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Allegato B
Seduta n. 159 del 17/5/2007
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
con la legge finanziaria n. 266 del 2005, articolo 1, da 337 a 340 si è reso possibile per le persone fisiche destinare una quota del cinque per mille alle organizzazioni non lucrative;
con decreto del Presidente del consiglio del 23 gennaio 2006 si sono definite le modalità con cui destinare tale quota;
nel 2006, entro i tempi previsti dal suddetto decreto, si sono iscritti all'albo dei possibili beneficiari oltre trentamila soggetti abilitati;
ad oggi dopo un anno ancora non si conosce né l'ammontare complessivo della destinazione né l'elenco dei beneficiari e ne tantomeno i tempi per la destinazione;
anche quest'anno nella fianziaria 2007 si è previsto di destinare i fondi con le modalità descritte nel decreto della Presidenza del Consiglio 6 marzo 2007 -:
quali iniziative intenda adottare il Governo affinché si possa conoscere al più presto l'ammontare complessivo, le destinazioni e l'erogazione del cinque per mille relativo alla, denuncia dei redditi dell'anno 2005.
(2-00542)
«Lupi, Sposetti, Frassinetti, Paroli, Gelmini, Ciccioli, Rosso, Zanetta, Gardini, Bocciardo, Oliverio, Giacomelli, Cesa, Alemanno, Albonetti, Casero, Realacci, Nicola Rossi, Saglia, Volontè, Ranieri, Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Sanza, Germanà, Fedele, Carfagna, Aprea, Bernardo, Campa, Miglioli, Vannucci, Zunino, Marantelli, Nannicini, Mariani».
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il giorno 5 maggio 2007 si è svolta, a Pordenone, la Conferenza Regionale sull'immigrazione;
alla conclusione dei lavori è intervenuto il Ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero;
sul quotidiano Messaggero Veneto del 6 maggio 2007, a pagina 3, l'articolo che riportava tale evento era così intitolato: «Ferrero: Cdl nazista sugli immigrati»;
leggendo l'intero articolo a dir poco sconcertano alcune dichiarazioni del Ministro Ferrero, e precisamente: «La legge Bossi-Fini è stata in assoluto nella storia quella che ha creato il maggior numero di clandestini. È indicativo che mentre le associazioni imprenditoriali, la Caritas e tutte le realtà che si occupano di stranieri hanno valutato positivamente il disegno di legge, la destra, in assoluto isolamento, si è schierata contro. In realtà a loro non interessano gli stranieri e tantomeno gli italiani: costruiscono la paura per raccattare qualche voto. Si è già visto nel secolo scorso, somiglia molto al movimento nazista: allora erano gli ebrei, oggi gli immigrati, ma la logica è la stessa e si chiama fascismo» -:
se le dichiarazioni del Ministro Ferrero corrispondono al pensiero dell'intero Governo da lui presieduto;
considerando la gravità delle dichiarazioni di un suo Ministro, quale iniziativa intenda intraprendere onde evitare il ripetersi di simili sconcertanti episodi.
(2-00541) «Lenna, Tondo»
Interrogazione a risposta orale:
FASOLINO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che
in data 15 febbraio 2007 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 38, l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3564 del 9 febbraio 2007, recante «Disposizioni urgenti di Protezione civile»;
la succitata ordinanza, all'articolo 5 comma 1, recita testualmente «in ragione della difficoltà da parte dei Consorzi costituiti nei bacini identificati con la legge regionale 10 febbraio 1993, n. 10, di attivarsi nei termini di legge alla raccolta differenziata degli imballaggi primari e della frazione organica, dei rifiuti ingombranti, nonché della frazione valorizzabile di carte, plastica, vetro, legno, metalli ferrosi e non ferrosi, ed al fine di favorire il raggiungimento degli obiettivi della raccolta differenziata nella Regione Campania, così come stabilito dall'articolo 5 del decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21, e disciplinato dall'articolo 3 dall'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3529 del 30 giugno 2006, i Comuni della Regione Campania sono obbligati ad avvalersi, in via esclusiva, per lo svolgimento del servizio di raccolta differenziata, dei Consorzi di bacino summenzionati, utilizzando i lavoratori assegnati in base all'ordinanza del Ministero dell'interno delegato al coordinamento della protezione civile n. 2948 del 25 febbraio 1999 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 50 del 2 marzo 1999»;
la legge regionale della Campania n. 10 del 10 febbraio 1993, recante «Norme e procedure per lo smaltimento dei rifiuti in Campania», come modificata dalla legge regionale della Campania n. 10 del 29 luglio 1998, pur individuando all'articolo 6, tra i vari soggetti, anche nei Consorzi di Bacino i soggetti attuatori del Piano di smaltimento dei rifiuti di cui all'articolo 2 della stessa legge, nulla dispone a favore degli stessi Consorzi di Bacino in materia di attività afferenti l'implementazione della raccolta differenziata;
alla data di pubblicazione della succitata legge regionale n. 10 del 1993, essendo vigente il decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 1982, recante «Attuazione delle direttive (CEE) n. 75/442 relativa ai rifiuti, n. 76/03 relativa allo smaltimento dei policlorodifenili e dei policlorotrifenili n. 78/319 relativa ai rifiuti tossici e nocivi», permaneva il diritto di privativa dei Comuni nell'attività di gestione dei rifiuti, come del resto confermato dall'articolo 198 del decreto legislativo n. 152 del 2006, nelle more dell'istituzione delle Autorità di ambito ottimale;
tanto premesso in fatto e in diritto, sono evidenti le perplessità che si pongono rispetto a un regolamento che ad avviso dell'interrogante si pone in contrasto con le oramai innumerevoli norme, tra cui il fondamentale decreto legislativo n. 152 del 2006, contenente Norme in materia ambientale, e le pronunce giudiziarie, nazionali e comunitarie, che impongono il ricorso a procedure ad evidenza pubblica e competitive per la gestione dei servizi;
quello che più è sorprendente è però il palese totale contrasto delle citate disposizioni dell'OPCM e della circolare del Commissario Delegato con le norme approvate dal Consiglio Regionale della Campania, contenute nella legge regionale n. 4 del 28 marzo pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione n. 19 del 4 aprile 2007;
ci si chiede in particolare a che titolo possano essere sospese o annullate gare in corso per l'affidamento dei servizi, per le quali sia gli enti pubblici sia le imprese partecipanti hanno investito risorse e quali siano per i Comuni le garanzie di risultati soddisfacenti sotto il profilo economico e qualitativo e quali le sanzioni per i Consorzi che non diano i risultati attesi;
si ha la netta sensazione - ad avviso dell'interrogante - che l'emergenza rifiuti
in Campania stia divenendo di fatto sempre più l'occasione per spericolate operazioni volte a favorire appalti particolari a discapito delle libertà dei Comuni, dei diritti acquisiti delle imprese, della redditività degli appalti per il pubblico erario;
una vera e propria giungla normativa si è abbattuta sulle istituzioni, sulle imprese e, soprattutto sulla popolazione campana che sarà la vera destinataria negativa delle incoerenze centrali;
perché alla fine qualcuno dovrà pur pagare e non saranno certamente gli autori responsabili del dissesto;
pagherà solamente la popolazione campana per il suo precipitare in una condizione di emergenza irrimediabile, con perdita della competitività economica e della credibilità esterna -:
se intenda statuire in modo chiaro ed inequivocabile le vie da seguire tenendo conto del succitato decreto legislativo n. 152/2006 e di tutte le pronunce che impongono il ricorso a procedure ad evidenza pubblica e competitive per la gestione dei servizi.
(3-00897)
Interrogazione a risposta scritta:
CATONE, BARANI e DEL BUE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. - Per sapere - premesso che:
in tema di smaltimento e trattamento di rifiuti la regione Campania, commissariata fin dal 1994, è stata teatro di numerose controversie;
sono stati riscontrati siti di abbandono incontrollato di rifiuti anche industriali;
la disseminazione incontrollata di discariche abusive su tale territorio, accompagnata da forme di smaltimento e di incenerimento illegale di rifiuti, ha avuto inizio negli anni'80 per continuare fino ad oggi;
nei giorni scorsi il Consiglio dei ministri ha dato il via libera ad un decreto legge, in vigore dall'11 maggio 2007, sull'emergenza rifiuti in Campania: dal decreto sono stati individuati quattro siti per far fronte all'emergenza rifiuti, da destinare ad altrettante discariche; uno di questi siti si trova nel comune di Terzigno (Napoli);
è la prima volta che si decide di realizzare una discarica in un'area protetta, infatti il comune di Terzigno si trova nel Parco Nazionale del Vesuvio;
l'uso del sito ubicato nel comune di Terzigno, come si legge nel decreto, è consentito fino al completamento delle attività di collaudo ed alla messa in esercizio a regime del termovalorizzatore di Acerra;
l'ubicazione di tale discarica è posta a monte e non a valle della zona interessata;
un rapporto commissionato dal Dipartimento della Protezione Civile e coordinato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dall'Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l'Osservatorio Epidemiologico Regionale, l'ARPA Campania e l'ESA (epidemiologia Sviluppo Ambiente), è stato presentato nel marzo scorso alla mostra d'oltremare, alla presenza del Commissario Guido Bertolaso;
tale rapporto ha effettuato un'analisi descrittiva di cause di mortalità sul territorio comunale delle province di Napoli e Caserta;
sono state individuate 20 cause di morte nel periodo 1994-2001, tra le quali quelle dovute a tumori spesso associati dalla letteratura scientifica alla presenza di discariche di rifiuti o di inceneritori sul territorio -:
se non ritengano opportuno intervenire al fine di scongiurare un più ampio
danno all'ambiente e alle persone e per favorire lo sviluppo della Valle Vesuviana, un territorio a forte propensione turistica, oggi però fortemente compromesso dal cosiddetto decreto sui rifiuti.
(4-03705)