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Allegato B
Seduta n. 159 del 17/5/2007
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COMUNICAZIONI
Interrogazione a risposta in Commissione:
GOISIS. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
la nostra Repubblica, così come espresso dagli articoli 1,2,3,4 e 35 della Costituzione, riconosce i diritti inviolabili dell'uomo e si impegna a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, oltre a riconoscere il diritto al lavoro promuovendo le condizioni che rendano effettivo questo diritto, tutelando il lavoro in tutte le sue forme;
il telelavoro, inteso come modo di lavorare indipendente dalla localizzazione geografica dell'ufficio o dell'azienda è facilitato e reso possibile dall'uso di strumenti informatici e telematici;
in Italia, il 64 per cento della popolazione che vive nelle città oltre i 100.000 abitanti può usufruire di una connessione Adsl, mentre solo il 15 per cento degli abitanti dei comuni sotto i 10.000 abitanti può godere dello stesso diritto, a causa dei piani aziendali di copertura del servizio Adsl che privilegiano le aree del territorio italiano economicamente più redditizie e di minori complessità realizzative;
l'accesso ai servizi di banda larga attraverso infrastrutture satellitari è talvolta impraticabile, a causa della loro interferenza con alcuni presidi medici, necessari, per esempio, per combattere la spasticità;
ci sono casi in cui, per impossibilità fisiche e gravi problemi di salute, si è costretti a lavorare dal proprio domicilio;
uno fra i tanti esempi possibili è il caso del signor Fabio, Panozzo, grafico aziendale residente nel Comune di Piombino Dese e affetto da paresi spastica, costretto a lavorare dal suo domicilio non servito da copertura Adsl;
il Comune di Piombino Dese è stato inserito, a novembre 2005, nel piano tecnico territoriale di Infratel Italia S.p.A elaborato con la Regione Veneto, ma non è stato realizzato alcun intervento teso a favorie lo sviluppo infrastrutturale a banda larga, né tantomeno sono state fornite informazioni riguardo alle modalità di applicazione o ai tempi di attuazione -:
quali misure il Ministro intenda adottare per mettere fine alla discriminazione tecnologica che vive il signor Panozzo e tutte le persone che si trovano in situazioni analoghe
(5-01054)
Interrogazioni a risposta scritta:
LUCCHESE. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
sarebbe necessario che il Ministro si attivasse per constatare le sofferenze degli utenti telefonici, che subiscono giornalmente angherie e soprusi di tutti i tipi oltre a gravi disservizi;
le grandi compagnie telefoniche non hanno più uffici aperti al pubblico, per cui gli utenti sono costretti a rivolgersi a servizi di assistenza clienti che non sempre assicurano una risposta in tempi accettabili, e che comunque richiedono una serie di successive scelte preliminari che all'interrogante appaiono più simili a veri e propri quiz;
i gestori di telefonia, a quel che consta all'interrogante, operano in maniera pressoché arbitraria tanto che, ad esempio, al numero 803155 (servizio reclami di Infostrada) una voce registrata segnala l'impossibilità di ricevere altre chiamate;
si rappresenta, tra i vari episodi di disservizio, il caso di una famiglia di Roma, con due bambini piccoli, che dal 4 maggio non ha più la linea telefonica, non riesce a conoscere il motivo del disservizio né quando il servizio stesso potrà essere ripristinato. Infostrada si distingue per il silenzio;
tra l'altro il passaggio ad altro gestore comporta per il fruitore del servizio la beffa di dover corrispondere una penale, mentre il passaggio richiede un tempo variabile tra uno e due mesi -:
come il Ministro, nei limiti delle proprie competenze, intenda intervenire per rimediare alla situazione descritta in premessa e porre fine a quelli che all'interrogante appaiono veri e propri soprusi.
(4-03687)
LISI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi in Lecce e provincia sarebbe «esploso» improvvisamente il problema del mancato recapito postale e dunque la necessità di assumere personale temporaneamente;
tale presunta emergenza si è casualmente verificata proprio in periodo elettorale, essendo in corso elezioni amministrative nelle città di Lecce, Nardò, Galatone, Otranto e altri 12 centri minori;
a seguito di ciò si è prontamente provveduto alla assunzione, per un periodo di mesi tre, di centinaia di portalettere ed impiegati di concetto (pare che nel Sud le assunzioni ammontino a diverse migliaia!) -:
quante assunzioni trimestrali siano state realmente effettuate nel Mezzogiorno ed in particolare presso quali uffici postali e per quali mansioni;
come ritenga il Ministro di affrontare la presunta emergenza anche nei mesi successivi, atteso che, se la necessità reale esiste, questa vi sarà anche per il futuro;
se ritenga, quindi, che si debba procedere a regolari concorsi che tranquillizzino gli aspiranti, certamente numerosi;
con quale criterio, inoltre, siano stati assunti nella città di Lecce numerosi precari.
(4-03695)
MAZZOCCHI. - Al Ministro delle comunicazioni. - Per sapere - premesso che:
risulterebbe che Poste Italiane S.p.A. sia divenuta titolare di un vasto patrimonio immobiliare residenziale dell'ex Ministero delle poste e telecomunicazioni, edificato per la concessione delle singole unità immobiliari a propri dipendenti;
ai sensi della legge 24 dicembre 1993, n. 560, sarebbe stata data la possibilità di rendere alienabile tale patrimonio residenziale, con vendita diretta, ai singoli assegnatari, oggi conduttori, in quanto non più titolari di concessione ma di contratto privatistico di cui alle leggi n. 392/78 e n. 431/98;
sembrerebbe che Poste Italiane S.p.A., di fronte alle richieste degli assegnatari degli immobili di regolarizzare il loro diritto di acquisto, non solo voglia pretendere la restituzione delle somme per le quali risulterebbe esser stata condannata, in forza di sentenze emesse dal Tribunale competente, in via giudiziaria, a risarcire i maggiori importi di canone versati dagli inquilini ma, ancora più grave, sembrerebbe voler indurre, per addivenire alla stipula dell'atto di compravendita, gli inquilini/conduttori a rinunciare ai procedimenti giudiziali pendenti e a sottoscrivere un atto di rinuncia con il quale i medesimi si impegnano, per il
prosieguo, a rinunciare a qualsivoglia rivalsa nei confronti di Poste Italiane S.p.A.;
infine, sembrerebbe che Poste Italiane S.p.A. abbia bloccato alcune vendite, peraltro alcune già fissate e per le quali risulterebbero esser state già versate consistenti somme, adducendo, a proprie ragioni, il fatto che le adesioni degli ex assegnatari siano pervenute successivamente alla decorrenza del termine fissato in 1 anno dall'offerta di vendita;
la mancata stipula degli atti di compravendita, risulterebbe essere al contrario, addebitabile a Poste Italiane S.p.A in quanto restia ad accettare le condizioni economiche sancite ex lege con sentenza;
la vicenda in questione, ad avviso dell'interrogante, sembrerebbe ledere seriamente i diritti di tante famiglie assegnatarie degli alloggi in questione stante il fatto che, per procedere alla vendita, Poste Italiane S.p.A. sembrerebbe aver richiesto, senza alcun fondamento e titolo giuridico, la restituzione di somme riconosciute, al contrario, in forza di sentenze, ai soggetti destinatari di tali richieste -:
se, qualora i fatti corrispondano al vero, sia intendimento del Governo far rispettare le previsioni di dismissione previste dalla legge n. 560/93 onde tutelare i diritti degli assegnatari degli alloggi in questione e, conseguentemente, scongiurare l'esecuzione di sfratti di numerose famiglie, e in secondo luogo se non ritenga opportuno istituire un'apposita commissione che accerti, sentiti anche gli inquilini, il reale intendimento di Poste Italiane S.p.A. circa il rispetto della normativa di cui alla legge n. 560/93.
(4-03709)