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Allegato A
Seduta n. 170 del 14/6/2007
INTERPELLANZE URGENTI
(Sezione 1 - Iniziative per l'abrogazione dell'esproprio del teatro Petruzzelli di Bari)
A)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali, per sapere - premesso che:
in data 21 novembre 2002, presso il ministero per i beni e le attività culturali, è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra gli enti territoriali rappresentati dalla regione Puglia, dalla provincia e dal comune di Bari e la famiglia proprietaria del teatro Petruzzelli di Bari, distrutto dall'incendio doloso avvenuto nell'ottobre del 1991;
in forza del predetto protocollo, gli enti territoriali predetti si obbligavano, tramite la fondazione Petruzzelli, a ricostruire e a consegnare entro quattro anni il teatro funzionante per acquisirlo successivamente in uso quarantennale, attraverso la corresponsione alla famiglia proprietaria di un canone pari a 500 mila euro annui;
il Governo Prodi, un mese e mezzo prima della scadenza quadriennale della ultimazione dei lavori di ricostruzione, che procedevano con notevole ritardo, ha disposto, con il decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, il trasferimento coattivo del teatro Petruzzelli al comune di Bari, dietro l'indennizzo da determinarsi a cura del prefetto di Bari e in favore dei proprietari espropriati;
le motivazioni a giudizio del Governo nello stabilire il predetto esproprio erano dettate nell'enunciazione della «celere ripresa delle attività culturali del teatro Petruzzelli», che in realtà era stata impedita proprio dall'inadempimento dovuto al mancato completamento della ricostruzione del teatro da parte degli enti territoriali, nonché dalla stessa fondazione nel corso del cronoprogramma di ricostruzione;
le predette decisioni del Governo hanno indotto i proprietari del teatro Petruzzelli a presentare un ricorso, attraverso il tribunale di Bari, presso la Corte costituzionale, in quanto la norma contenuta nel decreto-legge suesposto e successivamente convertito in legge, con cui era stato disposto il trasferimento coattivo al comune di Bari, avrebbe presentato profili di incostituzionalità, a causa dell'assenza dei requisiti della decretazione d'urgenza, come previsto dall'articolo 77 della Costituzione;
il 23 maggio 2007 il tribunale di Bari presso cui era stato presentato il ricorso, accogliendo le motivazioni presentate dai proprietari del teatro Petruzzelli, ha ordinato la rimessione degli atti alla Corte costituzionale, disponendo la notificazione
del provvedimento ai soggetti interessati ed evidenziando, altresì, rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 18, commi 2 e 3, del decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, per quanto concerne l'esproprio del teatro in questione;
è importante a tal proposito rilevare come la Corte costituzionale, a partire dalla sentenza n. 29 del 27 gennaio 1995, fino alla recente sentenza n. 171 del 2007, abbia sostanzialmente ribadito che l'efficacia sanante della legge di conversione del decreto-legge costituisce un principio secondo il quale: «il difetto dei requisiti del caso di straordinaria necessità ed urgenza, una volta intervenuta la conversione, si traduce in un vizio in procedendo della relativa legge»;
lo stesso tribunale di Bari, nell'ordinanza emessa, ha, altresì, sottolineato che, sebbene la norma impugnata sia inserita in un decreto-legge successivamente convertito in legge, recante: «disposizioni urgenti in materia tributaria», la previsione dell'esproprio del teatro Petruzzelli in favore del comune di Bari non ha alcuna finalità né di natura finanziaria (riferita alla disciplina del bilancio dello Stato e degli enti locali), né tanto meno di natura tributaria (riferita alla modifica del regime delle entrate pubbliche);
è importante ricordare, inoltre, come solitamente i tempi che intercorrono tra la rimessione degli atti alla Corte costituzionale e la sua pronuncia siano in media pari a dodici mesi;
recentemente il ministero per i beni e le attività culturali, attraverso gli organi di informazione, ha fatto intendere che le procedure di esproprio e di erogazione dell'indennizzo, nonché i lavori di ricostruzione, proseguiranno comunque, nonostante l'ordinanza emessa dal tribunale di Bari, che accoglieva le suesposte motivazioni dei proprietari del teatro Petruzzelli;
se le predette intenzioni del ministero per i beni e attività culturali fossero confermate, si configurerebbe una situazione paradossale, in quanto, sebbene il proseguimento della ricostruzione dei lavori costituisca un elemento positivo per il rilancio della città di Bari, le ingenti risorse finanziarie reperite sia dal Governo, attraverso i finanziamenti già stanziati, sia dallo stesso comune di Bari, attraverso il necessario reperimento dei fondi per l'indennizzo, rischierebbero di essere senza possibilità di restituzione o gravate dagli accessori (interessi mutuatari) non ripetibili, con gravi ripercussioni sulla finanza pubblica anche locale, nel caso in cui la Corte costituzionale annullasse l'esproprio;
un ulteriore ricorso è stato presentato dalla famiglia proprietaria del teatro Petruzzelli, anche presso la Corte europea dei diritti dell'uomo a Strasburgo, al fine del riconoscimento di una sentenza favorevole che stabilisca che l'esproprio in questione, sia contrario alla Convenzione europea dei diritti umani, in particolare all'articolo 1 del I Protocollo addizionale sul diritto al rispetto dei propri beni -:
se non ritenga opportuno intervenire in tempi rapidi ed in autotutela, attraverso un'iniziativa o un intervento legislativo ad hoc, che stabilisca l'abrogazione dell'esproprio del teatro Petruzzelli, nei confronti della famiglia proprietaria della struttura, ripristinando conseguentemente l'operatività del protocollo d'intesa del 2002, esposto in premessa.
(2-00591)
«Di Cagno Abbrescia, Leone, Bruno, Carlucci, Fitto, Franzoso, Lazzari, Licastro Scardino, Mazzaracchio, Sanza, Vitali, Gianfranco Conte, Aracu, Caligiuri, Aprea, Biancofiore, Carfagna, Ceccacci Rubino, Craxi, Di Centa, Della Vedova, Costa, Fallica, Fedele, Marras, Cicu, Gardini, Giacomoni, Marinello, Filipponio Tatarella, Bono».
(11 giugno 2007)