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Allegato B
Seduta n. 158 del 16/5/2007
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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XIII Commissione:
MELLANO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la Protezione civile, per bocca di Guido Bertolaso, in seguito allo stato di emergenza decretato dal Governo per l'allarme siccità, ha predisposto un piano di accumulo delle acque allo scope di contrastare la sicura carenza idrica della prossima estate nelle regioni del centro-nord;
sono 300/400 i millimetri di pioggia che mancano rispetto alla media del periodo e il Po ha raggiunto i minimi storici nelle scorse settimane, prima delle recenti precipitazioni che non hanno potuto evidentemente sanare un deficit idrico valutato attualmente oltre il quaranta per cento;
all'intemo del Piano predisposto si individuano in 350 i milioni di metri cubi l'acqua necessari da accumulare e/o risparmiare entro la fine del mese di maggio;
nel Piano si indica che 215 milioni di metri cubi deriveranno da minori utilizzi dei bacini idroelettrici alpini e che ulteriori 130 milioni di metri cubi saranno risparmiati dal settore agrario, che si è impegnato a diminuire dell'otto per cento i consumi d'acqua;
sola risicoltura piemontese e lombarda consuma circa sei - sette miliardi di metri cubi all'anno -:
se ritenga sufficiente un provvedimento che si limita a «risparmiare» 350 milioni di metri cubi a maggio a fronte di un utilizzo per il solo comparto risicolo di sei-sette miliardi di metri cubi nell'annata agraria in particolare, quali provvedimenti, in concreto, siano stati posti in essere per giungere ad risparmio dell'otto per cento nel settore agricolo e come si pensi di controllare che tali obbiettivi vengano raggiunti; e infine se non ritenga altresì opportuno ed urgente convocare le associazioni di categoria e dei produttori, i consorzi irrigui e gli enti locali, gli enti di ricerca e le università, per individuare nell'immediato livelli di risparmio ben al di sopra della percentuale dell'otto per cento ora indicata come obiettivo.
(5-01042)
MISURACA, GIUSEPPE FINI, GRIMALDI, IANNARILLI, LICASTRO SCARDINO, MARINELLO, MINARDO, ROMELE e PAOLO RUSSO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13 del regolamento 1782 del 2003 prevede che entro il 1o gennaio 2007 gli Stati membri debbano istituire un sistema di consulenza agli agricoltori sulla conduzione della terra e dell'azienda, sistema gestito da una o più autorità designate o da enti privati;
tale attività di consulenza serve a coadiuvare gli agricoltori, come minimo sul rispetto dei criteri di gestione obbligatori e sulle buone condizioni agronomiche e ambientali, meglio note come norme di condizionalità, ma anche per suggerire metodi produttivi più rispettosi dell'ambiente e indirizzare le aziende ad una maggior competitività;
il sistema di consulenza aziendale è istituito obbligatoriamente dagli Stati membri, ma gli agricoltori possono aderirvi facoltativamente;
il sistema di consulenza aziendale prevede un livello di aiuto cofinanziato che per la parte UE che raggiunge fino all'80 per cento della spesa ammissibile per servizi di consulenza e l'importo massimo è di 1.500,00 euro per consulenza/anno, con un interessante aiuto economico per l'agricoltore;
ad oggi non risulterebbe applicato dallo Stato Italiano quanto previsto dall'articolo 13 citato, con gravi ripercussioni per gli agricoltori italiani, nei confronti dei loro colleghi europei: infatti il servizio di consulenza aiuta l'agricoltore soprattutto a conformarsi alle norme sempre più stringenti della condizionalità;
nei mesi scorsi sono emersi dubbi e contrasti (che di fatto hanno ritardato l'avvio del nuovo servizio) relativi in particolare al riconoscimento dei soggetti erogatori dei servizi di consulenza, ai contenuti, ai beneficiari, nonché alle procedure per l'accesso al servizio;
uno dei temi più complessi riguarda l'individuazione dei soggetti erogatori della Consulenza aziendale, per il quale vorrebbero aderire i CAA (Centri Assistenza Agricola), i liberi professionisti (Agronomi, Periti agrari, Agrotecnici, Veterinari ecc.), studi dì consulenza e Enti pubblici;
risulta che il Ministero delle politiche agricole aveva predisposto, già dal mese di luglio 2006, un decreto ministeriale che dettava alcuni criteri generali sui soggetti beneficiari, i contenuti della consulenza, le modalità di erogazione, i requisiti per il riconoscimento degli organismi di consulenza ma ad oggi lo stesso non sembra perfezionato;
su tali linee guida del Ministero si sarebbero dovute predisporre le decisioni coerenti delle Regioni tramite i Programmi di Sviluppo rurale 2007-2013 e i successivi provvedimenti regionali;
la normativa comunitaria detta alcune norme in merito ai requisiti dei soggetti che erogano la consulenza; in particolare si precisa che essi devono avere un'esperienza adeguata, personale qualificato e idonee strutture tecnico-amministrative -:
quale sia lo stato dell'arte circa l'applicazione in Italia di quanto previsto dell'articolo 13 del Reg. 1782/2003; in particolare, se non ritenga di intervenire con urgenza per evitare possibili contestazioni comunitarie a seguito di inadempienza dello Stato verso un regolamento, ma anche per garantire agli agricoltori italiani le medesime opportunità dei colleghi europei;
se non sia il caso di fare chiarezza, in modo definitivo, sulle figure professionali atte a svolgere il servizio di consulenza aziendale e quali iniziative intenda assumere per garantire la terzietà tra gli enti o le figure professionali incaricati di effettuare la consulenza e chi effettua gestione e primo controllo delle domande di pagamento in favore degli agricoltori;
se non si ritenga, in fine, di garantire regole comuni per quanto concerne i requisiti di accreditamento per i soggetti che svolgeranno i servizi di consulenza, posto che attualmente vengono richiesti requisiti diversi nelle diverse regioni.
(5-01043)