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Allegato B
Seduta n. 175 del 22/6/2007
...
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta orale:
BUONTEMPO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 7-bis della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, prevede il riconoscimento del diritto di prelazione all'acquisto per gli appartamenti messi in vendita dalle SCIP agli occupanti sine titulo;
avviso dell'interrogante con una circolare ilMinistero dell'economia ha sostanzialmente impedito quanto consentito con la norma di legge;
gli enti venditori hanno intrapreso procedimenti penali a carico degli inquilini sine titulo con l'effetto pratico di eludere la norma di legge citata;
la vendita di tali unità immobiliari spesso avviene in favore di società immobiliari per pura speculazione-:
quali iniziative il Governo intenda assumere per garantire il pieno rispetto della legge e contemporaneamente impedire gravi disagi a carico degli inquilini che per effetto di tale procedura, contra legem, si troveranno, con le rispettive famiglie, privati del fondamentale diritto alla abitazione.
(3-01015)
D'ELIA, TURCO, BUEMI, MELLANO e PORETTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in una intervista trasmessa durante la trasmissione Report del 1o ottobre 2006, il Presidente di Federfarma Giorgio Siri, alla domanda «finanziate sia forze politiche che singoli deputati?» ha risposto «Certo, certo... noi abbiamo rapporti sia con la maggioranza sia l'opposizione»;
alla domanda «Siete una lobby?», il Presidente di Federfarma ha risposto «Noi, diciamo, interveniamo nei confronti di forze politiche, di parlamentari singoli, in modo particolare Commissione Sanità, Camera e Senato»;
alla domanda reiterata «Cioè finanziate?», Giorgio Siri ha risposto «Finanziamo, finanziamo con cifre che singolarmente vanno da un minimo di alcune migliaia di euro a un massimo di diecimila euro per singolo parlamentare.»;
alla domanda «Con questi finanziamenti che cosa sperate?», Siri ha risposto «Noi con questi finanziamenti speriamo di rendere edotti i parlamentari, di spiegare le perplessità che alcuni provvedimenti possono crearci, essendo farmacisti facciamo proprio le cose con il bilancino. I due schieramenti prendono esattamente la stessa cifra (...). Siamo andati sull'ordine di 250 mila euro complessivi, quindi 125 mila uno, 125 mila l'altro, che sono la somma di tanti 5 mila, 10 mila, 7 mila, 3 mila, 8 mila dei vari parlamentari;
alla domanda «Come funziona? Questi 250 mila euro che voi date ai partiti sono soldi di chi?», Siri ha risposto «Dei farmacisti»;
alla domanda «Li sceglie lei, le persone le sceglie lei?», Siri ha risposto «E certo... mah li scegliamo a livello di incontri che abbiamo. Ovviamente i rapporti maggiori li abbiamo con le due Commissioni come ho detto prima, Camera e Senato della Sanità. Abbiamo qualche rapporto ovviamente con organi istituzionali, Ministero dell'Economia, Ministero della...»;
dopo la breve interruzione dell'intervistatore «Cioè i politici che fanno riferimento...», Siri ha confermato «Esatto, che fanno riferimento ad alcuni Ministeri che sono importanti per la nostra categoria... Possono soprattutto contrastare eventuali cose che potrebbero caderci sulla schiena, sulla testa senza che il politico si renda conto del danno prospettico che potrebbero fare queste cose.»;
a seguito dell'approvazione alla Camera dell'emendamento che liberalizza la vendita dei farmaci di fascia C, l'associazione dei titolari di farmacia presieduta da Giorgio Siri, Federfarma, in un comunicato ha annunciato «pesanti iniziative di protesta» e, l'8 giugno, Federfarma ha pubblicato sul proprio sito un comunicato dal titolo «Farmacie private: il ministro Turco rassicura ma continueremo a vigilare» nel quale, tra l'altro è scritto che «Per raggiungere la cancellazione dell'emendamento l'assemblea mi ha dato mandato - conclude Giorgio Siri - di attuare tutte le iniziative che nelle prossime settimane si rendessero necessarie.»;
il Ministro della salute, Livia Turco, ha annunciato subito dopo che «intende impegnarsi perchè il Senato elimini questa norma sbagliata e frettolosamente approvata», come pure hanno dichiarato altri parlamentari della maggioranza e della opposizione;
la presa di posizione del Ministro della salute contro l'emendamento ha seguito di poco l'incontro urgente richiesto da Federfarma, organizzazione con la quale, il 28 luglio 2006, in occasione della prima liberalizzazione, il Ministro ha sottoscritto un protocollo di intesa con il quale si è impegnata a bloccarne di ulteriori e, in particolare, a «evitare che la presenza del farmacista negli esercizi commerciali possa rappresentare il presupposto per un ulteriore ampliamento delle tipologie di farmaci vendibili fuori farmacia».
la legge 659 del 18 novembre 1981 ha istituito l'obbligo di dichiarazione congiunta (a firma dell'erogante e del ricevente) relativa a finanziamenti a gruppi parlamentari o a singoli parlamentari, a partiti politici o loro articolazioni politico-organizzative, fissando il limite minimo per singoli versamenti e per il totale annuo in 5 milioni di lire (adeguato annualmente in base all'indice ISTAT), innalzato poi a 50.000 euro dalla legge n. 51 del 23 febbraio del 2006 -:
se e in che misura si ritenga che le dichiarazioni del presidente di Federfarma possano influire o abbiano influito sulla politica del Governo in materia.
(3-01020)
Interrogazioni a risposta scritta:
BUEMI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
da 27 anni, lo Stato italiano continua a discriminare e/o ignorare una categoria di alta professionalità che opera in tutte le Università italiane, e cioè i lettori di madrelingua straniera, che insegnano, in lingua straniera, linguaggi specialistici in tutte le facoltà italiane, da quelle scientifiche ed economiche a quelle linguistiche e letterarie;
negli anni settanta i lettori erano inquadrati come assistenti incaricati, con uno stipendio pari al 75 per cento di quello del professore associato, mentre oggi sono stati forzosamente ed in modo assolutamente anomalo inseriti nel Contratto Nazionale dei Tecnici ed Amministrativi del comparto universitario;
ne consegue che i lettori non hanno più uno stato giuridico ed economico propri, con una evidente negazione dei diritti acquisiti ed un degrado del loro stato economico che ha comportato un decurtamento del 75 per cento circa dello stipendio rispetto agli anni settanta;
per quanto riguarda lo status giuridico dei lettori si registra l'assoluto silenzio che ancora avvolge la soluzione della condizione insostenibile degli stessi, nonostante le assicurazioni di esponenti di questo ultimo Governo, nonostante le università, e di conseguenza lo Stato italiano, siano stati condannati dai tribunali locali, dalle Corti di appello, dalla Corte di Cassazione, dalla Corte costituzionale e dalla Corte di Giustizia europea (per esempio nel case 33/88, Pillar Allué e Carmel Mary Coonan vs. Università degli Studi di Venezia) per aver troppo a lungo discriminato una categoria di lavoratori intellettuali e mai riconosciuti i loro diritti quesiti;
per ultimo si ricorda che la condizione dei lettori di madrelingua straniera ha costituito un fattore determinante nel suicidio di un lettore dell'Università di Trieste il 14 novembre 2006 -:
se i Ministri destinatari siano a conoscenza dei fatti sopraesposti;
quali misure e provvedimenti intendano adottare perché cessi l'iniqua situazione in cui si trovano i lettori di madrelingua straniera nelle Università italiane.
(4-04145)
BUEMI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il ministro per l'università ha più volte affermato: «l'età del nostro corpo docente è la più alta del mondo» (anche nell'intervista al Messaggero del 15 giugno 2007);
quanto sostiene il Ministro sarebbe forse vero se ci si riferisse soltanto ai docenti di ruolo, ma non lo è se si considerano anche i docenti precari, che sono tanti e indispensabili, malpagati e maltrattati, come lo stesso Ministro ha più volte denunciato;
il fatto è che l'età media dei docenti di ruolo è alta perché l'età di coloro che
entrano nel ruolo della docenza è sempre più alta (35-40 anni), in quanto sempre più lungo è il periodo di precariato, frastagliato in molteplici figure (dottorandi, assegnisti, borsisti, contrattisti, eccetera) e intramezzato dai «tempi di attesa» per il passaggio da una figura all'altra;
il problema non risiede quindi l'età dei docenti in ruolo, ma quello dell'intollerabile fenomeno del precariato che si traduce in un danno enorme per l'Università e per i diretti interessati;
il problema del precariato nell'Università italiana va risolto e con urgenza, ma questo non lo si fa certo con i «numeri» indicati dal Ministro che, sempre nell'intervista citata, ha affermato: «si dovrebbe arrivare in tre anni all'assunzione di 3.500, 4.000 nuovi ricercatori»;
considerando che nei prossimi anni andrà in pensione la metà degli attuali circa 60.000 docenti di ruolo e che l'eventuale aumento strutturale del periodo di precariato, annunciato dal Ministro per l'università, aggraverebbe il problema del precariato -:
quali provvedimenti di loro competenza intendano adottare perché la categoria dei lavoratori precari nell'ambito del sistema universitario italiano goda di maggior tutela da parte dell'ordinamento e perché il numero di questi diminuisca, facendoli rientrare, più facilmente e con più trasparenza, nel corpo docente universitario.
(4-04147)