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Allegato B
Seduta n. 159 del 17/5/2007
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
premesso che:
«lo sport è un'attività umana che si fonda su valori sociali, educativi e culturali essenziali. È un fattore di inserimento alla partecipazione alla vita sociale alla tolleranza, alla accettazione delle differenze e al rispetto delle regole;
l'attività sportiva deve essere accessibile a tutti, nel rispetto delle aspirazioni e delle capacità di ciascuno e nella diversità delle pratiche agonistiche o amatoriali...» (Consiglio Europeo di Nizza - dicembre 2000);
in Italia sono 3 milioni i giovani tra i 6 e i 18 anni che praticano attività sportive; tuttavia si può osservare un costante calo della pratica continuativa negli ultimi due anni, specie nella fascia di età tra gli 11 ed i 17 anni;
in Italia, come in quasi tutti gli Stati europei, si riscontra inoltre un aumento preoccupante dell'obesità: dal 1994 al 1999 è stato del 25 per cento. Oggi circa 4 milioni di italiani sono obesi; l'incidenza di tale patologia in età infantile è di 1 su 5. Il costo per il Servizio Sanitario Nazionale correlato è di 22,8 miliardi di euro, in gran parte per le spese di ospedalizzazione;
consentire e incrementare lo sport rappresenta una risposta ai bisogni sociali e di buona salute per una larga parte di popolazione,
a differenza di altri Paesi, in cui è nella scuola che si favorisce intensamente la pratica sportiva, in Italia il compito è demandato quasi totalmente alle piccole società sportive, vere palestre di educazione e di vita, ma non sostenute sufficientemente;
con la legge finanziaria per il 2007, del 27 dicembre 2006, n. 296 si prevedeva un accantonamento di 20 milioni di euro per gli oneri connessi alla possibile assegnazione all'Italia dei Campionati Europei di calcio del 2008; oggi la possibilità è definitivamente tramontata, con la decisione del Comitato Esecutivo UEFA di assegnare tale Campionato a Polonia e Ucraina;
impegna il Governo
ad assumere decise iniziative per destinare tali accantonamenti di 20 milioni di euro al sostegno delle attività svolte dalle Associazioni Sportive minori sia agonistiche che dilettantistiche, e ad emanare i necessari provvedimenti regolamentari in merito alle modalità di richieste di assegnazione di tali fondi.
(1-00162)
«Galli, Pescante, Di Centa, Rosso, Campa, Zanetta, Lazzari, Stradella, Paoletti Tangheroni, Garagnani, Uggè, Fedele».
La Camera,
premesso che:
in data 7 maggio 2007 il Ministro del Lavoro, l'Onorevole Cesare Damiano, ha confermato che l'entità del cosiddetto «tesoretto», ovverosia dell'intero ammontare dell'extragettito derivante dalla crescita delle entrate tributarie della pubblica amministrazione nel 2006 rispetto al 2005, è pari a 10 miliardi di euro e, in particolare, ha dichiarato che di tali risorse saranno utilizzato 7,5 miliardi di euro per la riduzione del deficit pubblico e 2,5 miliardi di euro per lo stato sociale;
durante lo svolgimento dell'«Indagine conoscitiva sulle condizioni sociali delle famiglie in Italia» presso la XII Commissione «Affari Sociali» della Camera dei deputati e, segnatamente, in occasione dell'audizione del Presidente dell'Istituto nazionale di statistica, il Prof. Luigi Biggeri, è emerso che il numero delle famiglie e di persone relativamente povere, individuate
sulla base di un valore convenzionale del livello di spesa per consumi, si è modificato poco negli ultimi otto anni;
in termini generali è stato rilevato come la povertà relativa sia concentrata nel Mezzogiorno, nelle famiglie con un elevato numero di componenti, con figli minori, tra gli anziani soli, nelle famiglie con disoccupati;
attualmente è possibile individuare almeno quattro gruppi caratteristici di famiglie povere nel nostro Paese: le coppie anziane (circa il 33 per cento del totale delle famiglie povere), le donne anziane sole (circa il 20 per cento), le famiglie con persone in cerca di occupazione nel Mezzogiorno (circa l'8 per cento) e le famiglie con lavoratori a basso profilo professionale (quasi il 40 per cento);
il disagio economico si traduce anche in una situazione di privazione materiale e di insicurezza;
si stima che le famiglie che riscontrano difficoltà nel consumare un pasto adeguato ogni due giorni siano il 7,5 per cento e che quelle che trovano difficoltà per arrivare a fine mese con il reddito conseguito o che non riescono a far fronte ad una spesa imprevista di mille euro siano in entrambi i casi il 30 per cento;
tra le famiglie in condizioni economiche meno favorite vi sono quelle dei giovani che hanno prevalentemente redditi da lavoro autonomo, le famiglie numerose e quelle residenti nel Mezzogiorno;
una nuova fonte statistica, i Conti pubblici territoriali elaborati nell'ambito del Sistema statistico nazionale, consente oggi di analizzare nel dettaglio i divari di spesa per interventi e servizi sociali a livello regionale, ed ha evidenziato come, a fronte di un valore medio per abitante di poco superiore a 3 mila euro annui, permangano ampi divari territoriali di spesa sociale, con valori maggiori nelle regioni centro-settentrionali e minori in quelle meridionali;
le differenza di spesa sociale per abitante tra la regione che spende di più e quella che spende di meno è pari a quasi 2 mila euro annui;
il reddito pro capite è fortemente associato con questa spesa sociale e sono le regioni più ricche a spendere di più per queste funzioni, indicando che la spesa sociale ha solo modeste funzioni di riequilibrio dei divari fra le regioni;
la spesa sociale dovrebbe invece svolgere una funzione di perequazione delle differenze in termini di dotazione di servizi tra i territori, operando in particolare una redistribuzione delle risorse in base ai rischi specifici dei diversi comparti quali la povertà, le condizioni di salute per la sanità, il disagio per l'assistenza sociale e l'investimento in capitale umano per l'istruzione;
considerato che:
in Italia solo il 3,8 per cento della spesa sociale è destinato alla famiglia, contro una media europea dell'8,2 per cento: una percentuale modesta che appare davvero risibile se paragonata alle quote, pari al 10 per cento, dei Paesi del Nord Europa e della Francia, senza contare che la spesa media nell'Unione europea per la famiglia è pari al 2 per cento del prodotto interno lordo, mentre in Italia è solo l'1 per cento:
impegna il Governo
ad indirizzare le politiche di welfare attribuendo maggiore priorità agli interventi a favore della famiglia, destinando a tal fine il 25 per cento dell'intero ammontare dell'extragettito derivante dalla crescita delle entrate tributarie della pubblica amministrazione nel 2006 rispetto al 2005, ovvero 2,5 miliardi di euro attualmente destinati allo stato sociale, per agevolare dal punto di vista economico, fiscale e sociale le famiglie italiane, con particolare riguardo a quelle che versano in condizioni di gravi difficoltà finanziarie;
ad intervenire predisponendo azioni di sostegno alla genitorialità, attraverso l'implementazione di un sistema di servizi tesi ad incrementare la natalità potenziando i servizi educativi per la prima e primissima infanzia in tutto il territorio nazionale;
a promuovere politiche per la casa a favore di tutte le famiglie ed in particolare delle giovani coppie che intendano soddisfare il desiderio di formazione di nuove famiglie attraverso la soppressione dell'ICI sulla prima casa;
a rimodulare il sistema fiscale e redistributivo in funzione del quoziente familiare;
a sostenere le famiglie con a carico persone anziane non autosufficienti o figli portatori di handicap con la modifica della normativa vigente, introducendo a tal fine nuove norme in materia di prepensionamento anticipato nel senso più favorevole per i genitori;
ad agevolare le famiglie nell'accudimento dei figli, attraverso una riorganizzazione del mercato del lavoro che consenta percorsi lavorativi più flessibili al fine di promuovere concrete politiche di conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare;
a potenziare le politiche a favore delle famiglie che, indipendentemente dalla loro condizione economica, si dimostrino disponibili ad accogliere e adottare bambini senza famiglia.
(1-00163)
«Fabris, Luciano Rossi, Rossi Gasparrini, Cioffi, Satta, Del Mese, Giuditta, Rocco Pignataro, Affronti, Adenti, Picano, D'Elpidio, Capotosti, Morrone, Li Causi».
Risoluzioni in Commissione:
La VII e la XI Commissione,
premesso che:
la legge finanziaria del 2007, ai commi 1180/1185, dispone l'obbligo anche per le pubbliche amministrazioni di comunicare ai Centri Territoriali per l'impiego l'avvenuta stipula del contratto di lavoro entro le 24.00 del giorno precedente a quello di effettiva instaurazione del rapporto di lavoro;
gli Ispettorati del lavoro di Caltanissetta e di Enna, hanno iniziato a comminare multe ai Dirigenti scolastici (100 euro a contratto, raddoppiabili se non si paga entro il termine fissato) che hanno spedito in ritardo i contratti di lavoro relativi al reclutamento delle supplenze;
la causa del mancato adempimento agli obblighi di cui alla finanziaria da parte dei Dirigenti scolastici è da rintracciare in una serie di motivazioni di seguito esposte:
in data 6 febbraio 2007 è stata inviata una nota (prot. n. 1843) da parte del Ministero della pubblica istruzione a tutte le scuole, che metteva queste ultime in posizione di attesa per eventuali deroghe rispetto a quanto affermato ai commi 1180/1185 della finanziaria, date dalla tipicità del settore «Per quanto concerne il settore scolastico, il relativo rapporto si configura con caratteristiche di evidente tipicità... per tal motivo questo Ministero ha già richiesto al competente Ministero del lavoro di esaminare la possibilità di esonerare da tale adempimento le istituzioni scolastiche che istaurano tali rapporti ...»;
la nota del Ministero del lavoro e della previdenza sociale (prot. n. 13 del 4 gennaio 2007), che conteneva le istruzioni dettagliate per poter effettuare tale comunicazione, non contenute nell'articolo 1 della legge finanziaria 2007, non è mai stata trasmessa dalla Regione siciliana alle scuole;
in data 20 febbraio 2007 il Ministero della pubblica istruzione ha inviato un'ulteriore nota (prot. n. 2977) con la quale, si individuava la possibilità di avvalersi, per le scuole, di una specifica
deroga alla normativa, concernente il limite temporale per adempiere all'obbligo di comunicazione delle assunzioni. Nello specifico «in caso di conferimento di supplenze temporanee al personale docente e al personale ATA negli istituti scolastici pubblici, l'instaurazione dei relativi rapporti di lavoro può essere comunicata anche successivamente al termine delle 24.00 del giorno antecedente e, comunque, nel primo giorno utile». Questa deroga era già stata specificata in due note (n. 13 del 4 gennaio 2007 e n. 13 del 14 febbraio 2007) inviate alla Regione da parte del Ministero del lavoro ed evidentemente mai trasmesse alle scuole siciliane, ed agli ispettorati provinciali del lavoro della regione Sicilia;
tali due ultime note, inoltre, prevedono alcuni provvedimenti attuativi per la comunicazione delle assunzioni ai centri d'impiego per via telematica che ancora devono essere posti in essere e l'uso della modulistica unitaria che non è stata ancora creata;
le scuole, come ovvio, non possono assumere lavoratori in nero o agire in modo non coerente con le disposizioni di legge (ciascun Dirigente scolastico è tenuto a rispettare la graduatoria degli aventi titolo nell'assegnazione delle supplenze), la disposizione contenuta nella finanziaria costituisce un pesante ed ingiustificato aggravio, anche economico, per la gestione delle scuole dal momento che le dinamiche di reclutamento dei supplenti non sempre permettono di inviare le comunicazioni nello stesso giorno (sovente si finisce di nominare alle ore 12.00);
i Dirigenti scolastici della provincia di Caltanissetta hanno sottolineato come i tempi di adeguamento alla normativa siano stati troppo brevi come l'attività informativa da parte del Ministero della pubblica istruzione nei riguardi delle istituzioni scolastiche sia stata scarsa e tardiva e come tale vicenda evidenzi «lo stato di abbandono e di isolamento della categoria dei dirigenti scolastici di fronte a questa normativa che sta esprimendo il suo volto vessatorio e punitivo»;
tale situazione sta creando profondi disagi nell'organizzazione scolastica ed ostacoli alla possibilità di occupazione dei docenti supplenti, a causa della difficoltà ad applicare la normativa;
impegnano il Governo
a fare chiarezza su una questione di primaria importanza come quella di cui trattasi, emanando direttive chiare ed inequivocabili, anche in merito ad eventuali deroghe, alle modalità di trasmissione dei dati, alla creazione di una modulistica unitaria;
ad assumere iniziative volte ad esonerare le scuole da un adempimento che serve solo ad appesantire il carico amministrativo degli uffici di segreteria e quello degli organi di controllo, sottraendo loro tempo e risorse;
ad intervenire, in base alle proprie competenze, al fine di annullare le sanzioni finora comminate perché frutto dell'incertezza del quadro normativo, e della mancata o non tempestiva comunicazione da parte della regione delle informazioni necessarie alle scuole, ed agli Ispettorati provinciali del lavoro della Regione Sicilia.
(7-00180)
«Froner, Lomaglio, Sasso, Buffo, Di Salvo».
La VIII e la V Commissione,
premesso che:
l'articolo 1, comma 18, della legge 30 dicembre 2004, n. 311 (legge finanziaria 2005) prevede un vincolo ai prelevamenti dai conti di tesoreria statale per i soggetti individuati nell'elenco del conto economico consolidato per il triennio 2005-2007 indicati nell'allegato elenco 1;
in particolare, tali soggetti non possono effettuare prelevamenti dai rispettivi conti aperti presso la Tesoreria dello Stato superiori all'importo cumulativamente prelevato alla fine di ciascun bimestre dell'anno precedente aumentato del 2 per cento;
il richiamato elenco 1 allegato alla legge finanziaria 2005 contempla l'elenco delle amministrazioni pubbliche cui si applica il limite del 2 per cento all'incremento delle spese nel 2005 di cui all'articolo 1, comma 5, della medesima legge finanziaria;
l'articolo 1, comma 19, della legge finanziaria 2005, prevede la facoltà per i soggetti interessati di richiedere al Ministero dell'economia e delle finanze deroghe ai vincoli di cui al precedente comma 18 per effettive e motivate esigenze;
in materia è intervenuta la legge finanziaria 2007 (legge 27 dicembre 2006, n. 296), che, all'articolo 1, comma 695, attraverso una novella all'articolo 1, comma 6, della legge finanziaria 2005, ha escluso dall'ambito di applicazione del vincolo di cui al precedente comma 5, le aree naturali protette;
è evidente la volontà legislativa diretta alla non applicabilità alle aree naturali protette oltre che del limite del 2 per cento all'incremento delle spese delle amministrazioni pubbliche, anche del richiamato vincolo sui prelevamenti dai conti di tesoreria disposto dall'articolo 1, comma 18;
la diversa interpretazione resa dal Ministero dell'economia nel senso di continuare a ritenere operante per gli enti parco il vincolo di cui all'articolo 1, comma 18, della finanziaria 2005, sta di fatto incidendo negativamente sulla capacità di spesa dei medesimi, comportando un accrescimento delle disponibilità liquide e dei residui passivi,
impegnano il Governo
ad adottare ogni possibile iniziativa volta ad evitare l'applicazione alle aree naturali protette del vincolo ai prelevamenti dai conti di tesoreria statale di cui all'articolo 1, comma 18, della legge n. 311 del 2004, eventualmente assicurando l'operatività della deroga di cui all'articolo 1, comma 19, della medesima legge.
(7-00178)
«Realacci, Francescato, Mariani, Di Gioia».
La VII Commissione,
premesso che:
gli episodi di cronaca ampiamente riportati dai giornali e dalle televisioni, evidenziano gravi illeciti accaduti recentemente o nei mesi passati nelle Università di Bologna e di Bari, ove non solo sono venuti alla luce, come a Bologna, concorsi pilotati con ramificazioni in altre Università, ma situazioni amministrative particolarmente pesanti, per esplicita ammissione degli stessi rettori, con la costituzione di parte civile da parte degli Atenei medesimi;
si ritiene indispensabile una riconsiderazione complessiva dell'autonomia universitaria, anche mediante l'avvio di una indagine parlamentare sul sistema universitario italiano, posto che l'autonomia degli Atenei non può servire da «paravento» per arbitrii veri e propri incompatibili con uno Stato di diritto,
impegna il Governo
ad inviare ispezioni ministeriali per far luce su quanto accaduto anche al fine di adottare i provvedimenti conseguenti, nonché al fine di salvaguardare il buon nome delle Università italiane e di quella gran parte di docenti che svolgono con coscienza e professionalità il proprio dovere.
(7-00181)
«Garagnani, Bono, Barbieri, Goisis».
La VII Commissione,
premesso che:
con la legge n. 143 del 2004 venne introdotto, nell'elenco dei titoli valutabili per l'aggiornamento delle graduatorie permanenti, il meccanismo del doppio punteggio a favore di quei docenti che sceglievano di insegnare nelle scuole di ogni
ordine e grado situate nei comuni di montagna (ossia al di sopra dei 600 metri sul livello del mare);
con una sentenza (la n. 11 del 2007), che ha suscitato clamore, la Corte costituzionale ha dichiarato l'incostituzionalità della suddetta legge per la parte in cui stabiliva che gli insegnanti che hanno prestato servizio in una sede di montagna hanno diritto al raddoppio del punteggio, ricollegandolo esclusivamente al solo criterio altimetrico;
alla luce di tale sentenza, il Ministero della pubblica istruzione, con una disposizione piuttosto discutibile, ha deciso di far salvi i diritti acquisiti sino ad oggi con il raddoppio del punteggio di montagna, limitatamente ai docenti già immessi in ruolo, annullando per tutti gli insegnanti precari gli stessi «diritti acquisiti», non tenendo conto dei sacrifici e dell'impegno di chi ha scelto sedi di montagna spesso lontane in cui insegnare, con l'unico scopo di raggiungere una posizione utile per la stipula di un contratto di lavoro a tempo indeterminato;
attualmente sono circa 15.000 gli insegnanti precari di montagna che rischiano di vedere tutti i sacrifici che hanno affrontato vanificati dalla sentenza di incostituzionalità e dalla applicazione troppo rigida e meccanica da parte del Ministero;
vi sono dei punti su cui bisogna fare chiarezza, poiché sussistono delle forti incongruenze: ad esempio, la nuova legge finanziaria per il 2007 prevede, a partire dal 1o settembre 2007, la cancellazione della futura attribuzione del punteggio doppio, mentre il Ministero della pubblica istruzione ha pensato di togliere anche quello maturato negli anni precedenti; chi, poi, è entrato di ruolo in passato col doppio punteggio è invece intoccabile, ossia sembra avere dei diritti acquisiti intangibili, mentre i supplenti, che hanno operato e scelto nella piena legalità attenendosi ad una legge in vigore, si ritrovano ora senza poter fare valere i loro diritti;
la soluzione del problema non può scaturire da quanto disposto dalla Finanziaria per il 2007, che prevede un piano straordinario di 150 mila assunzioni, per il quale si attingerà dalle graduatorie ad esaurimento,
impegna il Governo
ad intervenire tempestivamente con iniziative urgenti, anche di carattere normativo, per sanare le evidenti disparità di trattamento tra gli insegnanti già immessi in ruolo grazie al doppio punteggio e quelli ancora precari che perdono il doppio punteggio sin qui acquisito e che deve essere considerato comunque un intangibile diritto acquisito e si vedono privati ingiustamente della possibilità di conseguire l'immissione in ruolo in tempi ragionevoli.
(7-00182)
«Garagnani, Marinello, Angelino Alfano, Misuraca, Romele».
La VIII Commissione
premesso che:
sulla Riviera del Brenta, area rinomata sotto l'aspetto paesistico e architettonico compresa tra Venezia e Padova, insistono vari progetti infrastrutturali e loro varianti (innesto Nuova Romea Commerciale, Asse plurimodale Venezia-Padova, Sistema Ferroviario Metropolitano di Superficie), che comportano impatti ambientali di diversa natura tali da rendere opportuna una loro valutazione complessiva e strategica (VAS),
impegna il Governo
ad adoperarsi con la Regione Veneto, l'ANAS, Veneto Strade e le Società concessionarie autostradali affinché vengano concertate con gli enti locali interessati le procedure e le modalità di valutazione complessiva di detti progetti.
(7-00179)
«Cacciari, Martella, Viola, Zanella, Sperandio, Crema».