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Allegato A
Seduta n. 20 del 6/7/2006
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(Sezione 9 - Ipotesi di concessione in uso alle forze armate statunitensi di parte dell'area civile dell'aeroporto Dal Molin)
DEIANA, CACCIARI, CANNAVÒ, DURANTI e SPERANDIO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il settore civile dell'aeroporto «Tommaso Dal Molin» di Vicenza sarebbe in procinto di passare sotto il controllo delle forze armate statunitensi, secondo un progetto in cui tale passaggio viene definito «ricongiungimento funzionale», in quanto consentirebbe il collegamento di tale nuovo impianto con l'attuale base Usa di Ederle;
secondo questa ipotesi, riportata da numerosi organi di stampa, gli Usa prenderebbero in gestione per un numero imprecisato di anni buona parte dell'area civile dell'aeroporto, all'interno della quale dovrebbero essere costruiti alloggi per 2.000 militari o, in alternativa, un magazzino per lo stoccaggio di materiali, con un investimento di 800 milioni di dollari;
lo stesso portavoce dell'ambasciata americana a Roma, Ben Duffy, ha confermato che l'Italia avrebbe dato l'assenso a rendere disponibili parti dell'aeroporto «Tommaso Dal Molin» perché vengano utilizzate da personale statunitense e il generale B.B. Bell, comandante in carica dell'United States Army Europa, ha affermato che le trattative, in corso ormai da oltre due anni, sarebbero giunte in procinto di un accordo;
esponenti dell'amministrazione del comune di Vicenza hanno chiarito che il progetto di insediamento di truppe militari presso l'aeroporto Dal Molin verrà gestito dal ministero della difesa italiano, essendo l'area interessata di proprietà demaniale, con una partecipazione di circa 40 milioni di euro da parte del comune di Vicenza, da utilizzare per opere di viabilità, in modo da collegare funzionalmente il «Dal Molin» alla caserma Ederle;
il nuovo insediamento dovrebbe ospitare circa 2.000 soldati statunitensi e la 173esima aerobrigata paracadutisti di stanza ad Ederle, già impegnata nel Kurdistan iracheno dall'inizio della guerra in Iraq, sarebbe in questo contesto potenziata e trasformata in una non meglio precisata unità d'azione;
il Vice Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Francesco Rutelli, ha risposto, in data 31 maggio 2006, all'interrogazione del deputato Fabris, che aveva come oggetto l'utilizzo dell'aeroporto militare Dal Molin da parte delle forze armate statunitensi, che «l'ipotesi di concessione in uso dell'area in questione è stata portata avanti dopo un esame condotto dal ministero della difesa, che ha visto anche il coinvolgimento delle autorità locali, dalle quali risulta all'amministrazione non siano stati presentati particolari elementi ostativi
alla realizzazione di una base. Di conseguenza, nella XIV legislatura la difesa ha rappresentato al Governo degli Stati Uniti una disponibilità di massima a questa concessione, a condizione che l'operazione venga formalizzata con un piano preciso di transizione sulla tempistica, le azioni da compiere e i costi; un piano - aggiungo - che si rende necessario, perché l'attività deve coinvolgere tutti i livelli, innanzitutto gli enti territoriali, perché ne sia informata ovviamente, la popolazione locale, oltre che il Governo della Repubblica, perché si possa pervenire ad una soluzione condivisa sul progetto, consentendo la continuazione senza restrizioni delle attività di volo commerciale che insistono sull'aeroporto Dal Molin»;
da quanto conosciuto del progetto si evince che tale ipotesi comporterebbe, anche per quanto riguarda le popolazioni locali, un'alterazione dell'utilizzo del territorio non solo perché il ricongiungimento metterebbe a rischio una vasta area demaniale che ospita da oltre 30 anni strutture di utilizzo pubblico, ma anche per l'intensificazione del traffico militare che verosimilmente si riverserebbe nell'area;
rimane, inoltre, oscuro, qualora il progetto andasse in porto, quali materiali verrebbero stoccati nei magazzini previsti nell'ex area civile dell'aeroporto -:
se abbia acquisito ulteriori elementi di conoscenza e di giudizio sulle ragioni che hanno indotto le autorità militari statunitensi a chiedere la concessione in uso dell'area in questione e sulla relativa ricaduta che tale scelta avrà sul territorio e se non ritenga negativa un'ulteriore militarizzazione e opportuna una riconsiderazione dell'intera questione, anche alla luce dell'importanza strategica che ha l'insediamento nel contesto del territorio.
(3-00099)
(5 luglio 2006)