Menu di navigazione principale
Vai al menu di sezioneInizio contenuto
Allegato B
Seduta n. 173 del 20/6/2007
SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazioni a risposta scritta:
GIORDANO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la Valentino Fashion Group nasce circa un anno e mezzo fa dalla scissione del vecchio gruppo Marzotto Spa (Marzotto Spa-tessile, Fili Vivi Srl-laniero e filati, Jolly hotel Spa-settore alberghiero, Valentino Fashion Group settore abbigliamento) in distinte società quotate in borsa e non controllate una dall'altra;
la suddetta suddivisione comportò che ad ogni azione Marzotto sarebbero corrisposte 2 Valentino Fashion Group quindi, di conseguenza, il rapporto di potere interno alle società non sarebbe mutato rispetto al vecchio; il Presidente Antonio Favrin quindi avrebbe mantenuto il suo 19 per cento (con la finanziaria Canova), Paolo Marzotto il 6,5 per cento (con la PCF), Donà dalle Rose e una parte della famiglia Marzotto il 29,9 per cento, i cosiddetti «Marzottini» il 12,5 per cento (con la lussemburghese titus);
la Valentino Fashion Group possiede, come marchi di proprietà, il brand Valentino, Lebole e Principe; come marchi in licenza è detentore delle linee Marlboro Classics e Missoni Donna; come proprietà al 53 per cento (società controllata) il gruppo tedesco Hugo Boss e Valentino Spa (alta moda) al 100 per cento (società che faceva capo allo stilista Valentino Garavani);
l'alta moda, dotata di una riconosciuta professionalità manuale (punto a mano), è prodotta con 77 unità in uno stabilimento a Torino; gli accessori Valentino (scarpe, borse, cinture, cappelli) sono prodotti ad Arezzo con circa 13 unità; a Milano sono collocati, in Via Turati, alcuni uffici, come quello della sede legale;
a Maglio di Sopra-Valdagno è collocata gran parte della manodopera in Italia con 550 unità fisse e circa altre 300-400 tra ditte esterne, interinali, cooperative di facchinaggio che producono e gestiscono le seguenti funzioni:
parte di produzione delle linee Valentino abbigliamento di nicchia di mercato medio-alta con sale lavorazione di cucitura, taglio tessuti con lavoro a cottimo;
gestione della logistica e uffici commerciali di Valentino, Marlboro, Missoni, Lebole, Principe;
gestione magazzini reso da cliente, Stock, accessori, tessuti;
uffici modellismo, prodotto e prototipia;
uffici di gestione del personale, amministrazione contabile e direzioni aziendali;
uffici di una società controllata al 100 per cento da Valentino Fashion Group: la Valentino distribuzione proprietaria dei negozi di vendita diretta dei capi prodotti;
la produzione di Valentino fashion Group si struttura poi in fashion (i tessuti e gli accessori vengono mandati all'estero e torna il capo costruito) e commercializzato (solo gli accessori vengono mandati all'estero e torna il capo finito); questa produzione infatti per il 70 per cento viene fatta all'estero (Cina, Romania, Turchia, Marocco, Tunisia eccetera);
Valentino fashion Group Spa è proprietaria di molti negozi (con Valentino distribuzione) e uffici sparsi in tutto il mondo, nel suo complesso occupa circa 11.000 addetti. Il fatturato della società ha chiuso l'anno scorso in attivo dando utili agli azionisti, soprattutto provenienti da Hugo Boss che, negli anni più difficili ha sempre garantito alla Marzotto ampi margini di profitto;
risulta all'interrogante, che il prossimo 23 giugno, presso il Comune di Valdagno, si svolgerà un confronto tra il Ministero dello Sviluppo Economico, le
RSU, i sindaci delle zone interessate e le organizzazioni sindacali, per fare una prima valutazione sulla situazione sopradescritta -:
se non ritenga assolutamente necessario intervenire affinché venga impedita ogni forma di separazione dell'unitarietà del processo produttivo e dei suoi livelli occupazionali onde evitare un indebolimento delle potenzialità di sviluppo dello stabilimento di Valdagno;
quali iniziative intenda mettere in atto per fare in modo che non venga dispersa e venga invece valorizzata la qualità professionale e le risorse occupazionali dello stabilimento di Valdagno. Considerato in particolare che questo stabilimento insiste in un territorio che fonda la sua fonte di ricchezzae identità produttiva proprio sulla valorizzazione di queste risorse.
(4-04104)
CATONE. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
sul territorio del Comune di Avezzano (Aquila), è insediata la Micron Technology Italia, una fabbrica specializzata nella produzione di sensori di immagine CMOS, memorie DRAM, soluzioni a semiconduttore;
lo scorso 22 maggio, il Ministro per lo sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, insieme al Presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, proprio ad Avezzano, in una conferenza stampa, alla presenza del candidato sindaco del centrosinistra, ha annunciato la firma di un accordo di programma per il raddoppio dello stabilimento Micron di Avezzano, con un sostegno del Governo di 500 milioni di euro che inoltre porterebbe all'assunzione di altri 1.300 lavoratori che si aggiungerebbero agli attuali 1.800 dipendenti;
la fondazione Mirror, costituita formalmente a giugno del 2005 su iniziativa della Micron Technology Italia con l'adesione di alcuni soggetti pubblici e privati, ha elaborato un progetto denominato «per la fornitura di servizi ecocompatibili alle attività produttive» che prevede la costruzione di un impianto per la depurazione ed il recupero di acqua per una portata di circa mille metri cubi l'ora;
l'impianto di depurazione ha un costo di circa 150 milioni di euro ed una estensione di 40 ettari;
il progetto di tale impianto è stato illustrato pubblicamente dal progettista, dipendente Micron, alla cittadinanza di una frazione del Comune di Avezzano, Borgo Incile, il cui centro abitato è distante circa 300 metri dall'area individuata dalla fondazione Mirror per la realizzazione dell'impianto;
infatti, a tale scopo, è stata individuata un'area del Comune di Luco dei Marsi (Aquila), ai confini con il comune di Avezzano, nella Piana del Fucino, a ridosso proprio della frazione di Borgo Incile;
il Fucino, situato nella Marsica, è un altopiano a prevalente destinazione agricola, costituito da 14.005 ettari di terreno agrario, suddivisi in circa 500 appezzamenti;
il progetto dell'impianto di depurazione non è stato ancora presentato alla Regione Abruzzo, dove, per la normativa regionale vigente, andrebbe incontro a numerose cause escludenti;
si è svolta una conferenza di servizi tra il comune di Luco dei Marsi, Micron, Provincia de L'aquila e regione Abruzzo;
è stata pubblica sul sito ufficiale della Regione Abruzzo la bozza del nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti, che non prevede alcune cause escludenti, come la distanza dai centri abitati, presente invece nell'attuale normativa;
tale impianto porterebbe una maggiore disponibilità idrica, oltre che energetica, per favorire il raddoppio della Micron ed avere maggiore offerta occupazionale;
l'impianto suddetto di depurazione delle acque è stato progettato per lo smaltimento dei rifiuti tossici industriali pericolosi, attraverso un sistema di «torcia al plasma», unico in Italia, che la Micron è intenzionata a brevettare;
inoltre, una volta costruito sarà idoneo anche allo smaltimento di qualsiasi altro tipo di rifiuti, come quelli solidi urbani;
potenzialmente detto impianto, se realizzato, avrebbe la capacità di smaltimento dei rifiuti di gran parte delle regioni italiane, facendo diventare la Marsica il centro più importante d'Italia nello smaltimento dei rifiuti industriali tossici speciali e pericolosi, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero per la salute della popolazione, per l'ambiente e per l'agricoltura;
la realizzazione di tale impianto produrrebbe beneficio per la popolazione e l'ambiente solo se il suo funzionamento escludesse lo smaltimento dei rifiuti di qualsiasi specie -:
se corrisponda al vero che la fondazione Mirror costituita su iniziativa della Micron Technology Italia intende realizzare un impianto di depurazione delle acque attraverso lo smaltimento di rifiuti tossici industriali speciali pericolosi;
se l'accordo sottoscritto dal Governo per il sostegno di 500 milioni di euro per realizzare il raddoppio dello stabilimento preveda anche la realizzazione di tale impianto con le caratteristiche sopra descritte;
se esistano studi scientifici che provano che la presenza di tale impianto non costituisca un rischio per la salute dell'uomo, oltre che per l'ambiente.
(4-04108)