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Allegato B
Seduta n. 19 del 5/7/2006
TESTO AGGIORNATO AL 6 LUGLIO 2006
...
INTERNO
Interpellanza:
La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
nella notte tra il 22 ed il 23 febbraio 2004 a Bova Marina (Reggio Calabria) l'onorevole Saverio Zavettieri, in quel tempo assessore regionale alla cultura della Calabria, ha subito un grave attentato contro la sua persona;
a tutt'oggi non si conoscono autori, movente e mandante del grave attentato;
l'onorevole Zavettieri nel successivo mese di ottobre del 2004 in una preoccupante intervista rilasciata al periodico Calabria News ha dichiarato che l'attentato subito avrebbe potuto avere una matrice politica da ricercare nella sua attività di assessore regionale del tempo;
alcuni quotidiani calabresi hanno più volte, negli ultimi tempi, fatto riferimento a possibili intrecci tra il delitto del vice presidente del consiglio regionale calabrese, dottore Francesco Fortugno, avvenuto il 16 ottobre 2005, e l'attentato dell'assessore regionale del tempo, onorevole Saverio Zavettieri, avvenuto il 22 febbraio 2004;
in data 27 giugno 2006 l'interrogante, attraverso l'atto ispettivo n. 4-00357, ha provveduto a denunziare il preoccupante abbandono delle indagini sul delitto Fortugno, da parte dei Sostituto Procuratore della DDA di Reggio Calabria, Giuseppe Creazzo, per assumere l'incarico di Vice Direttore dell'Ufficio legislativo del ministero della giustizia;
il 28 giugno 2006 un altro Magistrato della DDA di Reggio Calabria, Roberta Nunnari, titolare dell'indagine sul tentato omicidio del già assessore all'istruzione, Soverio Zavettieri, ha lasciato l'incarico per trasferirsi alla Procura di Milano;
visti gli annunziati possibili intrecci tra l'omicidio Fortugno ed il tentato omicidio Zavettieri, nonché le indagini in atto che stanno facendo emergere le preoccupanti collusioni tra politica e mafia calabrese, l'interrogante ritiene del tutto ingiustificati e molto strani, quantomeno degni di perplessità, gli spostamenti ed il relativo abbandono delle indagini dei sopra citati Magistrati della DDA di Reggio Calabria -:
se risulti al Governo quali siano gli stati delle indagini relative all'omicidio Fortugno ed al tentato omicidio Zavettieri;
se risulti al Governo se esistono in atto indagini su membri del Consiglio Regionale Calabrese;
quali siano i motivi che hanno portato il Ministro interrogato a conferire il nuovo incarico al sostituto Procuratore della DDA di Reggio Calabria, Giuseppe Creazzo; impegnato nelle indagini sul delitto Fortugno;
quali iniziative si intendano adottare al fine di sopperire alle gravi carenze di personale presso il tribunale di Reggio Calabria.
(2-00046) «Angela Napoli».
Interrogazioni a risposta immediata:
CRAPOLICCHIO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 51, secondo comma, del testo unico degli enti locali, di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, stabilisce che «chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di sindaco e di presidente della provincia non è, allo scadere del secondo mandato, immediatamente rieleggibile alle medesime cariche»;
la norma in vigore costituisce nell'attuale contesto storico-politico una grave ed ingiusta discriminazione rispetto a tutte le altre cariche elettive, che colpisce, soprattutto, la libertà dei cittadini, base di tutte le moderne democrazie, di scegliere in totale autonomia a chi affidare i delicati compiti amministrativi;
decine di sindaci si sono ricandidati alle elezioni amministrative conclusesi da poco più di un mese, anche al fine di contestare la legittimità costituzionale della norma in questione, soprattutto con riferimento ai piccoli comuni, anche in considerazione della disparità di trattamento, non solo rispetto alle altre cariche istituzionali, ma anche, con riguardo proprio ad altri comuni, posto che alcune regioni a statuto speciale hanno legiferato in proprio sulla materia, derogando il detto limite (ad esempio, Friuli Venezia Giulia, Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige);
sulla questione dell'abrogazione di tale limite, del resto ad oggi auspicata da più parti, nel corso della XIV legislatura sono state presentate numerose proposte di legge, alcune confluite in un testo unificato, rispetto al quale si era registrata un'ampia convergenza politica da parte di vari gruppi parlamentari;
la modifica legislativa, peraltro, ha formato oggetto, alla fine della XIV legislatura, di un emendamento presentato dal Governo in occasione dell'approvazione del decreto-legge n. 4 del 2006: «Misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento della pubblica amministrazione»;
a seguito dell'ultima tornata elettorale amministrativa, i consigli comunali
dei comuni, nei quali sono stati rieletti i sindaci ricandidatisi per la terza volta consecutiva, ne hanno convalidato l'elezione;
appare, quindi, presumibile che si assisterà ad un notevole contenzioso giudiziale, in tema di azioni popolari ex articolo 70 del testo unico degli enti locali;
quanto esposto in premessa esprime la necessità di un intervento del legislatore per fare definitiva chiarezza sul diritto dei cittadini di scegliere in totale autonomia a chi affidare i delicati compiti amministrativi;
nell'ambito di un incontro svoltosi il 22 giugno 2006 con i rappresentanti delle autonomie locali, il Ministro interrogato ed il Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali si sono impegnati a sottoporre il tema, che è di particolare urgenza, alle competenti commissioni parlamentari -:
se il Governo intenda adottare con tempestività iniziative di carattere normativo volte a definire, anche in relazione alle elezioni amministrative appena svoltesi, la problematica, almeno per quanto riguarda i comuni fino a 15.000 abitanti.
(3-00088)
LA RUSSA, RAISI, AIRAGHI, ALEMANNO, AMORUSO, ANGELI, ARMANI, ASCIERTO, BELLOTTI, BENEDETTI VALENTINI, BOCCHINO, BONGIORNO, BONO, BRIGUGLIO, BUONFIGLIO, BUONTEMPO, CASTELLANI, CASTIELLO, CATANOSO, CICCIOLI, CIRIELLI, CONSOLO, GIORGIO CONTE, CONTENTO, GIULIO CONTI, COSENZA, DE CORATO, FILIPPONIO TATARELLA, GIANFRANCO FINI, FOTI, FRASSINETTI, GAMBA, GASPARRI, GERMONTANI, ALBERTO GIORGETTI, HOLZMANN, LAMORTE, LANDOLFI, LEO, LISI, LO PRESTI, MANCUSO, MARTINELLI, MAZZOCCHI, MELONI, MENIA, MIGLIORI, MINASSO, MOFFA, MURGIA, ANGELA NAPOLI, NESPOLI, PATARINO, PEDRIZZI, ANTONIO PEPE, PERINA, PORCU, PROIETTI COSIMI, RAMPELLI, RONCHI, ROSITANI, SAGLIA, SALERNO, GARNERO SANTANCHÈ, SCALIA, SILIQUINI, TAGLIALATELA, TREMAGLIA, ULIVI, URSO e ZACCHERA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
ogni anno si svolge a Bologna una manifestazione chiamata street rave parade, nel corso della quale vengono distribuite ai giovanissimi partecipanti notevoli quantità di sostanze stupefacenti e bevande alcoliche;
dopo lunghe trattative alcuni parlamentari del centrosinistra, tra cui il vicepresidente della Commissione giustizia presso la Camera dei deputati, onorevole Daniele Farina, si erano fatti garanti del percorso che avrebbe seguito la manifestazione, assicurando che non vi sarebbe stato nessun corteo da piazza XX settembre, dove era previsto un «meeting antiproibizionista», a piazza della Costituzione, luogo da cui partiva la street rave parade;
alla manifestazione ha partecipato anche il Sottosegretario per l'economia e le finanze, onorevole Paolo Cento, peraltro manifestando posizione favorevole nei confronti della diffusione della droga in luoghi pubblici;
in spregio agli accordi intrapresi con le istituzioni, gli organizzatori del meeting antiproibizionista hanno effettuato un corteo non autorizzato, che è partito proprio da piazza XX settembre -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto e se siano stati presi provvedimenti nei confronti dei promotori della manifestazione non autorizzata.
(3-00089)
DE LUCA FRANCESCO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella provincia di Avellino, un tempo immune da episodi di malavita organizzata, ogni giorno si assiste ad un fatto di camorra: bombe carta davanti ai negozi, intere comunità presidiate dalla
malavita, esercizi commerciali senza clienti, veri e propri monumenti al riciclaggio di denaro -:
se il Ministro interrogato sia informato dell'assoluta emergenza di ordine pubblico che investe la provincia di Avellino, se non ritenga necessario inviare subito un prefetto ed un questore con un'esperienza specifica nella lotta alla criminalità organizzata o, in alternativa, quali strumenti eccezionali intenda adottare, essendo tutti d'accordo sul fatto che la camorra e la malavita nel Sud possono essere battute solo associando prevenzione e repressione.
(3-00090)
CREMA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
durante lo svolgimento delle operazioni di scrutinio dei voti espressi nelle elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006, è stato proposto un numero considerevole di esposti, in cui si chiedeva di partecipare al riparto dei seggi per il Senato della Repubblica, senza tenere conto della soglia di sbarramento del 3 per cento prevista dall'articolo 17, comma 3, del decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533 («Testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione del Senato della Repubblica»);
tutti i predetti esposti sono stati respinti, in vari casi per carenza di interesse, ma in almeno otto circostanze per avere l'ufficio elettorale regionale aderito ad una ricostruzione interpretativa, secondo l'interrogante discutibile, della normativa in questione, della cui legittimità è investita la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato della Repubblica, in virtù di appositi ricorsi elettorali;
in particolare, nel verbale dell'ufficio elettorale regionale per il Lazio è contenuto il seguente provvedimento, assunto dal medesimo ufficio elettorale in data 19 aprile 2006: «l'Ufficio, lette le istanze presentate nell'interesse delle liste "la Rosa nel pugno" e "Italia dei valori", tendenti ad ottenere l'ammissione al riparto dei seggi conquistati nella regione Lazio dalla coalizione capeggiata da Romano Prodi, di cui le liste dei ricorrenti fanno parte (...) ritenuto pertanto contraddittorio ed illogico ammettere al riparto anche le liste che non abbiano ottenuto almeno il 3 per cento dei voti validi, dopo avere limitato il concorso all'operazione frazionaria solo per le liste ammesse al riparto, e cioè per quelle che abbiano superato il 3 per cento dei voti validi; rilevato che tale tesi è suffragata da vari atti emanati dalle due Camere (vedi pagina 35 del manuale elettorale diffuso dalla Camera dei deputati - Servizio Studi - il 1o marzo 2006 e la nota sui sistemi elettorali diffusa dal sito telematico del Senato della Repubblica www.senato.it.istituzione, che parlano univocamente dell'assegnazione dei seggi solo alle liste che abbiano superato il 3 per cento dei voti validi; constatato che il verbale delle operazioni dell'ufficio elettorale regionale, modello n. 65 (elezioni politiche), espressamente al paragrafo 14, prevede una procedura in base alla quale, nel caso si sia fatto ricorso al premio di maggioranza, all'interno delle coalizioni o singole liste perdenti i seggi sono assegnati solo tra le liste ammesse al riparto di cui al precedente paragrafo 10 (in cui espressamente si parla di liste che abbiano ottenuto almeno il 3 per cento dei voti validi espressi); che pertanto non può essere accolta l'istanza rivolta all'ufficio dai ricorrenti di ammetterli al riparto, benché le loro liste non abbiano raggiunto tale quoziente; per questi motivi dichiara non luogo a provvedere sulle istanze avanzate dalle liste identificate come "Rosa nel pugno" e "Italia dei valori."»;
effettivamente, al paragrafo 10 del modello n. 65 (pagina 19-bis: «Individuazione, nell'ambito di ciascuna coalizione di liste ammessa al riparto, delle liste tra le quali ripartire i seggi assegnati in sede di riparto regionale») si legge che "l'ufficio elettorale regionale procede, successivamente, ad individuare, nell'ambito di ciascuna coalizione di liste ammessa al riparto dei seggi, le liste tra le quali ripartire i seggi assegnati, quali risultano nel paragrafo 8;
la strutturazione del verbale, non meramente anodina, unitamente alla procedura prevista dal paragrafo 14 (richiamato nel provvedimento dell'ufficio elettorale del Lazio), sembra predisposta allo scopo di negare l'esistenza di un riparto per le liste sotto soglia, anche laddove la coalizione vincitrice avesse conseguito il premio di maggioranza;
secondo l'interrogante, la decisione di strutturare il verbale in tal guisa non può essere considerata «tecnica», ma risale lungo la catena della responsabilità ministeriale e non può non aver coinvolto professionalità dirigenziali idonee a valutare la questione giuridica sottesa all'applicazione della legge ed alla necessità o meno di una sua interpretazione;
nessun supporto può venire, quanto alla fondatezza dell'interpretazione data dagli uffici elettorali, dall'invocata pubblicistica cartacea o telematica delle due Camere per i seguenti motivi:
a) è semplicemente falso che a pagina 35 del manuale elettorale della Camera dei deputati si suffraghi la tesi secondo cui le liste ammesse al riparto in caso di premio di maggioranza sono solo quelle che abbiano superato il 3 per cento dei voti validi. Nel dare una mera parafrasi della legge, anzi, il manuale recita, a quella pagina, che «l'ufficio elettorale regionale verifica, quindi, se la coalizione di liste o la singola lista più votata abbia conseguito, sulla base della prima attribuzione provvisoria, un numero di seggi pari ad almeno il 55 per cento dei seggi assegnati alla regione (il numero è arrotondato all'unità superiore). Qualora tale verifica abbia esito positivo, l'ufficio elettorale procede all'attribuzione definitiva dei seggi. A tal fine, per ciascuna coalizione di liste procede al riparto dei seggi ad essa spettanti tra le liste facenti parte della coalizione che abbiano conseguito almeno il tre per cento dei voti validi in ambito regionale. Il riparto è effettuato in proporzione alle rispettive cifre elettorali, secondo il metodo dei quozienti interi e dei più alti resti. A ciascuna lista singola sono attribuiti i seggi già determinati in sede di attribuzione provvisoria. Qualora, invece, la coalizione di liste o la singola lista più votata non abbia già conseguito, sulla base della prima attribuzione provvisoria, un numero di seggi pari ad almeno il 55 per cento dei seggi assegnati alla regione, l'ufficio elettorale regionale assegna a tale coalizione o lista un numero ulteriore di seggi necessario per raggiungere questa percentuale. Conseguentemente, l'ufficio elettorale procede alla nuova ripartizione dei restanti seggi tra le altre coalizioni di liste o liste singole ammesse al riparto»;
b) l'unico riferimento telematico alla legge elettorale che segue le coordinate url offerte dall'ufficio regionale per il Lazio si trova sul sito http://www.senato. it/istituzione/29374/29385/84703/84705/genpagsm.htm, ma si tratta di una mera perifrasi del testo della legge 21 dicembre 2005, n. 270: ciò non coinvolge la responsabilità di alcun ufficio del Senato della Repubblica (non offrendosi alcun elemento della possibile paternità di ciò che viene definita «scheda illustrativa») e la frase che vi si legge nella materia in questione («Inoltre, all'interno delle coalizioni sono ammesse al riparto le singole liste collegate che abbiano conseguito a livello regionale almeno il 3 per cento dei voti validi. Il riparto è effettuato con il sistema dei quozienti naturali interi e dei più alti resti») è evidente frutto di una sommaria illustrazione «a volo d'uccello» di alcune delle novità della legge, di cui si omettono varie parti qualificanti, limitandosi alla pretesa di illustrare i punti «principali». È del resto notorio che non concorrono, nell'interpretazione della legge, atti provenienti dalle Camere che non siano quelli preparatori, mentre il sito in questione è dichiaratamente un'illustrazione successiva all'entrata in vigore della legge stessa;
è evidente che la strutturazione dell'amministrazione elettorale, al supporto delle prefetture ed alle attività materiali degli uffici comunali, giustappone il fatto che la funzione di proclamazione deve discendere da un organo che non sia sottordinato in un vincolo gerarchico all'Esecutivo;
l'elaborazione unitaria della modulistica elettorale, che trova precario fondamento legislativo nel testo unico del 1957, in tanto si giustifica in quanto lascia agli uffici elettorali ampio margine dì intervento, senza precludere l'esercizio di facoltà che rientrano nel loro ambito di valutazione;
il rango e la dignità valutativa di appartenenti all'ordine giudiziario avrebbero suggerito che si barrassero le parti del modello 68 (elezioni politiche) inconferenti con una corretta applicazione della legge, invece di trincerarsi dietro di esse per emettere provvedimenti di rigetto;
il giudice costituzionale Sabino Cassese ha di recente ricordato, per un caso analogo all'elezione dei parlamentari nazionali, che «il procedimento per l'elezione (...) culminante nell'atto di proclamazione dei candidati eletti, è configurato dalla legge come un procedimento amministrativo, benché ad esso presiedano uffici costituiti presso organi giurisdizionali» (sentenza n. 104 del 2006). Non può che conseguirne che, anche in quest'ambito, motivazioni assenti, carenti od apodittiche sono sintomo di eccesso di potere, soprattutto quando si invocano riferimenti interpretativi errati o scorretti o quando ci si appella alla modulistica per deferire di fatto al tipografo ministeriale la scelta sul se applicare o meno la soglia del 3 per cento in sede di riparto dei seggi -:
se la stesura della modulistica elettorale regionale, nella parte invocata dai citati provvedimenti degli uffici elettorali regionali, sia stata preceduta da una valutazione degli uffici elettorale, studi o legale del ministero dell'interno sulle modalità di applicazione della legge, con riferimento all'articolo 17 del decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, e se a tale stesura abbia fatto seguito, sulla falsariga di quanto avviene per il modello di verbale sezionale, la diramazione di un'istruzione agli uffici elettorali regionali o se comunque, sotto forma di lettera circolare od in altra modalità, la questione delle modalità di riparto dei seggi al Senato della Repubblica sia stata oggetto di comunicazione dal ministero dell'interno a tutti o a taluni degli uffici elettorali regionali insediati presso le corti d'appello e quale sia il testo di tale comunicazione, circolare od istruzione che dir si voglia.
(3-00091)
BOATO, FRANCESCATO, POLETTI e CASSOLA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nei prossimi giorni, secondo quanto annunciato dal Governo, dovrebbe aver inizio il lavoro della commissione ispezione dei centri di permanenza temporanea per gli immigrati clandestini, istituita dal Ministro interrogato e la cui presidenza è stata affidata all'ambasciatore Onu Staffan De Mistura;
entro sei mesi la commissione dovrà riferire al Ministro interrogato i risultati delle ispezioni che saranno effettuate presso i centri di permanenza temporanea;
la commissione, sulla base di quanto disposto dal Ministro interrogato, dovrà indicare al Governo, che ne discuterà in Parlamento, le misure operative necessarie alla trasformazione ed al radicale miglioramento delle attuali condizioni di strutturale emergenza che si riscontrano nei centri di permanenza temporanea e nei quali, invece - come ha affermato il Ministro interrogato nella sua audizione alla I Commissione affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni della Camera dei deputati del 20 giugno 2006 - «debbono esserci condizioni di sicurezza e di vivibilità» giacché «non devono essere carceri»;
il Governo ha annunciato di avere all'esame un nuovo decreto flussi che dovrebbe affrontare, in termini adeguati e organici, l'emergenza che il decreto del precedente Governo ha lasciato inalterata, con un limite - 170 mila domande accettate - che si è rivelato del tutto insufficiente sia in ordine alla domanda di manodopera proveniente dalle imprese, sia dinanzi alle domande di regolarizzazione effettivamente presentate da parte di cittadini
extracomunitari, di fatto, già residenti e lavoratori sul territorio nazionale;
sempre nella sua audizione in Parlamento, il Ministro interrogato ha esposto alcune ipotesi di modifica dell'attuale legislazione in materia di immigrazione, in particolare per quanto riguarda la proroga della validità del permesso di soggiorno, il ricongiungimento, il rapporto fra immigrazione e lavoro qualificato, i requisiti di legalità nelle condizioni di vita e permanenza;
il Ministro interrogato ha annunciato la necessità - da tempo all'esame del Parlamento e che nella XIV legislatura aveva avuto un ampio consenso- di adottare «una disciplina appropriata per il diritto di asilo», recependo una direttiva che il disegno di legge comunitaria 2006 include fra quelle da attuare;
nel contempo - sempre nella sua audizione alla Commissione affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni della Camera dei deputati - il Ministro interrogato ha sostenuto l'esigenza di una profonda revisione delle norme sull'acquisizione della cittadinanza, che presenta essenziali problemi di ordine costituzionale e amministrativo -:
quali siano gli indirizzi che il Governo intenda definire sotto il profilo legislativo e, nei tempi immediati, quali misure intenda adottare nella gestione delle emergenze che nel periodo estivo raggiungono limiti di particolare criticità.
(3-00092)
GIACHETTI, QUARTIANI, BRESSA, SERENI, ZACCARIA, ALLAM, AMICI, D'ANTONA, DATO, FERRARI, GIOVANELLI, INCOSTANTE, LA FORGIA, MARONE, NACCARATO, NICCHI e GOZI. Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni lo stato di agitazione dei tassisti in seguito all'annuncio e alla successiva emanazione del decreto legge n. 223 del 4 luglio 2006 ha provocato notevoli disagi in molte città, rischiando di causare veri e propri problemi di ordine pubblico -:
come il Governo intenda intervenire per evitare che si riproducano tali disagi e il degenerare dei problemi inerenti l'ordine pubblico, considerato anche il fatto che l'agitazione dei tassisti sta avvenendo in violazione della vigente normativa sullo sciopero nei servizi pubblici.
(3-00093)
Interrogazione a risposta scritta:
STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la provincia di Bergamo vanta un tessuto imprenditoriale di qualità ove è capillare la presenza di attività artigianali che fanno di Bergamo e della bergamasca una zona virtuosa. La situazione del mercato del lavoro e dell'economia nel suo complesso è buona ma, di contro, vi è una massiccia presenza di stranieri clandestini;
negli ultimi anni, infatti, la Guardia di Finanza di Bergamo ha scoperto laboratori in cui immigrati cinesi, tra i quali alcuni clandestini, confezionavano prodotti in pelle in un capannone industriale dove erano presenti anche veri e propri dormitori in cui gli stessi clandestini vivevano in pessime condizioni igieniche. I titolari delle aziende, tutte ditte individuali, furono denunciati alla competente Autorità Giudiziaria per illecito utilizzo di manodopera clandestina;
progressivamente, negli anni, la situazione della sicurezza a livello nazionale è peggiorata; le estorsioni, lo sfruttamento della prostituzione, gli omicidi ed i tentati omicidi rappresentano alcune delle tipologie di attività criminose più diffuse;
le rapine in abitazioni, ville e cascine isolate in Lombardia sono perpetrate da piccoli gruppi di criminali, soprattutto albanesi e slavi, operanti ciascuno in modo isolato senza confluire in un'unica organizzazione a delinquere;
nella provincia di Bergamo è stato predisposto un piano di controllo integrato del territorio, con il coinvolgimento anche della polizia municipale, non solo nel capoluogo, ma anche in altre aree, quali la bassa bergamasca considerata particolarmente critica, nonostante ciò non si placano gli atti criminosi, quali ad esempio le rapine nelle abitazioni private che fanno crescere un sentimento di allarme e di insicurezza tra i cittadini -:
se risulti al Governo se siano state individuate ulteriori altre aziende, nella provincia di Bergamo, che utilizzano stranieri clandestini e per quante di queste sia intervenuta una sentenza di condanna passata in giudicato;
quali iniziative si intendano attuare per tutelare al meglio il territorio bergamasco dall'immigrazione clandestina;
se non si ravvisi la necessità di aumentare l'organico delle Forze di Polizia presenti sul territorio bergamasco, e di pensare ad una diversa dislocazione delle Forze dell'Ordine;
quali ulteriori iniziative si ritenga utile assumere per garantire efficacia alle azioni delle Forze dell'Ordine, ovvero alle richieste di sicurezza sia a livello nazionale che locale.
(4-00446)