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Allegato B
Seduta n. 183 del 4/7/2007
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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XIII Commissione:
MADERLONI e AURISICCHIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
diverse decisioni adottate a livello comunitario hanno danneggiato la competitività della filiera della frutta in guscio, con gravi ricadute anche sotto il profilo ambientale;
in particolare, la revisione attuata dalla Commissione europea dei principi attivi autorizzati per la lotta alle fitopatie ha determinato l'esclusione di gran parte dei formulati utilizzati attualmente dalle imprese agricole operanti nel settore della frutta in guscio;
in proposito, non si è tenuto conto che non sono disponibili alternative valide ai formulati utilizzati, per il contenimento di alcuni insetti nocivi per la frutta in guscio; d'altra parte, l'utilizzo di formulati commerciali appartenenti ad un'unica famiglia provocherà lo sviluppo di popolazioni, di insetti resistenti a tali sostanze;
l'utilizzo delle sostanze permesse richiederà altresì un notevole incremento del consumo di acqua e di carburanti da parte delle imprese del settore, con disastrosi effetti ambientali e con un notevole aumento dei costi;
un incremento della percentuale di prodotto avariato sul totale del prodotto consegnato all'industria dolciaria determinerà altresì una sensibile riduzione del prezzo versato ai produttori;
la legislazione nazionale vigente attribuisce peraltro al Ministero della salute la facoltà di autorizzare l'immissione in commercio di prodotti fitosanitari non conformi; si tratta di una clausola di salvaguardia che sarebbe opportuno applicare
per un periodo di almeno tre anni al settore della frutta in guscio, lasciando aperta la possibilità per l'industria chimica di individuare sostanze alternative più efficaci e rispettose dell'ambiente;
di recente è altresì intervenuta la proposta dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) di raddoppiare la soglia di tossicità delle aflatossine; l'adozione di tale proposta favorirà ulteriormente l'importazione di frutta in guscio da paesi extracomunitari, che continuano a utilizzare le sostanze chimiche di cui è vietato l'uso nei paesi europei;
in generale la filiera del settore della frutta in guscio si trova a dover rispettare una normativa comunitaria e nazionale molto rigorosa e molto onerosa, mentre al tempo stesso deve dimostrarsi capace di fronteggiare la concorrenza sempre più agguerrita delle aziende di altri paesi -:
quali interventi il Governo intenda assumere per sostenere la competitività della filiera nazionale della frutta in guscio, tutelando l'occupazione del settore e salvaguardando i positivi effetti in termini ambientali che derivano dalle coltivazioni della frutta in guscio; in particolare, quali iniziative intenda adottare per fronteggiare le conseguenze negative derivanti dalle scelte comunitarie richiamate in premessa.
(5-01223)
MELLANO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la legge finanziaria 2006 ha previsto la stanziamento al Ministero delle Politiche agricole di cospiscue risorse finanziarie per la «prosecuzione degli interventi infrastrutturali di cui all'articolo 141 della legge 23 dicembre 2000, n. 388»;
l'associazione d'irrigazione Ovest Sesia di Vercelli in Regione Piemonte ha predisposto i progetti cantierabili, trasmessi nell'aprile 2004 alla Regione Piemonte e al Ministero. Progetti che risultano essere completamenti di opere già finanziate nella finanziaria del 2001 e, quindi risultano «prosecuzione di interventi infrastrutturali di cui all'articolo 141 comma 1 della legge 23 dicembre 2000 n. 388»;
i suddetti progetti sono stati esclusi dal riparto dei finanziamenti relativi alla programmazione nazionale per gli interventi nel settore idrico (allegato 3 delibera CIPE n. 74/2005), malgrado possedessero sin dal 2004 i requisiti di cantierabilità previsti, come successivamente comprovato da una nota della Regione Piemonte del 24 ottobre 2005 n. 8778/13.1;
tra i progetti vi era la ristrutturazione dello storico Canale Cavour nel tratto adiacente al sito nucleare di Saluggia, pertanto un intervento con una valenza superiore in termini di sicurezza idraulica del territorio -:
se non ritenga prioritario il finanziamento dei progetti dell'Associazione d'Irrigazione Ovest Sesia di Vercelli, almeno per quelli che per stessa ammissione della Regione Piemonte dovevano essere presenti nell'allegato 3 delibera CIPE n. 74/2005.
(5-01224)
RUVOLO, DELFINO e LUCCHESE. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
i viticoltori del trapanese lamentano, a poche settimane dall'inizio della vendemmia dell'uva, la presenza rilevante di un micidiale parassita, comunemente conosciuto con il nome di «peronospora della vite», che si sviluppa quando nell'ambiente vi è una elevata percentuale di umidità dovuta ai cambiamenti climatici in corso;
si tratta di un fungo parassita, originario dell'America, che attacca prima tutte le parti verdi della pianta e poi va ad aggredire i grappoli dell'uva, facendoli diventare secchi;
rappresenta una delle malattie più gravi, tra quelle che possono colpire la vite
che sta distruggendo gran parte della produzione vitivinicola e che rischia di mettere in ginocchio gli agricoltori dell'area;
la crisi vitivinicola si inquadra nella più generale crisi del settore agricolo della provincia di Trapani e Agrigento già provata pesantemente dalle avverse condizioni climatiche che stanno pregiudicando la raccolta del grano e la produzione di favette oltre che minacciare il comparto olivicolo, configurandosi come una vera e propria calamità naturale -:
quali urgenti e concrete iniziative intenda mettere in atto per porre rimedi alla drammatica situazione in cui versa il settore agricolo trapanese e agrigentino in particolare e siciliano in generale.
(5-01225)
LOMBARDI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il sistema agricolo sardo è indebitato, a vario titolo, per oltre 721 milioni di euro; di questi, 184 milioni si originano da esposizioni debitorie verso il sistema bancario già passate «a sofferenza», che escludono quindi gli agricoltori dal mercato finanziario precludendo loro l'accesso al credito per le vie ordinarie;
i debiti verso le banche, passati a sofferenza, rappresentato, in Sardegna, il 25,5 per cento dei crediti agricoli totali, che, raffrontato al 9 per cento nazionale, evidenzia una situazione tragicamente anomala;
366 milioni di euro, il 51 per cento dei crediti sardi totali, sono stipulati tra le aziende agricole sarde e il Banco di Sardegna e di questi ben 125 milioni di euro (il 34,16 per cento) sono in sofferenza;
in Sardegna le aziende agricole che risultano essere, ad oggi, in sofferenza, sono 1.678, delle quali 1.111 (il 66,21 per cento) sono indebitate con il Banco di Sardegna;
il Banco di Sardegna ha da poco acquisito la Banca di Sassari, costituendo di fatto un vero e proprio monopolio sui debiti agricoli sardi;
si è così determinata la prassi di richiedere con riferimento ai contratti di mutuo, dal momento dell'esercizio della clausola di decadenza del beneficio del termine, il pagamento della totalità delle rate scadute e di quelle a scadere, comprensive quindi, nei mutui ad ammortamento, di una quota di interessi, talora non ancora maturati alla data della richiesta di anticipata restituzione e per di più in applicazione, sull'intera rata, di ulteriori interessi di mora;
di fatto, tale situazione conduce ad una macroscopica moltiplicazione dell'originaria esposizione, in ragione della persistente operatività di condizioni assolutamente fuori dagli attuali standard di mercato;
in data 5 aprile 2004 l'amministrazione regionale della Sardegna, gli istituti di credito e le organizzazioni professionali agricole hanno firmato un protocollo d'intesa finalizzato al risanamento del deficit del comparto agricolo, che, a tutt'oggi, per ragioni, ad avviso dell'interrogante, riconducibili al disinteresse o all'ostruzionismo del sistema bancario, non ha trovato applicazione;
le aziende in sofferenza sono concentrate nelle zone limitrofe alla fascia costiera vincolata dai limiti di sviluppo d'insediamenti turistici e nel perimetro metropolitano di Cagliari, in paesi come Decimomannu, San Sperate, Uta, Decimoputzu e Villasor, zone agricole destinate nel breve periodo a divenire edificabili;
tale situazione d'indebitamento, ha portato all'acquisizione all'asta, a prezzo vile, di intere aziende agricole, da parte di soggetti estranei al mondo agricolo;
nell'aprile di quest'amo si è svolta una partecipatissima manifestazione di agricoltori sardi che chiedevano al Ministero delle politiche agricole l'apertura di un tavolo tecnico tra il Ministero stesso, gli
istituti bancari, la Regione Sardegna e le associazioni di categoria, per ridiscutere i debiti e bloccare le aste in corso;
tale proposta era stata sottoposta al viceministro Boco da una rappresentanza di agricoltori sardi, già nel febbraio del corrente anno -:
quali azioni urgenti il Governo intenda intraprendere, e se ritenga di accogliere la richiesta delle aziende agricole e delle associazioni di categoria di aprire un tavolo tecnico anche al fine di bloccare le aste in corso.
(5-01226)
MISURACA, LUCIANO ROSSI, GIUSEPPE FINI, GRIMALDI, IANNARILLI, LICASTRO SCARDINO, MARINELLO, MINARDO, ROMELE e PAOLO RUSSO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'applicazione in Italia della rete ecologica «Natura 2000», costituita dal recepimento delle direttive comunitarie 92/43/CEE «Habitat» e 79/409/CEE «Uccelli» continua da tempo a creare vivaci dibattiti e talvolta forti polemiche tra lo Stato centrale e le regioni e tra questi e le associazioni di categoria agricole, venatorie e ambientaliste;
la mancata conversione del decreto-legge n. 251 del 2006 nell'autunno scorso lasciava intravedere la possibilità che si potesse giungere ad una soluzione condivisa tra le parti interessate, ma l'articolo 1, comma 1226, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 ha previsto che «al fine di prevenire ulteriori procedure di infrazione, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano devono provvedere agli adempimenti previsti dagli articoli 4 e 6 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni, o al loro completamento, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sulla base di criteri minimi uniformi definiti con apposito decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare»;
risulta del tutto inappropriato l'utilizzo di un decreto ministeriale per modificare di fatto una legge di rango primario quale la legge n. 157 del 1992 recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e sul prelievo venatorio;
detto decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare a tutt'oggi ancora non è stato emanato anche per il parere negativo espresso in diverse sedi sia dai rappresentanti delle singole regioni sia dalle associazioni agricole e da quelle venatorie nazionali;
il raggiungimento di una soluzione condivisa sembra molto difficile anche perché la bozza di decreto Ministeriale tenta di imporre divieti e prescrizioni di carattere generale che in taluni casi sconfinano in materie di competenza esclusivamente regionale, quando invece le stesse direttive comunitarie sopraddette lasciano alla valutazione caso per caso sul territorio la definizione delle attività vietate nelle zone ZPS o ZCS e SIC;
recentemente la Commissione Ambiente dell'UE ha diramato una nota informativa nella quale riconosce la caccia «naturalisticamente sostenibile» e pertanto non vietata dalle direttive comunitarie, purché razionalmente gestita;
anche il mondo agricolo è preoccupato dalla possibile emanazione del decreto ministeriale che detta criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione di Natura 2000, ma che non obbliga le singole regioni o le province autonome a predisporre le proprie normative previa concertazione con i loro rappresentanti; è opportuno, pertanto, che nella predisposizione a livello locale dell'emanando decreto si promuova la massima concertazione con gli operatori interessati;
gli adempimenti previsti nel decreto per il settore agricolo sono già previsti nell'ambito del Regime di Pagamento Unico della PAC, di cui al Reg.(CE)1782/03, nella cosiddetta «condizionalità»;
ogni ritardo nella predisposizione delle norme di adeguamento alle direttive comunitarie citate rischia di creare danni nei finanziamenti comunitari ai Piani di Sviluppo Rurale, essendo ancora pendenti delle procedure di infrazione nei confronti dello Stato Italiano -:
se sia a conoscenza della bozza di decreto ministeriale predisposta dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ed in caso affermativo quale ritiene che possano essere gli effetti riferiti al mondo agricolo e forestale e della caccia nonché dell'avvenuta concertazione con i rappresentanti delle parti interessato nella predisposizione della bozza di decreto ministeriale e se non ritenga in ogni caso opportuno che nell'attuazione delle norme a livello regionale sia prevista espressamente la concertazione con i rappresentanti delle organizzazioni agricole, della caccia e dell'ambiente e se non ritenga opportuno vigilare sull'applicazione delle direttive comunitarie per evitare di perdere preziosi finanziamenti comunitari in particolare riferite ai Piani di Sviluppo rurale.
(5-01227)