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Allegato B
Seduta n. 162 del 31/5/2007
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AFFARI ESTERI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
sul sito del Partito Radicale, www.radicali.it, è stata pubblicata una lettera aperta dell'europarlamentare Marco Pannella al Presidente del Consiglio Romano Prodi e al Ministro degli affari esteri Massimo D'Alema, lettera che qui di seguito viene integralmente riportata:
«Roma, 29 maggio 2007,
Da domani, dunque, dal gruppo di esponenti e militanti radicali impegnati nell'iniziativa di «sciopero della fame» ad oltranza s'aggiunge anche un passaggio alla forma estrema di sciopero totale della fame e della sete.
Occorre dire chiaramente che, malgrado il successo del CAGRE a Bruxelles del 14 maggio, si sta riprecipitando nelle sabbie mobili che tendono a ingoiare, a seppellire per la tredicesima volta in tredici anni il diritto-dovere dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite di proclamare la Moratoria universale sulla pena di morte, e di votare una apposita Risoluzione.
Ancora oggi, infatti, dieci mesi dopo esser stata per l'ennesima volta richiesta dal Parlamento italiano, dopo cinque mesi da quando è stato richiesto per la prima volta, deliberato dal Parlamento Europeo, questa Risoluzione proclamata il 2 gennaio e solennemente proclamata dal Governo Italiano come suo obiettivo e suo
impegno non solo non è stata ancora votata, o discussa, o anche solo ricevuta dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite attualmente ancora in corso per qualche settimana, ma semplicemente non esiste.
Il Governo italiano pur sostenuto in questo da uno straordinario sostegno dell'intero Parlamento europeo, da dichiarazioni a gogò della Presidenza in esercizio del Consiglio, dalla Commissione Barroso, dal Segretario Generale dell'ONU, ha dovuto fare i conti (ormai è necessario denunciarlo ad alta voce) con il proseguirsi, il confermarsi di un inspiegabile tanto quanto feroce ed efficace ostracismo volto sin dal 1994 a impedire la proclamazione della Moratoria Universale della pena di morte con il voto di una sua solenne Risoluzione al riguardo.
In extremis, sostenuto dal Parlamento italiano, dal movimento radicale di «Nessuno tocchi Caino» e dal Partito radicale transnazionale, il Governo italiano era riuscito, con l'esibito sostegno della Presidenza tedesca, ad ottenere finalmente il mandato di organizzare la presentazione all'Assemblea Generale dell'ONU, attualmente ancora in corso, della Risoluzione sulla Moratoria universale.
Questo, sulla base della cosponsorship dei più autorevoli rappresentanti degli Stati membri delle varie Regioni costituite dell'ONU.
Ad oggi, non risulta che il Governo italiano abbia ottenuto la necessaria approvazione della presidenza del Consiglio Europeo in esercizio, su un qualsiasi testo di Risoluzione.
In tal modo viene beffato persino il parere unanime dei ventisette Ministri europei costituenti il CAGRE.
Siamo ormai certi che ci si avvia a «constatare con rammarico» che i tempi sono orinai scaduti perché si compia l'obiettivo del voto della Moratoria da Parte della presente Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Resta, infatti, un complesso ed enorme lavoro da compiere, quindi, in circa dieci giorni, quello stesso per il quale si sono letteralmente persi cinque mesi, aggiuntisi ai precedenti tredici anni di efficace ostruzionismo. Per questo noi riteniamo doveroso aggravare ancora lo sforzo estremo nel quale siamo impegnati; sforzo di sostegno all'opera ed all'obiettivo del Governo italiano. È quanto esige la forza e la moralità della nonviolenza radicale.
Ripetiamolo: il nostro sforzo è volto a sostenere il Governo italiano.
Il 2 gennaio la partita ingaggiata, anche su mandato del nostro parlamento e con l'immediato sostegno successivo dalla unanimità di tutti i gruppi del Parlamento europeo, venne assunta in una condizione oggettiva favorevolissima, politicamente e tecnicamente anche facilissima.
Non è possibile rassegnarsi, subirne la dissipazione senza assumere una responsabilità forse senza precedenti.
In queste stesse ore, a Berlino, in primo luogo a Bruxelles, a New York e a Roma occorre finirla con questo menare il can per l'aia. Subirlo, anziché riuscire ad imporne la definitiva, positiva conclusione vorrebbe semplicemente significare che siamo, come Europa, come Italia, un'Europa e un'Italia istituzionali proprio buone a niente. La responsabilità, il prestigio la serietà dell'Italia istituzionale si traducono con responsabilità formale e sostanziale del Governo, nel bene e nel peggio. Per questo rivolgiamo anche un appello a tutte, diciamo proprio tutte le altre forze, istituzionali, politiche, morali, individuali o collettive che siano, per sostenere in queste ore, diciamo proprio ore, di uscire dal torpore, dall'estraneità, dalla distanza nella quale ci e si immergono.
Al Presidente del Consiglio Prodi, al Ministro degli esteri D'Alema ribadiamo la nostra fiducia e coerentemente cerchiamo di conferire loro anche la nostra fame e sete di nonviolenza, di giustizia e di pace.
Ma se tutti insieme fallissimo, ancora una volta non avremmo più, certo, nessun motivo di restare, in qualsiasi modo insieme. L'unità di buoni a niente è men, peggio che niente. Forza e auguri!;
malgrado il successo del Consiglio Affari Generali dell'Unione Europea a
Bruxelles del 14 maggio 2007, nessun atto concreto e conseguente a quanto deciso in quella sede è stato ancora compiuto;
ad oggi, non risulta che il Governo italiano abbia ottenuto la necessaria approvazione della Presidenza tedesca dell'UE su un qualsiasi testo di Risoluzione e tantomeno si è avviata la raccolta dei co-sponsor né sono stati presi contatti con la Presidenza dell'Assemblea Generale dell'ONU per individuare la procedura di apertura del dibattito sulla moratoria;
l'onorevole Marco Pannela, dal 30 maggio, ha aggiunto allo sciopero della fame, già in corso da settimane, anche lo sciopero della sete quale forma di protesta estrema per «sostenere l'azione del Governo italiano sull'obiettivo della moratoria universale delle esecuzioni capitali, ancora una volta messo in crisi dallo sleale comportamento dei Consiglio europeo. Restano ormai pochissimi giorni per ottenere la convocazione dell'Assemblea Generale, la presentazione ed il voto della risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali» -:
quali siano le valutazioni del Ministro degli affari esteri in merito alla situazione di stand by in cui si trova attualmente il Governo italiano impossibilitato, a causa della mancanza della necessaria approvazione da parte della Presidenza tedesca del Consiglio di un testo di Risoluzione e della raccolta dei Paesi co-sponsor, a presentare, nei termini previsti, in testo della Risoluzione all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite;
quali iniziative concrete e urgenti intenda assumere il Governo per superare la situazione e per far sì che, dopo anni di tentativi, non si arrivi nuovamente al fallimento dell'iniziativa di moratoria universale della pena di morte.
(2-00569) «Boato».
Interrogazione a risposta scritta:
CARUSO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in data 26 giugno 1999, il leader curdo Abdullah Ocalan è stato condannato a morte, pena confermata in corte d'Appello il 21 novembre dello stesso anno. In data 3 agosto 2002 la Turchia, per poter avviare i negoziati per l'ingresso nell'Unione europea, ha abolito la pena di morte e pertanto la sua pena è stata commutata in ergastolo;
Ocalan attualmente è l'unico detenuto nella prigione dell'isola di Imrali da ormai oltre 8 anni, durante i quali non hanno trovato applicazione nei suoi confronti nemmeno i codici legali dello Stato turco: vive in regime di isolamento totale, in condizioni di trattamento inumano e degradante, come testimoniano i suoi avvocati. Recentemente, a seguito di analisi effettuate da un autorevole laboratorio medico francese su un campione di capelli del leader curdo, è stata rilevata una presenza eccessiva di alcune sostanze chimiche, in particolare cromo e stronzio, che lasciano intendere che il detenuto sia sottoposto ad un'intossicazione o, peggio, ad un lento avvelenamento. Secondo l'analisi effettuata dal Policlinico Universitario di Roma la presenza di tali agenti chimici possono determinare effetti deleteri alla salute umana, in particolare l'indebolimento del sistema immunitario, danno a fegato e polmoni, alterazione del materiale genetico, cancro ai polmoni e, più in generale, una degenerazione neuronale irreversibile -:
se il Governo italiano non ritenga opportuno di dover agire in tempi rapidi per la salvaguardia della salute di Abdullah Ocalan, al quale il Tribunale civile di Roma riconobbe l'asilo politico nell'ottobre 1999, intervenendo nei confronti del governo turco per sollecitare il trasferimento di Ocalan in un altro carcere e lasciare che una delegazione di medici indipendenti possano visitarlo per rendere
pubblica una diagnosi attuale circa la sua situazione di salute, evidentemente incompatibile con le condizioni ambientali in cui è tenuto;
se il Governo non ritenga opportuno sollecitare il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura (CPT), affinché invii immediatamente una delegazione a Imrali per indagare sulle condizioni di salute del signor Ocalan.
(4-03837)