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Allegato B
Seduta n. 183 del 4/7/2007
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DIFESA
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
come ogni anno dal 1957, il 27 maggio 2007 a Mittenwald, nell'alta valle dell'Isar nel sud della Germania, i Gebirgsjäger, gli alpini tedeschi, hanno commemorato davanti al memoriale delle vittime della prima e della seconda guerra mondiale i loro caduti;
nell'occasione, una decina di manifestanti ha esposto due striscioni (con le scritte: «Il fascismo non è un'opinione, ma un reato» e «Niente tregua per i criminali nazisti») che la polizia tedesca ha prontamente rimosso, contestualmente all'allontanamento dei dimostranti;
l'appartenenza dei Gebirgsjäger ai corpi d'armata dell'esercito regolare tedesco durante la seconda guerra mondiale è causa del fatto che essi siano stati protagonisti di un numero esorbitante di massacri di civili in diversi Paesi europei: dall'Albania alla Grecia, dalla Jugoslavia alla Polonia, dall'Unione Sovietica alla Finlandia, dalla Francia all'Italia;
nel nostro Paese gli alpini tedeschi - come ha recentemente riconosciuto il Tribunale di La Spezia - si sono resi direttamente responsabili degli eccidi di Camerino, Fermo e di altri in diverse località della Toscana;
nel settembre 2006 il Tribunale militare di La Spezia ha condannato all'ergastolo Herbert Stommel, comandante di un battaglione di genieri dei Gebirgsjäger,
e Joseph Scheungraber, responsabile di una compagnia della stessa formazione, in quanto riconosciuti responsabili di 16 uccisioni a Falzano, nel comune di Cortona;
la condanna pronunciata in contumacia dal Tribunale italiano non ha, evidentemente, avuto conseguenze per i reduci, giacché domenica 27 maggio Joseph Scheungraber ha partecipato, insieme ai suoi camerati, al raduno di Mittenwald;
lo spirito di corpo impedisce tra gli alpini una netta soluzione di continuità con il passato nazista della truppa, come si evince dalle parole pronunciate nel 1957 dal maggiore Paul Bauer, iniziatore della tradizione di commemorazione dei caduti al monumento sull'Hoher Brendten: «Avremo cura di questo memoriale nella fedeltà ai nostri caduti, professando con orgoglio il nostro credo nell'eterno valore del loro sacrificio da soldati»;
alla commemorazione dei caduti delle truppe di montagna tedesche lo scorso 27 maggio hanno partecipato anche alpini italiani, deponendo tre corone: una dell'Associazione nazionale degli alpini (Ana), portata dal consigliere Adriano Rocci in rappresentanza del presidente Corrado Perona; un'altra degli alpini residenti in Germania; la terza della divisione Monterosa e del reggimento Tagliamento, formazioni della Repubblica sociale italiana;
a Cefalonia, isola greca del mar Jonio, nel settembre del 1943 la prima divisione da montagna degli alpini tedeschi fu inoltre protagonista della strage di maggiori proporzioni che, nel secondo conflitto mondiale, i tedeschi abbiano compiuto contro gli italiani;
dopo l'8 settembre del 1943, la maggioranza degli ufficiali, dei sottufficiali e della truppa presenti sull'isola di Cefalonia concordarono nel non consegnare le armi ai tedeschi e resistere. Gli scontri durissimi seguiti a tale decisione costarono la vita ad oltre cinquemila militari della divisione Acqui;
il 22 settembre, in seguito ai continui bombardamenti tedeschi e alla mancanza di aiuti alleati, il Generale Gandin decise la resa. Un atto che oltre a comportare la cessazione delle ostilità, presupponeva garanzie precise nei confronti dei prigionieri. Invece da parte tedesca iniziò una caccia all'uomo che si concluse con una delle stragi più efferate e più vili che la storia militare italiana ricordi;
il 24 settembre del 1943 Otmar Mühlhauser, sottotenente dell'esercito tedesco, fu tra i protagonisti di questi omicidi in qualità di comandante del plotone di esecuzione che uccise numerosi ufficiali italiani della divisione Acqui nel cortile della località «Casette rosse»;
come denunciato dagli organi di stampa nazionali ed esteri e da diverse iniziative parlamentari, dopo 63 anni dall'eccidio di Cefalonia la Procura generale di Monaco di Baviera ha predisposto l'archiviazione del procedimento penale di primo grado nei confronti del signor Otmar Mühlhauser. Mostrando di fare proprie le valutazioni che mossero i soldati nazisti ad assassinare i militari italiani, il procuratore generale Stern ha motivato la propria decisione con la seguente dichiarazione: «Le forze militari italiane, non erano normali prigionieri di guerra. Inizialmente erano alleati dei tedeschi e si sono poi trasformati in nemici combattenti diventando dei traditori»;
nel discorso ufficiale in memoria dei caduti di Cefalonia pronunciato il 25 aprile 2007 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha affermato: «È soltanto un assurdo residuo del passato quel recente pronunciamento del magistrato di Monaco, che ha rispolverato l'indegna giustificazione o attenuante - per l'eccidio di Cefalonia - del presunto "tradimento" italiano, assumendo così implicitamente la tesi che l'Italia dovesse restare legata alla catena di un'insensata e servile alleanza e di una già incombente disfatta»;
in Italia le associazioni democratiche antifasciste e resistenziali, degli ex-internati, dei reduci, dei familiari delle vittime
delle stragi del fascismo e del nazismo attendono ancora che la giustizia condanni i responsabili di tali atrocità ristabilendo una verità storica e politica da troppo tempo taciuta;
la signora Marcella Negri, figlia di uno degli ufficiali italiani uccisi a Cefalonia nel 1943, è a tutt'oggi l'unica parte civile nel processo aperto a Monaco di Baviera contro Otmar Mühlhauser;
nel febbraio del 2007, in seguito al rifiuto da parte del Tribunale di Monaco di accogliere il ricorso contro l'ordinanza presentato da Marcella Negri, la stessa ha chiesto una «ingiunzione a procedere» che obblighi la procura a riaprire l'indagine -:
se il Ministro in indirizzo ritenga accettabile che l'Ana, deponendo insieme alle formazioni della Repubblica sociale italiana una corona di fiori al memoriale degli alpini tedeschi, abbia reso omaggio a tutti i Gebirgsjäger, anche al 98o reggimento della Prima divisione di montagna, stazionato a Mittenwald, le cui compagnie 12 e 11 massacrarono i soldati italiani a Cefalonia;
quali misure il Ministero interpellato intenda adottare, a fronte del rifiuto del Tribunale di Monaco di accogliere il ricorso contro l'ordinanza del giudice Stern da parte della signora Marcella De Negri, affinché alla memoria dei militari italiani della divisione Acqui trucidati a Cefalonia vengano rivolte le dovute scuse per l'infamante qualifica di «traditori»;
quali iniziative intenda assumere presso la Comunità europea, il Governo tedesco e il Governo italiano affinché tutti i criminali di guerra responsabili di crimini contro l'umanità vengano processati e condannati;
quali procedure intenda porre in essere affinché venga dato riconoscimento alla memoria delle vittime delle stragi e delle persecuzioni nazifasciste, ai combattenti e ai caduti per la Resistenza contro il nazifascismo e quali iniziative intenda adottare perché venga attribuito il dovuto risarcimento economico e morale ai familiari delle vittime di tali persecuzioni;
quali disposizioni intenda far proprie al fine di contribuire alla salvaguardia e alla promozione della memoria storica di tali avvenimenti, sia in Italia sia all'estero.
(2-00648)«Burgio».
Interrogazione a risposta orale:
DEIANA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
recentemente il Sottosegretario alla difesa Giovanni Forcieri ha annunciato che il ministro della Difesa ha chiesto al Ministro per lo sviluppo economico il finanziamento con i fondi della legge n. 808 del 1985 dell'acquisto di 14 addestratori Alenia Aermacchi M346 da destinare all'Aeronautica Militare;
i fondi di tale legge sono già stati utilizzati per finanziare la costruzione di due prototipi dello stesso velivolo, realizzati su iniziativa della stessa industria;
se si dovesse effettivamente giungere al finanziamento dei velivoli di produzione e la loro acquisizione da parte dell'Aeronautica Militare ci troveremmo ancora una volta di fronte al fatto compiuto di programmi destinati al potenziamento della difesa nazionale ed acquisiti senza il preventivo parere delle Commissioni parlamentari;
benché, infatti, la normativa preveda il parere delle Commissioni per i programmi finanziati con fondi del bilancio della Difesa, di fatto l'utilizzo di risorse previste da leggi destinate al sostegno dell'industria nazionale consente l'avvio di programmi per la difesa nazionale prima che gli stessi siano sottoposti a parere parlamentare;
ne sono esempi recenti e significativi quello del veicolo blindato VBC e delle fregate FREMM la cui produzione è stata avviata con fondi del ministero per lo sviluppo economico e che, quando giungono
alla valutazione parlamentare per il finanziamento delle quote successive di produzione, di fatto costringono ad una pura e semplice pesa d'atto, svuotando la funzione di indirizzo e di controllo del Parlamento;
è indubbio, inoltre, che il continuo e sempre maggiore utilizzo di finanziamenti non iscritti nel bilancio della Difesa provochi importanti effetti distorsivi nella valutazione politica della spesa militare del nostro Paese che non corrisponde di fatto a quella autorizzata dal Parlamento;
inoltre si continua ad utilizzare la legge n. 808 del 1985 per programmi militari mentre le finalità della stessa, così come chiaramente indicato all'articolo 1, sono dirette all'«accrescimento, per i nuovi programmi, delle quote di produzione civile rispetto a quelle militari delle imprese nazionali» -:
se il Ministro confermi la richiesta di finanziamento dell'acquisto di 14 velivoli Alenia Aermacchi M346 con i fondi della legge n. 808 del 1985;
se il Ministro non ritenga di dover comunque acquisire il preventivo parere delle Commissioni parlamentari rispetto all'avvio di un programma che, successivamente all'acquisizione iniziale, certamente graverà sul bilancio della Difesa per molti anni;
se il Ministro non ritenga di dover fornire al Parlamento un quadro completo di tutti i programmi militari finanziati nell'ultimo decennio con fondi diversi da quelli del bilancio della difesa.
(3-01049)
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
IV Commissione:
FALLICA e GREGORIO FONTANA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
le isole minori siciliane, tra cui le Egadi, Ustica e Pantelleria, vivono una situazione critica, legata alla crisi idrica dovuta all'insufficienza dell'acqua;
il rifornimento di acqua sulle isole è assicurato da un servizio di navi cisterna, gestito dalla Marina Militare, mentre le risorse finanziarie sono approntate dallo Stato, che garantisce il servizio di approvvigionamento appunto attraverso il Ministero della difesa;
il Ministero della difesa, per quest'anno, ha fornito un milione e duecento mila metri cubi di acqua, a fronte di un fabbisogno, per tutte le isole minori della Sicilia, di due milioni di metri cubi di acqua. All'appello, dunque, mancano ottocentomila metri cubi di acqua. Questo significa che già nei primi giorni di agosto, se non interverranno novità, le isole minori saranno costrette a chiudere anticipatamente la stagione estiva;
tale situazione sta diventando assolutamente insostenibile, in quanto lesiva dell'economia e dell'immagine di luoghi a vocazione prettamente turistica, degli abitanti, degli operatori economici e dei turisti che affollano le isole siciliane durante il periodo estivo -:
quali iniziative, urgenti ed improcrastinabili, il Ministro in indirizzo intenda adottare per fronteggiare una situazione che rischia di compromettere seriamente la stagione turistica e, di conseguenza, l'economia delle isole siciliane minori.
(5-01216)
GAMBA e ASCIERTO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'Italia è impegnata in 24 missioni internazionali di pace in paesi esteri, con l'impiego, tra l'altro, di circa 7.000 militari provenienti da diversi reparti delle Forze Armate;
si tratta comunque e in ogni caso di missioni di pace o di collaborazione finalizzata al ristabilimento e mantenimento della pace, tutte condotte in applicazione e osservanza di risoluzioni o deliberazioni degli organismi internazionali cui l'Italia appartiene come membro;
nei provvedimenti di istituzione e mantenimento delle suddette missioni, l'onere economico è garantito attraverso previsioni di finanziamento che, attingendo a specifici capitoli del Bilancio dello Stato, sono indicate nei provvedimenti stessi;
la diaria per il personale civile e militare impiegato in missioni all'estero ha generale e uniforme regolamentazione (regio decreto 3 giugno 1926, n. 941, legge 8 luglio 1961, n. 642, decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, eccetera);
tra gli altri, un contingente della Marina Militare, inquadrato nel X Gruppo Navale operante nella Repubblica Araba dell'Egitto nelle acque dello stretto di Tiran, dal 1982, è impegnato nella missione denominata MFO (Multinational Force and Observers) per finalità connesse con l'applicazione del Trattato di pace tra lo Stato di Israele e la Repubblica Araba dell'Egitto del 1979;
con il decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, è stata stabilita una riduzione della diaria per il personale impiegato all'estero, con l'eccezione del personale civile e militare impegnato in missioni di pace;
il personale della missione di pace MFO si è visto operare la suddetta riduzione, che pare invece non essere stata applicata al personale impegnato in altre missioni nel medesimo scacchiere geografico -:
quali iniziative il Ministro intenda porre in essere per verificare ed eliminare l'evidente sperequazione che è venuta a determinarsi tra diversi contingenti di personale civile e militare impegnati in missioni evidentemente «di pace» svolte oltretutto nel medesimo contesto Medio-orientale.
(5-01217)
DURANTI, DEIANA e MASCIA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
ai sensi dell'articolo 98, 3o comma della Costituzione, «Si possono con legge stabilire limitazioni al diritto d'iscriversi ai partiti politici per i magistrati, i militari di carriera in servizio attivo, i funzionari ed agenti di polizia, i rappresentanti diplomatici e consolari all'estero»;
il Parlamento, dopo una approfondita discussione in sede dei lavori preparatori della legge n. 382 del 1978, (Norme di principio sulla disciplina militare), ritenne di non avvalersi della facoltà di stabilire limitazioni al diritto di iscrizione ai partiti politici per i militari in servizio attivo;
il tentativo di introdurre tale limitazione è stato praticato attraverso alcune disposizioni contenute in Decreti Legge decaduti a causa della loro mancata conversione in legge;
ad oggi non esistendo disposizioni di legge contrarie il diritto di iscrizione ai partiti politici da parte di appartenenti alle forze armate, è perfettamente esercitabile, fermi restando, a norma della citata legge n. 382 del 1978, il divieto di partecipare a riunioni o manifestazioni di partiti, associazioni e organizzazioni politiche, nonché di svolgere propaganda a favore o contro partiti, associazioni o organizzazioni politiche o candidati a elezioni politiche o amministrative ai militari durante le attività di servizio, in luoghi militari o in uniforme;
il Sottosegretario di Stato alla Difesa Francesco Bosi, in risposta ad un interrogazione su questo argomento nell'ottobre 2005, confermava tale indicazione;
il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri - Ufficio Legislazione - in risposta ad un quesito ad esso posto da un brigadiere si esprimeva circa la questione dell'iscrizione ai partiti politici nei termini seguenti: «ancorché - in se - non vietata, è da intendersi assorbita dal divieto di esercizio di attività politica;
tale affermazione appare in palese contrasto con quanto ricordato in premessa -:
se il ministro sia a conoscenza di tale presa di posizione e come intenda rettificarla.
(5-01218)
DE ZULUETA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 28 marzo del 1997 è affondata nel Canale d'Otranto la nave «Kader I Rades A451» a seguito della collisione con la nave della Marina militare italiana «Sibilla». Nel naufragio hanno perso la vita 108 persone di nazionalità albanese, che fuggivano dallo stato di guerra civile allora in atto nel proprio Paese;
la nave albanese si trovava in acque internazionali, a molte miglia da quelle territoriali italiane. L'incidente è occorso nell'ambito di un'operazione navale di «interdizione preventiva» autorizzata dal Comando Marina (come risulta dall'istruttoria dibattimentale e dalla motivazione della sentenza del Tribunale di Brindisi emessa il 19 marzo 2005) le cui operazioni sono terminate in tragedia;
la maggior parte delle vittime era di giovane età, donne e numerosi bambini. Hanno lasciato nel loro Paese superstiti, per lo più figli, genitori e/o ascendenti, tutti bisognosi di assistenza;
lo Stato Italiano ha formalmente riconosciuto la propria responsabilità e previsto un intervento di aiuto con un emendamento alla Legge Finanziaria 2001, articolo 82 (disposizioni a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata), cui è stato aggiunto il comma 3;
il Ministero della difesa è stato così autorizzato - fino al limite complessivo di 10 miliardi di lire, in ragione di 5 miliardi di lire per ciascuno degli anni 2001 e 2002 - a definire consensualmente, anche in deroga alle disposizioni di legge in materia, ogni lite in corso con le persone fisiche che hanno subito danni a seguito del naufragio della nave «Kader I Rades A451»;
il Governo Italiano ha pertanto dato incarico al Ministero della Difesa Marina di pervenire ad accordi transattivi con le parti aventi diritto.
per tale effetto il Ministero della difesa ha istituito un «Gruppo speciale di Lavoro» presso la Direzione Generale Armamenti Navali IV Reparto XV Divisione II Sezione, che di fatto, per motivi vari, a distanza di dieci anni dal tragico evento, è riuscito a liquidare meno della metà delle somme stanziate dalla suddetta Legge Finanziaria a mezzo di formali atti transattivi ed ha attualmente sospeso ogni ulteriore iniziativa a riguardo, a causa di contenziosi non risolti - ma agevolmente risolvibili - con dei legali che hanno rappresentato alcuni danneggiati che successivamente li avevano revocati;
questa situazione risulta particolarmente incresciosa ed esasperante proprio per quei familiari delle numerose vittime, molti dei quali indigenti e bisognosi di sostegno, ai quali è stato riconosciuto il risarcimento ma non ancora erogate le spettanze;
peraltro, la responsabilità, accertata con la pronuncia penale (seppure non definitiva) e formalmente riconosciuta con il provvedimento legislativo sopra indicato, espone lo Stato Italiano a plurime azioni risarcitorie, sia pure non immediate per effetto della sospensione dell'azione civile fino al definitivo esito del procedimento penale, per «ogni lite in corso» comprendendo tutte le persone fisiche danneggiate e/o i loro aventi causa il cui numero aumenterà a causa degli anni che trascorreranno -:
se non si ritenga urgente, ad oltre 10 anni dal quel tragico naufragio, porre in atto tutte le determinazioni possibili (trovando una soluzione anche per le questioni contenziose risolvibili in altra sede) e riprendere l'attività di valutazione delle domande e di erogazione dei risarcimenti.
(5-01219)