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Allegato B
Seduta n. 183 del 4/7/2007
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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
CACCIARI e SPERANDIO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nell'area chimica di Porto Marghera si susseguono incidenti industriali, malamente minimizzati dalle direzioni aziendali, che hanno coinvolto la Polimeri Europa circa 10 giorni fa e martedì 3 luglio un incendio di vaste dimensioni si è verificato nell'area dell'impianto cracking, centrale per le lavorazioni integrate di vari stabilimenti, a conferma dell'inaffidabilità cui è giunto l'intero sistema industriale petrolchimico;
ciò nonostante, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nei giorni scorsi ha decretato la non assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale (né strategica, né ordinaria) per il potenziamento produttivo di dicloroetano al DL 1-2 di Syndial, già in conto vendita a Ineos, concedendo di fatto di accrescere la produzione da 100.000 tonnellate/anno a 170.000. Si ricorda che la VIA è l'unica procedura che consente la partecipazione di cittadini e associazioni e la trasparenza delle scelte nell'ambito di un confronto pubblico tanto che molte associazioni locali e nazionali - Assemblea permanente contro il rischio chimico, Ecoistituto veneto A. Langer, WWF Venezia, Italia nostra di Venezia, Medicina democratica, Ambiente Venezia, Associazione Gabriele Bortolozzo, Assemblea permanente NoMOSE - hanno annunciato un ricorso legale;
questa autorizzazione ministeriale rientra nella logica delle richieste continue che Ineos ha avanzato tra cui la realizzazione di una nuova centrale elettrica da 400 Mw;
la scelta attuata dal Ministro va contro la riconversione del polo chimico di Marghera e l'abbandono della chimica del cloro chiesta in più sedi, dalle associazioni e da molte forze politiche;
a parere degli interroganti questo nuovo atto rende evidente una scelta politica finalizzata a sostenere la «svendita», a vantaggio di Ineos, di Syndial (Eni) di tutti i vecchi impianti presso il polo chimico di Marghera (cloro soda e DL) e il conseguente allontanamento dell'azienda (di cui il Governo resta azionista di riferimento) dal settore della chimica -:
se il Governo sia intenzionato a proseguire nello sviluppo di politiche ecocompatibili di riconversione del polo chimico di Marghera come richiesto dalla popolazione interessata e, in tal caso, attraverso quali atti intenda sviluppare tali politiche;
se il Ministro competente non ritenga un atto politicamente incoerente l'autorizzazione recentemente concessa e se quindi non trovi opportuno il suo immediato ritiro;
se e quali conseguenze abbia avuto l'incendio, quali siano state le risultanze delle analisi successive allo stesso, se le misure di sicurezza adottate e previste siano sufficienti a garantire la salute delle maestranze e dei cittadini di Marghera.
(5-01214)
MOTTA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sabato 19 maggio 2007, nel Comune di Fornovo (prov. di Parma), si è verificato un incendio nella discarica di Monte Ardone;
secondo i primi rilevamenti dell'ARPA e della Protezione civile, anche grazie al pronto ed assiduo intervento dei vigili del fuoco di Parma e di Borgo Val di Taro, impegnati per tutta la notte e la mattina susseguente, sembra che l'incendio non abbia provocato conseguenze per la salute e per l'ambiente; l'Amministrazione Provinciale di Parma ha attivato da subito tutte le misure tecniche necessarie e disposto la chiusura dell'impianto;
il fatto verificatosi è tanto più grave alla luce delle ripercussioni che si stanno determinando sul territorio a livello di smaltimento rifiuti e di immagine, anche in considerazione del fatto che nel territorio parmense non vi sono più impianti di smaltimento di rifiuti urbani, fatta eccezione della discarica di Tiedoli, anch'essa in fase di chiusura per esaurimento delle sue capacità entro la fine del corrente anno;
il Comune di Parma ha chiuso alla fine degli anni novanta, l'impianto di incenerimento del Cornocchio;
l'impianto di compostaggio del Comune di Parma non è ancora pienamente attivo ed il redigendo progetto del termovalizzatore, ammesso che l'iter procedurale termini in tempi brevi, non sarà pronto prima del 2013;
l'amministrazione provinciale di Parma ha approvato definitivamente nel 2004 il Piano dei Rifiuti, delimitando nel Comune di Parma (in un'area territoriale ben definita) l'ubicazione di un idoneo impianto di smaltimento dei rifiuti urbani;
se non si fosse verificato l'incendio in pochi giorni sarebbero stati operativi:
l'accordo di ENIA (gestore rifiuti dell'hinterland di Parma) con la Palladio Team (gestore della discarica di Monte Ardone) per smaltire i rifiuti selezionati e imballati nella stessa discarica;
l'accordo tra la Comunità Montana Ovest e la Palladio Team s.r.l. per lo smaltimento dei rifiuti selezionati e imballati presso la stessa discarica;
come noto, entro la fine dell'anno non si potrà più smaltire nelle province limitrofe, visto anche il principio di sostenibilità per cui ogni territorio provinciale deve essere autosufficiente;
la realtà che si è andata delineando, è quella di un forte rischio di paralisi della raccolta e smaltimento dei rifiuti e anche qualora si individuassero soluzioni esterne al territorio parmense si verificherebbero ulteriori costi che graverebbero sugli utenti -:
se disponga di elementi in ordine a quali possano essere le cause dell'incendio della discarica di Monte Ardone, alla riconducibilità a fatti accidentali o di natura dolosa, nonché quali siano le conseguenze sull'operatività dell'impianto.
(5-01234)