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Allegato B
Seduta n. 192 del 19/7/2007
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AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE LOCALI
Interrogazione a risposta scritta:
BORGHESI. - Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie locali. - Per sapere - premesso che:
è corrente in provincia di Treviso «Asco Holding SpA», società partecipata
da novantatré comuni del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia;
detta società controlla un gruppo di società che operano in una logica multiutility nel settore dell'energia e della distribuzione del gas, dunque più in generale nel campo dei servizi pubblici;
nel settore della distribuzione del gas la società controllata è denominata Ascopiave SpA, di cui Asco Holding detiene il 60 per cento del capitale;
è dunque ragionevole affermare che la società ha una sostanziale natura pubblica;
Ascopiave detiene nel settore della distribuzione e vendita del gas concessioni e affidamenti diretti per la fornitura del servizio in centocinquantacinque comuni localizzati in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna e Lombardia, con una rete di distribuzione proprietaria che si estende per circa seimilatrecento chilometri;
la società dal 12 dicembre 2006 è quotata sul segmento Star di Borsa Italiana;
in sede di assemblea dei soci, tenutasi il 25 giugno 2007, è stato deliberato l'aumento del compenso per ciascuno dei cinque componenti del Consiglio di Amministrazione da 20.000 euro a 70.000 euro l'anno;
l'assemblea ha inoltre deliberato un piano di incentivazione basato sul phantom stock option che si risolverà in ulteriori incrementi dei compensi e benefit anche per i suddetti amministratori;
il suddetto meccanismo appare inappropriato per un'azienda che opera in condizioni di sostanziale monopolio e che per tale motivo non ha bisogno di incentivi, magari basati su indicatori di tipo qualitativo e controvertibile e quindi di facile dimostrabilità -:
l'interrogante ritiene contrario ai principi generali che un concessionario di pubblici servizi essenziali sostenga costi così elevati per l'organo di amministrazione, attesa la valenza sociale del servizio e per il fatto che i costi energetici sono nel nostro Paese in linea di massima superiori a quelli dei nostri competitori industrializzati;
inoltre, un aumento così elevato del compenso ai consiglieri ed il meccanismo di stock option posto in essere avrebbe meglio potuto essere destinato a riduzioni tariffarie a vantaggio in particolare delle fasce sociali più deboli ed alle famiglie che in un contesto storico come il nostro faticano ad arrivare alla fine del mese;
se intenda assumere iniziative normative affinché i concessionari di tali servizi pubblici, anche in considerazione dello scarso rischio d'impresa, ed in particolare quando sono espressione del settore pubblico, siano vincolati a remunerazioni più consone al servizio medesimo ed al divieto di ulteriori benefit attraverso meccanismi poco trasparenti come quelli delle stock option.
(4-04448)