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Allegato A
Seduta n. 166 del 7/6/2007
...
(Sezione 12 - Correttezza delle procedure e rispetto dei principi di proporzionalità e di ragionevolezza nell'ambito della riscossione dei tributi)
P)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
le misure adottate durante la XIV legislatura in materia di contrasto all'evasione fiscale, in particolare a seguito dell'emanazione del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, hanno fornito la possibilità alle aziende concessionarie della riscossione dei tributi di utilizzare una serie di strumenti che destano seri dubbi di legittimità, data la loro natura quasi espropriativa;
si tratta di procedure note con il nome di «ganasce fiscali» e vanno dal fermo amministrativo delle auto alle ipoteche sugli immobili, dal pignoramento dello stipendio a quello del conto corrente bancario, applicate da Equitalia, il nuovo concessionario nazionale della riscossione, per il recupero delle imposte non pagate;
se il fine della lotta all'evasione fiscale è certamente lodevole, e anzi doveroso, non altrettanto può dirsi per la prassi invalsa di ricorrere a simili provvedimenti in totale dispregio - ad avviso degli interpellanti - dei principi di proporzionalità e di ragionevolezza ricavabili dall'articolo 3 della Costituzione;
in realtà, infatti, questo meccanismo ha finora colpito soprattutto situazioni di minima entità: multe non pagate, piccoli errori sulla dichiarazione dei redditi, la tassa sull'immondizia ed altro. Basti pensare che, secondo notizie diffuse dalla stampa, anche per un debito di soli 264 euro ci si può ritrovare con un'ipoteca sulla prima casa!;
a ciò si aggiunga che spesso si interviene per tributi già pagati, o comunque sospesi, e di cui lo stesso concessionario della riscossione non conosce termini e date di notifica, con grave danno per il cittadino che si trova a dover profondere energie e denaro per errori di cui non ha nessuna colpa!;
secondo i dati diffusi dalla stessa società Equitalia, gli introiti del 2006 conseguenti a simili misure hanno raggiunto un ammontare da record, pari a ben 1.816 milioni di euro (il 59 per cento in più rispetto al 2005), e per il 2007 si prevedono incassi ancora più elevati, pari a 2792 milioni di euro. Ciò in quanto dal luglio del 2006 si è cominciato a fare un uso sempre più ampio e per così dire spregiudicato di questi strumenti e nei primi tre mesi del 2007 il ricorso alle «ganasce fiscali» è praticamente raddoppiato;
ad avviso degli interpellanti, una simile situazione non è più tollerabile, per la palese sproporzione tra le presunte evasioni e gli strumenti utilizzati per reprimerle, con conseguente violazione
dei diritti dei cittadini alla proprietà privata, alla casa di abitazione e alla mobilità, in quanto i limiti ad essi imposti oltrepassano di parecchio la soglia della ragionevolezza -:
quali iniziative urgenti il Ministro interpellato intenda assumere, alla luce di quanto descritto nella presente interpellanza, al fine di impedire il perpetuarsi di una tale insostenibile situazione, in particolare accertando la correttezza delle procedure utilizzate per la riscossione dei tributi e il rispetto, da parte del concessionario della riscossione, dei principi di proporzionalità e di ragionevolezza desumibili dall'articolo 3 della Costituzione.
(2-00574) «Rossi Gasparrini, Fabris».