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Allegato B
Seduta n. 160 del 29/5/2007
TRASPORTI
Interrogazioni a risposta scritta:
PORETTI e MELLANO. - Al Ministro dei trasporti, al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
secondo il regolamento Trenitalia possono viaggiare sui treni Eurostar Italia effettuati con materiale ETR460, ETR480 e ETR500, Eurostar Italia alta Velocità, Treno TBiz: cani guida delle persone non vedenti, anche se accompagnate, e piccoli animali racchiusi nell'apposito contenitore delle dimensioni non superiori a cm. 32x32x50;
sempre secondo tale regolamento, cani di piccola, media e grossa taglia possono viaggiare su tutte le altre categorie di treni purché con guinzaglio e museruola: Diretti, Regionali, Interregionali, Intercity, Intercity Plus, Eurostar City Italia, Espressi ed Intercity Notte;
in particolare alcune tratte come la Firenze-Roma hanno tempi di percorrenza molto diversi a seconda del tipo di treno: se il viaggio viene fatto con un treno Eurostar si impiega 1 ora e 37 minuti, con treno Intercity, circa 2 ore e mezzo e con i treni regionali si raggiungono le 3 ore e 37 minuti;
le frequenze dei treni Eurostar sono sempre maggiori e con orari comodi e continui, mentre gli altri tipi di treni sono sempre più rari e con orari che ne scoraggiano l'uso. Non solo, ma quando sulla rete ferroviaria ci sono problemi (fatto tutt'altro che raro), i treni che subiscono meno ritardi (per scelta aziendale) sono gli Eurostar, quindi tutti gli altri accumulano ritardi molto sfiancanti che ne scoraggiano l'uso;
un cane che non ha le caratteristiche per cui è consentito l'accesso sull'Eurostar (la maggior parte dei cani in circolazione), in particolare in estate, viene costretto ad un viaggio di quasi 4 ore (quando non ci sono ritardi) con guinzaglio e museruola, sviluppa una sofferenza e un malessere che spesso scoraggia il proprietario a portarlo con sé;
non è comprensibile la motivazione di tale discriminazione dei cani più grandi rispetto a quelli più piccoli, considerato anche che in altri Paesi europei è normale portare nei treni ad alta velocità cani di qualunque taglia;
le persone e le famiglie che hanno un cane sono sempre più numerose, considerando il quattrozampe come un componente della famiglia stessa. Lo portano con sé in tutti gli spostamenti, ma il doverlo sottoporre a questi viaggi massacranti, non favorisce certo l'uso del treno, a vantaggio dell'auto privata. Una situazione che favorisce il contrario di quello che Governo, associazioni ambientali e altre fanno con la promozione dell'uso del mezzo pubblico a svantaggio di quello privato, più inquinante e con una gestione più problematica soprattutto nelle aree urbane;
durante l'estate il fenomeno dell'abbandono dei cani ha il suo culmine proprio e anche per le difficoltà logistiche nel trasporto. Secondo il ministero della Salute (dati gennaio 2007) a fronte di quasi 5 milioni e mezzo di cani di proprietà, circa mezzo milione sono quelli randagi ospitati nei canili, quindi recuperati dopo essere stati abbandonati -:
se i ministri intendano sollecitare Trenitalia affinché sia rivisto questo regolamento rendendo accessibili tutti i treni a tutti i cani senza discriminazione di taglia.
(4-03727)
LO PRESTI. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
i collegamenti ferroviari della Regione Sicilia, già così come sono, non riescono a soddisfare le esigenze degli utenti;
a decorrere dal 10 giugno 2007, con il nuovo orario dei treni, saranno soppressi i seguenti convogli:
793 IC...ME-PA, 795 IC...ME-SR, 792 IC...PA-ME, 794 IC...SR-ME, 1927 EX...ME-SR, 1926 EX...SR-ME, 1937 EX...ME-PA, 1936 EX...PA-ME, 834/823...AG-MI e MI-AG soppresso 3 giorni su 7, causando non poche difficoltà a tutti colo che, per vari motivi, sono costretti a servirsi del trasporto ferroviario;
«Orsa Ferrovie» e tutte le altre organizzazioni sindacali non condividono tali soppressioni che saranno causa di grossa perdita di posti di lavoro, aggravando ancor di più la già difficile situazione lavorativa in Sicilia;
quali provvedimenti intenda adottare, di concerto con Trenitalia, per scongiurare la situazione che si verrà a creare sopprimendo i sopraelencati treni.
(4-03739)
BRIGUGLIO. - Al Ministro dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
è in atto un preoccupante processo di smobilitazione delle ex Ferrovie dello Stato nella tratta Messina-Palermo, e in particolare nell'hinterland di Sant'Agata di Militello, già iniziato con la chiusura dei servizi igienici nelle stazioni ferroviarie con meno di 500 viaggiatori al giorno;
è stata data notizia che entro breve tempo saranno soppressi i treni regionali e saranno chiuse le piccole stazioni ferroviarie, nonché le biglietterie di molte stazioni anche importanti di detta tratta;
dette decisioni di Trenitalia aggravano in termini inaccettabili le condizioni del trasporto pubblico in Sicilia, con particolare pregiudizio per la vocazione turistica di numerose aree territoriali dell'Isola;
si registrano numerose prese di posizione e proteste da parte di amministrazioni e comunità locali -:
se intenda assumere le iniziative necessarie per fare fronte al problema ed evitare lo smantellamento dei servizi ferroviari nella tratta Messina-Palermo.
(4-03759)
LICANDRO. - Al Ministro dei trasporti, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nel 1986 l'Organizzazione Mondiale per la Sanità ha sancito la pericolosità dell'esposizione all'amianto, sostanza cancerogena causa negli ultimi cinquant'anni di migliaia di morti;
dal 1992 è vietata in Italia l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto;
negli anni settanta ed ottanta dello scorso secolo le Ferrovie dello Stato utilizzavano largamente questo materiale per la costruzione dei vagoni;
nello scorso decennio le Ferrovie dello Stato hanno avviato un programma volto alla dismissione di tutti questi convogli;
lo scorso marzo numerosi vagoni contenenti amianto, uno solo dei quali con la piombatura prescritta dalla legge ma con le portiere aperte, venivano individuati nel comune di Catania, nascosti sotto un cavalcavia della Tangenziale, nelle vicinanze del nuovo aeroporto internazionale;
«Quotidianamente», secondo quanto affermato all'interno della inchiesta giornalistica pubblicata il 6 marzo sul Quotidiano di Sicilia a firma di Antonio Condorelli, «decine e decine di operai hanno lavorato per un periodo di tempo non determinato accanto ad essi». Si trattava dei dipendenti del costruendo parcheggio scambiatore che servirà l'attuale aeroporto internazionale di Catania;
il convoglio in questione non presentava, secondo quanto documentato nel servizio giornalistico, gli elementi prescritti dal Decreto del ministero della Sanità 26 ottobre 1995, ovvero: «- verifica da parte
del personale specializzato del fatto che le aree di accantonamento siano delimitate con nastri segnaletici a strisce diagonali bianco-rosse o recinzioni equivalenti, interdette agli estranei; - verificare il mantenimento delle condizioni di sicurezza già poste in essere precedentemente; [...] - verificare la regolare presenza, in posizione ben visibile e su entrambi i lati del mezzo rotabile dei cartelli monitori indicanti la presenza di amianto ed il divieto di accesso da parte del personale non autorizzato; [...]»;
la pubblicazione dell'inchiesta del 6 marzo 2007 sul Quotidiano di Sicilia, produceva la rimozione dei vagoni e il loro spostamento nell'officina di Trenitalia di piazza Europa, in pieno centro cittadino, sempre nel comune di Catania, a poche decine di metri in linea d'area dalle abitazioni di migliaia di persone. All'interno di questa avveniva la piombatura dei convogli in questione mantenendo le saracinesche della stessa «aperte durante il giorno e la notte». Una seconda inchiesta giornalistica, pubblicata il 27 marzo sul Quotidiano di Sicilia, documentava la maniera in cui hanno lavorato decine e decine di dipendenti dell'officina di piazza Europa, ovvero «a viso scoperto e senza il rispetto delle normative sulla piombatura dei vagoni contenenti amianto»;
l'inchiesta del 27 marzo conteneva anche le affermazioni di tale Federico Fabretti, pervenute con nota scritta presso la redazione del sopraccitato quotidiano tramite carta intestata «Ferrovie dello Stato» piazza della Croce Rossa 1 Roma, ove si afferma: «non esistono più in tutta la Sicilia carrozze o locomotori accantonati coibentati con amianto, non lo sono quindi neppure i quattro veicoli che si trovano in sosta in prossimità di Fontanarossa» ...ed ancora, la piombatura viene definita come «una operazione che viene correntemente eseguita su tutto il materiale rotabile con il solo scopo di limitare i danni indotti dagli eventi atmosferici e da episodi di vandalismo»;
nessuna risposta è venuta dai responsabili di Trenitalia del capoluogo etneo, nonostante le molte sollecitazioni da parte della stampa locale -:
quali misure i suddetti ministri intendano prendere, secondo le proprie competenze sulla questione della possibile esposizione all'amianto di tutti i lavoratori che sono venuti in contatto con essi, oltre che sulle modalità in cui sono avvenute lo spostamento e la piombatura degli stessi;
quali analisi siano state poste in essere dal «personale altamente specializzato» sulle polveri contenute all'interno di tali vagoni da parte delle autorità competenti (USL e ARPA), in conformità a quanto stabilito dal decreto del 1995, che prescrive la «periodicità almeno semestrale» delle stesse e aggiunge: «nell'intervallo tra due successivi controlli dovrà essere assicurata una sorveglianza atta ad evitare condizioni di degrado», cosa che palesemente non è avvenuta;
quanti siano, ad oggi, i vagoni presenti in tutto il territorio nazionale che non sono stati trattati secondo quanto previsto dalla legislazione vigente e che minacciano la salute di migliaia di cittadini.
(4-03766)
BONELLI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la legge finanziaria per il 2007, ha introdotto nuove norme per le concessioni demaniali marittime; in particolare l'articolo l, comma 251, prevede «l'obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione»;
la norma è assai chiara: il semplice accesso al mare nelle zone in concessione demaniale è dovuto e non è pertanto più ammissibile che venga richiesto il pagamento di un biglietto di ingresso, il che comporterebbe nei fatti una vera e propria privatizzazione degli arenili;
in data 17 maggio 2007, l'Ufficio del Vice Presidente onorevole Rutelli, facendo seguito ad una richiesta avanzata dal comune di Livorno circa le corrette applicazioni delle disposizioni di cui sopra, esprime con lettera firmata Ettore Figliolia un parere che appare, in alcune sue conclusioni, palesemente infondato, vi si scrive, infatti, che «in considerazione delle peculiarità morfologiche della costa livornese, delle caratteristiche edificative e strutturali degli insediamenti balneari, [...], le norme in rassegna non paiono suscettibili di essere interpretate in senso di realizzare un univoco ed arbitrario vincolo a carico dei concessionari demaniali marittimi, i quali si vedrebbero obbligati consentire il libero attraversamento del sedime in coincessione per fini, si ripete, avulsi dal raggiungimento della battigia». Tale interpretazione si appoggia sulle caratteristiche morfologiche della costa livornese e, in particolare, sull'assenza in molteplici tratti di arenili, ma essendo la battigia sinonimo di riva e sponda, è evidente che è assai improbabile che vi siano stabilimenti balneari sprovvisti della stessa;
facendo seguito al parere dell'Ufficio di Gabinetto del Vice Presidente del Consiglio onorevole Rutelli, in data 27 marzo 2007 con protocollo n. 30482, il Ministero dei trasporti, Comando generale del corpo delle capitanerie di porto ha emesso una circolare nella quale si omette la possibilità che il transito verso il mare possa essere finalizzato alla balneazione, inoltre, in detta circolare, si vieta espressamente la possibilità di occupazioni momentanee od occasionali della battigia, il che è palesemente in contrasto con la legge, infatti, dato che il legislatore ha chiaramente previsto la possibilità di balneazione, il cittadino deve naturalmente poter sostare, seppur temporaneamente, nella battigia, per poter esercitare il diritto espresso dalla norma;
ad aggravare l'interpretazione restrittiva della Vicepresidenza accolta dalla circolare del Ministero dei trasporti è l'invito ivi contenuto a «pianificare un'attenta, rafforzata e all'occorrenza energica azione di vigilanza». Ora, secondo quanto si può leggere nella circolare, una delle ragion d'essere della stessa e dell'interpretazione restrittiva dell'articolo l, comma 251, della legge finanziaria ivi contenuta, è prevenire l'insorgere di possibili contenziosi inerenti l'esercizio del diritto di gratuito accesso, transito e raggiungimento della battigia demaniale anche al fine della balneazione. Ma è invece evidente che una simile circolare, non avendo forza di legge, ed essendo anzi in contrasto con la stessa, non potrà che aumentare la confusione e le possibilità di controversie -:
se non si ritenga di dover urgentemente rettificare con nuova circolare quanto previsto dalla circolare n. 30482 fornendo altresì chiare disposizioni, a Livorno così come in ogni altro comune marittimo italiano, al fine di garantire l'applicazione puntuale dell'articolo 1, comma 251, della legge finanziaria 2007 da parte di tutti i soggetti interessati e, in particolare, una decisa sensibilizzazione in tal senso del Corpo delle capitanerie di porto.
(4-03783)