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Allegato B
Seduta n. 19 del 5/7/2006
TESTO AGGIORNATO AL 6 LUGLIO 2006
ATTI DI INDIRIZZO
Mozione:
La Camera,
premesso che:
l'evento alluvionale di Vibo Valentia del 3 luglio 2006 ha mostrato ancora una volta la fragilità del territorio calabrese, che riflette la scarsa attenzione per la salvaguardia idrogeologica delle Istituzioni e, purtroppo, degli stessi cittadini;
si può constatare che in Calabria si pratica in prevalenza la politica dell'emergenza rispetto a quella, ben più idonea, della prevenzione;
la Calabria è dotata di un Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) approvato all'unanimità dal Consiglio Regionale, che rappresenta un efficace strumento per attuare una linea operativa di prevenzione della difesa del suolo;
sappiamo però che un tale prezioso strumento è rimasto e resterà inefficace se i Ministri interessati (Ambiente e Infrastrutture), che hanno proceduto finora con finanziamenti a pioggia, la Regione e gli Enti Locali, non si attiveranno, ciascuno al proprio livello, per rendere operativo il PAI;
preso atto della gravità delle situazioni che si verificano in tante parti della Regione, dove sono state accertate circa undicimila frane di un certo rilievo, ogni qual volta si verifica un evento piovoso significativo, auspicato che il Governo nazionale, la Regione e gli Enti Locali, procedano a dare risposte reali e preventive a quei territori sfortunati, che si sono dotati di progetti di difesa del suolo indispensabili alle comunità locali,
impegna il Governo
ad adottare immediatamente le necessarie misure di protezione civile, ad attivarsi affinché si proceda a prevedere congrui stanziamenti e ad assumere altre iniziative concrete tese ad avviare una nuova politica di difesa del suolo, basata sulla prevenzione e non più sull'emergenza, conseguente agli eventi alluvionali.
(1-00007) «Misiti, Donadi, Santelli, Oliverio, Nucara, Laganà Fortugno, Morrone, Angela Napoli, Belisario, Caligiuri, Tassone, Rositani, Laratta, Intrieri, Rossi Gasparrini, Mancini».
Risoluzioni in Commissione:
La VII Commissione,
tenuto conto innanzitutto delle indicazioni emerse nel corso delle audizioni informali di rappresentanti delle associazioni di insegnanti precari svolte dalla Commissione cultura nella seduta del 15 giugno 2006;
premesso che:
il precariato nella scuola ha ormai raggiunto livelli insostenibili che, in assenza di radicali interventi correttivi, sarebbero destinati a crescere ulteriormente, con gravissimo danno sia per i diritti di decine di migliaia di precari, sia per la stessa funzionalità del sistema scolastico pubblico;
le dimensioni del fenomeno hanno conosciuto una crescita esponenziale nella passata legislatura a causa del blocco, totale o parziale del turn over e della politica di tagli indiscriminati agli organici del personale portata avanti dal precedente Governo;
il numero di immissioni in ruolo programmato dal precedente Governo è del tutto insufficiente a garantire le ordinarie esigenze di funzionamento delle istituzioni scolastiche ed è, ancora una volta, di gran lunga inferiore al numero di posti e cattedre resi liberi dai pensionamenti, sia per il prossimo anno scolastico, sia a maggior ragione per quelli successivi, nei
quali è previsto l'avvio del pensionamento di una intera generazione di docenti;
nella passata legislatura è stata definita - per la prima volta con una legge invece che con un atto amministrativo - una tabella di valutazione dei titoli per la compilazione delle graduatorie permanenti, attualmente in vigore, dalle quali si attinge per il 50 per cento delle immissioni in ruolo e per il conferimento delle supplenze;
le modifiche introdotte rispetto alle norme fino allora vigenti, limitandosi a elencare quelli che hanno prodotto conseguenze più pesanti, hanno riguardato:
1) l'eliminazione del criterio dei nuovi inserimenti in uno scaglione successivo all'ultimo, sostituito da quello dell'inserimento «a pettine»;
2) il raddoppio del punteggio per i servizio prestato nelle scuole «di montagna», degli istituti penitenziari e delle piccole isole;
3) l'equiparazione del servizio prestato nelle scuole paritarie private a quello delle scuole statali, sia ai fini del punteggio, sia ai fini del possesso dei requisiti di servizio, con la conseguente abolizione della quarta fascia (accorpata con la terza);
4) l'accentuazione della disomogeneità nella valutazione del punteggio d'abilitazione a seconda delle procedure abilitanti seguite, già presente nella normativa precedente, con un trattamento privilegiato degli abilitati Scuole di specializzazione dell'insegnamento secondario;
5) la valutazione di master e corsi di perfezionamento, cumulabili fino a raggiungere ben 30 punti, dando il via a un mercato di titoli non sempre qualificanti ma con un peso economico notevole per i precari, costretti a conseguirli per non essere scavalcati da altri colleghi;
il risultato di tali interventi è stato un radicale sconvolgimento delle graduatorie che ha reso incerte la aspettative e di diritti di decine e decine di migliaia di docenti precari che per anni, in condizioni di minori tutele salariali e contrattuali, avevano consentito al sistema scolastico di far fronte alle proprie necessità;
considerato inoltre che:
il ricorso massiccio al lavoro precario nella scuola, sia per i docenti che per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA), risponde ad una logica di risparmio che, alla luce di un'attenta analisi dei valori economici in gioco, in ragione del costo nettamente inferiore del personale neo immesso in ruolo che prenderebbe il posto del personale che va in pensione e dopo aver raggiunto i livelli più alti della scala retributiva, si dimostra falsa ed illusoria nei suoi presupposti;
occorre invertire questa tendenza puntando decisamente al superamento del precariato e alla stabilità degli organici quale premessa per lo sviluppo qualitativo del sistema scolastico pubblico, partendo dal principio che le assunzioni fatte sulla base delle attuali graduatorie permanenti sono viziate da profonde ingiustizie e da sostanziali illegittimità e che ciò non può essere riprodotto;
occorre altresì, in previsione delle operazioni di conferimento delle supplenze per il prossimo anno scolastico, dare una risposta chiara e concreta al vasto e complesso mondo dei precari sugli indirizzi che il Governo intende seguire per risolvere i problemi evidenziati in premessa,
impegna il Governo:
a) ad incrementare significativamente e progressivamente il numero di immissioni in ruolo previsto, tenendo conto dei massicci pensionamenti già in atto;
b) a predisporre un piano straordinario di assunzioni in considerazione dei posti vacanti, e disponibili nell'arco di un triennio, intervenendo anche sui criteri di definizione degli organici in relazione alle reali esigenze di funzionamento delle scuole;
c) ad adottare le necessarie iniziative idonee, in modo che, prima dell'inizio delle operazioni di conferimento delle supplenze per il prossimo anno scolastico, sia abrogata la lettera h), (raddoppio del punteggio di montagna eccetera) del punto B.3 della tabella di valutazione dei titoli, allegata alla legge 143/04, nonché sia eliminata la possibilità di valutare master, corsi di perfezionamento e di specializzazione o, almeno, nei limiti fortemente il numero;
d) a predisporre, in particolare con la massima urgenza, un provvedimento che delegifichi la suddetta tabella di valutazione e ne riconduca la definizione ad un atto amministrativo in modo tale che, fermo quanto indicato al punto C, siano fissati i riferimenti generali, assumendo il principio che deve essere fortemente valorizzato il servizio prestato sullo specifico insegnamento per il quale si concorre.
(7-00017) «De Simone, Sasso, Rusconi, Poletti, Costantini, Li Causi, Ghizzoni, Benzoni, Guadagno detto Vladimir Luxuria, Martella, Tranfaglia, De Biasi».
La XI Commissione,
premesso che:
nelle ultime settimane si sono verificati gravi infortuni sul lavoro, che hanno coinvolto numerosi lavoratori e provocato la morte di alcuni di essi;
si tratta purtroppo di episodi non isolati, ma che si collocano in un quadro di vera e propria emergenza: i dati ufficiali forniti dall'INAIL, relativamente all'anno 2003, riportano infatti 1.394 morti sul lavoro, con una media di cinque al giorno, in quasi 978 mila infortuni, 24.261 malattie professionali denunciate, con il triste primato, a carico del settore edile, di 350 morti nel 2003; il costo sociale complessivo degli infortuni si aggira intorno ai 28 mila miliardi di euro;
il settore edile, in particolare, sconta storicamente un grave deficit nel rispetto delle condizioni di sicurezza, aggravate dalla pesante incidenza del lavoro nero;
l'indagine conoscitiva svolta congiuntamente dalle Commissioni Lavoro della Camera e del Senato nella XIII legislatura su «Sicurezza e igiene del lavoro» ha evidenziato l'esigenza prioritaria di un completamento e coordinamento del sistema normativo in materia di sicurezza sul lavoro, da attuarsi anche mediante l'adozione di un testo unico;
analogamente, la Commissione d'inchiesta istituita presso il Senato nella XIV legislatura, vertente «Sugli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo alle cosiddette morti bianche», ha indicato, nelle considerazioni conclusive, quale prima esigenza fondamentale l'adozione di un testo unico o codice in materia di sicurezza sul lavoro;
appare pertanto ormai indifferibile l'adozione di un testo unico in materia di sicurezza sul lavoro, che possa garantire a tutti i lavoratori il diritto alla salute, armonizzando e semplificando le disposizioni vigenti, nonché disponendo le necessarie revisioni normative, con particolare riferimento alle misure di prevenzione e di coordinamento e all'apparato sanzionatorio;
nella XIV legislatura, il Governo è stato delegato ad adottare - con l'articolo 3 della legge 29 luglio 2003, n. 229 - uno o più decreti legislativi per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di sicurezza e tutela della salute dei lavoratori;
il termine per l'esercizio della delega, è scaduto il 30 giugno 2005;
impegna il Governo
ad adottare tempestive ed adeguate iniziative legislative, al fine di pervenire quanto prima all'approvazione di un Testo unico in materia di tutela e sicurezza del lavoro,
quale fondamentale strumento di salvaguardia dei lavoratori.
(7-00016) «Pagliarini, Rossi Gasparrini, Lo Presti, Bodega, Compagnon, Fabbri, Motta, Delbono, Rocchi, Pellegrino, Buglio, Widmann».