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Allegato B
Seduta n. 173 del 20/6/2007
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Apposizione di firme a mozioni.
La mozione Misiani ed altri n. 1-00177, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 7 giugno 2007, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Gozi.
La mozione De Zulueta ed altri n. 1-00181, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 giugno 2007, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Cassola.
Pubblicazione di testi riformulati.
Si pubblica il testo riformulato della mozione Volontè n. 1-00161, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della
seduta n. 156 del 14 maggio 2007.
La Camera,
premesso che:
con la legge 7 aprile 2005, n. 57, di ratifica ed esecuzione del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, firmato a Roma il 29 ottobre 2004, l'Italia ha confermato il proprio impegno nel processo di unificazione europea tendente a realizzare, prima di tutto, un'unione tra i popoli europei rispettosa delle differenti culture e sensibilità nazionali;
tale processo di unificazione europea è stato interrotto dall'esito negativo del referendum celebrato in Francia e in Olanda;
il Trattato costituzionale ha comportato l'esigenza di addivenire a compromessi e interviene in materie particolarmente delicate, come il diritto alla vita e la tutela della famiglia;
in tali materie, a livello europeo, non vi è ancora un comune sentire: pertanto, anche al fine di rafforzare la condivisione di valori fondamentali, occorre, in una fase di rilancio del processo di integrazione con un'Europa allargata a 27 Stati membri, riaffermare con fermezza i valori fondanti le tradizioni costituzionali dei diversi Stati membri;
gli articoli II-62 e II-63 del Trattato costituzionale, che intervengono sul diritto alla vita e sul diritto all'integrità della persona, sembrano parziali rispetto alla tutela già accordata nelle applicazioni della biologia e della medicina alla vita prenatale e all'embrione da convenzioni internazionali, come la Convenzione per la protezione dei diritti umani e della dignità dell'essere umano riguardo le applicazioni della biologia e della medicina, firmata a Oviedo nel 1997, e i suoi protocolli addizionali;
gli articoli II-69, relativo al diritto di sposarsi e costituire una famiglia, e II-93, in materia di vita familiare e vita professionale, non appaiono coerenti con i principi rinvenibili nella tradizione costituzionale italiana e negli atti internazionali in materia di diritti umani;
in particolare, la formulazione adottata dall'articolo II-69, secondo la quale il diritto di sposarsi e di costituire una famiglia è assicurato a chiunque, si discosta da quella comunemente accettata in sede internazionale, secondo cui «uomini e donne in età adatta hanno diritto di sposarsi» (si confronti l'articolo 16 della Dichiarazione universale dei diritti umani, proclamata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, l'articolo 23 del Patto internazionale sui diritti civili e politici del 16 dicembre 1966 e l'articolo 12 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali del 4 novembre 1950);
il ruolo della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, riconosciuto dall'articolo 29 della Costituzione italiana, dovrebbe essere esplicitato nel testo di un trattato su cui si deve fondare un delicato processo di integrazione, che richiede l'adesione a valori comuni;
anche se formalmente nel Trattato costituzionale la disciplina delle citate materie è lasciata agli Stati membri, si avverte l'importanza, anche ai fini di un rilancio del processo di unificazione basato sui valori, di chiarire l'esigenza di promozione e tutela di alcuni principi irrinunciabili;
vi sono, infatti, competenze attribuite alle istituzioni dell'Unione europea che possono avere una diretta incidenza su di esse e, quindi, una ricaduta sugli ordinamenti nazionali, come dimostra l'applicazione delle disposizioni in materia di ricerca e sviluppo tecnologico, che
possono legittimare finanziamenti a carico del bilancio comunitario di ricerche che comportano l'uso di cellule staminali embrionali, quando in Paesi come l'Italia la soppressione di embrioni umani è sanzionata penalmente, o le disposizioni sulla cooperazione giudiziaria in materia civile, che potrebbero portare a iniziative comunitarie in materia di diritto di famiglia aventi implicazioni transnazionali (si veda l'articolo III-269 del Trattato costituzionale);
la presenza di clausole interpretative di chiusura in materia di diritti fondamentali, contenute negli articoli II-112 e II-113, non rappresenta idonea garanzia, in quanto esse fanno riferimento ad elementi troppo generici, come le tradizioni costituzionali degli Stati membri, la cui ricognizione non è certo agevole;
permane l'esigenza per gli Stati membri di riservare alle sedi di rappresentanza democratica nazionali, come il Parlamento, le scelte su questioni così rilevanti;
occorre valutare con la massima attenzione le condizioni per ulteriori allargamenti dell'Unione europea;
il Consiglio europeo ha già precisato che «l'appartenenza all'Unione richiede che il Paese abbia raggiunto una stabilità istituzionale che garantisca la democrazia, il principio di legalità, i diritti umani e la protezione delle minoranze» (si confrontino le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Copenaghen del 12 e 13 dicembre 2002);
l'appartenenza all'Unione europea impone l'obbligo di garantire, nella sostanza, il rispetto dei predetti principi;
permangono gravi motivi per ritenere che la Turchia continui a non impegnarsi abbastanza per garantire il rispetto di tali principi;
il processo di democratizzazione avviato dalla Turchia appare incerto e contraddittorio;
la Commissione europea è stata costretta a sospendere i negoziati per l'adesione della Turchia, a causa della mancata applicazione del protocollo aggiuntivo di Ankara;
dal 29 marzo 2007 sono state ufficialmente riaperte le trattative per l'adesione della Turchia all'Europa;
permangono i gravi motivi che portarono alla sospensione delle procedure di adesione e, in particolare, la questione cipriota, le continue violazioni del diritto di espressione, la compressione della libertà religiosa;
nel 2006 la Turchia ha subito circa 300 (nel 2005 270) condanne da parte della Corte di Strasburgo per violazioni gravi e ripetute di diritti fondamentali;
ben 36 delle 312 condanne si riferiscono alla violazione della libertà di espressione;
sebbene le predette condanne si riferiscano a violazioni consumate in anni precedenti, permangono gravi segnali di allarme, sia con riferimento al mancato riconoscimento della libertà di espressione, sia alla difficile dialettica tra le istituzioni nazionali;
occorre, pertanto, potenziare gli sforzi per il riconoscimento dei diritti umani in Turchia, con particolare riferimento alla libertà di religione, al pieno godimento dei diritti di proprietà da parte di tutte le comunità religiose, alla protezione delle minoranze, nonché alla libertà di espressione,
impegna il Governo:
a rilanciare il processo di unificazione basato su valori comuni, in particolare promuovendo e salvaguardando la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio e il diritto alla vita e al rispetto della dignità dell'essere umano;
a proseguire, in coerenza con quanto avvenuto in sede di Convenzione, nell'impegno di introdurre - tra i valori dell'Unione europea - le radici giudaico-
cristiane nelle prossime modifiche del Trattato per la Costituzione d'Europa e, in generale, nel diritto dell'Unione europea;
nel caso in cui non vi siano i presupposti per assicurare a livello europeo le esigenze sopra prospettate, a proseguire sulla base del mutuo riconoscimento e del rispetto delle diversità culturali il processo di unificazione;
a sospendere le trattative per l'ingresso della Turchia nell'Unione europea fino a quando non sarà data piena prova del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e fin quando non vengano ristabilite al culto cristiano le chiese devastate nella parte turca di Cipro.
(1-00161) «Volontè, Adolfo, Ciro Alfano, Barbieri, Bosi, Capitanio Santolini, Casini, Cesa, Ciocchetti, Compagnon, D'Agrò, D'Alia, De Laurentiis, Delfino, Dionisi, Drago, Forlani, Formisano, Galati, Galletti, Giovanardi, Greco, Lucchese, Marcazzan, Martinello, Mazzoni, Mele, Mereu, Oppi, Peretti, Romano, Ronconi, Ruvolo, Tabacci, Tassone, Tucci, Vietti, Zinzi».
(14 maggio 2007)
Si pubblica il testo riformulato della mozione Zacchera n. 1-00180, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della
seduta n. 167 dell'11 giugno 2007.
La Camera,
premesso che:
il 29 ottobre 2004 l'Italia ha ospitato la cerimonia di ratifica del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, tradotto nella legge 7 aprile 2005, n. 57, approvata e votata dal Parlamento italiano a grandissima maggioranza;
il trattato è stato successivamente approvato da numerosi Paesi facenti parte dell'Unione europea;
il progetto costituzionale è attualmente in una fase di stallo a seguito degli esiti negativi dei referendum popolari di ratifica in Francia ed Olanda e per le riserve sollevate in altri Paesi: il che ha portato alcuni Governi a sospenderne la ratifica;
da più parti si sottolinea la necessità di riaprire questo processo costituente almeno per quei punti del trattato - che, peraltro, ne sono la maggior parte - che godono di sostanziale unanimità, al fine di dotare comunque l'Unione europea di una propria carta fondamentale;
meritano sottolineatura e tutela quelle parti del Trattato dedicate al diritto ed alla difesa della vita, nonché all'integrità della persona, mentre sarebbe anche auspicabile un richiamo all'ininterrotta tradizione storica che ha fatto crescere l'Europa, con le sue radici ebree e cristiane;
altrettanto importanti e degne di essere sottolineate, tutelate e difese sono quelle parti del trattato laddove si sottolinea l'importanza della famiglia, nel senso inteso e riconosciuto dall'articolo 29 della Costituzione italiana, in termini che anche più chiaramente dovrebbero essere recepiti in sede di trattato europeo;
un altro aspetto importante del predetto trattato è relativo alla possibilità di ulteriore allargamento dell'Unione europea ad altri Stati oggi non facenti parte dell'Unione europea;
su questo tema vanno ricordate le perplessità che attraversano parte dell'opinione pubblica, che però non appare spesso sufficientemente informata di tutti gli aspetti - positivi e negativi - legati all'allargamento dell'Unione europea, sia dal punto di vista economico che culturale e sociale, nonché dal punto di vista della sicurezza e della difesa;
si è posta e si pone la questione di un allargamento alla Turchia dell'Unione europea, questione controversa, ma sulla quale sono state ufficialmente riaperte le trattative di adesione, tenuto conto degli obbiettivi raggiunti e dei notevoli passi avanti compiuti da questo Paese negli ultimi anni;
è fondamentale per l'Europa avere stretti collegamenti con la Turchia, importante Paese a cavallo tra Mediterraneo e Paesi arabi, dotato di forte unitarietà nazionale, di una Costituzione laica e che da decenni contribuisce alla difesa dell'Europa con la sua adesione alla Nato, al Consiglio d'Europa e a numerose altre associazioni, assemblee ed enti europei;
in questo momento di difficoltà istituzionale la Turchia merita attenzione ed amicizia da parte dell'Europa, aiuto per mantenere la sua laicità costituzionale e perché possa proseguire concretamente sulla strada della integrazione verso l'Europa, accettandone e progressivamente attuandone i diversi protocolli richiesti per una sua formale adesione all'Unione europea;
l'Italia ha da sempre operato per rilanciare il processo di unificazione europea basato su valori comuni, in coerenza con quanto già sottolineato in sede di dibattito sul testo della Convenzione, quando suggerì di introdurre un richiamo costituzionale alle radici ebree e cristiane nel Trattato europeo, nel quadro peraltro del rispetto per ogni religione che accetti i principi, i diritti della persona ed i valori fondamentali dell'Unione europea,
impegna il Governo:
a sottolineare l'importanza che si giunga comunque ad una sollecita e generale adesione di tutti gli Stati membri ad una Carta costituzionale, che - sia pur ridotta rispetto al testo attuale - comunque sottolinei i valori fondamentali e condivisi che stanno alla base del comune spirito europeo;
a seguire con attenzione quanto avviene in Turchia, monitorando il processo di adesione della Turchia all'Unione europea, affinché vengano rispettati i tempi ed i parametri concordati in sede di avvio delle trattative di adesione.
(1-00180) (Nuova formulazione). «Zacchera, Angeli, Ascierto, Bellotti, Benedetti Valentini, Ciccioli, Catanoso, Giorgio Conte, Contento, Migliori, Murgia».
(11 giugno 2007)
Si pubblica il testo riformulato della interpellanza urgente Fitto n. 2-00613, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della
seduta n. 172 del 19 giugno 2007.
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
con Delibera CIPE n. 179 del 22 dicembre 2006, «Applicazione del punto 6.4 della Delibera Cipe n. 17/2003 - Decurtazione delle risorse», viene monitorato lo stato di attuazione degli Accordi di Programma Quadro per gli interventi realizzati dalle Amministrazioni centrali e regionali e vengono applicate sanzioni alle Amministrazioni che non hanno impegnato le risorse entro le scadenze previste;
la citata delibera al punto 1 «Adempimento di cui al punto 6.4 della delibera 17/2003 (assunzione di obbligazioni giuridicamente vincolanti e applicazione del meccanismo sanzionatorio) prevede che: "Gli interventi, finanziati con le risorse destinate alle Amministrazioni regionali e centrali con la delibera di questo Comitato n. 17/2003 e con le delibere ad essa collegate nn. 83/2003, 81/2004 e 14/2005, per i quali sono maturate obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il 31 dicembre 2005, sono considerati favorevolmente ai fini della verifica degli impegni prevista al punto 6.4 della stessa delibera. Le risorse di cui alla delibera n. 17/2003 ed alle delibere ad essa collegate nn. 83/2003,
81/2004 e 14/2005, destinate dalle Amministrazioni regionali e centrali al finanziamento di interventi che hanno maturato impegni giuridicamente vincolanti entro il 31 marzo 2006, sono decurtate di un importo pari al 30 per cento. Le risorse di cui alla delibera n. 17/2003, ed alle delibere ad essa collegate nn. 83/2003, 81/2004 e 14/2005, destinate dalle Amministrazioni regionali e centrali al finanziamento di interventi che non hanno maturato impegni giuridicamente vincolanti entro il 31 marzo 2006, sono interamente decurtate"»;
la medesima delibera, all'Allegato 1 «Delibera 17/2003 - Risorse assegnate ai programmi regionali. Totale per regione - Stato degli impegni» mostra la situazione di tutte le Regioni italiane;
dall'allegato 1 risulta che alla Puglia sono state complessivamente assegnate risorse per 393.350.000,00 euro; gli interventi e le risorse che hanno maturato obbligazioni giuridicamente vincolanti al 31 dicembre 2005, ammontano a 264.807.013,79 euro; gli interventi e le risorse che non hanno maturato obbligazioni giuridicamente vincolanti al 31 dicembre 2005, ammontano a 128.542.986,21 euro; dallo stesso Allegato 1 risulta poi che le risorse che hanno maturato obbligazioni giuridicamente vincolanti al 31 marzo 2006 ammontano a 101.338.290,19 euro; quelle che non hanno maturato obbligazioni giuridicamente vincolanti al 31 marzo 2006 ammontano a 27.204.969,02;
ne risulta che per la Puglia le risorse da disimpegnare con disimpegno parziale ammontano a 30.401.487,06; le risorse da disimpegnare con disimpegno totale ammontano a 27.204.696,02;
il totale delle risorse destinate alla Puglia e per cui il CIPE ha deliberato il disimpegno ammonta a 57.606.183,08;
tra tutte le Regioni italiane la Puglia è la Regione alla quale vengono decurtate più risorse (a sette Regioni non ne vengono decurtate affatto) -:
nell'ambito di quali Accordi di Programma Quadra (APQ) Governo - Regione Puglia siano state programmate le risorse di cui alla delibera 17/2003 e alle delibere ad essa collegate (83/03, 81/04, 14/05) che vengono disimpegnate;
quali tra gli interventi a cui era stata attribuita copertura finanziaria con le citate delibere non abbiano maturato obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il 31 dicembre 2005;
quali tra gli interventi a cui era stata attribuita copertura finanziaria con le citate delibere abbiano maturato obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il 31 dicembre 2005;
quali tra gli interventi a cui era stata attribuita copertura finanziaria con le citate delibere non abbiano maturato obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il 31 marzo 2006;
quali tra gli interventi a cui era stata attribuita copertura finanziaria con le citate delibere abbiano maturato obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il 31 marzo 2006;
per quali motivi contrariamente a quanto deciso dal Governo Berlusconi con la delibera CIPE 36/2002, non si è ritenuto di confermare lo slittamento di tre mesi dei termini oltre i quali scattano le decurtazioni del 30 per cento e totali;
per quali motivi si sia ritenuto di tornare indietro rispetto ad una decisione, quella di prolungare i termini per l'assunzione degli impegni giuridicamente vincolanti, che si era resa evidente e necessaria alla luce della verifica delle risultanze della prima applicazione dei meccanismi sanzionatori previsti dalla predetta delibera CIPE 36/2002 considerato anche il fatto che a partire dalla delibera CIPE 20/2004 i tempi per gli impegni giuridicamente vincolanti sono stati prolungati di un ulteriore anno;
se il Governo abbia valutato attentamente l'impatto negativo che la decisione di ritornare all'applicazione rigida del meccanismo di decurtazione produce sull'economia delle regioni interessate ai tagli, in particolare quelle meridionali, effetti negativi che sono tanto più significativi alla luce del ritardo con cui si perviene alla definizione dei tagli che finirebbero per colpire e rendere non più realizzabili interventi in gran parte già avviati;
se il Governo non ritenga, invece, di riconsiderare la sua posizione che appare del tutto irragionevole in quanto da un lato conferma per tutte le delibere e di riparto del FAS successive alla n. 17/2003 un limite temporale di tre anni per l'assunzione degli impegni giuridicamente vincolanti e dall'altro fa marcia indietro rispetto alla proroga di tre mesi concessa dalla predetta delibera CIPE 99/05.
(2-00613) (Nuova formulazione). «Fitto, Leone, Bruno, Carlucci, Lazzari, Licastro Scardino, Santelli, Valducci, Vitali, Giudice, Testoni, Pizzolante, Galli, Luciano Rossi, Fasolino, Azzolini, Sanza, Franzoso, Berruti, Stradella, Verro, Gioacchino Alfano, Jannone, Cossiga, Martino, Prestigiacomo, Rivolta, Moroni, Di Cagno Abbrescia, Ravetto, Ferrigno, Ponzo, Paroli, Paoletti Tangheroni, Tortoli, Simeoni, Boscetto, Romani, Dell'Elce, Armosino, Mazzaracchio, Milanato».
Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta scritta De Corato n. 4-03736del 29 maggio 2007;
interrogazione a risposta immediata in Assemblea Maroni n. 3-01000 del 19 giugno 2007.