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Allegato B
Seduta n. 172 del 19/6/2007
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GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta orale:
PEDRIZZI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la perdurante e grave carenza di risorse umane e finanziarie in cui è costretta a lavorare la Procura della Repubblica di Latina, anche a causa dell'esiguità dei fondi stanziati dal Ministero della Giustizia, rischia di portare alla paralisi la relativa attività giudiziaria;
in un articolo del Il Messaggero, edizione di Latina, pubblicato lo scorso 1o giugno, il Procuratore Capo della Repubblica di Latina, Giuseppe Mancini, ha denunciato l'insostenibile situazione in cui operano i suoi uffici giudiziari;
in particolare, lo scorso anno, sempre secondo Il Messaggero, la Procura della Repubblica di Latina, a fronte di 37.000 procedimenti giudiziari pendenti, ha ricevuto uno stanziamento di soli 20.000 euro per spese di cancelleria;
il debito contratto dalla Procura con i fornitori di cancelleria è ulteriormente aumentato di 4.000 euro nel corrente anno e che il contributo, per l'anno 2007, invece di aumentare, è stato drammaticamente ridotto a 9.000 euro;
lo stesso Procuratore Capo ha inviato, nei giorni scorsi, una accorata lettera al Ministro della Giustizia con la quale si descrive la predetta situazione e si chiedono interventi strutturali, al fine di consentire all'amministrazione giudiziaria di Latina di poter assolvere nel modo migliore ai suoi compiti istituzionali;
tali croniche carenze stanno rischiando di rendere completamente inefficace qualsiasi azione di contrasto nei confronti del fenomeno della criminalità organizzata, sia italiana che straniera, sempre più diffusa all'interno del territorio pontino -:
quali urgenti iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per risolvere definitivamente la grave situazione in cui versa la Procura Generale della Repubblica di Latina, costretta ad operare in uno stato di perenne emergenza.
(3-00994)
Interrogazioni a risposta scritta:
BUEMI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
dopo 6 anni di blocco della mobilità interna, in previsione della riqualificazione poi non compiuta per la riconosciuta illegittimità dei criteri applicati, il personale dell'organizzazione giudiziaria già discriminato, in caso di mobilità esterna, rispetto ai colleghi tutti riqualificati persino di altri ambiti (quale il penitenziario) della stessa amministrazione, può essere trasferito solo nei pochissimi posti pubblicati dal direttore generale del personale dell'organizzazione giudiziaria;
non è stato pubblicato, in particolare, alcun posto dell'area cancellieri (B3, C1 e C2) del Tribunale di Civitavecchia, nonostante le condizioni minime di efficienza dell'Ufficio in questione presuppongano n. 56 unità secondo l'organico stilato con decreto ministeriale 8 marzo 2007 dalla stessa amministrazione e siano invece presenti n. 46, di cui nessuno dei 7 funzionari C2, poiché dei 3 assegnati n. 2 sono applicati
da anni in uffici romani e l'unico rimasto è stato appena trasferito a Catania con provvedimento del 30 maggio 2007 -:
quale sia il criterio adottato per individuare i posti vacanti da coprire mediante trasferimento, dal momento che le mansioni dei funzionari di cancelleria C2 non possono essere svolte né dai C3 - direttori di cancelleria - che secondo il contratto nazionale hanno il coordinamento dei servizi - né dal dirigente amministrativo, cui ex articolo 17 decreto legislativo n. 165 del 2001, spetta una funzione meramente organizzativa, propositiva e di controllo delle cancellerie e delle risorse, nonché tenuto conto che le sezioni distaccate non possono dotarsi di separati dirigenti amministrativi perché sono articolazioni del Tribunale stesso fin dalla soppressione delle Preture, che erano invece uffici autonomi;
quale criterio in particolare sia stato applicato nel pubblicare alcuni posti vacanti di C2 limitatamente ad uffici che in confronto al Tribunale di Civitavecchia, competente su Fiumicino e su 2 porti, hanno un carico di lavoro molto inferiore, quali Anzio, Albano e Gaeta, sezioni distaccate di Tribunale, ovvero i ben 3 posti dei 4 vacanti presso la Procura di Civitavecchia - la cui attività penale è connessa a quella del Tribunale locale;
quali iniziative in questa ottica intenda intraprendere il Ministro per richiamare nelle sedi di servizio il personale applicato nel Distretto degli uffici di appartenenza, i cui posti non sono stati pubblicati perché teoricamente coperti;
quali interventi il Ministro intenda adottare per ripristinare le minime condizioni di efficienza del Tribunale di Civitavecchia, rimasto sprovvisto di personale C2 e a cui è stato assegnato d'ufficio il dirigente proprio per dichiarate impellenti esigenze, mentre altri Uffici ne sono rimasti privi pur essendo maggiormente remunerativi per le «responsabilità, il disagio, le risorse assegnate rispetto agli obiettivi e il bacino d'utenza» ex articolo 54 CCNL 2002-2005 area 1 dirigenti.
(4-04084)
MORRONE. - Al Ministro della giustizia, al Ministro delle infrastrutture. - Per sapere - premesso che:
nel 1982 veniva avviata in Calabria la costruzione della diga sull'alto Esaro a Cameli, dislocata nei territori dei Comuni di Malvito e Sant'Agata d'Esaro, opera di grande importanza strategica per l'intera regione calabrese e fonte di lavoro per molteplici famiglie;
per la summenzionata diga venivano inoltre stanziati ed impegnati i finanziamenti necessari alla sua realizzazione;
relativamente alle vicende legate alla costruzione dell'opera, si è assisto nel corso degli anni al licenziamento di 80 lavoratori con gravi conseguenze sul terreno occupazionale di una regione come la Calabria già fortemente segnata da una grave disoccupazione nonché al susseguirsi di procedimenti giudiziari che hanno portato al sequestro della documentazione amministrativa inerente la diga e del cantiere sito in Sant'Agata d'Esaro con conseguente blocco dei lavori di costruzione;
proprio in relazione a tale ultimo aspetto, il sequestro della documentazione e del cantiere è avvenuto con decreto del GIP del Tribunale di Castrovillari emesso in data 8 marzo 2007 su richiesta della Procura a seguito di esposto presentato da Curatore del Fallimento Prass s.r.l. (già progettista della diga);
rispetto a tale iniziativa della Procura, Sorical S.p.A. (stazione appaltante) ha immediatamente proposto ricorso, e il Tribunale di Cosenza II Sez. Penale, in riesame del provvedimento adottato dalla Procura di Castrovillari, ed in parziale accoglimento delle richiesta avanzate, ha annullato il decreto di sequestro probatorio dell'8 marzo 2007, limitatamente al cantiere dell'Alto Esaro;
nel provvedimento depositato il 16 aprile si legge che l'.A.G. sequestrante non
ha fornito alcuna indicazione in ordine alla necessità del sequestro del cantiere atteso che «l 'attività di individuazione di quali effettivi progetti esecutivi siano allo stato seguiti nell'esecuzione dei lavori ben può essere effettuata senza interrompere i lavori stessi...» il cantiere ed i lavori - si legge ancora nel provvedimento - «non rappresentano il corpo del reato cosicché in tal caso la motivazione sulle specifiche finalità probatorie deve essere ancora più stringente..... Siffatta misura - prosegue il Tribunale di Cosenza - pare rispondere a finalità cautelari di natura preventiva o conservativa che non possono trovare ingresso in un provvedimento con finalità esclusivamente probatorie»;
contestualmente, la Procura presso il Tribunale di Castrovillari, richiedeva nuovamente al Gip, ottenendo il relativo provvedimento, la convalida del sequestro motivandola non più con esigenza di carattere probatorio ma preventivo;
a seguito dell'ulteriore sequestro è stata presentata nuova richiesta di riesame presso il Tribunale di Cosenza, questa volta integralmente accolta con ordinanza del 17 maggio 2007 a seguito della quale i lavori di costruzione della diga avrebbero dovuto finalmente riprendere con la restituzione dei progetti Sorical;
in data 31 maggio 2007 è intervenuto un nuovo provvedimento di diniego al rilascio della documentazione sequestrata da parte della Procura di Castrovillari, rendendo di fatto impossibile la ripresa dei lavori di costruzione della diga per come stabilito nell'ultimo provvedimento emesso dal Tribunale di Cosenza;
quindi, allo stato dei fatti la mancata ripresa dei lavori, si riverbera negativamente sulle prospettive di sviluppo di tutta la Calabria per il venir meno delle potenzialità di crescita economica e sociale legate alle centrali idroelettriche e al potenziamento degli impianti e utenze irrigue della sibaritide e dell'alto Jonio oltre che per la stessa area dell'Esaro legate alla diga, mentre allo stesso tempo vengono cancellate le prospettive di approvvigionamento idrico per la città di Cosenza e il suo vasto hinterland e per buona parte dei Comuni di tutta la Provincia di Cosenza che, già ora, soffrono spesso per la penuria d'acqua caratterizzante soprattutto il periodo estivo;
la mancata restituzione dei progetti Sorical e il conseguente perdurare del fermo del cantiere, non consentono di poter impegnare le somme già disponibili per i lavori aggiuntivi di realizzazione della galleria di derivazione e la centrale idroelettrica di Malvito, nonché di poter accedere, prima del 31 dicembre 2008, al finanziamento di 120 milioni di euro per la costruzione dello sbarramento della grande diga di 110 milioni metri cubi (il più grande serbatoio idrico d'Europa che a pieno regime impegnerebbe oltre 350 operai), essendo stato tale finanziamento impegnato più volte e correndo dunque il rischio di venire definitivamente revocato dagli strumenti finanziari e normativi -:
quali provvedimenti i Ministri interrogati ritengano di dover essere presi affinché anche in attuazione all'Ordinanza del Tribunale di Cosenza del 17 maggio 2007 i lavori di costruzione della diga possano riprendere arrestando quella situazione di stallo nella quale versa il cantiere con inutile sperpero di tempo e denaro.
(4-04087)