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Allegato B
Seduta n. 170 del 14/6/2007
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INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
FAVA e ALLASIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
per mancanza di personale e di risorse finanziarie, il presidio dei Vigili del fuoco di Suzzara, in provincia di Mantova, è rimasto sguarnito per ben cinque volte dall'inizio di giugno, secondo quanto riportato dalla stampa locale, l'ultima volta domenica 10, a causa di concomitanti esigenze da soddisfare nel contiguo comune di Viadana;
il personale operativo disponibile a Mantova, Suzzara, Viadana e Castiglione delle Stiviere è attualmente composto da 178 pompieri, che sono insufficienti ad
assicurare il servizio su un territorio caratterizzato dalla presenza di numerose imprese che lavorano il legno;
mancano rispetto ai livelli di forza previsti almeno trenta vigili del fuoco, nonché 14 capireparto su 18, e gravi carenze si riscontrano anche a livello di capisquadra;
il Governo ha annunciato l'effettuazione di 609 assunzioni l'anno prossimo, a fronte delle quali tuttavia vi saranno non meno di quattromila pensionamenti -:
quale sia l'opinione del Governo sui fatti generalizzati nella premessa e cosa il Governo intenda fare per porre rimedio a questa situazione determinatasi nella provincia di Mantova, assicurando il pieno e continuo funzionamento dei presidi dei Vigili del Fuoco di Suzzara, Viadana e Castiglione delle Stiviere.
(4-04011)
ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 9 giugno le maggiori stazioni ferroviarie italiane sono state interessate da iniziative promosse dai cosiddetti «disobbedienti», che intendevano raggiungere Roma utilizzando biglietti pagati considerevolmente meno di quanto previsto dalle tariffe vigenti;
ovunque le manifestazioni abbiano avuto luogo, il traffico ferroviario è stato di fatto bloccato finché le autorità hanno acconsentito a praticare gli sconti richiesti, realizzando così una discriminazione di cui sono rimasti vittime i passeggeri che avevano comprato i titoli di viaggio al loro prezzo regolare;
a dispetto delle notevoli agevolazioni concesse - al punto che è stato praticato lo sconto previsto per la partecipazione alle grandi manifestazioni sindacali - sono state ampiamente tollerate anche numerose situazioni di passeggeri totalmente privi di titolo di viaggio;
a Bologna, il ricatto dei disobbedienti è stato favorito da un atteggiamento a dir poco accondiscendente tenuto da parte delle locali forze dell'ordine, sembra in adempimento a precise direttive provenienti dal Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell'interno -:
se risponda a verità la circostanza che il comportamento remissivo adottato dalle forze dell'ordine nella stazione di Bologna ed altrove sia stato determinato da direttive del Ministero dell'interno e, in caso affermativo, quali siano i contenuti delle istruzioni impartite.
(4-04014)
ROSSI GASPARRINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi anni abbiamo assistito al continuo ed incessante aumento di fenomeni migratori, l'Europa nel suo complesso ne è stata coinvolta ed investita, in particolare i Paesi occidentali, più sviluppati ed economicamente progrediti;
secondo l'ultimo rapporto Istat gli immigrati residenti in Italia sarebbero 2 milioni e 700 mila esclusi i clandestini il cui numero potrebbe aggirarsi intorno ai 600 mila, numeri destinati a variare, crescendo rapidamente;
la globalizzazione dei mercati e l'apertura delle frontiere da molti perseguita come panacea al ristagno economico di molte realtà nazionali, ed effettivamente potente volano per la competizione ed il rilancio economico, comporta inevitabilmente anche una maggiore dinamicità delle popolazioni,
i Paesi più sviluppati hanno oggi il dovere di riuscire a programmare e governare una realtà particolarmente complessa;
il problema principale su scala mondiale non è la così spesso richiamata necessità alla ridistribuzione delle ricchezze, quanto invece quello più realistico della ridistribuzione delle risorse, ed ancora di più della divulgazione ed acquisizione delle conoscenze adatte a poterle sfruttare adeguatamente;
i fenomeni migratori devono essere, dunque, inevitabilmente analizzati in una prospettiva più ampia, tale approccio non è un dovere per il cittadino, ma lo è certamente per i suoi Governanti;
in questa prospettiva parte considerevole, che non può essere trascurata in un'analisi attenta dei fenomeni migratori, è quella relativa alle popolazioni residenti, che mantengono il diritto alla sicurezza e quello a reclamarla e rivendicarla;
se è necessario riflettere sui diritti e le esigenze dei «popoli migranti» non si possono dimenticare i diritti e le esigenze dei «popoli residenti», il rischio sarebbe quello di un'analisi distorta capace di generare scelte politiche sbagliate;
sappiamo come è stato recentemente ricordato nell'Aula della Camera dei deputati che la maggioranza degli stranieri irregolari presenti oggi in Italia non è costituita da persone entrate illegalmente nel Paese, bensì da stranieri entrati nel nostro Paese o più in generale nell'area Schengen con regolari visti o permessi di soggiorno;
è stato approvato poche settimane or sono proprio presso la Camera dei deputati un testo per una nuova disciplina dei soggiorni di breve durata degli stranieri nel nostro Paese, tale atto si considerava doveroso in virtù di una specifica procedura d'infrazione avviata dall'Europa nei nostri confronti;
il provvedimento era, al di là dell'iniziativa europea, comunque condivisibile, nell'obiettivo di rendere più semplice l'ingresso nel nostro Paese per motivi di studio o di affari, risulta, in effetti, complicato e contraddittorio pensare di dover imporre la richiesta del permesso di soggiorno ad un investitore straniero per poter seguire o avviare i suoi affari in Italia;
è stata, dunque, una scelta pragmatica, cosi come pragmatico deve essere l'approccio con cui affrontare nuove necessarie politiche migratorie;
non si può, infatti, offrire il destro ad interpretazioni ideologiche dei fenomeni migratori, la cui affermazione produrrebbe danni enormi, non si può pensare di affrontare un tema tanto complesso pensando di dover affermare una nuova ottica di internazionalismo, esistono Stati nazionali, esiste l'Europa, più grande ed inclusiva, una realtà politica figlia anche di scelte difficili, impopolari e drammatiche, ma che hanno nel medio periodo creato evidenti miglioramenti, esistono differenze culturali spesso anche enormi, che non possono essere cancellate, esistono identità differenti che vanno rispettate;
appare sinceramente molto difficile rendere compatibili ed assimilabili in un tutt'uno l'affermazione di identità fieramente contrarie ai fenomeni della globalizzazione e contemporaneamente incuranti, se non addirittura avverse, alle identità ed alle culture nazionali, un approccio ideologico di tal guisa va respinto perché confuso e foriero di inevitabili contraddizioni;
in questo quadro generale, in un'ottica pragmatica e concreta, finalizzata al reale controllo dei flussi migratori verso il nostro Paese, appare necessario fare il possibile perché si affianchino alla nuova normativa tutta una serie di controlli e garanzie affinché questa non possa essere strumentalmente utilizzata per ingressi di stranieri destinati a divenire clandestini;
non bisogna, tra le altre cose, dimenticare che i fenomeni migratori vengono spesso gestiti a monte da organizzazioni criminali che conoscono bene le pieghe della nostra legislazione e le utilizzano a loro esclusivo vantaggio, speculando sulla disperazione di molti esseri umani, bisogna quindi evitare di offrire nuovi strumenti di arricchimento a tali organizzazioni, disciplinando l'immigrazione con regole chiare e precise, che tutelino gli stranieri che giungono nel nostro Paese per lavorare ed integrarsi, quelli che fuggono dalla fame e dalla disperazione, e contemporaneamente perseguendo coloro che nell'illegalità e nella clandestinità trovano
un espediente per vivere e spesso organizzandola per arricchirsi;
in tale contesto, la normativa del Testo unico in materia di immigrazione attualmente in vigore, risulta inadeguata perché non consente allo Stato di esercitare controlli in forma preventiva rispetto allo straniero che, entrato legalmente nel nostro territorio risulta da quel momento libero di circolare, potendo anche rendersi irreperibile e clandestino; anche il provvedimento, appena approvato, in materia di soggiorni di breve durata si inserisce in questa scia rischiando di offrire un nuovo strumento di ingresso a chi poi deciderà di rimanere in Italia come clandestino;
la tolleranza è un principio che arricchisce e caratterizza la nostra cultura il nostro essere europei, non bisogna però confonderla con un permissivismo figlio di un approccio qualunquista ed ideologicamente confuso, la tolleranza come principio di convivenza civile poggia sulla certezza della legge, principio di inclusività ed uguaglianza -:
quali strumenti intenda adottare per evitare che le nuove norme sui soggiorni di breve durata in Italia possano facilitare la permanenza sul nostro territorio di stranieri clandestini, quali iniziative intenda promuovere presso la comunità europea perché si affermino al riguardo regole condivise in tutta l'area Schengen.
(4-04018)
ULIVI e MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
giunge agli scriventi una notizia secondo la quale sarebbe prevista la soppressione del Distaccamento di Polizia Stradale di Arcidosso (Grosseto), assai utile come supporto ed ausilio alle popolazioni locali;
la presenza nel territorio del summenzionato Distaccamento, composto di n. 16 unità, appare particolarmente utile anche e soprattutto per le caratteristiche orografiche del territorio montano e la particolare tortuosità delle strade che, soprattutto in inverno, appaiono assai pericolose e spesso sede di gravi incidenti automobilistici, come avviene nella SS 223, dove viene sovente e fattivamente utilizzata una pattuglia a prevenzione degli infortuni -:
se il ministro dell'interno intenda confermare quanto in premessa e, in caso affermativo, non ritenga di dover evitare la soppressione di un Distaccamento così indispensabile per la salute pubblica, anche se questo dovesse rientrare in una politica di risparmio economico che, in casi simili al presente, non vale certo la vita ed il benessere degli automobilisti e dei cittadini in generale.
(4-04026)
SGOBIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
intorno alle ore 9.30 dell'11 giugno 2007 e la mattina del 12 giugno 2007 ignoti hanno versato liquido corrosivo davanti e dentro la «Casa della memoria Felicia e Peppino Impastato» di Cinisi, che ospita la sede dell'omonima associazione antimafia;
nella casa di Peppino Impastato, fino al 7 dicembre 2004, giorno della sua scomparsa, è vissuta Felicia Impastato, mamma di Peppino Impastato, militante politico che, dopo aver più volte denunciato le cosche mafiose, venne ucciso dalla mafia nel 1978;
il luogo dove sono stati compiuti due atti intimidatori nell'arco di sole 24 ore è un simbolo contro tutte le mafie e tali vili atti appaiono come veri e propri segnali di intolleranza;
i suddetti atti sono avvenuti nel venticinquesimo anniversario della morte di Peppino Impastato e alla vigilia dell'arrivo del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che nei prossimi giorni si recherà al giardino della memoria di Ciaculli, proprio per ricordare le vittime della mafia, tra cui anche Peppino impastato;
il lavoro che ha svolto e svolge quotidianamente l'associazione antimafia «Casa della memoria Felicia e Peppino
Impastato» rappresenta evidentemente un grosso ostacolo per la realtà mafiosa siciliana;
alla luce dei suddetti gravi atti intimidatori è doveroso che tutte le istituzioni, nazionali e locali, salvaguardino questo luogo, simbolo della lotta alla mafia;
a parere dell'interrogante è indispensabile che lo Stato salvaguardi tutti i luoghi di riflessione e di ribellione contro tutte le mafie -:
se non ritenga opportuno e urgente intensificare la presenza delle forze dell'ordine presso la «Casa della memoria Felicia e Peppino Impastato» di Cinisi, così come presso tutti i luoghi della memoria, al fine di reprimere e prevenire il ripetersi di tali deplorevoli e incivili atti.
(4-04029)
GIORGIO CONTE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
come noto la città di Vicenza, a seguito della decisione annunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministri, è destinata ad ospitare un ampliamento della presenza di truppe militari statunitensi su parte dell'attuale sedime dell'aeroporto civile «Dal Molin». Tale decisione ha prodotto forme di manifestazioni, anche illegali, da parte di alcuni cittadini fiancheggiati da movimenti e forze antagoniste provenienti da varie parti d'Italia;
la città di Vicenza, storicamente mai interessata da manifestazioni di questo tipo, si trova ad affrontare quindi nuovi e rilevanti fenomeni di dissenso anche sotto il profilo dell'ordine pubblico;
la città di Vicenza ha vissuto un crescendo di azioni di disturbo e contestazione, alcune delle quali chiaramente sfociate in reati (occupazioni, interruzioni di pubbliche assemblee, sabotaggi, presidi abusivi) senza che il Governo abbia preso posizione alcuna sia nel merito che per le conseguenze che la città vive con crescente preoccupazione;
nell'area limitrofa all'aeroporto civile «Dal Molin» è presente un cantiere pubblico per la riqualificazione di Strada S. Antonino e per la realizzazione di un'importante e attesa pista ciclabile;
nella giornata di lunedì 11 giugno 2007 un gruppo di manifestanti (Rete Lilliput) ha occupato il cantiere per la realizzazione della pista ciclabile, impedendo il regolare svolgimento dei lavori, senza che le Forze dell'Ordine presenti intervenissero a tutela dell'interesse pubblico;
all'alba di martedì 12 giugno 2007 il cantiere è stato oggetto di un grave attentato incendiario di chiara matrice dolosa che ha seriamente danneggiato le dotazioni dell'impresa appaltatrice dell'opera pubblica;
l'interrogante paventa altre e più gravi azioni, peraltro ampiamente annunciate nella più classica progressione della protesta anarchico-antagonisti -:
quale sia lo stato delle indagini per individuare gli autori dell'attentato incendiario del 12 giugno 2007 e per quali motivi non siano state adottate misure preventive quali lo sgombero immediato dell'occupazione di un cantiere in suolo pubblico;
per quali motivi la Prefettura e la Questura di Vicenza continuino a tollerare fenomeni di illegalità, secondo l'interrogante, diffusa e costante, da parte dei manifestanti;
se il Ministero dell'interno abbia previsto per Vicenza una dotazione aggiuntiva di personale di Polizia per fronteggiare e prevenire azioni di disubbidienza provenienti dall'area dell'antagonismo e dei centri sociali;
quali misure preventive intenda adottare il Governo per l'avvio dei lavori di realizzazione della nuova base statunitense.
(4-04031)
BURGIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
è da qualche settimana attivo un sito web, www.partitofascistarepubblicano.it,
nella cui pagina di presentazione si legge che «il Partito Fascista Repubblicano, fondato nel settembre 1943 da Benito Mussolini, oggi è rinato grazie all'intraprendenza di un camerata che crede ciecamente nell'ideale fascista»;
lo stesso testo di auto-presentazione - che contiene altresì un vero e proprio programma politico ed elettorale - afferma che «è giunta l'ora che tutti i fascisti d'Italia possano riunirsi sotto un unico nome e simbolo che il Duce stesso volle creare»;
si legge, ancora, che «il Partito è stato regolarmente iscritto e registrato presso gli uffici competenti» e che «opererà nel pieno rispetto delle attuali Leggi vigenti in Italia», auspicando però, al contempo, «l'abolizione della XII norma transitoria della Costituzione»;
il sito web in questione fornice un modulo on line per permettere l'adesione al movimento politico;
tale volontà di proselitismo non si manifesta in forme che ne rendano individuabile, nelle persone fisiche o giuridiche e nelle sede, i soggetti promotori;
il deputato europeo Giulietto Chiesa ha dato mandato ai propri legali di sporgere formale denuncia all'autorità giudiziaria avverso il tentativo - esplicitato in forme inconfutabilmente riconoscibili - di ricostruire il partito fascista;
«la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista» è espressamente vietata da quella XII norma finale e transitoria della Costituzione italiana tuttora in vigore, di cui non casualmente il sedicente Partito Fascista Repubblicano chiede l'abrogazione;
tale progetto di ricostituzione del Partito Fascista, oltre a costituire oggetto di reato, offende la memoria della Resistenza al nazi-fascismo, evento basilare per la nostra Repubblica democratica, e costituisce una grave ed attuale minaccia alla dialettica politica e civile del nostro Paese;
l'articolo 4 della legge n. 205 del 25 giugno 1993, Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa, estende le pene previste dal primo comma dell'articolo 4 della legge 20 giugno 1952, inerente le Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione, anche a chi «pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità democratiche» -:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza del fatto in parola e quale sia, a riguardo, il suo giudizio;
se il Ministro in indirizzo, considerata l'intollerabile frequenza con cui il nostro Paese assiste a tentativi impuniti di riorganizzazione, in forma partito, dei fascisti, non ritenga urgente che le autorità competenti si attivino al fine di individuare le persone e le sedi operative di questo ennesimo progetto eversivo;
se il Governo non ritenga indifferibile un'azione di contrasto democratico teso, attraverso ogni canale istituzionale, ad emarginare i rigurgiti fascisti e ad educare le giovani generazioni alla democrazia, alla pace e alla libertà di tutti i popoli;
quali interventi urgenti il Governo ritiene di dover porre in essere per promuovere una campagna di informazione e sensibilizzazione sulle responsabilità del fascismo in Italia e sull'attualità dei valori democratici ed anti-fascisti a fondamento della nostra democrazia, sostenendo, a tal fine, l'impegno dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia e delle altre associazioni di perseguitati politici anti-fascisti ed ex internati.
(4-04033)
MELLANO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Corriere della Sera on line del 26 settembre 2006 (articolo «Tavaroli voleva sapere dove erano finiti i soldi pagati alla Serbia», di P. Biondini e L. Ferrarella) riporta alcune dichiarazioni rilasciate ai PM milanesi dal signor Sergio Genchi -
che si definisce «consulente economico del ministro delle Telecomunicazioni della Repubblica di Serbia dal 28 febbraio 2001 al marzo-aprile 2004» - e che, sentito in Procura come testimone per chiarire il contenuto di alcune sue conversazioni con il vicedirettore di Libero, Renato Farina (intercettato e indagato per favoreggiamento dei vertici Sismi nell'inchiesta sul rapimento di Abu Omar), dichiara che il capo della sicurezza Telecom, Giuliano Tavaroli «da me voleva sapere in particolare se i soldi (pagati da Telecom Italia al regime serbo di Milosevic, ndr) erano andati a finanziare fabbriche di armi,; comunque voleva seguire il flusso completo dei soldi, comprese eventuali tangenti. Tavaroli mi disse che era interessato a fare questa operazione di concerto con le istituzioni, laddove io intesi Sismi». E ancora: «con Pompa (Pio Pompa, tenutario dell'archivio riservato Sismi sequestrato dagli inquirenti in un ufficio di via Nazionale, a Roma, ndr) confermo di aver parlato di Tavaroli nel gennaio 2005: l'occasione era sempre comunicare a Pompa alcuni particolari sulla trattativa del riacquisto delle quote di Telekom Serbia». Infine, Genchi dichiara: «Nell'estate 2003 Tavaroli mi disse che le «istituzioni» non erano più interessate ai documenti. Feci brutta figura con i serbi in quanto il denaro non arrivò, io non ritirai la documentazione e per un anno non andai in Serbia. Poiché Tavaroli non era più interessato, cercavo di comprendere se era interessato Farina, più che altro per salvare la faccia con i serbi».
L'Espresso del 23 novembre 2006 ospita un pezzo di Francesco Bonazzi, Peter Gomez e Marco Lillo dal seguente titolo «Telekom Sismi - Un uomo dei servizi dietro le prime calunnie sui leader del centrosinistra. Gestito da un colonnello che lavorava nell'ufficio di Pio Pompa. Agli ordini di Pollari». L'articolo in questione inizia così: «Adesso il cerchio si chiude. C'è un collaboratore del Sismi dietro tutti i depistaggi del caso Telekom Serbia. È un esperto di codici criptati e di fibre ottiche che a partire dal 1991, e almeno fino al 2004, ha avuto rapporti continui con gli 007 che lavoravano a Roma al fianco di Pio Pompa nell'ufficio coperto di via Nazionale. Si chiama Maurizio Rizzo, è nato a ...».
La Repubblica del 4 febbraio 2007 riporta una lunga intervista al signor Marco Bernardini («Aziende, giornalisti e politici; così spiavo per conto della Pirelli» di Piero Colaprico, Giuseppe D'Avanzo e Emilio Randaccio), che viene così presentato dal giornale: «Marco Bernardini è il testimone chiave dell'inchiesta sui dossier illegali raccolti dalla Security Pirelli/Telecom. Dal 5 agosto dello scorso anno a oggi, è stato interrogato quattordici volte dai pubblici ministeri di Milano. Quarantanove anni, romano, per dodici anni - racconta - ha lavorato nel Sisde come collaboratore «a contratto» prima di esserne espulso e di avviare un'agenzia privata di investigazioni, filiale italiana della Global security dell'ex agente Cia Spinelli. Per i giudici milanesi le sue dichiarazioni «sono risultate puntualmente riscontrate da dati oggettivi e documentali». Riportiamo qui di seguito uno stralcio della suddetta intervista: «... (Bernardini) È in questo primo arco di tempo, primi mesi del 2001, che mi occupai di Telekom Serbija». (La Repubblica) Ma Pirelli non aveva ancora conquistato Telecom Italia, che interesse aveva sapere di Telekom Serbija? Non lo so. Evidentemente avevano già deciso l'acquisizione perché mi chiesero di capire come erano girati i soldi nell'acquisto dell'azienda di Belgrado». (La Repubblica) Lei, a Matrix, ha detto che sarebbe stato Marco De Benedetti a soffiare le informazioni a Repubblica per l'inchiesta Telekom Serbija ... In realtà quella era una voce, un gossip che girava in azienda. Mi chiesero di controllarla e conclusi che si trattava, appunto, soltanto di una voce ...».
in un pezzo di contorno, La Repubblica informa che «dal 1992, Bernardini diventa il referente del Sisde nei Balcani ... fino a un allontanamento - il primo aprile del '97 - che lui solo non ha mai capito, ma non ha nemmeno digerito. Tanto che ha fatto causa al Sisde ...».
dal resoconto stenografico della puntata di «Report (RAITRE) del 25 marzo 2007 («Telecom: debiti e spie» di Sigfrido Ranucci): (Sigfrido Ranucci fuori campo) «Tavaroli e Cipriani avevano mostrato un forte interesse nella ricerca di tangenti come quelle presunte della Telekom Serbia»; (Marco Bernardini - Investigatore privato) «A dicembre del 2000, fine dicembre del 2000, mi è stato chiesto nuovamente sia da Tavaroli e poi in una seconda battuta sempre dalla Polis d'Istinto (agenzia d'investigazioni del sig. Emanuele Cipriani) di fare degli accertamenti finalizzati a deflussi di denaro che partivano dalla Serbia, passavano per la Macedonia, si inoltravano a Cipro e poi ritornavano in Austria. (Ranucci) Quindi tangenti, per capirci? (Bernardini) «Non so se fossero tangenti. Erano dei pagamenti. Trovare documentazione riguardo determinate persone ... poi nello svolgimento dell'incarico ho potuto acclarare che molti di questi erano nomi che ricomparivano poi nell'affaire Telekom Serbia» (Ranucci) Tavaroli si occupa di queste tangenti nel 2000; che interesse ha visto che Tronchetti compra la Telecom nel 2001? (Bernardini) «Chiedetelo a lui».
tutto ciò premesso e richiamata la precedente interrogazione a risposta scritta 4-00629, presentata dai deputati Capezzone e Mellano il 19 luglio 2006 -:
se vi siano state in passato attività dei servizi di sicurezza della Repubblica italiana riconducibili alla vicenda Telekom Serbia, a partire dal 1o gennaio 1994 ma con particolare riguardo al periodo che va dalla caduta del regime di Slobodan Milosevic (ottobre 2000) ai giorni nostri;
in caso affermativo, quali siano state queste attività.
(4-04035)
FUGATTI e GARAVAGLIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 9 giugno in Piazza del Popolo a Roma si è svolta una manifestazione contro la visita del Presidente statunitense George W. Bush alla quale hanno aderito diverse formazioni politiche della sinistra parlamentare;
alla predetta manifestazione ha cercato di prender parte anche un piccolo gruppo, noto come «Movimento Zero», del quale è un esponente il giornalista e saggista Massimo Fini, il quale intendeva sottolineare con la presenza in Piazza del Popolo il proprio impegno per l'autodeterminazione dei popoli, alla quale avrebbero diritto anche coloro che combattono contro le forze armate occidentali in Afghanistan;
a dispetto delle intenzioni dei militanti di «Movimento Zero», i dirigenti organizzatori della manifestazione hanno chiesto al locale presidio di polizia di contribuire all'allontanamento del piccolo gruppo di pacifici manifestanti;
i poliziotti hanno sollecitamente aderito all'invito, procedendo all'allontanamento ed all'identificazione dei militanti di «Movimento Zero» -:
per quali ragioni le forze dell'ordine abbiano prestato il loro sostegno alla richiesta dei dirigenti della manifestazione svoltasi il 9 giugno 2007 a Piazza del Popolo di procedere all'allontanamento dei militanti di «Movimento Zero» che non stavano recando alcuna turbativa alla dimostrazione.
(4-04036)