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Allegato B
Seduta n. 183 del 4/7/2007
ATTI DI INDIRIZZO
Mozione:
La Camera,
premesso che:
l'espressione «pedofilia», ovvero amore verso i bambini, ha un significato inquietante dato che dietro la traduzione letterale di questa parola si manifesta uno dei crimini più aberranti messi in atto da parte dell'uomo;
questo crimine rappresenta la forma di violenza più grave, perchè compiuta nei confronti dei bambini, con conseguenze irreparabili sullo sviluppo della loro personalità, che pone basi per il perpetuarsi della violenza stessa nell'arco di tutta una vita;
risulta molto difficile monitorare il fenomeno dello sfruttamento sessuale sui minori ed i dati disponibili sono tutt'altro che esaustivi, perché in questo campo è molto alto «il numero oscuro» della devianza e molto difficile percepire il fenomeno nella sua effettiva ampiezza, considerato, come sappiamo, che molti abusi avvengono oggi tra le mura domestiche;
questo agghiacciante fenomeno criminale ha avuto negli ultimi anni una crescita esponenziale, trovando spazio tra le maglie sfaldate di quella rete di difesa civica che fondava la sua forza nei valori culturali tradizionali etici e religiosi che da sempre sono insiti nella storia dei nostri Popoli, ma che attualmente e negli ultimi tempi sono sempre più oggetto di continui attacchi, finalizzati a dar vita ad un nuovo ordine mondiale, dove ciò che conta è l'avere e il consumare;
in questi ultimi anni sono stati segnalati più di 50.000 siti internet con materiali pedofili. Nel labirinto della rete internet transita una quantità enorme di materiale pedopornografico. La rete telematica è divenuta quindi, quella dimensione parallela in cui è data la possibilità al pedofilo di sperimentare le proprie ossessioni attraverso le chat-line, di prendere contatti con i minori e tentare di adescarli;
è del tutto evidente come sia necessario intervenire al più presto per combattere in modo efficace questo fenomeno pericoloso, dove la pedofilia viene esaltata anzichè essere condannata in modo deciso;
i pedofili del mondo si tengono in contatto con siti e manifestazioni in cui affermano che vogliono essere lasciati liberi di amare chi vogliono a prescindere dall'età, al punto che hanno indetto una manifestazione per il 23 giugno scorso cosiddetta love boy day, giornata dell'orgoglio pedofilo;
impegna il Governo:
ad adottare ogni possibile misura di lotta e di prevenzione atta ad impedire ogni forma di violenza sui minori;
a promuovere ogni forma di collaborazione possibile, anche a livello europeo, per perseguire i reati di pedofilia e di pedofilia culturale, dove il compimento di questi atti sessuali viene esaltato come fenomeno culturale;
ad utilizzare ogni strumento per favorire la convergenza di intenti, di volontà operative e di collaborazione, al fine di dotare il nostro Paese di tutti gli strumenti indispensabili per garantire l'applicazione della legge, anche attraverso strumenti preventivi e di sostegno adeguato alle famiglie per poter tutelare adeguatamente i minori da simili efferati reati;
ad assumere iniziative normative che prevedano l'inserimento del reato di apologia della pedofilia nel nostro codice penale.
(1-00200)
«Lussana, Alessandri, Allasia, Bodega, Bricolo, Goisis, Montani, Pini, Grimoldi, Garavaglia».
Risoluzioni in Commissione:
La VII Commissione,
premesso che:
l'area archeologica di Selinunte insiste su un vasto territorio di circa 1.750 kmq, ancora non del tutto esplorato, a forma di un quadrilatero irregolare che si estende, a meridione, da Mazara a Sciacca e, a settentrione, da Salemi a Poggioreale;
l'antica città greca «Selinoùs», fondata da coloni di Megera Hyblea ebbe, quale avamposto dei Greci in Sicilia, un ruolo primario nei rapporti con i popoli del Mediterraneo;
grazie all'accademico dei Lincei, professor Vincenzo Tusa, sono stati già espropriati circa 270 ettari di terreno che conservano testimonianze di notevole rilievo del patrimonio archeologico posseduto;
il patrimonio archeologico selinuntino rappresenta un'eredità del passato che si ha il dovere di custodire e salvaguardare per trasmetterlo integro alle generazioni future di tutto il mondo;
la «Convenzione riguardante la protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale» dell'UNESCO dichiara patrimonio comune dell'umanità siti di «valore universale eccezionale» per le loro qualità sia naturali sia culturali, al fine di preservarli dal degrado, dall'incuria e dallo scempio, impegnandosi a contribuire finanziariamente e intellettualmente alla loro protezione e stabilendo che essi costituiscono, senza pregiudizio della sovranità nazionale e dei diritti di proprietà, un patrimonio mondiale, la cui protezione «compete alla comunità internazionale tutta intera»;
senza il sostegno dell'UNESCO alcuni siti, che possiedono valore culturale o naturale universalmente riconosciuto, si sarebbero deteriorati o sarebbero addirittura scomparsi per incuria, negligenza, speculazione o se, non altro, per mancanza di fondi per preservarli;
nonostante le reiterate richieste degli specialisti del settore e della gente comune, non è ancora stato istituito l'Ente Parco Archeologico, strumento efficace per una gestione oculata, efficace ed efficiente della zona archeologica selinuntina, con il rischio di lasciare inattuato il governo del territorio di uno dei più importanti siti archeologici del mondo,
impegna il Governo:
ad adottare idonee iniziative volte ad avanzare richiesta all'UNESCO affinché esso, nelle precipue sue competenze, provveda al più presto, a inserire nel programma internazionale dei patrimoni dell'umanità (World Heritage Fund) amministrato dall'UNESCO, la zona archeologica di Selinunte;
ad assumere in sede di Conferenza Stato regioni idonee iniziative affinché la Regione Siciliana, nell'ambito delle proprie competenze, provveda immediatamente a costituire l'Ente Parco Archeologico per la zona di Selinunte.
(7-00235) «Li Causi, Folena».
La IX Commissione,
premesso che:
l'European Transport Safety Council, organizzazione no profit indipendente sostenuta da tutti i Governi europei, ha bocciato l'Italia in tema di sicurezza stradale avendo registrato un tasso di mortalità pari a circa il 13 per cento in più sulla media europea;
la Francia è al primo posto, noi complessivamente siamo al 14o posto di una classifica fatta da 27 Paesi realizzata su statistiche 2002-2005;
la morte per incidente stradale - sostiene l'OMS - se non opportunamente contrastata, in una scala di mortalità da 1 a 10, passerà entro il 2020 dall'attuale 9o posto al 3o dopo tumori e cardiopatie; siamo di fronte a un fenomeno sociale
grave (ogni anno brucia 35 miliardi di euro) e quasi del tutto sottovalutato da istituzioni, privati e cittadini;
la Legge Finanziaria 2007 prevede un finanziamento di 159 miliardi di euro in 3 anni, più 45 milioni di euro per informazione, controlli, eccetera che sono del tutto insufficienti a far fronte all'insicurezza delle strade;
i finanziamenti del Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale con 1.000 milioni di euro all'anno per 3 anni (come prevedeva la sua stessa legge istitutiva) sono, per ora, promesse e impegni non mantenuti. A tutto ciò si aggiungono i tagli alla finanza locale e si comprende bene lo stato di «sofferenza» in cui vengono a trovarsi le politiche di sicurezza stradale anche a livello locale;
per centrare l'obiettivo dell'Unione europea (diminuire del 50 per cento i morti entro il 2010) occorre una «nuova visione» della sicurezza stradale nonché azioni coordinate e decise, sulla scia di quanto già fatto, per esempio, in Francia e in Gran Bretagna: in questa ottica il Parlamento italiano può svolgere un ruolo fondamentale;
il risanamento del Paese passa anche per una politica di investimenti in nuove infrastrutture, nella manutenzione di quelle esistenti e nel potenziamento e sviluppo del Trasporto Pubblico Locale;
la manutenzione programmata delle strade va vista non solo come obiettivo di contenimento dell'incidentalità, ma anche come grande opportunità di sviluppo economico. Sono, infatti 1.000 le imprese e 10.000 i lavoratori che operano nel campo della segnaletica e delle barriere; sono 4.000 le imprese e circa 70.000 i lavoratori impegnati nella manutenzione degli asfalti, nei parcheggi e nelle soste;
il mondo dell'impresa (lavoratori e datori di lavoro) paga un prezzo elevatissimo all'incidentalità stradale, oltre 2.000 morti negli incidenti stradali sul percorso casa-lavoro (incidenti in itinere). A tutt'oggi non c'è nessuna iniziativa per contrastare, in modo deciso ed efficace, tale grave fenomeno sociale. Sindacati e datori di lavoro devono mettere in moto iniziative adeguate per impegnare anche le Istituzioni ad affrontare il problema in modo strategico, non episodico e destinandovi risorse umane e finanziarie. «È l'ora di decidere e di agire» (ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per i morti sul lavoro);
il Presidente del Consiglio ha più volte assunto impegni con le organizzazioni economico-sociali, in particolare con la Confederazione delle 40 organizzazioni civili (FISICO) e con la Fondazione Luigi Guccione Onlus, Ente Morale Vittime della strada (FLG),
impegna il Governo:
a convocare, entro il 31 dicembre 2007, gli Stati Generali della Sicurezza Stradale, sul modello realizzato in Francia, e la prima conferenza socio-sanitaria nazionale sull'incidentalità stradale chiesta già un anno fa da sette Organizzazioni nazionali: vittime, utenze deboli, medici di famiglia, pediatri, traumatologi, psicologi e psicoterapeuti, alcologi (FLG, FISICO, FIMMG, FIMP, SOCITRAS, PAGINE BLÙ, SIA);
a definire una bozza di programma da portare in discussione negli Stati Generali per la sicurezza stradale in ordine a:
1) la costituzione di un sistema ordinamentale di governance per la sicurezza stradale attraverso la nomina di un Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla sicurezza stradale e l'istituzione dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza Stradale presso la Presidenza del Consiglio dei ministri o di un Dipartimento per la Sicurezza stradale sul modello di quello della Protezione Civile;
2) il Finanziamento del Piano Nazionale della Sicurezza stradale (almeno 500 milioni di euro all'anno per un triennio) per avviare una seria azione di contrasto dell'incidentalità stradale;
3) l'individuazione e la Pianificazione delle risorse economiche necessarie al fabbisogno annuo per la manutenzione programmata delle strade in coordinamento e concertazione con Province, Comuni e Regioni;
4) l'istituzione di un Centro Nazionale di Assistenza aperto «h24», con numero verde e l'apertura di centri di assistenti per le vittime della strada nelle diverse Province dove le vittime possano ricevere assistenza qualificata e continuata e consulenza da professionisti in ambito medico, psicologico e legale;
5) la riforma del Codice della strada ed un piano di efficace e programmata campagna di controlli sulle strade e di sanzioni alle violazioni del codice della strada stesso in particolare su: velocità, uso di sostanze ed alcool alla guida e passaggio con il semaforo rosso;
6) la legge di riforma del Trasporto Pubblico Locale e il suo forte sostegno attraverso un piano finanziario di 500 milioni di euro all'anno per 10 anni come da tempo chiedono ATPL e gli Enti Locali.
(7-00234) «Tassone, Barbieri».
La IX Commissione,
premesso che:
il settore del trasporto aereo è caratterizzato da forti cambiamenti a livello europeo, destinati a modificare profondamente l'attuale struttura del sistema di gestione del traffico aereo;
nonostante tutte le misure prese, in Italia tale sistema non è del tutto adeguato a gestire il forte aumento della domanda, dovuta alla crescita economica, allo sviluppo del turismo e dei viaggi di affari e ai processi di liberalizzazione in atto;
la gestione di tali cambiamenti richiede la capacità di definire e perseguire strategie aziendali che, tenuto conto delle criticità attuali, assicurino, grazie anche ad una razionale organizzazione:
a) il miglioramento dei servizi di navigazione aerea, in modo da attestarli agli alti livelli di qualità necessari per continuare ad operare in sicurezza nello scenario evolutivo europeo, delineato dal CE con il Cielo Unico Europeo;
b) il conseguimento di livelli di efficienza ed efficacia dei servizi erogati tali da stabilizzare le tariffe e innalzare la capacità competitiva;
per il miglioramento dei servizi di navigazione aerea è indispensabile assicurare, attraverso un'efficace integrazione di tutti i comparti tecnici aziendali e delle aziende controllate, il reale presidio della sistemistica SW, della definizione delle architetture e della manutenzione di sistema;
processo di gestione degli investimenti deve essere razionalizzato, al fine di consentire la realizzazione dei necessari miglioramenti e della qualità dei servizi erogati, favorire lo sviluppo qualitativo e la competitività dell'industria italiana che opera nel settore della navigazione aerea;
per il miglioramento dei servizi di navigazione aerea è inoltre necessario dispiegare una politica di alleanze con gli ANSP a livello europeo e su base paritaria finalizzate alla condivisione delle conoscenze e dei rilevanti investimenti necessari per la realizzazione della nuova piattaforma ATM definita dall'iniziativa della CE: SESAR;
risultano altresì fondamentali i moduli di formazione basica e avanzata in particolare per il personale dei servizi di assistenza meteorologica al trasporto aereo, di informazioni aeronautiche, di allarme AFIS; tali servizi vanno accuratamente regolamentati e controllati rispetto ai livelli qualitativi raggiunti;
assieme alla definizione dei piani strategici è necessario adottare provvedimenti finalizzati a migliorare i processi aziendali nei seguenti ambiti di intervento:
a) a fronte della dichiarazione di utili negli ultimi due esercizi, ENAV S.p.A. non ha sviluppato significativi business complementari;
b) dal bilancio 2006 si rileva una crescita significativa dell'indebitamento;
c) una grossa quota di investimenti è stata gestita con procedure diverse dalla pubblica gara;
d) la gestione dell'azienda deve essere improntata, fra l'altro, a principi di trasparenza,
impegna il Governo:
verificare l'adeguatezza dei piani strategici e di produzione, nonché dell'organizzazione, dell'azienda che eroga i servizi di navigazione aerea ENAV S.p.A. e delle sue controllate;
verificare la capacità di ENAV Spa di perseguire, con efficacia ed efficienza, gli obiettivi in essi delineati, a partire dal conseguimento di quelli fissati dal precedente piano strategico;
verificare la reale applicazione delle procedure operative certificate dall'ente regolatore ed in linea con le norme ISO;
verificare la trasparenza dell'operato di ENAV Spa, società a capitale completamente pubblico nel settore della gestione economico-finanziaria;
controllare i criteri di selezione e di assunzione del personale che devono tenere conto prioritariamente delle capacità e del merito;
elevare il livello di professionalità del personale potenziando le iniziative di formazione basica e avanzata;
ripristinare con la necessaria urgenza gli strumenti regolatori dei rapporti tra Stato ed Enav Spa tramite i contratti di programma e di servizio previsti dalla legge 665/96.
(7-00237)«Meta, Attili».
La XI Commissione,
premesso che:
la situazione delle casse previdenziali integrative del personale militare è stata più volte oggetto di esame in sede parlamentare senza che siano state individuate e definite le opportune modifiche normative a fronte di problematiche molto serie, che generano forti dubbi sull'idoneità di tali istituti a raggiungere risultati soddisfacenti per la generalità degli aventi titolo;
alle casse in argomento sono obbligatoriamente iscritti tutti i militari in servizio permanente, così sostanziandosi una condizione di unicità nel panorama del pubblico impiego, peraltro contrastante con l'impianto generale del sistema pensionistico disciplinato dalla legge 335 del 1995 (complesso normativo che ebbe ad introdurre nell'ordinamento principi fondamentali di riforma economico-sociale su un argomento contemplato dall'articolo 38 della Costituzione) che prevede per ogni lavoratore un solo sistema pensionistico obbligatorio, mentre sancisce in modo inequivocabile la volontarietà circa la partecipazione a qualsiasi forma di previdenza ulteriore;
il vincolo di iscrizione ovviamente impone una contribuzione aggiuntiva che va a ridurre le già marginali possibilità date dalle retribuzioni dei militari di aderire alle forme di previdenza complementare, comprese quelle di categoria che si auspica vengano al più presto attivate mediante, come previsto, la procedura della concertazione in relazione alla quale l'esistenza delle casse concretizza un evidente ostacolo, così contribuendo ad impedire l'avvio di quegli istituti che il legislatore ha voluto introdurre quali mezzi idonei a lenire l'inevitabile riduzione dei trattamenti di quiescenza che saranno attribuiti secondo il metodo contributivo definito dalla citata legge 335 del 1995;
quand'anche si volesse sorvolare sulla disparità di trattamento cui è soggetto il personale militare, le casse non si prefigurano, comunque, idonee a garantire, ancorché parzialmente ma in ogni modo adeguato, il futuro decremento delle pensioni in quanto:
a) operano in regime di ripartizione, con prestazioni legate a parametri
prestabiliti che le dinamiche stipendiali prevedibili fanno ritenere che saranno sostanzialmente equivalenti all'insieme dei contributi versati;
b) per quanto i dati di bilancio non pongano in dubbio la loro capacità di corrispondere le prestazioni a coloro che ne matureranno o il diritto nel breve periodo, la diminuzione degli arruolamenti, a fronte di esodi di consistenza numerica per lungo tempo sicuramente costante, ne eroderà le riserve, con sicuri problemi per il medio ed il lungo periodo;
la Cassa ufficiali dell'Esercito e dell'Arma dei Carabinieri presenta problematiche aggiuntive rispetto alle altre casse in quanto, rispetto a queste, prevede due prestazioni (indennità supplementare di fine servizio e assegno speciale) in luogo di una (la sola indennità supplementare), nonché una doppia contribuzione a carico dell'ufficiale, complessivamente pari al 4 per cento sull'80 per cento dello stipendio;
l'indennità supplementare viene liquidata agli ufficiali dell'Esercito e dei Carabinieri calcolando la base del 2 per cento dell'ultimo stipendio per gli anni di servizio, ovvero sulla metà del dato contributivo, mentre l'assegno speciale spettante dopo 8 anni dal congedo, anche qualora venisse corrisposto per un lungo periodo, è di entità così modesta che non può certo costituire la remunerazione della rimanente metà della contribuzione, che in ogni caso, viene solo parzialmente recuperata;
il trattamento chiaramente sfavorevole è, per questi ufficiali, il frutto di una modifica normativa, che ha previsto l'incremento della contribuzione e l'invarianza dei parametri di calcolo delle prestazioni, introdotta nel 1996 a fronte di una difficile situazione di bilancio della cassa, che pure aveva correttamente elargito le prestazioni non avendo il legislatore introdotto i necessari correttivi per evitare gli effetti di un forte incremento stipendiale verificatosi in pochi anni, che determinava la corresponsione di indennità quantitativamente elevate rispetto alla complessiva modestia dei contributi versati;
la situazione delle casse militari è stata costantemente oggetto di critica della Corte dei Conti, in sede di relazione al Parlamento sulle annuali verifiche di bilancio di tali istituti, che ha in essi ravvisato tratti di anacronismo e di minor rispondenza alle finalità originariamente poste dal legislatore;
il trattamento di quiescenza dei militari è argomento della massima importanza, che Parlamento e Governo devono affrontare con attenzione assoluta affinché, garantendo tutti i diritti acquisiti, non sia in alcun modo trascurata ogni possibilità di miglioramento e di razionalizzazione per garantire ad una categoria di cittadini particolarmente e proficuamente impegnati nell'adempimento di alti ed onerosi doveri istituzionali la tranquillità e la certezza del futuro,
impegna il Governo
ad affrontare con ogni urgenza la delicata problematica, individuando rapidamente soluzioni che superino ogni difficoltà e resistenza, garantendo i diritti acquisiti, reperendo le necessarie coperture finanziarie anche tenendo conto dei patrimoni comunque cospicui delle casse, in vista della definizione di ogni iniziativa che risolva l'attuale, insoddisfacente situazione delle casse militari, al fine di assicurare a tutto il personale delle forze annate un consono trattamento pensionistico integrativo, in lirica con le legittime aspettative dei militari e coerente con il quadro normativo generale.
(7-00236) «Compagnon, Bosi, Volontè».