Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 156 del 14/5/2007
...
AFFARI ESTERI
Interrogazioni a risposta scritta:
CARDANO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la cittadina di Kahla in Turingia Germania, durante la seconda guerra mondiale, fu utilizzata come grande campo di lavoro dove sono finite migliaia di persone, tra le quali molti italiani che venivano rastrellati, arrestati e deportati insieme a persone provenienti da diversi altri paesi;
nelle ultime settimane sono giunte notizie di atti vandalici fatti a diverse lapidi poste in memoria dei deportati e delle loro sofferenze in quei luoghi, alcune dalle quali recentemente posate da amministrazioni pubbliche italiane, come nel caso di quella portata dal Comune di Viareggio;
alcuni di questi atti vandalici sono avvenuti nel memoriale che si trova sul fianco della collina del Walpersberg, vicino a Kahla. Questo fu il luogo dove i deportati venivano utilizzati per disboscare e spianare la cima della collina per costruire la pista di decollo per i caccia a reazione Me262, la cui fabbrica segreta si trovava sotto la collina in un imponente reticolo di gallerie fatte scavare dai lavoratori coatti (72 gallerie per un totale di 32 km). Il progetto fu denominato Reimahg e coinvolse lo sfruttamento brutale di circa 15.000 deportati provenienti da diverse nazioni (Russia, Polonia, Belgio, Francia, Spagna, Olanda, Jugoslavia, Cecoslovacchia e Italia). Furono coinvolte anche donne e bambini;
i decessi ufficiali registrati sono 855 di cui 441 italiani. Le stime approssimative fanno risalire le morti reali a circa 6.000. Oltre alle fosse comuni con calce viva, presso molti lager in cui erano distribuiti i deportati,i cadaveri erano trasportati al vicino KZ di Buchenwald, dove venivano gettati nel forno crematorio;
i deportati italiani provenivano da diverse zone dell'Italia. I primi arrivarono nell'estate del 1944. Tra i primi ad essere portati lì furono quelli della provincia di Macerata. In seguito vi furono portati anche alcuni degli operai della Pirelli, arrestati per gli scioperi;
la tutela di questi luoghi, di interesse europeo, è indispensabile affinché la memoria delle tragedie del nazifascismo impegni i popoli e i governi nella costruzione di un futuro di pace e libertà -:
se sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa;
se non ritenga necessario e doveroso attivarsi presso il Governo della Germania affinché vengano maggiormente tutelate le zone dove sono presenti i memoriali delle deportazioni succitate.
(4-03623)
HOLZMANN. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano altoatesino in lingua tedesca Dolomiten, nell'edizione di martedì 8 maggio 2007, ha dato notizia che il Governo Austriaco, tramite il Poligrafico di Stato, ha emesso un francobollo commemorativo, con corso legale, venduto regolarmente in Austria a 0,50 euro;
tale francobollo reca la scritta «Tirol», la dicitura «da Kufstein fino a Salorno 1809-2009», con riferimento ai confini del Tirolo ante Prima Guerra Mondiale, la carta geografica del Tirolo prima del trattato di pace nonché il disegno di Castel Tirolo che si trova vicino a Merano, cioè in Italia -:
se il Governo non ritenga tale francobollo offensivo per l'Italia, poiché la regione Trentino Alto Adige fa parte del territorio nazionale, non certo dell'Austria;
se il Governo, che nel 1996 ha ottenuto la quietanza liberatoria da parte dell'Austria con la chiusura della vertenza internazionale davanti all'ONU, non ritenga che un simile francobollo sia lesivo dei buoni rapporti tra Italia ed Austria e alimenti quello spirito revanscista che assai spesso anima le frange più estremiste della popolazione di lingua tedesca, innescando richieste di autodeterminazione, come avvenuto di recente con la petizione firmata da quasi tutti i sindaci della provincia di Bolzano ed atti di aperta ostilità nei confronti dei simboli dello Stato, giungendo addirittura a rivalutare, con dichiarazioni pubbliche di importanti esponenti politici, il terrorismo degli anni sessanta, che provocò numerose vittime;
se il Governo italiano intenda protestare formalmente con quello austriaco, per quella che l'interrogante giudica l'assoluta mancanza di rispetto dei confini nazionali, messi in discussione da un francobollo stampato dallo Stato austriaco.
(4-03634)