Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 162 del 31/5/2007
...
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta orale:
QUARTIANI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la legge 27 dicembre 2001 n. 256 (legge finanziaria 2007) prevede che coloro che effettuano la rottamazione di un veicolo senza sostituzione (articolo 1, comma 224) possono chiedere, qualora non risultino intestatari di altri veicoli, il totale rimborso dell'abbonamento al trasporto pubblico locale nell'ambito del Comune di residenza e di domicilio, di durata pari ad una annualità;
a tale norma deve darsi attuazione con decreto del Ministro dell'ambiente e del territorio e del mare, relativamente alle modalità di erogazione del rimborso;
alcuni comuni hanno informato i cittadini che potranno recarsi presso gli sportelli delle aziende di trasporto per acquistare l'abbonamento annuale anticipandone il pagamento e che successivamente dovranno recarsi presso gli sportelli comunali per ritirare i moduli da completare per richiederne il rimborso al Ministero dell'economia;
tali moduli non sono ancora disponibili, perché ancora non predisposti dal ministero competente;
la citata norma della legge finanziaria 2007 rimane perciò inattuata;
più volte sentiti gli uffici appositi presso i ministeri interessati anche da parte di alcuni organi di stampa e televisioni a ciò sollecitati dagli ascoltatori e telespettatori che attendono l'attuazione della norma suindicata, nessuna risposta utile è stata fornita ai richiedenti -:
quali siano i tempi e le modalità previste dal Governo e dai competenti ministeri per dare rapida e chiara attuazione alla norma citata in premessa.
(3-00924)
Interrogazioni a risposta scritta:
LARATTA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il Ministro interrogato con proprio decreto del 4 maggio 2006, aveva assegnato al Comune di Rose (Cosenza) la somma di 493.516,80 euro, questo in relazione al 13 programma stralcio di interventi urgenti per il riassetto territoriale delle aree a rischio idrogeologico;
nonostante il tempo trascorso, i diversi solleciti, le richieste da parte del comune interessato, ad oggi lo stanziamento in favore del comune di Rose (Cosenza) non risulta ancora erogato, né risulta alcuna comunicazione successiva al citato decreto ministeriale-:
quali siano i motivi di tale ritardo nell'erogazione dello stanziamento previsto in favore del Comune di Rose;
quali siano i tempi previsti per corrispondere la somma stanziata, destinata ad opere di messa in sicurezza del territorio, da utilizzare nel più breve tempo possibile;
se vi siano responsabilità che hanno provocato un così notevole ritardo.
(4-03813)
DI VIRGILIO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la presenza sempre più numerosa sull'Isola d'Elba nelle Valli di Pomonte e di Chiessi di cinghiali e mufloni ha fortemente danneggiato l'habitat di una vasta area nel cuore del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano dove si conserva da secoli una grande tradizione rurale ed agricola. Infatti la presenza di un numero così elevato di erbivori selvatici porta alla distruzione ripetuta dei vegetali;
da tempo i contadini, gli esperti, gli scienziati e alcuni amministratori locali avevano chiesto di ridurre il numero di questi animali nocivi per l'ecosistema elbano;
gli appezzamenti di terra nelle valli suddette, prima di questo disastro ambientale, avevano un aspetto rigoglioso, essendo lavorate a braccia dagli agricoltori locali che avevano contribuito a creare attraverso drastici ma inevitabili interventi di modifica e di adattamento all'ambiente una flora ricca, densa e varia, castagni secolari, vigneti, orti, eccetera;
gli stessi agricoltori si trovano oggi vittime impotenti di una inarrestabile e progressiva distruzione dell'intera area causata dalle migliaia di mufloni e cinghiali. Essi hanno tentato di tutto per difendere le proprie colture da questi ungulati ma non sono riusciti a fermare la distruzione, con il risultato che vi è ora oltre ad un progressivo ed inarrestabile abbandono delle terre coltivate anche un aumento di dissesti idrogeologici;
i cittadini ivi residenti hanno presentato l'11 settembre 2006 un esposto alla Prefettura di Livorno, al Parco Nazionale Arcipelago Toscano e ai sindaci di Marciana e di Campo nell'Elba in cui lamentano la devastazione ambientale causata dai cinghiali e dai mufloni e chiedendo di ristabilire una giusta ma equilibrata presenza dei cinghiali e mufloni nella zona attraverso anche l'abbattimento di alcuni esemplari o separare con una recinzione la parte alta della valle con la parte più vicina al centro abitato in modo che questi ungulati rimangano in una zona delimitata anche per salvaguardare la sicurezza dei cittadini residenti e dei turisti-:
come intenda intervenire affinché le autorità competenti e il Parco Nazionale Arcipelago Toscano avviino procedure tese a ristabilire un normale equilibrio ambientale nelle zone distrutte e porre fine a questa devastazione che, oltre a danneggiare l'ecosistema elbano, mette a rischio una fonte indispensabile al sostegno economico di tutti i coltivatori della zona interessata, in particolar modo di quelli in età avanzata, fermo restando che sarebbe inaccettabile la solita ed obsoleta risposta basata sul rimborso dei danni.
(4-03815)
CARUSO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in data 18 aprile 2007, il Capo del Circondario Marittimo e Comandante del Porto di Cetraro emetteva l'ordinanza n. 03 del 2007, con la quale a seguito dei risultati di alcune analisi che hanno evidenziato il superamento del valore di concentrazione soglia di contaminazione (CSC) nei sedimenti marini compresi tra Belvedere Marittimo (Cosenza) e Cetraro (Cosenza), relativamente all'arsenico (area 1 e 2) e al cobalto (area 2), nonché un valore molto alto per l'alluminio e valori del cromo di attenzione nelle aree 1 e 2, ha ordinato il divieto dell'attività di pesca a strascico nell'area sopracitata -:
quale sia l'effettiva pericolosità della presenza di metalli pesanti individuati nell'ordinanza della capitaneria di Porto, in quei tratti di mare dove la balneazione è altissima ed investe in soli due mesi circa due milioni di persone;
se non ritenga opportuno, data la scarsità di controlli in quelle aree specifiche, di un blocco di tutta la pesca in un raggio di mare che comprenda i tratti individuati come inquinati e pericolosi;
se non ritenga opportuno dichiarare lo stato di calamità e rimborsare per il fermo pesca tutti i pescatori della costa tirrenica;
per quale motivo ancora non si è provveduto a una bonifica radicale delle aree nella costa tirrenica con rifiuti considerati tossici, quali quelle di Serra d'Aiello e di Campora San Giovanni, con rifiuti provenienti dalla Jolly Rosso spiaggiata nel 1990 sulla costa di Formiciche, e il sito di Costapisola in Scalea dove ancora in una vasca esistono rifiuti speciali provenienti da una discarica di compostaggio di materiale di macellazione.
(4-03826)
TAGLIALATELA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il disastro ambientale della Campania è certificato dall'Organizzazione Mondiale per la Sanità, dall'Istituto superiore di Sanità, dal CNR e dalla Regione, che nel dicembre 2006 hanno pubblicato un report sull'incidenza dei tumori maligni nel territorio dell'Asl Napoli 4 relativo al periodo 1997-2002, e nel quale viene evidenziato come per alcune patologie l'incremento registrato sia pari al 400 per cento (polmoni, laringe, vescica per i maschi e fegato per entrambi i sessi);
nel suddetto report si parla di 250 mila persone avvelenate in vario modo da sostanze inquinanti, e di un indice di mortalità - su centomila abitanti - pari al 14 per cento in Italia, al 15 per cento in Campania, mentre svetta al 38 per cento nel territorio dell'Asl Napoli 4 ed al 35 per cento nel cosiddetto triangolo della morte Nola-Acerra-Marigliano;
dallo stesso rapporto dell'OMS si evince che il tasso di mortalità negli uomini è aumentato del 19 per cento nei Comuni della provincia di Caserta ed addirittura del 43 per cento nella provincia di Napoli;
incurante di questi dati, il Governo ha emanato lo scorso 11 maggio il decreto-legge n. 61, con il quale ha stabilito l'aumento delle tariffe della tassa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, giungendo così a colpire anche economicamente la popolazione campana, già gravata da condizioni ambientali pericolose per la propria salute;
con il suddetto decreto, il Governo, inoltre, ha stabilito di insediare un sito di stoccaggio di rifiuti addirittura nell'area protetta del Parco Nazionale del Vesuvio (uno dei polmoni di verde più importanti della Campania e dell'Italia) che ricade nel territorio del Comune di Terzigno, in una zona a monte delle cittadine di Terzigno, Boscoreale, Boscotrecase e Trecase;
ad avviso dell'interrogante il decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, è in contrasto con la Direttiva n. 79/409/CEE del 2 aprile 1979 e con la Direttiva n. 92/43/CEE del 21 maggio 1992, recepita per l'Ente Parco Nazionale del Vesuvio, che è stato inserito tra le Zone a Protezione Speciale dal decreto ministeriale del 3 aprile 2000;
inoltre, lo stesso decreto deroga a leggi speciali con le quali sono stati da tempo stabiliti vincoli territoriali e paesaggistici, ed appare essere in aperta contraddizione con il decreto del Ministero dell'ambiente del 27 dicembre 2004, che ha inserito i Comuni di Terzigno, Boscoreale, Boscotrecase e Trecase nella perimetrazione geografica di interesse nazionale, in modo da provvedere alla bonifica ed alla riqualificazione ambientale delle cave e delle discariche già esaurite, nonché delle aree utilizzate per lo smaltimento abusivo ed illegittimo dei rifiuti;
le agenzie APAT e ARPAC hanno da tempo individuato i siti da bonificare, tra i quali le aree delle cave e delle discariche ricadenti nel territorio del Comune di Terzigno;
sul territorio di Terzigno esiste un'altra emergenza ambientale, dovuta alla presenza di una discarica mai bonificata (SA.RI. Srl) e di altri siti dove giacciono dal 2003 centinaia di ecoballe poste sotto sequestro dalla Procura della Repubblica di Nola;
rispondendo ad una interrogazione parlamentare, il 18 ottobre 2006, il Ministro dell'ambiente affermava, tra l'altro, che «per quanto riguarda le aree protette, i Parchi Nazionali e Regionali, è stato chiesto da parte mia al commissario Bertolaso di avere una particolare attenzione per le aree protette, perché a maggior ragione, proprio perché protette, non dovrebbero in alcun modo ospitare discariche»;
il decreto 61/2007 non farà altro che vanificare i positivi effetti dei tantissimi interventi di riqualificazione ambientale finanziati attraverso lo strumento del POR Campania (con le misure 1.9, 1.10, 1.11) posti in essere dall'Ente Parco Nazionale del Vesuvio;
saranno, inoltre, messi a rischio gli investimenti avviati dai produttori vitivinicoli, che nella zona del Vesuvio hanno installato vigneti moderni volti a migliorare la qualità del vino DOC «Lacryma Christi», che attualmente viene esportato in tutto il mondo;
l'apertura del sito di stoccaggio dei rifiuti determinerà un traffico quotidiano di mezzi adibiti alla raccolta dei rifiuti che metterà a dura prova la già provata rete stradale e creerà pericoli e disagi per la popolazione residente;
l'aumento del traffico di mezzi adibiti alla raccolta dei rifiuti metterà, inoltre, a rischio i flussi turistici che si recano negli scavi archeologici di Pompei, Ercolano, Villa Regina, Oplonti e Stabia;
al comma 3 dell'articolo 1 del provvedimento si stabilisce, tra l'altro, che «l'uso del sito ubicato nel Comune di Terzigno è consentito fino al completamento delle attività di collaudo ed alla messa in esercizio a regime del termovalorizzatore di Acerra»;
ancora lo stesso comma stabilisce, inoltre, che «il Commissario delegato assicura la ricomposizione morfologica del sito utilizzato o l'adozione delle occorrenti misure di mitigazione ambientale, ivi compresa la bonifica e messa in sicurezza dei siti di smaltimento incontrollato di rifiuti esistenti nel medesimo territorio, mediante la predisposizione di un apposito piano da adottarsi d'intesa con il Presidente della regione Campania, sentito il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare» -:
se non ritenga di assumere iniziative per abrogare il decreto-legge di cui in premessa, riconsiderando le decisioni adottate, anche in considerazione delle mobilitazioni di cittadini in corso da giorni nella zona interessata e per le affermazioni rilasciate in sede di risposta all'interrogazione parlamentare del 18 dicembre 2006.
(4-03830)
PELLEGRINO, FRANCESCATO, CAMILLO PIAZZA e FUNDARÒ. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
lunedì 14 maggio 2007, la redazione del Tg3, durante l'edizione delle ore 19:00, ha trasmesso un servizio del dottor Romolo Sticchi in cui si evidenziava la presenza all'interno del fiume Sele (Salerno) di pesci affetti da malformazioni;
la principale causa di queste malformazioni sembrerebbe essere rappresentata dall'inquinamento delle acque fluviali, che potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza della fauna, inoltre nello stesso servizio del Tg3 veniva documentato lo sversamento di percolato nello stesso Sele;
la presenza, lungo il bacino del fiume Sele, di due discariche, nei pressi delle quali sono stati pescati i pesci con malformazione, rappresenta una minaccia per l'incolumità delle acque del fiume. Infatti, notevole, è il pericolo di sversamento di percolato dalle discariche, considerato la brevissima distanza tra i siti esistenti e il corso del fiume Sele;
il ministero dell'ambiente, in attuazione della Direttiva 78/659/CEE, ha riconosciuto, con Decreto del 19 novembre 1997, l'intero corso del fiume Sele come
«corpo idrico che richiede particolare protezione e miglioramento per essere idoneo alla vita dei pesci» e lo ha classificato tratto salmonicolo -:
se il Governo intenda assumere provvedimenti per verificare la sussistenza di quanto anzi premesso e, se confermato, ritenga opportuno disporre quanto necessario alla risoluzione.
(4-03831)