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Allegato B
Seduta n. 159 del 17/5/2007
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GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta scritta:
CRAPOLICCHIO e DANIELE FARINA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Ministro per la Giustizia ha presentato alle parti e ai sindacati una bozza di Decreto riguardante l'inserimento e l'utilizzo del personale del corpo di Polizia Penitenziaria negli UEPE, Uffici dell'esecuzione penale esterna, attraverso l'istituzione e la sperimentazione, in alcuni di detti Uffici, dei nuclei di verifica e controllo composti da tale personale, per un preventivo parere in vista di un tavolo di confronto già convocato dall'Amministrazione per il prossimo 14 maggio 2007;
l'introduzione della Polizia Penitenziaria negli UEPE a integrazione del personale di servizio sociale, appare, anche alla luce dei compiti e delle funzioni attribuite dalla sperimentazione enunciata nella bozza del decreto, debole sotto il profilo normativo e giuridico. Infatti le funzioni attribuite, benché sul solo piano di controllo, risulterebbero estranee alle vigenti previsioni normative previste dall'articolo 72 dell'Ordinamento penitenziario e dall'articolo 118 del regolamento di esecuzione (decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000) che descrivono, sinteticamente il primo e analiticamente il secondo, l'attività degli Uffici. Inoltre il controllo della Polizia Penitenziaria andrebbe a sommarsi ed a sovrapporsi a quello delle forze dell'ordine gia operanti in modo efficiente sul territorio del quale hanno conoscenza capillare;
la bozza di decreto Ministeriale interviene su una attività che nei prossimi mesi sarà oggetto di riorganizzazione considerando le modifiche in atto del codice penale e del codice di procedura penale anche sull'esecuzione penale e in particolare sull'esecuzione penale esterna;
la bozza di decreto Ministeriale aggrava pesantemente le condizioni di vita e di lavoro degli operatori della Polizia Penitenziaria negli Istituti e Servizi Penitenziari, rese peraltro già estremamente difficoltose dalla forte carenza di personale e dalla scarsità delle risorse finanziarie a disposizione. Infatti dal progetto di sperimentazione non si desume nessun aumento di organico né operazioni di razionalizzazione dell'impiego del personale della Polizia Penitenziaria preposto nei servizi non istituzionali, pertanto i costi di questo nuovo servizio graverebbero sui lavoratori;
una eventuale dislocazione all'esterno del personale di Polizia Penitenziaria creerebbe ulteriori disagi a coloro che resterebbero a lavorare negli Istituti, dunque più turni di lavoro, più posti di servizio, meno sicurezza, meno ferie e riposi;
nonostante l'esiguo numero di assistenti sociali, ai quali è demandata l'attività di recupero, il settore dell'esecuzione penale è stato caratterizzato positivamente
da tale efficiente intervento professionale rilevabile anche dalla riduzione della recidiva;
è funzionale al sistema penitenziario e previsto normativamente, dall'articolo 47 commi 9 e 10, che le attività di controllo e recupero siano svolte in modo integrato da un unico operatore, in quanto esse stesse inscindibili e pertanto non gestibili da portatori di professionalità eterogenee -:
quali iniziative si intendano adottare al fine di non aggravare la già difficile condizione di lavoro del personale di Polizia Penitenziaria prevedendone l'utilizzazione esterna;
se non si ritenga che le attività di controllo e di aiuto debbano essere svolte da un unico operatore al fine di effettuare al meglio l'azione di reinserimento dell'individuo nel contesto sociale, anche nel pieno rispetto del 3o comma dell'articolo 27 della Costituzione.
(4-03683)
SGOBIO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la Procura d Larino (Campobasso) ha emesso numerosi avvisi di garanzia e di custodia cautelare nei confronti di componenti delle forze dell'ordine, con accuse che vanno dall'associazione a delinquere, alla truffa e rivelazione di segreto istruttorio;
nei provvedimenti si ipotizza l'esistenza di una struttura parallela in seno alla polizia giudiziaria che mirerebbe ad influenzare il corso delle indagini della stessa Procura, con particolare riferimento all'inchiesta denominata black hole nella quale sono coinvolti vari esponenti politici ed amministratori molisani;
in Molise si sono verificati alcuni episodi analoghi, in particolare in seguito ai provvedimenti giudiziari che hanno accompagnato e fatto seguito all'inchiesta denominata «piedi di argilla» (collegata per vari aspetti al filone black hole) su presunte irregolarità in appalti di opere pubbliche nella provincia di Isernia, inchiesta, anche questa, che ha coinvolto esponenti del mondo politico molisano;
in tale ambito, il 30 giugno 2006, la Procura distrettuale antimafia di Campobasso (a firma del magistrato Nicola D'Angelo) emetteva mandato di perquisizione per i locali del comando generale dell'Arma dei carabinieri di Roma, del comando interregionale di Napoli, del comando regione Molise, di quello provinciale di Isernia e della compagnia di Venafro al fine di recuperare, con motivazioni molto dettagliate, documenti relativi a presunte pressioni o tentativi di pressione da parte di singoli sugli ufficiali dell'arma che svolgevano o avevano svolto le delicate inchieste di cui sopra;
presumibilmente a seguito dell'inchiesta avviata dal sostituto procuratore dottor Nicola D'Angelo della DDA di Campobasso su eventuali interferenze, il 31 ottobre 2006, il procuratore distrettuale di Campobasso, dottor Mario Mercone, inviava una lettera alla Procura generale di Campobasso ed al comando regionale CC e al procuratore D'Angelo, lettera con la quale si chiedeva di trasmettere a sé tutti gli atti inerenti l'ampia mole di procedimenti consequenziali scaturiti dall'inchiesta «piedi di argilla» al fine di evitare, come testualmente riportato dalla missiva, «che pubblici ufficiali si attribuiscano la potestà di scegliere il magistrato cui assegnare i procedimenti»;
il 2 novembre 2006 il sostituto procuratore dottor Nicola D'Angelo (ex titolare dell'inchiesta «piedi di argilla» nonché di quella sulle presunte pressioni sugli ufficiali dell'Arma del Carabinieri) rispondeva che la missiva, al di là degli intenti dell'autore, potrebbe avere «un effetto lesivo della dignità personale e professionale dello scrivente» aggiungendo di «non essersi mai reso strumento, consapevole o inconsapevole di qualcuno» -:
se alla luce di quanto esposto e nell'ambito delle proprie competenze, non ritenga necessario svolgere una accurata indagine presso le procure di Campobasso
e di Iberni al fine di verificare se sussistono la serenità ambientale ed il corretto funzionamento delle procure stesse, con particolare riferimento alle numerose inchieste consequenziali all'indagine «piedi di argilla».
(4-03696)
ANGELA NAPOLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nonostante le rassicurazioni con le quali il Ministro della giustizia tenta di attenzionare le Procure della Calabria, nelle stesse accadono situazioni che certamente non garantiscono il proseguimento di iter processuali importanti né, quindi, l'efficienza dell'Amministrazione;
alcuni giorni fa l'interrogante ha denunziato, sempre attraverso atti ispettivi, la destabilizzazione del servizio venutasi a creare presso la Procura di Catanzaro, a seguito della concessione del parere favorevole espresso per il trasferimento di un Magistrato in altra sede;
ieri è apparsa sulla stampa (Gazzetta del Sud - Edizione Vibo) la notizia del trasferimento a Pisa del sostituto procuratore Sisto Restuccia, magistrato più anziano della Procura della Repubblica di Vibo Valentia;
con il trasferimento del Procuratore Restuccia la Procura di Vibo Valentia, già carente di organico, presenta una situazione decisamente allarmante: tre giovani Sostituti e due magistrati assenti giustificati;
il trasferimento, del Procuratore Restuccia, a differenza di quanto è accaduto nel recente passato per altri magistrati, è stato attuato senza la regola del «posticipato possesso». A causa di ciò il magistrato, impegnato in una delle più «calde» Procure d'Italia, e che ha contribuito alle indagini degli importanti processi Dinasty (la cui definizione ha sancito i Mancuso quali cosche della'ndrangheta) e Dinasty 2 - do ut des (che ha interrotto un giro di corruzione che ha coinvolto persino gli Uffici giudiziari del Tribunale di quella città), non potrà portare a compimento il processo avviato ultimamente sulla presunta truffa ai danni dello Stato, che vede indagati decine di imprenditori vibonesi;
qualche giornale regionale odierno paventa il fatto che il Magistrato Restuccia sarebbe stato spinto a chiedere il trasferimento per via di uno stato di tensione venutosi a creare all'interno dell'ufficio Giudiziario di Vibo Valentia -:
ci si chiede quali siano le motivazioni che stanno alla base di un provvedimento così importante ed inaspettato;
quale il trasferimento di un validissimo Procuratore calabrese;
quale sia lo stato dell'arte di eventuali indagini ministeriali presso le Procure calabresi;
quali siano i provvedimenti urgenti che intende adottare al fine di sanare le carenze organiche presso la Procura di Vibo, al fine di garantire la prosecuzione di importanti processi contro la corruzione ed il malaffare che, purtroppo, dilagano anche in quel territorio.
(4-03708)
TURCO. - Al Ministro della giustizia, al Ministro della pubblica istruzione, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
dal 31 maggio 2006, in Vallo della Lucania, trentasei bambini di età compresa fra i tre ed cinque anni denunciano pesanti molestie sessuali ad opera di una novizia all'interno della scuola materna «Paolo VI» gestita dalle suore dell'Ordine delle Ancelle di Santa Teresa del Bambino Gesù;
detti bambini raccontano circostanze che lasciano trasparire come probabile il coinvolgimento di altre suore nonché di persone estranee all'ambito scolastico;
in una lettera inviata il 31 ottobre 2006 al Papa e al Vescovo di Vallo della
Lucania, i genitori di una delle bambine coinvolte scrivevano tra l'altro:
«Il massimo rappresentante della Chiesa Diocesana non ha ritenuto di dover esprimere alcuna parola di conforto nei confronti dei bambini e delle loro famiglie, limitandosi a poche e scarne dichiarazioni ufficiali dagli inequivocabili connotati pilateschi cui ha fatto seguito un silenzio assordante. I vertici della citata scuola e del citato Ordine non hanno ritenuto di dover manifestare alcuna forma di vicinanza o di solidarietà ai bambini coinvolti ed alle loro famiglie, preoccupandosi di negare ogni accadimento e di tacciare di isteria i genitori dei bambini stessi. Non pochi rappresentanti del Presbiterio, nel totale silenzio e nella generale indifferenza degli altri, hanno esplicitamente dimostrato e dimostrano aperta ostilità nei confronti dei genitori dei bambini coinvolti, ancorché cattolici praticanti.» Di fronte al silenzio assordante degli interlocutori, i genitori scrivevano nuovamente il 6 febbraio 2007, lettera che a tutt'oggi non ha ricevuto alcuna risposta;
in una lettera inviata il 15 gennaio 2007 al Direttore Generale della ASL SA3 di Vallo della Lucania, i genitori di detti bambini, si richiamavano alla nota del 13 dicembre 2006 - alla quale non era stata data risposta - con la quale avevano già richiesto la necessaria collaborazione per predisporre adeguati e necessari presidi terapeutici volti a porre rimedio ai disturbi comportamentali dei loro figli. È infatti accaduto che la dott.ssa Giuseppina Pustorino, neuropsichiatra infantile dipendente dalla ASL SA3, presso il poliambulatorio di Sapri aveva avviato percorsi osservazionali sui bambini al fine di valutare le loro condizioni e di accertare la necessità di cure. Per taluni dei bambini il percorso osservazionale si era già concluso ed aveva evidenziato la necessità di procedere ad urgenti terapie da affidare a psicoterapeuti specializzati ed esperti; per taluni altri bambini il percorso osservazionale sebbene avviato non si è concluso. Nel frattempo la dott.ssa Pustorino nonostante fosse andata ad espletare la sua attività professionale in Foggia si era dichiarata disponibile a completare i percorsi osservazionali avviati, senza aggravio di costi per alcuno, recandosi in Vallo della Lucania o Sapri ed utilizzando all'uopo le proprie ferie. Nelle more taluni genitori avevano esposto le problematiche inerenti le condizioni dei loro figli al Dipartimento per la Tutela della Salute Mentale - unita operativa di neuropsichiatria dell'infanzia e della adolescenza dell'ASL di Cava dei Tirreni (dotato di personale adeguatamente specializzato) raccogliendo il pressante invito ad avviare con urgenza le opportune cure per i piccoli pazienti e che il personale informalmente contattato aveva dichiarato la disponibilità ad avviare programmi di collaborazioni con l'ASL SA3 e ad espletare in Vallo della Lucania ogni attività terapeutica, previ indispensabili accordi istituzionali fra le due Aziende. In detta nota viene altresì rilevato che «relativamente alla istanza del 13 dicembre 2006, le uniche notizie a noi pervenute, peraltro per canali del tutto informali ed assolutamente inadeguati alla delicatezza del caso, riferiscono di assunzione di informazioni presso la dott.ssa Pustorino mercè metodologie poco ortodosse e non consone alla complessità ed alla problematicità di una vicenda in cui i profili sanitari si intrecciano inevitabilmente e strettamente con quelli giudiziari, imponendo estrema attenzione e rigorosa prudenza a chiunque entri in contatto con essa». Nota con al quale, infine, tra l'altro si chiedeva di autorizzare la utilizzazione da parte della dott.ssa Giuseppina Pustorino degli ambulatori di detta ASL in Vallo della Lucania o in Sapri allo scopo di ultimare i percorsi osservazionali già avviati e di monitorare i percorsi terapeutici cui saranno sottoposti i nostri figli;
secondo l'interrogazione il comportamento dela ASL è quantomeno anomalo -:
se siano a conoscenza di detti fatti e se siano state avviate indagini al riguardo;
se siano a conoscenza di fatti simili accaduti in istituti scolastici di ogni ordine e grado e, in caso affermativo, quali;
se la scuola materna «Paolo VI» gestita dalle suore dell'Ordine delle Ancelle di Santa Teresa del Bambino Gesù goda di finanziamenti pubblici;
quali iniziative intenda prendere per garantire un sostegno adeguato alle vittime, tenendo conto sia dell'età delle stesse che della gravità delle violenze subite;
quali iniziative intenda assumere affinché episodi di questo genere non abbiano più a ripetersi in luoghi deputati alla formazione e all'equilibrato sviluppo della personalità degli alunni, quali le scuole.
(4-03711)