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Allegato B
Seduta n. 164 del 5/6/2007
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SOLIDARIETÀ SOCIALE
Interrogazioni a risposta immediata:
ZANOTTI, DI SALVO, SPINI, LEONI, FUMAGALLI, BANDOLI, BUFFO, NICCHI, SASSO, TRUPIA, D'ANTONA, SCOTTO, AURISICCHIO, ATTILI, BARATELLA, GRILLINI, LOMAGLIO, MADERLONI, PETTINARI e ROTONDO - Al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere - premesso che:
l'invecchiamento della popolazione ha fatto emergere due problemi principali a cui il sistema assistenziale italiano è chiamato con urgenza a fare fronte: da un lato è cresciuto il numero degli anziani che vivono soli o per i quali la rete dei sostegni familiari si è indebolita; dall'altro aumenta il numero di anziani esposti al rischio di perdere la loro autosufficienza fisica o psichica;
la famiglia costituisce ancora oggi la principale risorsa a disposizione delle persone disabili e anziane per fronteggiare la non autosufficienza. I costi della cura sono sostenuti principalmente dalle stesse famiglie attraverso il ricorso a familiari oppure a lavoro privato di cura in gran parte sommerso;
secondo i dati dell'ultimo censimento dell'Istituto nazionale di statistica relativo all'anno 2001, i disabili sono oltre 2,6 milioni di persone, mentre gli anziani sono oltre 4 milioni di persone. Complessivamente possono essere considerati disabili gravi circa 1,5 milioni di persone. Le famiglie con almeno un disabile grave sono circa un milione e mezzo, pari a quasi il 7 per cento delle famiglie italiane;
chi ha responsabilità di governo della cosa pubblica non può più sottrarsi, perciò, al compito di promuovere politiche che mirino ad estendere significativamente la rete dei servizi, per fornire risposte ai bisogni quotidiani di ogni singola persona non autosufficiente, potenziando e aggiornando un sistema di servizi che deve essere qualitativamente diverso dal passato, basato su un più forte coordinamento e un'integrazione delle politiche socio-sanitarie, in grado di offrire una maggiore possibilità di scelta agli utenti e di intervenire sulla base di progetti individuali e personalizzati;
a tale scopo vanno messe a disposizione risorse sufficienti e tali da rendere esigibile per i cittadini non autosufficienti e per le loro famiglie, su tutto il territorio nazionale, un diritto all'assistenza sancito già dalla legge n. 328 del 2000, ma che
deve prendere corpo attraverso un'adeguata strumentazione organizzativa e finanziaria;
nella XIV legislatura un testo unificato fu approvato a larghissima maggioranza dalla Commissione affari sociali della Camera dei deputati (atto Camera n. 2166 e abbinate);
in seguito, la legge 27 dicembre 2006, n. 296 ( legge finanziaria per il 2007), ha previsto (articolo 1, commi 1264 e 1265) che fosse istituito presso il ministero della solidarietà sociale un fondo denominato «fondo per le non autosufficienze», al quale è stata assegnata la somma di 100 milioni di euro per l'anno 2007 e di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009. Gli atti e i provvedimenti concernenti l'utilizzazione del fondo devono essere adottati dal Ministro interrogato, di concerto con il Ministro della salute, con il Ministro delle politiche per la famiglia e con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa in sede di conferenza unificata Stato-regioni e enti locali;
si ricorda, altresì, che la Commissione affari sociali della Camera dei deputati ha avviato nello scorso autunno il dibattito sulle proposte di legge in materia, di iniziativa parlamentare e popolare -:
entro quali termini il Governo intenda definire i livelli essenziali di assistenza per le non autosufficienze ed adottare i provvedimenti concernenti l'utilizzazione del fondo per le non autosufficienze e quali iniziative intenda assumere al riguardo per un maggiore e più adeguato finanziamento del fondo stesso per i prossimi anni, in previsione della stesura del documento di programmazione economico-finanziaria e della legge finanziaria per il 2008.
(3-00939)
DEL MESE, FABRIS, ADENTI, AFFRONTI, CAPOTOSTI, CIOFFI, D'ELPIDIO, GIUDITTA, LI CAUSI, MORRONE, PICANO, ROCCO PIGNATARO, ROSSI GASPARRINI e SATTA. - Al Ministro della solidarietà sociale. - Per sapere- premesso che:
alcuni recenti fatti di cronaca nera verificatisi un po' in tutta Italia hanno fatto venire alla ribalta, per l'ennesima volta, il problema dei nomadi nel nostro Paese, destando un forte allarme sociale;
sebbene non esistano censimenti ufficiali che dicano con esattezza quanti siano i nomadi in Italia, stime ufficiali parlano di 160 mila persone, appartenenti a 13 ceppi diversi, suddivisi in 3 grandi famiglie, italiani (70 mila), ex jugoslavi e romeni (90 mila);
in Italia, la minoranza rom rappresenta circa lo 0,3 per cento della popolazione e presenta al suo interno un'alta percentuale di minori (il 60 per cento ha meno di 18 anni);
sono circa un centinaio i campi rom autorizzati e controllati dai comuni, dove, nel tempo, ai container di metallo su due piani si sono sommati roulotte, tende, macchine, senza alcun tipo di sicurezza, dove vivono intere famiglie e dove spesso muoiono, per colpa di una stufa o di una bombola di gas, bambini piccolissimi. Almeno 500 sono i campi illegali e abusivi su cui, tanto a Roma quanto a Milano, si scatena di tanto in tanto la rabbia dei residenti;
la situazione dei bambini, in particolare, è gravissima. Il tasso di abbandono scolastico è altissimo, con ventimila minori romeni che non vanno a scuola e sono analfabeti, per non parlare della vera e propria emergenza sanitaria dovuta alla difficoltà di copertura vaccinale tra i minori più piccoli;
come recentissimamente lamentato dall'Opera nomadi, il Governo italiano si è fatto trovare impreparato ad affrontare una tale emergenza e il Governo romeno ha addirittura lamentato la totale indifferenza
di quello italiano rispetto a simili problematiche -:
quali iniziative urgenti il Governo, in particolare il Ministro interrogato, intenda assumere al fine di intervenire presso l'Unione europea per migliorare le condizioni di vita dei nomadi, in special modo delle popolazioni provenienti dalla ex Jugoslavia, nonché per affrontare la drammatica situazione dei minori nomadi, incentivandone la vaccinazione e la scolarizzazione e contrastando i frequenti fenomeni di accattonaggio minorile.
(3-00940)