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Allegato B
Seduta n. 173 del 20/6/2007
POLITICHE PER LA FAMIGLIA
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XII Commissione:
DIOGUARDI. - Al Ministro per le politiche per la famiglia. - Per sapere - premesso che:
la signora Tarantino Maria Cecilia, madre di cinque figli, si è vista nel tempo sottrarre uno alla volta i suoi bambini che sono stati tutti dichiarati, dal Tribunale dei Minori, adottabili;
la signora Tarantino, che vive a Cinisi in Provincia di Palermo, ha dovuto nel corso della sua giovane vita affrontare difficoltà di ogni genere, sia nelle relazione con gli uomini con cui ha convissuto, sia nei rapporti con le Istituzioni alle quali aveva chiesto aiuto;
del suo caso si sono interessati i giornali e le televisioni locali proprio in virtù della determinazione con cui la signora Tarantino sta lottando strenuamente affinché non le siano tolti definitivamente i propri figli e grazie, anche, all'impegno a suo fianco di associazioni di donne e di molti cittadini di Cinisi;
nel 1991 alla signora Tarantino nasce il primo figlio, Giuseppe, quando il primogenito ha compiuto quasi cinque anni, la signora Tarantino ha iniziato una convivenza stabile con un altro uomo, dalla relazione con il quale nascono due bambini regolarmente riconosciuti dal padre;
nel 2001, in un momento di grave crisi con il compagno con il quale conviveva, la signora Tarantino si rivolge alle assistenti sociali del Comune di Cinisi, per chiedere loro un aiuto nella gestione del primogenito;
le assistenti sociali decidono di istituzionalizzare non solo il primogenito ma anche il secondo nato, senza che su questa decisione le venga fornita alcuna spiegazione;
a questo punto la signora Tarantino decide di rivolgersi all'allora assessore alle politiche sociali del Comune di Cinisi, la dottoressa Anna La Mattina, psico-pedagogista, che convoca l'assistente sociale per comprendere in base a quali motivi sia stata presa tale decisione;
l'assistente sociale, la signora Giuseppina Venuti, si avvale del segreto professionale per non rispondere e comunica che i bambini saranno ospitati presso la casa famiglia «Lo Scrigno dei Sogni» a Castellamare del Golfo (Trapani);
di li a poco, dopo che il suo compagno si era allontanato dimenticandosi dei figli, viene istituzionalizzata anche la terzogenita presso la casa famiglia «Primavera», sita in Cinisi;
la signora Tarantino intraprende una nuova relazione con un ragazzo, suo coetaneo, con parecchi problemi personali, un passato di tossicodipendenza, alcolista e che, in quel periodo, stava scontando una pena per piccoli reati conseguenti al suo passato di tossicodipendente;
anche questa relazione, nonostante il ragazzo stesse cercando di uscire dal tunnel dell'alcolismo, si rivela difficile e Maria Cecilia cerca ancora una volta un aiuto dalle assistenti sociali che, pur non avendo tentato nessuna mediazione familiare e senza alcuna visita domiciliare, scrivono numerose relazioni al Tribunale dei Minori di Palermo descrivendo la signora Tarantino come madre completamente inaffidabile;
da questa convivenza nascono due figlie, la seconda delle quali dopo la morte del padre, avvenuta pare per un'overdose;
alla morte del suo ultimo compagno la signora Tarantino, mentre è ancora in attesa dell'ultima figlia, decide di cambiare totalmente la sua vita e cerca un lavoro per potere accudire i propri figli;
comincia a lavorare come badante e grazie anche all'aiuto di padre Nino La Versa, parroco della chiesa madre di Cinisi, la sua vita comincia a cambiare;
nonostante ciò i servizi sociali continuano a relazionare che la bambina si trova in stato di abbandono, denutrita, malvestita e non curata dal punto di vista igienico;
nello stesso periodo, in cui viene scritta tale relazione, viene prodotto materiale fotografico che dimostra l'esatto contrario;
di tutto ciò il Tribunale dei Minori di Palermo è informato, essendo la signora Tarantino ascoltata più volte ed ogni volta conferma che lavora come badante e che, aiutata da persone amiche, sta rimettendo a posto una piccola casa di proprietà della sua famiglia per consentire il ritorno dei bambini, dimostrando di avere attuato quella progettualità che le era richiesta dal tribunale e dagli assistenti sociali;
nessuno ha tenuto conto delle sue dichiarazioni, né tantomeno sono state effettuate visite domiciliari per verificare quanto la stessa affermava;
la signora Tarantino, ancora fiduciosa nelle istituzioni preposte, accetta di inserirsi in una casa famiglia con la sua bambina, dove dà alla luce la sua quinta figlia, ciò per essere aiutata e non separarsi dalle bambine;
ciò che ottiene è l'apertura di un fascicolo sullo stato di adottabilità anche dell'ultima nata;
in merito al primogenito va registrato che alla signora Tarantino fu impedito per parecchi mesi di avere contatti con lui; la dottoressa Anna La Mattina, su consiglio di una avvocata esperta di diritto di famiglia, accompagnò Maria Cecilia alla casa famiglia «Lo scrigno dei sogni» e li chiese che alla madre fosse consentito di vedere il bambino, a meno che non vi fosse un decreto del Tribunale che lo impedisse, e solo dopo la minaccia di chiamare le forze dell'ordine, le fu consentito di ristabilire le visite ed i contatti telefonici;
è da registrare inoltre, sempre per quanto riguarda il primogenito, che vi sono stati numerosi tentativi di «strappare» alla signora Tarantino il consenso per l'adozione, ma la stessa è sempre stata inamovibile ed ha continuato a richiedere di potere riportare a casa il proprio figlio;
a fine aprile 2004 sono tolte alla madre anche le ultime due figlie e vengono inserite presso la casa famiglia «Il Cerchio Magico» di Palermo;
a fine luglio 2005 viene comunicato via fax alla casa famiglia il decreto di adottabilità delle ultime due nate;
alla signora Tarantino, recatasi a incontrare le figlie, come ogni settimana, presso la casa famiglia, viene impedito di vederle e viene informata che non potrà più avere rapporti con le medesime;
il provvedimento di adottabilità viene notificato alla madre, diretta interessata, soltanto il 15 settembre 2005;
la signora Tarantino ha presentato immediatamente opposizione avverso il decreto di adottabilità che è stata rigettata, perché il tribunale ha ritenuto valide le relazioni dei servizi sociali che la Tarantino ha denunciato come carenti, e non ha tenuto in conto le relazioni della psicopedagogista Anna La Mattina e del sacerdote Don Nino La Versa;
la signora ha fatto ricorso in appello e la prima udienza si è svolta il 3 novembre 2006;
la corte ha rigettato la richiesta dell'opponente e del PG di audizione dei testimoni ed è stata disposta una consulenza tecnica di ufficio che è stata espletata; il giorno 6 aprile ci sarà l'udienza per controdedurre avverso questa consulenza;
su questa vicenda la dottoressa La Mattina, consulente di parte ha prodotto un'ampia denuncia in merito alla gestione dei servizi sociali a Cinisi e al proliferare delle case famiglia (che ricevono, è utile ricordare, dai 1800 ai 2500 euro ogni mese per ogni «utente» a carico) che desta forti preoccupazioni;
questa assurda storia, che rischia di concludersi con l'allontanamento definitivo
da una madre dei suoi cinque figli, per i quali è riuscita a cambiare vita ed ha lottato con tutte le proprie forze affinché le fossero restituiti, si scontra con quanto previsto dalla legislazione vigente in materia di adozione, per la quale dovrebbero essere tutelate le famiglie d'origine e privilegiati i servizi sul territorio di assistenza domiciliare, e getta pesanti ombre sui metodi con i quali vengono gestite le case famiglia e decise le adozioni;
non è purtroppo l'unico caso, stante anche il programma Anno Zero del 29 marzo 2007, e numerose notizie di stampa da cui si evince in particolare un meccanismo di funzionamento delle case famiglia ad avviso dell'interrogante assai discutibile -:
se non ritenga necessario e urgente, in virtù di quanto sopra esposto, attivare tutte le iniziative di sua competenza affinché siano pienamente tutelati i diritti delle madri in difficoltà, verificando altresì la necessità di eventuali integrazioni della disciplina vigente in materia di case famiglia e di adozioni.
(5-01163)
DI VIRGILIO, BOCCIARDO, CECCACCI RUBINO, GARDINI e MAZZARACCHIO. - Al Ministro per le politiche per la famiglia. - Per sapere - premesso che:
dalle statistiche emerge che gli abusi sessuali sui minori sono in forte aumento e che il 70 per cento di questi abusi avviene in famiglia; inoltre, per quanto riguarda la nazionalità delle vittime, essi rilevano che nella maggior parte dei casi gli abusi sono stati fatti su bambini italiani: 453 su 598 nel 2002, 677 su un totale di 749 nel 2003, 717 su 845 nel 2004. Appartengono sempre di più al nostro Paese anche le persone che commettono il reato: nel 2002 le segnalazioni nei confronti di italiani sono state 502 su un totale di 587; nel 2003 590 su 666 e nel 2004 gli italiani autori di abusi su minori sono stati 716 su un totale di 813. I restanti episodi hanno coinvolto cittadini stranieri;
per quanto riguarda la fascia di età delle piccole vittime emerge che nel 2002 la categoria maggiormente coinvolta è risultata quella tra gli 11 e i 14 anni con 233 vittime seguita dalla fascia 0-10 anni con 215 bambini abusati, nel 2003 si assiste ad un inquietante avvicinamento delle fasce: 295 vittime comprese tra gli 11 e 14 anni e 294 quelle comprese tra 0 e 10 anni. Nel 2004 invece si le vittime più piccole sono state 294 contro le 345 di età compresa tra 11 e 14 anni;
in merito invece alla distribuzione territoriale di questo preoccupante fenomeno risulta che il Nord nel 2004 ha fatto registrare 386 casi contro 356 del Sud e isole e i 103 del Centro. Tra le regioni in testa la Lombardia per maggior numero di casi (168 nel 2004), seguita dalla Campania con 111 casi e Sicilia con 96 casi. Il Molise e la Valle d'Aosta sono le due regioni dove il fenomeno è meno sviluppato e nel 2004 non hanno fatto registrare nessuna denuncia;
la diffusione di foto, film e immagini pornografiche oggi trova ampio mercato su Internet dove è una presenza «sempre più inquietante» anche quella di pedofili e di persone che scambiano materiale pedo-pornografico, nonostante il forte e costante impegno delle forze dell'ordine, e in particolare della polizia postale e delle comunicazioni;
la Convenzione sui diritti dell'infanzia sancisce il diritto dei minori alla vita, alla protezione e allo sviluppo e obbliga gli Stati a vigilare e prendere ogni misura necessaria affinché questi diritti siano rispettati;
è stata annunciata per il 23 giugno 2007 una manifestazione internazionale dell'orgoglio pedofilo, una grave e preoccupante iniziativa che tende ad annullare tutto l'impegno svolto dalle Istituzioni e dalle associazioni di volontariato che da tempo lottano contro questo genere di reati sui minori, segnale di un degrado morale di cui è oggetto purtroppo la nostra attuale società in cui vi è una messa
in discussione di valori e diritti fondamentali per tutta l'umanità -:
quali provvedimenti il Ministro per le politiche familiari, e quindi il Governo, intendano prendere per osteggiare concretamente l'ulteriore diffondersi di questo fenomeno di cui sono oggetto i minori e che non fa altro che alimentare il proliferare di manifestazioni quali quella annunciata per il prossimo 23 giugno.
(5-01164)
CAPITANIO SANTOLINI, LUCCHESE e DRAGO. - Al Ministro delle politiche per la famiglia. - Per sapere - premesso che:
permangono forti dubbi e perplessità circa la destinazione di parte dell'extragettito alle famiglie, soprattutto quelle numerose e meno abbienti, così come aveva assicurato il Presidente dei Consiglio Prodi;
a pochi giorni dall'inizio della discussione del DPEF non si conoscono, tanto meno, quali siano le scelte strategiche e gli strumenti per realizzare quel sostegno alla famiglia sbandierato quale priorità dei programma del Governo -:
se sia in grado di dire in maniera chiara a quanto ammontino le risorse dell'extragettito destinate al sostegno delle famiglie più povere e numerose e se nell'ambito del DPEF siano star inserite le annunciate proposte di esenzione o riduzione dell'ICI e ulteriori agevolazioni in favore dei nuclei familiari.
(5-01165)
PORETTI. - Al Ministro per le politiche per la famiglia. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 149 del 2001 prevede l'obbligo di nominare un avvocato al minore e si genitori nelle procedure di limitazione e di decadenza della potestà e in quelle per la dichiarazione di adottabilità;
dal 2001 il Governo è intervenuto con decreto legge per sei volte per rinviare l'entrata in vigore della riforma prevista nella legge 149; l'ultima volta, la settima, nel giugno del 2006, rinviando l'applicazione della legge al 30 giugno 2007;
a 10 giorni dalla scadenza ancora non è dato sapere se ci sarà una nuova proroga o meno;
nell'ordinamento processuale civile italiano la nomina dei difensore di ufficio è sostanzialmente un istituto sconosciuto, non esiste né una disciplina del criteri e dei requisiti per la nomina e per la retribuzione di tale difensore (a differenza di quanto avviene nel processo penale dove fa legge di riforma n. 60 del 2001 ha disciplinato la difese d'ufficio prevedendo specifiche modalità per la nomina dei difensori per la loro retribuzione);
la legge n. 149 del 2001 riguardo la nomina dei difensore civile prevede solo che sarà nominato d'ufficio senza ulteriori indicazioni -:
se sia previsto un ulteriore decreto legge per una ulteriore proroga per l'entrata in vigore della legge n. 149 del 2001 o, in caso contrario, cioè qualora entrassero in vigore le citate disposizioni della legge n. 149 del 2001, quali provvedimenti si riterranno di prendere per dare una corretta attuazione della stessa nel fornire, quando necessario, un difensore civile.
(5-01166)