è divenuta intollerabile e preoccupante;
nonostante le assicurazioni del Ministro Damiano, l'interrogante è fortemente preoccupato per la situazione che si è venuta a creare nella Regione Campania e sollecita il Governo ad una maggiore attenzione verso un problema fondamentale, quale è la sicurezza nei luoghi di lavoro, che necessita di un intervento urgente al fine di garantire i lavoratori nel nostro Paese;
anche i sindacati hanno lamentato la carenza di organici per le verifiche nei luoghi di lavoro ed hanno chiesto provvedimenti urgenti per fronteggiare non solo le situazioni emergenziali ma anche interventi definitivi e risolutori;
è da segnalare che erano state inviate alcune proposte dalla Commissione parlamentare sugli incidenti sul lavoro, ai Ministri Damiano e Bindi, proprio per evitare il ripetersi degli incidenti sul lavoro a cui non è stata data risposta -:
quali interventi urgenti intenda adottare per risolvere questo problema di particolare gravità;
se allo stato siano previsti nuovi bandi di concorso per gli ispettori del lavoro e se e che in numero questi siano assegnati alla Regione Campania dove, come indicato nella premessa, esistono problemi di enorme gravità che vanno risolti al più presto per scongiurare il ripetersi dei fenomeni delle morti «bianche»;
quali siano i motivi per cui i Ministri Damiano e Bindi non abbiano dato risposta alle proposte avanzate dalla Commissione sugli incidenti sul lavoro e se intendano rispondere con urgenza a tale sollecitazione.
(4-03526)